Astrolabio Ubaldini
Il corpo e i sogni. Il focusing e l'interpretazione dei sogni
Eugene T. Gendlin
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 272
Ascoltare cosa i sogni raccontano al corpo è la chiave proposta da Gendlin per l’indagine interiore. L’innata saggezza del corpo può aiutare a comprendere i simboli e le emozioni che compaiono durante l’attività onirica: l’applicazione della tecnica del focusing ai sogni ne permette una nuova e più consapevole interpretazione. Il lettore viene guidato a concentrarsi su un aspetto del sogno che desidera comprendere più a fondo, apprende nei primi capitoli la tecnica per farlo, poi quella che viene definita ‘la direzione per la crescita’ e nell’ultima parte il modo di verificarne la corretta applicazione, tesa a una più profonda conoscenza di sé.
La magia del Vajrayana
Ken McLeod
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 256
Le forme, le pratiche e i rituali del Vajrayāna, il ‘sentiero di diamante’ del buddhismo tibetano, hanno avuto origine dai culti religiosi e magici dell’India antica e poi del Tibet, dove sono stati trasmessi di generazione in generazione nel corso di più di un millennio. In Tibet, il Vajrayāna si è sviluppato con innumerevoli lignaggi e tradizioni, ciascuna con le proprie iniziazioni, testi di pratica, commenti, trattati filosofici e rituali. Che cosa significa vedere una persona vivente, il proprio maestro, come il Buddha? Qual è la relazione tra preghiera e meditazione? Come fa una divinità a provocare estasi, intuizione, compassione, saggezza o altre qualità spirituali? A che scopo tutte queste divinità e questi rituali? Basandosi sulla sua lunga esperienza di praticante e insegnante, e sulle trasmissioni ricevute da alcuni dei grandi maestri della tradizione buddhista tibetana, l’autore risponde a questi interrogativi e presenta con un linguaggio semplice ed evocativo, che mantiene lo stile dell’istruzione diretta da maestro a discepolo, alcune delle pratiche più importanti e complesse della tradizione vajrayāna: dalle meditazioni preliminari al guru yoga, dalla visualizzazione di Tārā all’evocazione del protettore Mahākāla, fino al rituale di offerta al fuoco. Il testo è un distillato della comprensione e dell’esperienza della pratica spirituale di questa antica tradizione tibetana. Ciascuna pratica viene descritta dettagliatamente nelle sue fasi progressive, seguendo le istruzioni contenute in diversi manuali tradizionali, qui tradotti e commentati per la prima volta per un pubblico più ampio.
La psicoanalisi. Studi italiani internazionali del campo freudiano. Rivista italiana della scuola europea di psicoanalisi. Volume Vol. 73-74
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 214
Rivista specializzata di psicoanalisi creata da Antonio di Ciaccia. All'interno del presente volume contributi di: Jacques Lacan; Jacques-Alain Miller; Christiane Alberti; Raffaele Calabria; Carmela Valentina Cavallari; Emilia Cece; Antonio Di Ciaccia; Gabriella Di Frischia; Cristiano Lastrucci; Guglielmo Militello; Samantha Monaldi; Patrizia Nobili; Guy Poblome.
Sotto il cielo. Tianxia: un antico sistema per un mondo futuro
Tingyang Zhao
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 282
Il concetto di tianxia, elaborato per la prima volta più di tremila anni fa durante la dinastia Zhou, considera il mondo nella sua interezza come soggetto politico. Analizzare i problemi prendendo come unità di riflessione tutto ciò che sta ‘sotto il cielo’ (tianxia) permette di progettare un ordine politico in grado di dare conto in modo sorprendentemente efficace di una realtà globalizzata. Non si tratta di una fantasia idealistica, non promette la felicità universale, è piuttosto un sistema che mira a garantire pace e sicurezza, e il punto chiave di questo progetto consiste nel rendere infruttuose le strategie concorrenziali o di conflitto, o più precisamente nel rendere inutile qualunque azione volta a distruggere l’altro, così da garantire che la coesistenza diventi condizione di esistenza. Gli imperi che hanno dominato in lungo e in largo in passato, non diversamente da quelli che dominano oggi, si basano su un concetto di stato-nazione e su interessi nazionali; partire dal mondo per riflettere sul mondo significa immaginare una grammatica del pensiero completamente diversa: il concetto di tianxia comporta infatti l’inclusione di tutto quel che prima era esterno (internalizzazione), e anche sul piano logico consente di eliminare concetti come ‘nemico mortale’, ‘irriducibile’, ‘assolutamente altro da sé’, ‘spiritualmente alieno’, e cancella del tutto la nozione di ‘eresia’. Sono queste le premesse da cui parte Zhao Tingyang per esporre la sua teoria di filosofia politica; attraverso continui rimandi al pensiero cinese classico e contemporaneo e alla filosofia occidentale, che vanno da Xunzi a Hobbes, dal Daodejing di Laozi a Per la pace perpetua di Kant, da Li Zehou a John Rawls, il filosofo delinea una visione radicata in un passato antico e al contempo proiettata verso il futuro, tracciando una strada che soddisfi tanto i criteri di compatibilità di Confucio quanto quelli di compossibilità di Leibniz e porti a un sistema mondiale foriero di vantaggi condivisi, distaccato dalla logica della ricerca del massimo interesse egoistico, nel rispetto del limite ontologico costituito dall’ordine naturale.
La salute originaria della mente. Una prospettiva buddhista sulla psicologia
Chögyam Trungpa
Libro: Libro rilegato
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 254
Negli anni sessanta del secolo scorso, Chögyam Trungpa Rinpoche è stato il primo maestro a creare un ponte diretto tra gli insegnamenti buddhisti tradizionali e le concezioni occidentali della psicologia e della personalità umana. Il presente volume raccoglie importanti scritti sulla meditazione, sulla mente e sulla psicologia tratti dalle sue opere complete. La prima parte contiene i saggi sulla meditazione, “non una pratica religiosa, ma un mezzo per chiarire l’effettiva natura della mente e dell’esperienza”. Viene spiegato come cominciare e come proseguire, e sono presentati gli strumenti necessari per intraprendere il viaggio: il corpo, la postura e il respiro. La seconda parte è centrata sulla mente e sullo sviluppo dell’io nella prospettiva buddhista. Qui il punto di partenza è lo ‘spazio fondamentale’, una dimensione dell’essere umano descrivibile come uno spazio completamente aperto, uno stato di intelligenza vigile e trasparente che è un carattere originario di tutti e con cui tutti possono ristabilire un contatto. Sono poi esposte le diverse facoltà della conoscenza e dell’intelligenza, i ‘sei regni buddhisti dell’esistenza’, interpretati come stati emotivi e atteggiamenti nei confronti di se stessi e dell’ambiente circostante; e ancora, le ‘cinque famiglie dei buddha’ viste come cinque differenti tipologie di persone con caratteristiche e stili peculiari. La terza parte raccoglie gli scritti dedicati all’applicazione della psicologia e della meditazione buddhista alla psicoterapia occidentale e, più in generale, al lavoro con gli altri nel contesto di una relazione terapeutica. È posto l’accento sull’importanza dell’esperienza diretta nel lavoro psicologico, che si sostanzia con un percorso di formazione basato sull’osservazione in prima persona della mente propria e degli altri. Il riconoscimento di una salute mentale innata è ciò che distingue la psicologia buddhista. Attraverso la pratica della meditazione si giunge infine, in maniera più o meno diretta, a ciò che era presente fin dal principio: Trungpa lo definisce ‘la bontà fondamentale’, un nucleo perfettamente sano. Nei testi classici è chiamato anche ‘natura di buddha’, o ‘purezza primordiale’, ‘la vera natura della mente’, ‘l’essenza del Dharma’. È la salute mentale che possediamo dalla nascita. Prefazioni di Daniel Goleman e Kidder Smith.
Introduzione allo Dzogchen. L'essenza dell'atiyoga nel lignaggio di Patrul Rinpoche, Jigme Gyalwai Nyugu e Jigme Lingpa
Giuseppe Baroetto
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 176
Questo libro è un’introduzione alla tradizione buddhista nota come dzogchen e atiyoga. Consiste nella traduzione commentata di alcuni brevi insegnamenti di tre maestri tibetani appartenenti in successione al medesimo lignaggio di trasmissione: Patrul Rinpoche, Jigme Gyalwai Nyugu e Jigme Lingpa. Il primo testo ha la rara qualità di enucleare in pochi versi incisivi il cuore imperituro dello dzogchen. Secondo Patrul Rinpoche, questi consigli essenziali riguardano il punto principale della pratica: “Prendete dimestichezza col punto chiave della comprensione della dissoluzione naturale! Se conoscete questo punto fondamentale, non avete bisogno di un altro modo di vedere e di un’altra meditazione”. I pensieri e le emozioni che alimentano l'ignoranza, il desiderio, l'avversione, l'invidia e l'orgoglio, le afflizioni principali, dovrebbero dissolversi da se stessi, in modo naturale, grazie al riconoscimento diretto della vera natura della coscienza, la consapevolezza di sé. Il testo successivo è letteralmente straordinario, in quanto costituisce il testamento spirituale comunicato da Jigme Gyalwai Nyugu dopo il suo trapasso. È un prezioso scrigno, custode di antichi segreti e ricco di sorprendenti scoperte. Anche questo insegnamento verte sul cuore dello dzogchen, ossia ciò che è assolutamente necessario comprendere per conseguire la liberazione dal saṁsāra: "Chi ha tale sicurezza dimora nello spazio originario". Il commento mette in luce il significato reale dei versi sulla base di un'opera del grande maestro Longchenpa. L’ultimo testo, trascritto dal visionario Jigme Lingpa, rivela la vera natura del ‘buddha primordiale’, la fonte prima dello dzogchen. È come acqua pura che sgorga da una sorgente di alta montagna. Ogni enunciato desta meraviglia per la limpidezza e la freschezza del messaggio. L'insegnamento evidenzia senza compromessi la modalità diretta peculiare dell'atiyoga: "Percorrendo sentieri e raggiungendo livelli, com’è possibile vedere la grande pervasione totale, che è la mia vera natura?". L’appendice è un saggio storiografico incentrato sulla suddivisione dello dzogchen nelle tre sezioni o serie chiamate in tibetano semde, longde e mennagde. A chi desidera approfondire il tema con mente aperta, questa ricerca offre un’inedita analisi documentale che getta nuova luce sulle origini e sugli sviluppi posteriori dell’atiyoga.
La mente è nel corpo. Scienze cognitive ed esperienza umana
Francisco J. Varela, Evan Thompson, Eleonor Rosch
Libro: Libro rilegato
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 376
La nuova edizione dell’opera che ha dato un impulso decisivo a un cambio di paradigma nello studio e nella pratica delle scienze cognitive è arricchita da contributi che offrono un’essenziale messa in prospettiva dell’impatto nel tempo dei concetti che tra i primi Varela e i suoi co-autori hanno adottato. Grazie alla loro ricerca le scienze cognitive hanno potuto includere una prospettiva nuova, che ha unito l’orientamento fenomenologico alla pratica buddhista e al metodo scientifico. Fra queste pagine si è parlato per la prima volta di ‘enazione’, la generazione di un mondo e di una mente sulla base della storia delle azioni radicate nel corpo (embodied) che ciascun organismo vivente compie, e sulla relazione che intrattiene con gli altri organismi. La conoscenza non sarebbe la rappresentazione di un mondo prestabilito da parte di una mente prestabilita, ma una continua attribuzione di significato che gli esseri viventi generano nel mondo che abitano. Una delle tesi centrali proposte chiama in causa la necessità, da parte degli studiosi, di abbracciare il vissuto del soggetto e la sua esperienza, integrando le manifestazioni del vivente e alcuni concetti fondamentali della psicologia buddhista, come quello dell’assenza di fondamento. La cognizione come ‘enazione’ di un mondo implica infatti che essa non abbia un fondamento, una base al di fuori della propria storia, e da qui scaturisce la domanda che permea questa ricerca: la discrepanza fra conoscenza scientifica ed esperienza vissuta è inevitabile e insormontabile, oppure le scienze cognitive e l’esperienza umana sono conciliabili? Negli anni sono cambiate molte cose: il cervello ha perso il rassicurante ruolo meccanicista di ‘elaboratore centrale’ della cognizione guidato dagli stimoli, e si è fatta strada l’idea che l’attività cerebrale sia in gran parte auto-organizzata, non lineare e distribuita; parole come ‘coscienza’ ed ‘esperienza soggettiva’ non sono più considerate tabù dai neuroscienziati cognitivi. Il seme piantato da Varela, Thompson e Rosch ha germogliato, e oggi il lettore potrà cogliere i frutti di un nuovo tipo di saggezza, radicata in una scienza cognitiva matura e informata da pratiche basate sull’esperienza che riguardano una trasformazione umana di tipo etico. Prefazione Jon Kabat-Zinn. Introduzioni Evan Thompson e Eleanor Rosch.
L'arte di trasformare la mente. La pratica tibetana del lojong
B. Alan Wallace
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2024
pagine: 264
Questa nuova edizione del Buddhismo come atteggiamento mentale è stata completamente rivista ed è stata ampliata dall’autore con la traduzione dal tibetano di tre brevi testi di Atisa. La vera natura della realtà, secondo una classica metafora buddhista, è simile a quella dell’arcobaleno: quanto più la si esamina da vicino, tanto più svanisce alla vista. I fenomeni, nell’ipotesi buddhista, non esistono in modo oggettivo e indipendente dalle nostre percezioni: c’è in essi una componente soggettiva senza la quale non esisterebbero. Una simile affermazione scuote le fondamenta stesse della visione occidentale della realtà. La pratica del lojong, che come ogni insegnamento buddhista si basa su questa concezione, è fondata su una serie di aforismi che costituiscono un vero e proprio ‘allenamento dell’atteggiamento mentale’ (da lo, che significa ‘atteggiamento, mente’, e jong, ‘allenare, purificare’). Insegnato dal saggio Atisa mille anni fa, l’Allenamento mentale in sette punti è contestualizzato da Wallace nell’ambito del mondo occidentale, risultando così del tutto attuale anche nel XXI secolo. Per non essere trascinati da problemi, angosce, fugaci desideri e frustrazioni della vita quotidiana sorge la necessità di ‘riallineare’ i nostri atteggiamenti, così come si ‘riallinea’ una spina dorsale storta. Il lojong costituisce in tal modo una sorta di breviario quotidiano da applicare concretamente in ogni situazione della vita, per trasformare ogni esperienza, positiva o negativa, in uno strumento di evoluzione spirituale. A proposito dell’allenamento mentale, Sua Santità il Dalai Lama ha affermato: “Questa pratica è tenuta in grande considerazione in Tibet, e nel corso dei secoli è stata commentata dai maestri di tutti i lignaggi. Essa racchiude l’essenza del buddhismo tibetano. Le tecniche semplici ma efficaci per allenare la mente a sviluppare l’attenzione per gli altri e a trasformare le avversità in vantaggio sono diventate di fatto parte dello spirito tibetano”.
Guerra. Può finire il conflitto? Sul conflitto
Jiddu Krishnamurti
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 212
“Siamo noi i responsabili, ognuno di noi, della guerra. La guerra è il prodotto finale della nostra vita quotidiana, è causata dai nostri pensieri, sentimenti e atti quotidiani. Proiettiamo ciò che siamo nei nostri rapporti lavorativi, sociali, religiosi; come noi siamo, così è il mondo”. Con queste parole, nel giugno del 1945, Krishnamurti si rivolgeva al pubblico di Ojai, mettendo in luce le cause dei conflitti più sanguinosi e distruttivi tra gli esseri umani. Attraverso l’attenta osservazione e l’esame interiore, Krishnamurti rileva la difficoltà umana di comprendere come l’azione guidata dal pensiero, che è necessariamente fondato sulle esperienze passate e sulla memoria selettiva, è sempre destinata a causare conflitti nelle relazioni, sia tra due persone sia, in scala più grande, tra gruppi di individui che definiamo ‘nazioni’. In modo evidente viviamo in un mondo che non ha pace. La politica, la gerarchia cristiana, gli hindu, i buddhisti e i musulmani parlano di pace, ma di fatto non c’è. I governi, le guide religiose, i movimenti per la pace non sono stati in grado di portare unità e pace. È dunque ancora possibile usare questa parola? In quali modi può realmente aver inizio uno stato di pace? Krishnamurti indica che soltanto la pace della mente, in ognuno di noi, può segnare la fine di ogni conflitto. È questa l’unica pace, autentica, possibile, non soltanto in noi stessi ma anche con chi ci è vicino e con il mondo, con l’ambiente, con la natura. È una pace che affonda le sue radici in profondità, che è incrollabile, non superficiale e passeggera. E inevitabilmente si riverbera nel mondo esterno. I due testi qui presentati raccolgono i discorsi pubblici sul tema del conflitto tenuti dall’autore in diverse parti del mondo nell’arco di quarant’anni, e anche numerosi dialoghi in forma di domande e risposte a singoli interlocutori, caratterizzati da una più disinvolta informalità che Krishnamurti particolarmente apprezzava. Introduzione a "Può finire il conflitto?" di David Skitt.
La mente affettiva. Neuroetologia dell’emozione, dell’immaginazione e della coscienza
Antonio Alcaro
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 216
A partire dall’osservazione del comportamento animale, la neuroetologia indaga le basi cerebrali delle tendenze istintive che animano la mente umana. Contrariamente all’opinione comune, gli istinti non agiscono come ciechi automatismi, ma come ‘vettori di consapevolezza e intenzionalità’ che si attivano nelle aree neuronali più profonde e influenzano l’attività di tutto il cervello. Gli ‘istinti consapevoli’ sono propriamente gli affetti, cioè le disposizioni non apprese da cui ha origine qualsiasi forma di attività psichica, tanto inconscia quanto cosciente. Essi esprimono l’intrinseca qualità soggettiva di ogni esperienza e svolgono un’essenziale funzione integrativa per la vita mentale. La prospettiva psico-archeologica sviluppatasi in seguito alle ricerche di Panksepp radica le funzioni più evolute della mente umana all’interno di due livelli neuropsichici arcaici. Il primo e più antico di questi livelli, la protomente affettiva, esprime gli stati affettivo-emotivi di base (come la fame, la rabbia, la paura, la gioia, eccetera). Il secondo di tali livelli, la mente ideativa, è dotato della facoltà di immaginare, cioè di dar vita a rappresentazioni noetiche costruite intorno a temi affettivi dominanti. Le funzioni affettiva e ideativa sono fuse insieme in un nucleo dinamico di attività che si sviluppa nella connessione tra strutture sottocorticali e corticali mediali. Il flusso ideo-affettivo genera pensieri, immagini e ricordi dotati di particolari tonalità affettive che si organizzano nei complessi della personalità. La salute mentale dipende dalla capacità integrativa del flusso ideo-affettivo. Purtroppo, quando le tendenze più spontanee della personalità individuale non trovano un ambiente socio-relazionale idoneo, possono determinarsi compromessi malsani. Nello specifico, i disturbi mentali emergono da una ridotta flessibilità e tonicità della funzione ideo-affettiva a causa di blocchi emotivi, conflitti irrisolti e di un disarmonico rapporto tra gli strati evolutivi della mente. Un testo di grande interesse nell’ambito della psicologia clinica, cui le ricerche neuroscientifiche offrono strumenti sempre più evoluti per comprendere meglio la natura e il funzionamento di disturbi mentali e sintomi psicopatologici.
Libertà dal dolore. Come il corpo può trasformare la sofferenza
Peter A. Levine, Maggie Phillips
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 192
Non si può guarire in modo efficace dal dolore e dalla sofferenza, che sia di tipo fisico, emotivo o spirituale, se il corpo non viene coinvolto e messo al centro del processo di guarigione. È la convinzione alla base del Somatic Experiencing (SE), il metodo che ha come obiettivo il superamento degli effetti che il trauma lascia sull’individuo, elaborato da Peter Levine e ormai diffuso in tutto il mondo. Perché soffriamo? Ma soprattutto, come comprendere se un dolore ‘normale’, ‘necessario’, è diventato un dolore ‘cronico’, una sofferenza che rimane incastonata nel corpo senza riuscire a essere elaborata e trasformata? Nella prospettiva del Somatic Experiencing, il trauma non risiede nell’evento esterno che induce dolore fisico o emotivo, ma si genera quando non siamo in grado di liberare le energie bloccate e di attraversare tutte le nostre reazioni fisico-emotive all’esperienza: non è dunque un fenomeno solo psicologico, ma una complessa reazione psico-neuro-fisiologica. Proprio all’innata capacità di autoregolazione del corpo gli autori si rivolgono con il programma Freedom from Pain (“Libertà dal dolore”): un percorso terapeutico di esercizi pratici, inseriti con chiarezza all’interno della dimensione teorica, che intende guidare il lettore verso il recupero della propria innata capacità di gestione e comprensione della sofferenza e degli schemi che la governano. Attraverso strategie di consapevolezza corporea per affrontare dissociazione, ansia, paura, panico e rabbia è possibile imparare a regolare i propri stati emotivi e fisici, creando le condizioni per un’alleanza feconda tra mente, emozioni e consapevolezza spirituale. L’ultima tappa del percorso è l’esplorazione della possibilità del dolore stesso di diventare strumento di risveglio, tramite l’attivazione nel sistema nervoso di un processo di ‘guarigione continua’ che porta a una riconnessione con il proprio sé profondo.
I Mahasiddha. La vita degli ottantaquattro saggi dell'India
Abhayadatta
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 224
Nell’epoca in cui si diffusero gli insegnamenti del Buddha denominati Grande Veicolo vissero in India molti maestri straordinari, in sanscrito mahāsiddha, o ‘grandi esseri perfetti’, che avevano conseguito le siddhi, o ‘perfezioni’. In questo testo, composto originariamente da Abhayadatta nel XII secolo dell’era cristiana e poi tradotto in tibetano da Meundrup Shérab, è narrata la loro vita: sono rnam thar, letteralmente ‘liberazioni perfette’, racconti che mirano a mostrare come un essere si è liberato e a incoraggiare il lettore a seguire lo stesso cammino. Non si tratta dunque di agiografie, né tantomeno di documenti storici, ma di una tradizione vivente di testi il cui scopo è mostrare come liberarsi dallo smarrimento e dalla sofferenza. La maggior parte dei racconti descrive esseri ai quali un bel giorno viene suggerito un nuovo atteggiamento possibile di fronte all’ingiustizia, al dolore, al disagio o alle contraddizioni da cui la mente è soggiogata. I racconti suggeriscono anche come, una volta effettuato un simile cambio di atteggiamento, quel che sembrava difficile si riveli meno complicato di quanto si credeva. Camaripa continua a cucire le sue calzature, Thaganapa a mentire, Ajokipa a rimanere sdraiato, Vīnapa a suonare. Anche quando ci si prefigge un compito tanto vasto quanto può essere quello di pervenire al Risveglio, tutto riconduce sempre al momento presente, alla disposizione mentale di ogni istante; alla decisione, qui e ora, di adottare un atteggiamento positivo e di reagire in modo sano. Avvenimenti esterni, spesso disturbanti e persino crudeli, vengono in sciami a turbare la nostra esistenza, ma l’effetto che producono dipende in gran parte dal nostro atteggiamento interiore. È in questo senso che, secondo l’insegnamento del Buddha, tutto dipende dalle nostre aspirazioni.