Astrolabio Ubaldini
Essere. Essere consapevoli di essere coscienti Essere «io»
Rupert Spira
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 174
La convinzione che la felicità dipenda da ciò che ci accade intorno, da ciò che vediamo oggettivamente nel mondo, è molto radicata. Non è del tutto priva di fondamento, perché ogni volta che riusciamo a ottenere un oggetto del desiderio o a evitare una situazione spiacevole sperimentiamo un instante di felicità. Tuttavia, non appena l’oggetto, l’attività, la relazione perdono forza o scompaiono, o quando la situazione che cercavamo di evitare si ripresenta, la felicità svanisce e la sofferenza o insoddisfazione di fondo riemerge. Così ci mettiamo di nuovo alla ricerca di qualche forma di esperienza oggettiva che riteniamo gradevole, diventando dipendenti da un ciclo senza fine di mancanza, ricerca e soddisfazione temporanea. Quando però ci si accorge che l’esperienza oggettiva non riesce a portare con sé una pace e una felicità durature, rimane una possibilità: far sì che la mente si rivolga su se stessa e indaghi la propria natura essenziale. È il ‘sentiero rivolto all’interno’, che alcune tradizioni spirituali chiamano ‘il ricordo del sé’, ‘l’indagine del sé’, ‘il dimorare nel sé’ o ‘la via della resa di sé’. Le brevi contemplazioni qui contenute, originariamente espresse a voce e intervallate da lunghi silenzi per dare il tempo agli ascoltatori di assimilarle nella loro esperienza, sono basate sugli insegnamenti della tradizione indiana dell’Advaita Vedanta. Loro intento è guidare il lettore al riconoscimento della propria natura essenziale, di là da ogni esperienza oggettiva e da ogni percezione, sentimento o pensiero, per attingere il sé più profondo, la nostra vera natura di coscienza a cui appartengono già, in essenza, la felicità, l’illuminazione e la pace. Conoscere la propria vera natura di pura coscienza è la guarigione ultima.
Scienza e filosofia nei classici buddhisti indiani. Volume Vol. 2
Gyatso Tenzin (Dalai Lama)
Libro: Libro rilegato
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 526
Il secondo volume della serie concepita e redatta sotto la supervisione di Sua Santità il Dalai Lama, un’opera in quattro volumi che costituisce un compendio delle indagini scientifiche e filosofiche del buddhismo indiano sulla natura della realtà, prende in esame la scienza della mente. Il lettore è dapprima introdotto alle peculiari concezioni della mente e della coscienza nel buddhismo: la mente come un continuum di momenti mentali, in cui ogni momento sorge dal precedente in modo causale e a sua volta agisce come causa del momento successivo; le sei categorie di coscienza, cinque coscienze sensoriali e la coscienza mentale. Poi la presentazione tradizionale dei fenomeni mentali: l’analisi dei fattori mentali contenuta nei testi dell’Abhidharma, nella seconda parte del volume, assume particolare rilevanza per la psicologia e le neuroscienze contemporanee, e per quanti siano interessati a comprendere meglio le pratiche complementari di derivazione buddhista quali la mindfulness e l’addestramento alla compassione. Si passa poi all’epistemologia buddhista (pramāṇa), soprattutto quella sviluppata da Dignāga e Dharmakīrti, e alla prospettiva dei tantra buddhisti, secondo cui mente e corpo sono non duali, con i suoi livelli sottili di coscienza collegati alle energie sottili o ‘venti’ che scorrono lungo alcuni canali all’interno del corpo umano. Nell’ultima parte è esposta la cosiddetta ‘scienza contemplativa buddhista’, la psicologia alla base della meditazione con le teorie e i metodi dell’addestramento mentale, che comprendono la meditazione del calmo dimorare (śamatha), la meditazione di visione speciale (vipaśyanā) e la coltivazione della gentilezza amorevole e della compassione. Il volume raccoglie passi scelti da alcuni dei più grandi pensatori buddhisti indiani, come Asaṅga, Vasubandhu, Nāgārjuna, Dignāga e Dharmakīrti, e per fornire un contesto ai lettori occidentali, ogni parte del volume è introdotta da un saggio di John D. Dunne, professore di Filosofia buddhista e pratica contemplativa all’Università del Wisconsin. I saggi stabiliscono una connessione tra il materiale degli antichi filosofi indiani e i loro paralleli occidentali, entrando a pieno titolo nel dibattito contemporaneo.
Il mito della normalità. Trauma, malattia e guarigione in una cultura tossica
Gabor Maté
Libro: Libro rilegato
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 494
Dietro all’epidemia di disturbi cronici, mentali e fisici, si cela qualcosa che non va nella nostra cultura. Questa anomalia causa dei ‘punti ciechi’ ideologici, che impediscono di vedere con chiarezza la situazione in cui ci troviamo, e rendono difficile modificarla. Per via di questi punti oscuri, molto diffusi nella cultura in generale, ma tragicamente endemici soprattutto nella professione medica, si tende a ignorare le connessioni tra la salute e la sfera socioemotiva. In altri termini, le malattie croniche, siano esse mentali o fisiche, non rappresentano un semplice ‘problema tecnico’, ma sono una funzione o una caratteristica di come vanno le cose; sono una conseguenza di come viviamo e non una misteriosa aberrazione. Che la vita sociale incida sulla salute non è certo una novità, ma riconoscere quest’aspetto è oggi urgente più che mai. Stress galoppante, disuguaglianze e catastrofe climatica alle porte sono solo alcuni segnali di ammonimento: il nostro concetto di benessere deve modificarsi, passando dalla sfera individuale a quella globale. L’attuale paradigma medico, a causa di un’evidente distorsione scientifica più simile per certi versi a un’ideologia che alla conoscenza empirica, commette un duplice errore: riduce eventi complessi alla loro biologia, e separa la mente dal corpo, preoccupandosi quasi esclusivamente dell’una o dell’altro, e ignorandone l’essenziale unità. Prendendo in considerazione con obiettività gli aspetti collegati alla salute e alla malattia che la società ha ‘normalizzato’, sarà evidente che le cose non sono fatalmente destinate ad andare così; ci verrà offerta la possibilità di riconquistare quanto la natura aveva stabilito per noi e dunque ritornare a uno stato di integrità, cioè guarire. Non c’è nulla di miracoloso, solo il riconoscimento che ciascun essere umano reca in sé inimmaginabili possibilità di benessere, che si rivelano soltanto quando si riesce ad affrontare e sfatare i fuorvianti miti sulla normalità a cui ci siamo passivamente abituati.
La sintesi dello yoga. Volume Vol. 2
Aurobindo (sri)
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 312
In occasione del 150° anniversario della nascita di Sri Aurobindo vede la luce una nuova traduzione in tre volumi del suo capolavoro, condotta sull’ultima edizione inglese delle opere complete, “Collected Works of Sri Aurobindo” (CWSA). Grazie al lavoro degli archivisti dell’Ashram di Pondicherry, molti refusi sono stati corretti e varie revisioni autografe ritrovate tra i manoscritti sono state vagliate e incorporate, finché si è giunti a un testo critico che può considerarsi definitivo. Questo secondo volume della nuova edizione contiene la seconda e la terza parte dell’opera, rispettivamente intitolate “Lo yoga della conoscenza integrale” e “Lo yoga dell’amore divino”. Per Aurobindo l’unica conoscenza che può definirsi tale è la conoscenza ultima, e tutta la sua trattazione è volta a indicare all’anima individuale la via verso la conoscenza unitiva con Quello, il sé universale. “Come obiettivo primario della nostra conoscenza”, scrive, “dobbiamo riconoscere la realizzazione del sé supremo in noi stessi, più che negli altri o quale Signore della natura o come il tutto; la priorità assoluta dell’individuo, infatti, è arrivare alla verità suprema del proprio essere, mettere ordine in se stesso, chiarire le proprie confusioni, riconoscere le proprie false identificazioni, arrivare alla vera concentrazione e alla vera purezza di quella verità in modo da conoscerne la sorgente e raggiungerla”. Il sé, che coincide con il Signore e con il brahman, è ciò che bisogna conoscere per conseguire l’unità con esso e per vivere immersi in questa unità. Lo yoga della conoscenza integrale si spinge poi oltre: il suo punto di arrivo è trasfondere la luce ricevuta dallo spirito nel regno della materia, del corpo, che diventa un veicolo perfetto per la manifestazione della coscienza, della forza e della gioia del Divino, generando così la condizione più alta dell’esistenza e dell’attività su questa terra. Questa conoscenza autentica stabilisce una connessione diretta con l’amore, poiché “la perfetta conoscenza conduce all’amore perfetto e la conoscenza integrale conduce a una ricchezza infinitamente varia e completa dell’amore”. L’amore è visto come il coronamento di tutto l’essere, l’apice della gioia più completa, la pienezza della beatitudine divina nell’unione.
Eutonia. Una via per la consapevolezza corporea
Gerda Alexander
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 208
Nata nella seconda metà del secolo scorso in Germania dalle intuizioni e dal profondo lavoro di ricerca di Gerda Alexander, e da lei definita “una via occidentale attraverso cui fare esperienza dell’unità di corpo e spirito”, l’eutonia si colloca a pieno titolo nel contesto europeo di nuova attenzione al corpo e alla sua stretta interconnessione con la dimensione psicologica ed emotiva dell’essere umano, e si sviluppa in seguito principalmente nell’ambito della danza e in quello terapeutico. Come altri geniali pionieri nel campo delle tecniche corporee, Gerda Alexander partì da una grave limitazione personale: una diagnosi di poliartrite reumatoide che ricevette a soli quattordici anni. Da allora, la sua vita fu consacrata alla ricerca di un modo più funzionale di muoversi. La ricerca di un ‘corpo eutonico’ è dunque innanzitutto la ricerca di un corpo più cosciente dei propri mezzi e dei propri limiti, in grado di porsi in un rapporto consapevole con l’ambiente esterno e con l’altro. Attraverso gli strumenti dell’eutonia, praticata in gruppo e incentrata su piccoli movimenti volti a risvegliare le capacità propriocettive dell’individuo, ognuno può imparare a osservare e riequilibrare la tonicità del proprio sistema muscolare, migliorando le funzionalità del sistema neurovegetativo, di quello circolatorio e della respirazione. L’interesse terapeutico di Gerda Alexander non rimase circoscritto alla dimensione individuale ma si inserì pienamente anche in ambito pedagogico. Interessata alle teorie di Maria Montessori, si dedicò a sua volta alla ricerca di un nuovo modo di intendere il rapporto educativo tra bambino e adulto. L’eutonia trovò anche grande applicazione nell’ambito musicale, in particolare nel lavoro con le orchestre e con gli strumentisti, oltre che nell’ambito della riabilitazione medica. Un ‘corpo eutonico’ respira organicamente e ha una postura migliore, poiché ha imparato a sfruttare al meglio il rapporto con la forza di gravità. È una ricerca continua e quotidiana, che permette, come amava dire Gerda Alexander, di “sapere ogni giorno qualcosa di più su questo corpo che abbiamo ricevuto”. Preambolo di Alfons Rosenberg. Introduzione all’edizione italiana di Maria Fonzino.
Storie di miracoli buddhisti. La recitazione del Sūtra del Loto nel buddhismo coreano
Maurizio Riotto
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 336
La prospettiva del miracolo per chi si trova in situazioni di difficoltà estreme e della ricompensa ultraterrena per chi continua a mantenere la fede in ogni frangente è un topos comune a molte religioni e culture. Il “Pophwa yonghomjon” (‘Racconti miracolistici del “Sūtra del Loto’”) è la raccolta di centodiciotto storie, compilata in Corea dall’altrimenti sconosciuto monaco Yowon alla fine del periodo Koryo (918-1392) e incentrata sulla fede nel potere supremo del Buddha, che premia, consola e scaccia gli spiriti malvagi attraverso l’opera dei ministri del suo culto. Il testo, che attinge a fonti cinesi e coreane molto più̀ antiche, viene qui tradotto per la prima volta in Occidente ed è un esempio emblematico della ricchissima, ma ancora poco conosciuta, letteratura agiografica del buddhismo. L’opera, evocativa di immagini e circostanze che potremmo definire ‘dantesche’, era destinata a restituire fede e speranza al popolo di una Corea allora in gravissima crisi politica, ideologica e istituzionale. Ciò̀ che accomuna i vari racconti è la fede nel “Sūtra del Loto” o, più̀ estesamente, “Sūtra del Loto della Buona Dottrina” (Saddharmapundarīka-sūtra), celeberrimo classico del buddhismo mahāyāna composto in varie fasi probabilmente durante l’impero Kushana, tra il I e il II secolo. Verso il 286 fu tradotto per la prima volta in cinese e presto divenne in Estremo Oriente un’autentica scrittura salvifica, capace di elargire ricompense ultraterrene con la sua sola devota recitazione. Intorno a esso fiorì una congerie di racconti didattici ed edificanti ad usum populi, volti a risvegliare la mente e a guidare i perplessi sulla retta via del Dharma. Si tratta di un documento unico e prezioso non solo per la storia del buddhismo coreano, ma per tutti i cultori delle religioni e delle filosofie dell’Estremo Oriente.
Un cervello interconnesso. L'intreccio di percezione, cognizione ed emozione in un sistema complesso
Luiz Pessoa
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 312
Per più̀ di un secolo si è tentato di stabilire una precisa corrispondenza fra strutture anatomiche del cervello e funzioni del comportamento. È giunto il momento di abbandonare questo assioma, per più̀ ragioni. Innanzitutto, una delimitazione concreta e precisa, in base a un’anatomia fine, delle cosiddette aree deputate si è rivelata impossibile, anzi, sempre più̀ smentita dai fatti. Inoltre, le svariate aree cerebrali dove ‘ha sede’ il comportamento in realtà̀ non funzionano in modo autonomo ma presentano connessioni neuronali complesse con aree anche molto lontane, che si influenzano a vicenda; ossia il cervello si presenta piuttosto come un sistema complesso di interconnessioni tra diverse parti a un livello di complessità̀ più̀ basso, che, in interazione reciproca, producono comportamenti emergenti. Infine, neppure le spettacolari tecniche attuali di esplorazione dell’attività̀ cerebrale, che si vorrebbero chiamare a sostegno della localizzazione cerebrale di funzioni del comportamento, sono riuscite a fornirci una maggiore comprensione di come in realtà̀ funzionino le cose. A partire dagli anni quaranta del Novecento, con la nascita di discipline come la cibernetica e la biologia dei sistemi, la teoria dei sistemi complessi si è diffusa nella maggior parte dei campi della conoscenza in cui le interazioni tra gli elementi sfidano la nostra capacità di decifrare come funziona un determinato sistema. Il punto di partenza dell’indagine di Pessoa è proprio considerare il cervello un sistema complesso e interconnesso, in grado di generare la cognizione e il comportamento. Non si tratta di un sistema modulare, da comprendere una regione alla volta, ma di una rete complessa, a volte ingarbugliata, i cui fili sono inestricabilmente collegati e in reciproca e costante interazione. Facendo appello alla neuroanatomia comparata, alla biologia matematica e alla cibernetica, Pessoa dimostra come le regioni cerebrali svolgano funzioni specifiche solo quando sono immerse in una rete più̀ ampia. In questa prospettiva, anche il problema del rapporto mente-cervello assume aspetti completamente nuovi.
I movimenti magici di corpo, respiro e mente nello yoga tibetano
Alejandro Chaoul
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 264
Che in Tibet esista una forma di yoga autoctono può sorprendere persino chi conosca il bön e il buddhismo tibetani, giacché gli insegnamenti giunti dal Tibet in Occidente, anche in tempi piuttosto recenti, si concentrano per lo più sulle pratiche di addestramento mentale, come la concentrazione e la visualizzazione. Dal punto di vista tibetano, quella del movimento magico è una tecnica per potenziare la meditazione rimuovendo gli ostacoli mentali e fisici, ma al lettore occidentale non deve sfuggire che nelle discipline asiatiche la ‘magia’ non ha molto a che fare con incantesimi e sortilegi, riguarda piuttosto gli stati interiori di trasformazione. Il movimento magico crea una trasformazione interiore e ha il potere di modificare l’esperienza del praticante e il suo stato mentale. Questo libro presenta il lignaggio del movimento magico descritto nel trattato bön dzogchen Trasmissione aurale dello Zhang Zhung, e in particolare nella “Quintessenza delle istruzioni orali”, redatta intorno all’XI o XII secolo, che insieme alla Trasmissione esperienziale di Drugyalwa Yungdrung e al Commentario dell’inizio del XX secolo di Shardza Tashi Gyaltsen (la cui traduzione è riportata in Appendice), costituisce la fonte principale degli insegnamenti per gli odierni praticanti bön, laici e monaci. Uno degli elementi che contraddistingue lo yoga tibetano è la funzione del respiro durante i movimenti; corpo e respiro non sono infatti il mero sostegno a una pratica incentrata sulla mente: ne sono l’oggetto principale; il praticante trattiene il respiro mentre muove il corpo, e lo rilascia solo alla fine del movimento, aprendo la possibilità di riconnettersi con il proprio stato mentale naturale. Solo da poco il movimento magico è praticato in Occidente, e Alejandro Chaoul, che lo ha studiato a fondo per oltre trent’anni, guida il lettore alla scoperta dei suoi segreti, illustrandone in dettaglio le pratiche e i benefici. Da ricercatore ha infatti condotto, in collaborazione con l’Istituto MD Anderson del Texas, diversi studi sugli effetti della pratica di questi movimenti in pazienti oncologici, che hanno messo in luce risultati promettenti, come la riduzione dello stress, l’eliminazione dei pensieri invasivi e una migliore qualità del sonno. Introduzione di Tenzin Wangyal Rinpoche.
Il pensiero e il silenzio
Santi Borgni
Libro: Libro rilegato
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 192
I pensieri, le preoccupazioni, l’agitazione, i desideri, la volontà di ottenere e raggiungere, la rabbia, la paura. Chi può dire di esserne immune? Tutto ciò costituisce il ‘rumore interiore’ di ogni individuo. Ci può essere una trasformazione completa di questo rumore, una sua fine o almeno un peso radicalmente diverso, affinché la chiarezza, la serenità e la calma possano trovare uno spazio più ampio tanto da governare in modo preponderante la nostra vita? L’assenza del rumore interiore è il silenzio, che non nasce dal controllo del pensiero, ma dalla conoscenza più profonda di se stessi. Da qui diventa possibile il pensiero sano, un pensiero che si muove unicamente dallo spazio interiore del silenzio. È nel silenzio che hanno radici un pensiero ordinato, la comunicazione e l’ascolto. Il testo si configura come un viaggio che costantemente invita il lettore alla conoscenza di sé. Esplora le molte sfaccettature del pensiero, dell’immaginazione, del ricordo, della conoscenza e della sensibilità, aprendosi poi alla riflessione su ciò che non è definibile: il silenzio, lo sguardo interiore, la fine dell’io, l’incontro con il sacro e con l’infinito. Un’attenzione particolare è data all’importanza del ritirarsi, a volte, da tutte le abitudini, per trovare uno spazio vuoto. L’autore condensa in queste pagine quarant’anni di riflessioni, letture, incontri, dialoghi, meditazioni ed eventi interiori ed esistenziali. Il suo scritto è un appello a scoprire, attraverso il silenzio, la fine del tempo e la semplice bellezza della vita.
Come finiscono le analisi. Paradossi della passe
Jacques-Alain Miller
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 336
Per Freud ogni analisi è destinata a inciampare su un’impasse, l’incontro cioè con l’esistenza (ipotetica) di un reale immutabile. Secondo Lacan, invece, una passe è possibile: una cura può incontrare una fine che non sia un semplice satisfecit scambiato mutualmente tra analista e analizzante, e nemmeno un abbandono, il frutto di una stanchezza o il prodotto di un’insurrezione, ma una conclusione di ordine logico. Lacan si è speso perché i suoi allievi adottassero questa procedura, ma dopo la sua morte in molti hanno cercato di sbarazzarsene. Fu salvata dall’École de la Cause freudienne, e attraverso l’Association mondiale de psychanalyse si è diffusa in Europa e in America Latina. Qual era, e qual è, l’originalità di tale procedura? Fino a prima della sua elaborazione, nelle società psicoanalitiche l’accesso a un titolo passava tramite la cooptazione del candidato da parte dei didatti. Lacan ha mandato all’aria tale modalità: sarebbe spettato a due analizzanti, ciascuno scelto dal proprio analista per il fatto di essere ancora al di qua del momento conclusivo ma in procinto di finire l’analisi, l’incarico di ascoltare il candidato, chiamato passant, e di riferire la testimonianza ricevuta al cartello della passe, al quale sarebbe spettato il compito di stabilire se il passant potesse essere insignito oppure no del titolo di AE (Analyste de l’École). La passe è andata incontro a molteplici vicissitudini, e attraverso i testi qui raccolti Jacques-Alain Miller si propone di tracciare una mappa del labirinto, portandone allo scoperto i paradossi e spronando il lettore, con Lacan, a non riposare sul sapere acquisito, a liberarsi da ogni dogmatismo, a ripensare di nuovo la Cosa freudiana, fino a reinventare la psicoanalisi, ciascuno secondo i propri mezzi.
Diario. La bellezza della vita. Edizione completa settembre–ottobre 1973, aprile 1975, agosto 1981
Jiddu Krishnamurti
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 150
Dopo il “Taccuino”, questo è il secondo libro scritto personalmente da Krishnamurti; gli altri, come è noto, sono la registrazione dei suoi dialoghi, che costituivano la sua normale modalità di comunicazione. Questa nuova edizione è arricchita da trentasei pagine inedite che Krishnamurti consegnò a Mary Zimbalist nel 1981, quando il testo era già andato in stampa. Nuove testimonianze del dialogo di Krishnamurti con se stesso che formano così, per la prima volta, un “Diario” completo. Proprio questo rivolgersi a se stesso più che a un interlocutore permette a chi lo legge di percepire un cambiamento di registro rispetto agli altri libri; una modalità inusuale e affascinante. Il libro nasce nel settembre del 1973, quando Krishnamurti comincia a tenere un diario. Per quasi sei settimane scrive quotidianamente le sue note su un taccuino. Durante il primo mese di questo periodo egli risiede a Brockwood Park, nell’Hampshire, e per il resto del tempo, a Roma. Riprenderà il suo diario diciotto mesi più tardi, mentre è in California e per l’ultima volta nell’agosto del 1981. Le giornate iniziano quasi tutte con la descrizione di qualche scenario naturale, ma solo in tre casi Krishnamurti descrive il luogo in cui si trovava effettivamente in quel periodo. Per il resto, ricorda luoghi in cui ha vissuto, e la vivacità e la limpidezza della sua memoria per gli spettacoli della natura rivelano quanto acuto fosse il suo spirito di osservazione e quanto la sua stretta vicinanza con la natura sia stata un’ispirazione costante per il suo insegnamento.
L'intelligenza del corpo in movimento. Comprendere la psiche dalla prospettiva Feldenkrais
Carl Ginsburg, Lucia Schuette-Ginsburg
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 328
Il movimento non è uno tra gli aspetti che caratterizza la vita: è proprio l’aspetto fondamentale dell’essere vivi. Lo capì Moshe Feldenkrais già negli anni settanta del secolo scorso, quando la comprensione del movimento umano era considerata solo un capitolo degli studi sull’apprendimento e sul comportamento motorio. Se pure nell’ambito delle discipline marziali e delle nascenti pratiche di consapevolezza somatica esisteva già una tradizione di osservazione di sé ‘radicata nel corpo’, e nonostante il concetto di ‘embodiment’ fosse già stato trattato dalla fenomenologia, solo recentemente le ricerche delle neuroscienze sulla sensazione e sulla percezione hanno portato all’evidenza scientifica molte acquisizioni di cui Feldenkrais fu pioniere. Il libro si articola in tre parti. La prima esplora la natura della percezione, del movimento, dello spazio e del tempo. La seconda prende in esame la questione dell’apprendimento e dello sviluppo, accanto al vasto tema degli affetti e delle emozioni, e in particolare allo stretto collegamento tra affetti, pensiero, apprendimento e sviluppo. Si tocca la questione del linguaggio e la relazione tra affetti, musica e altre forme d’arte. Nella terza parte si passa a considerare gli aspetti pratici di questo nuovo modo di pensare la vita, attraverso alcuni esempi che dimostrano come sia possibile, pensando in movimento, trovare la via per liberarsi dalle abitudini non funzionali. In tutto il libro vengono proposti brevi esercizi pratici (‘Esplorazioni’) per far sperimentare direttamente al lettore il processo di apprendimento.