Aragno
Usanze d'oggi
Aldo Palazzeschi
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2023
Poeta e scrittore, "acrobata" del verso libero teorizzato da Filippo Tommaso Marinetti, Aldo Palazzeschi contribuisce al movimento futurista con il manifesto Il controdolore (qui riproposto in appendice), la raccolta poetica L'incendiario e il romanzo Il codice di Perelà. Le veneri dell'iconoclastia di matrice futurista, seppur in forma mitigata, segneranno pressoché tutte le opere del fiorentino, inclusi gli scritti qui raccolti che, fra l'articolo di costume e il bozzetto aneddotico, confermano l'immagine - tramandataci dalle storie letterarie - di un Palazzeschi attento osservatore della vita di tutti i giorni, con la sua consueta dose di leggerezza mista a umana comprensione.
Creatori di eccellenza. Esperienze artigiane: nella Granda on the road
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2023
Una delle frasi più famose di Mark Twain recita: "Tra vent'anni non sarai deluso dalle cose che avrai fatto, ma da quelle che non avrai fatto. Quindi molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele. Esplora. Sogna. Scopri" […] In questo percorso si incontrano i valori che scrivono la storia di un territorio: l'abilità artigianale, i prodotti tipici, i sapori della tradizione, la cultura popolare. È stupefacente la narrazione che può emergere anche da un semplice piatto di pasta: ingredienti genuini e gesti antichi sono testimoni di quel "saper fare" che da sempre rende prestigioso e inimitabile il nostro "made in Italy". Confartigianato Imprese Cuneo ci invita a guardare al 2023 con gli occhi del viaggiatore. Prepariamoci quindi ad esplorare la provincia Granda "on the road" attraverso itinerari inconsueti da percorrere in auto, tra bellezze architettoniche, ambiente incontaminato e i sapori genuini della pasta "fatta a mano" da eccellenti maestri pastai, come nella migliore tradizione delle nostre nonne.
Cose chiuse fuori
Marco Giovenale
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2023
Un mondo fantasmale, i cui abitanti - fantasmi - si condensano reattivamente in oggetti, dove la physis è psiche, e ci balza incontro. Una sezione geologica di nostro - di ognuno, di tutti, di chi scrive - passato che sembra reinventare una forma di cinema nel senso primario di narrazione per luci e ombre, con luci e ombre trattate in un cut up, come se fossimo all'inizio dell'uso del mezzo, in un territorio di sperimentazione, anch'essa, primaria. E la parola narrazione non stoni, ma sia anzi intesa nel senso più vasto, dilatato e sfrangiato possibile: come sinonimo di allucinazione. Già autore in questa stessa collana di Maniera nera, uscito nel 2015, qui Marco Giovenale riparte da testi precedenti e li riassembla, e nel farlo, li riscrive attraverso il loro posizionamento, e il posizionamento, attraverso la scrittura, dei corpi nel tempospazio. Non è un segreto che Giovenale sia in realtà più autori in uno, e qui forse uno di questa moltitudine interiore giunge a fine e compimento: lo stesso autore di Shelter (Donzelli 2010), che qui mette in campo una partita con sé stesso. Ciò che era protetto, racchiuso, separato, ora è sparso e all'aperto, irrimediabilmente senza dimora, se tutto è all'esterno, e da questo esterno si irraggia e irradia, si dilania. Con un sentimento di riverbero che resta con chi legge, se il colore che viene dopo il nero, o che si oppone al nero, non è in realtà il bianco della pura assenza, ma il grigio cenere di ciò che ostinatamente resta, rimane, non si perde nella perdita non muore nella morte.
L'incantatore putrescente
Guillaume Apollinaire
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2023
Che ne sarà del mio cuore tra coloro che s'amano l'un l'altro? "Il tempo degli incantatori tornerà", tuona Apollinaire sulle labbra inaudite di Merlino. Ed è una profezia finalmente dissepolta. "L'Incantatore Putrescente", opera prima del poeta francese, cova le braci del suo ardore visionario, scaturigine di una poetica che fu midollo fetale del modernismo. Poema di amore, morte e resurrezione, egli riuniva qui, cantore anti-decadente di un esuberante fatalismo magico, le intuizioni estetiche di un principe del paradosso, al contempo avanguardista ruggente e Orfeo delicato. All'ombra di Merlino, intorno a cui confluisce sterminata la fauna umana e mostruosa dei miti di ogni epoca, egli intona la litania di una solitudine alchemica, l'enigma dell'uomo Apollinaire: un Natale funerario, ovvero la putrefazione sublime e mistica del poeta, amante e separato, eterno e morente, schivo di tutto e pontefice di ogni cosa. Nella foresta profonda e oscura, in un dramma che ha le leggi della poesia più pura, si fa quindi luce l'arcano palpitante dello stallo tra gli amanti, ovvero "la coscienza delle diverse eternità dell'uomo e della donna": lui, "un campo con il suo mietitore, un branco di porci con il suo guardiano"; lei, "la primavera inutile, l'oceano mai calmo". Si rimane ombre dissimili: è questo il destino degli amanti? Chi si dispera? Che ne è stato di quel cuore tra coloro che si amavano? Che ne sarà? Si annida una certezza: alla vita e all'arte serve una morte, non c'è scampo senza Lei. La primavera inutile è fiorita. Di quel tempo si vede l'ora.
Gilles de Rais. La stregoneria nel Poitou
Joris-Karl Huysmans
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2023
In quella pietra miliare della letteratura comparata che è La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Mario Praz accenna in più occasioni alla controversa figura di Gilles de Rais - il celebre pluriomicida noto come Barbablù, già compagno d'armi di Giovanna d'Arco -, ora in rapporto al marchese de Sade, ora al personaggio della diabolique Hyacinthe di Là-bas di J.-K. Huysmans. E proprio in Là-bas, in cui si esplorano «le province più tenebrose e remote del satanismo e del sadismo, [...] le messe nere moderne che rinnovano i fasti del sabba», Huysmans abbozza il ritratto - poi rivisitato in altra sede, nel 1897, e qui offerto al lettore in traduzione - di quello che Praz definisce non a torto il «satanico contemporaneo di Giovanna d'Arco»: Gilles de Rais.
Storie di cinema. Cinquattotto voci dal set
Gian Luigi Rondi
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2016
Per trent'anni ho scritto di cinema considerandolo dal punto di vista della critica cinematografica, formulando i miei giudizi sulla base di quello che vedevo sugli schermi delle tante salette riservate a noi critici, film, cioè, di cui spesso ignoravo quasi tutto a cominciare dai loro autori, pure essendo arrivato presto a conoscerne alcuni anche di persona. Le pagine di questo libro tendono a formulare un discorso preciso sugli interrogativi suggeriti dai film o appena realizzati o in via di preparazione. Ottenendo così un quadro il più esauriente possibile dell'itinerario via via compiuto dagli autori e anche dallo stesso cinema nel corso della sua evoluzione a livello sia di creazione sia di tecniche in continuo movimento.