Donzelli: Progetti Donzelli
Verso la piena sottoccupazione. Come cambia il lavoro in Italia
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2024
pagine: 304
«Dall’inizio del nuovo secolo, in Italia si è alimentata un’illusione: quella di essere diretti verso la piena occupazione. Si tratta, appunto, di un inganno. Se si analizzano i numeri, emergono una realtà diversa e una tendenza opposta: in questi anni si è assistito nel nostro paese a una rapida crescita non di un’occupazione dotata di stabilità e tutele, ma della sottoccupazione, con forme e tipi di lavoro frammentato e vulnerabile. Una sottoutilizzazione delle persone in ore, istruzione e competenze». I numeri del mercato del lavoro in Italia sembrano indicare una situazione rosea: crescita degli occupati, maggiore presenza delle donne, calo della disoccupazione. Non solo siamo in più a lavorare, ma lavoriamo sempre meno. È davvero questa la situazione? Qual è effettivamente il tipo di occupazione in crescita? E gli stipendi, i diritti? Dall’inizio del secolo nel nostro paese a crescere non è stata un’occupazione caratterizzata da stabilità e garanzie, ma la sottoccupazione, vale a dire un lavoro estremamente frammentato e vulnerabile, segnato da una sottoutilizzazione delle persone, considerando sia il tempo dedicato al lavoro sia la formazione e le competenze dei lavoratori. La sottoccupazione è la tendenza profonda e diffusa in Italia negli ultimi decenni, come emerge dal volume, che mette insieme competenze diverse e raccoglie numerose analisi sociologiche ed economiche oltre a documentazioni statistiche sui temi cruciali del lavoro, per restituire una fotografia più fedele possibile del nostro paese. In questo scenario, un peso non irrilevante ha una nuova concezione del lavoro: l’esperienza pandemica, oltre a sollecitare la diffusione dello smart working, ha stimolato una riflessione sul tempo dedicato alla cura di sé e dei propri affetti, sul tempo di vita libero dal lavoro. Eppure, nonostante il ridimensionamento, il lavoro continua a essere concepito come uno dei fattori fondamentali non solo della crescita economica, ma anche dello sviluppo sociale di un paese. Manca una discussione pubblica compiuta e a tutto tondo, latita un progetto politico di ampio respiro che si confronti con dati e studi completi e aggiornati: è a questo scopo che il presente volume tenta di dare il suo contributo. Dal lavoro precario al salario minimo, dall’occupazione femminile alla disoccupazione giovanile, dall’aumento dell’età lavorativa al rapporto tra vita e lavoro: una lettura approfondita del mondo lavorativo italiano e dei cambiamenti in atto, con un occhio puntato sul futuro.
Italia di mezzo. Prospettive per la provincia in transizione
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2024
pagine: 416
L’Italia di mezzo rappresenta una realtà complessa, composta da una molteplicità di territori in cui vive e lavora oltre la metà della popolazione italiana. Si estende su una superficie vasta e diversificata, caratterizzata da una condizione intermedia che sfugge alle categorie tradizionali. In questi luoghi, infatti, i confini tra centro e periferia, innovazione e tradizione, urbano e rurale diventano sfumati, richiedendo nuove visioni e approcci. Nonostante la rilevanza demografica e il peso elettorale di questi territori, essi rimangono ai margini del discorso pubblico. I luoghi dell’Italia di mezzo, territori intermedi della provincia italiana, scompaiono dall’agenda politica e dai programmi di sviluppo, oscurati da narrazioni che privilegiano la metropoli o, all’opposto, i borghi e le aree più periferiche. Due convinzioni sono alla base di questo libro. La prima è che questa parte d’Italia conti e pesi anche in una prospettiva di lungo periodo, verso il passato e verso il futuro: ha svolto un ruolo cruciale nella storia complessiva del paese, garantendone plasticità e svolgendo un ruolo intermediario rispetto ad altre sue componenti territoriali; rappresenta oggi una sfida per il paese verso una transizione socio-ecologica che ha bisogno di essere pensata a partire non solo dalle città e dai margini, ma proprio da questi territori. La seconda è che per rendere vitale e desiderabile l’Italia di mezzo non siano rilevanti solo misure e politiche economiche legate all’attrattività e competitività dei territori, ma anche e soprattutto azioni per il rinnovo della sua dotazione di infrastrutture quotidiane (case, scuole, biblioteche, strade, ferrovie…), la riconversione ecologica delle sue economie e dei suoi insediamenti, la qualità dei suoi paesaggi ordinari e, necessariamente, una riorganizzazione dei suoi assetti territoriali. Saggi di: Maria Aldera, Paolo Beria, Cristina Bianchetti, Ilaria Boniburini, Sara Caramaschi, Maria Cerreta, Michele Cerruti But, Alessandro Coppola, Giovanna Costanza, Francesco Curci, Angela D’Agostino, Ettore Donadoni, Enrico Formato, Andrea Gritti, Arturo Lanzani, Antonio Longo, Luis Martin Sanchez, Cristiana Mattioli, Chiara Merlini, Mariavaleria Mininni, Chiara Nifosì, Cristina Renzoni, Giacomo Ricchiuto, Camilla Rondot, Simone Rusci, Ianira Vassallo, Marco Voltini, Federico Zanfi.
Storia dell'emigrazione italiana in Europa. Volume Vol. 2
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2024
pagine: 256
Il Trattato di Roma, che nel marzo 1957 segnò in maniera decisiva il futuro processo di integrazione europea, rappresentò la risposta più alta alla tragedia di Marcinelle dell’anno precedente, nella quale l’Italia aveva subito il maggior numero di vittime. L’appuntamento di Roma diede concretezza alla Conferenza di Messina del 1955, nella quale la libera circolazione della forza lavoro tra paesi fondatori doveva rappresentare il punto di svolta, e vide l’Italia partecipare come un nuovo soggetto, che sedeva a pieno titolo al tavolo delle grandi potenze economiche del tempo. Gli accordi di emigrazione trovarono la loro massima consacrazione con una ulteriore direttrice, quella dell’allora Repubblica federale tedesca, pronta dagli anni sessanta ad accogliere lavoratori nelle proprie industrie automobilistiche. Nel contesto della definitiva divisione in blocchi contrapposti, l’Italia, tra i paesi fondatori della nuova Europa, rimaneva un serbatoio di manodopera, ma allo stesso tempo si apprestava a vivere i fasti del suo pur breve miracolo economico. La provincia italiana – in primis i piccoli comuni del Meridione, il Nord con minore intensità rispetto al passato – continuava ad alimentare i flussi migratori, quasi esclusivamente rivolti verso l’Europa e in particolare verso le ripristinate industrie tedesche. In questa fase, il modello del lavoro stagionale ebbe la sua massima applicazione, modificando non solo l’approccio verso il lavoro, ma anche gli assetti delle periferie dei grandi centri urbani europei, con le baracche che ospitavano i lavoratori migranti. A chi partiva per una stagione di lavoro veniva vietato, in molti casi, il ricongiungimento familiare e di conseguenza in questo periodo prese forma il fenomeno dei bambini clandestini, diffuso in particolare in Svizzera, paese nel quale il 30 agosto 1965 si consumò l’ultima grande tragedia dell’emigrazione italiana, Mattmark. Contestualmente, tra la fine degli anni cinquanta e settanta, il processo di integrazione europea visse lo slancio decisivo. Nel 1979, con le prime elezioni dirette del Parlamento, l’Europa politica, non solo quella economica, avviò la lenta definizione di una nuova cittadinanza europea, nata dalla Rivoluzione francese, forgiatasi nella tragedia di Marcinelle, che vivrà la propria stagione d’oro nei decenni immediatamente successivi – come vedremo nel terzo volume di quest’opera – e fasi alterne con l’avvio del nuovo millennio, come vedremo nel quarto e ultimo volume. Le migrazioni non sono mai state solo il risultato della ricerca di opportunità migliori da parte delle persone, ma anche il frutto di una complessa serie di processi economici e geopolitici. Allo stesso tempo, le migrazioni sono probabilmente una delle chiavi interpretative, tra le più significative, per comprendere il lungo processo della storia della globalizzazione, intesa nel suo senso più ampio e onnicomprensivo. Per questa ragione, i quattro volumi di Storia dell’emigrazione italiana in Europa – dalla Rivoluzione francese fino ai giorni del Covid-19 – si sviluppano attraverso l’analisi delle direttrici, delle dinamiche e delle politiche migratorie poste in essere dall’Italia e dai paesi europei. L’emigrazione prima e la mobilità poi sono gli elementi primari per definire la cronologia degli eventi, a cui, senza tralasciare i momenti di cesura tradizionali della storia europea e italiana, viene intrecciata la cronologia della costruzione dello spazio comune europeo.
Stranieri. Itinerari di vita studentesca tra XIII e XVIII secolo. Patavina Libertas
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2022
pagine: 256
Questo volume osserva l'università come punto di incontro tra uomini di età diverse e di origini geografiche molteplici. Ciò vale in particolar modo per l'Ateneo patavino, che deve le sue origini proprio a una migrazione di scolari. Un evento circoscritto, che tuttavia rientra nel fenomeno più ampio e diffuso della mobilità accademica che caratterizza il medioevo e la prima età moderna. Nel corso del medioevo - con un'accelerazione notevole a partire dal XII secolo - maestri e scolari furono indotti a muoversi verso i centri del sapere - monasteri, scuole, cattedrali, conventi, università - alla ricerca degli ambienti più stimolanti dal punto di vista intellettuale e delle condizioni che meglio garantissero l'apprendimento, quali ad esempio la presenza di ricche biblioteche o le lezioni dei docenti più illustri. Si tratta dei cosiddetti clerici vagantes, che costituivano un gruppo estremamente eterogeneo dal punto di vista geografico e sociale, provenendo da tutto il continente europeo: prevalentemente giovani uomini con alle spalle famiglie facoltose e chierici sostenuti da benefici ecclesiastici; ma potevano esserci anche scolari non particolarmente abbienti, i cosiddetti pauperes.
Il fascismo nella storia italiana
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2022
pagine: 380
Il ventennio dopo un secolo. A cento anni dalla marcia su Roma, un gruppo di storici di diverse generazioni, coordinato da Salvatore Lupo e Angelo Ventrone, riflette in questo volume su un nodo cruciale della nostra storia contemporanea. I centenari – come scrivono i curatori – sono in genere occasioni per operazioni di uso pubblico della storia: le nazioni in questi casi ricordano, e qualcosa trovano anche opportuno dimenticare. Il centenario da cui il volume prende spunto chiama in causa l’identità degli italiani, e quella della loro Repubblica, nata antifascista e oggi impegnata tra mille incertezze a ridefinirsi. Ma chiama in causa anche una grande e controversa riflessione storiografica, che ha fatto del fascismo l’argomento della nostra storia novecentesca più studiato, in Italia e in tutto il mondo, tanto da produrre una bibliografia imponente. Il gruppo che ha ideato e costruito questo libro, consapevole che i contenuti di una simile discussione scientifica non sono facilmente spendibili negli spazi del dibattito pubblico, si è proposto di raccordarli con una riflessione civile. Nella prima parte del volume i curatori propongono le loro analisi su due idee-base del fascismo, rivoluzione e modernità.
L'arte medica. La Scuola padovana e la medicina in Europa e nel mondo. Patavina Libertas
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2022
pagine: 320
Il volume ricostruisce una vicenda lunga più di un millennio, se si considera l'origine remota, orientale, della medicina occidentale. Questo sapere approdò anche nello Studio della Padova medievale, dove si radicò e crebbe rigoglioso. La Scuola di medicina padovana è stata in passato ed è tuttora una fucina di eccellenza. In occasione degli ottocento anni dell'Ateneo, che ricorrono nel 2022, questo volume celebra l'arte medica padovana dalle sue lontane origini ai giorni nostri. In queste dense pagine, frutto di una straordinaria opera di sintesi, è possibile ripercorrere l'intero arco degli sviluppi e dei progressi del sapere medico. Circostanze prevalentemente politiche ne hanno favorito lo sviluppo, che poté fiorire grazie alla presenza di professori e studenti decisi, gli uni, a insegnare, gli altri, ad apprendere. Uno straordinario gruppo di docenti che a Padova ha fatto la storia della medicina, destinata a diffondersi verso Oriente e Occidente. Come i traguardi raggiunti dall'anatomia padovana non ebbero confini, così anche le altre discipline, la fisiologia, la patologia, la clinica non soffrirono barriere di alcun genere.
Scienza e tecnica. Dalla rivoluzione scientifica alla rivoluzione digitale. Patavina Libertas
Giulio Peruzzi
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2022
pagine: 256
Il cammino della scienza moderna - iniziato tra la seconda metà del Cinquecento e la fine del Seicento - non è stato lineare, ma le università, in particolare l'Ateneo patavino, vi hanno svolto un ruolo rilevante. Una scienza intrecciata con la tecnica fin dalle botteghe rinascimentali, dove alle competenze artistiche si erano via via affiancate quelle che poi apparterranno all'architetto, all'urbanista, all'ingegnere. Proprio lo sviluppo della tecnica, oggi un settore cruciale dell'eccellenza patavina ma entrata in ritardo nelle università italiane, dimostra quanto sia imprescindibile per il suo sviluppo un'adeguata maturazione culturale e imprenditoriale del territorio. Fin dalla sua nascita la scienza definisce anche i valori che costituiscono il suo ethos; tra questi: l'indipendenza da etnia, nazionalità, religione, classe sociale; il carattere di «proprietà comune» delle conoscenze; l'uso della ragione; la sospensione del giudizio fino alla verifica dei fatti. Sono tutti valori che le società totalitarie hanno sempre cercato di arginare.
Storia dell'emigrazione italiana in Europa. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2022
pagine: 272
La Rivoluzione francese ha generato molteplici ondate di migrazione di massa. Gli emigranti, come venivano chiamati, hanno plasmato una geografia di città di accoglienza costellata da luoghi che offrivano l’asilo della libertà. Per la prima volta nella storia europea, questo diritto è stato ufficialmente offerto a chi era perseguitato per motivi politici o religiosi. In realtà, già durante il medioevo veniva garantita una sorta d’immunità a chi fuggiva da persecuzioni di varia natura, tanto che, verso la fine del XVII secolo, si erano sempre più rafforzate in tutta Europa le migrazioni temporanee, creando un imponente potenziale umano mobile e, dunque, mobilitabile. Due secoli prima della costruzione delle ferrovie, l’intero continente era quindi percorso da lavoratori migranti, a dimostrazione che la vita non era così sedentaria come spesso si pensa e che la circolazione delle persone era assai più consistente di quella delle merci. L’imperialismo europeo sconvolse il mondo e la geopolitica, vide la nascita di quanto ancora caratterizza l’odierna società urbana, dalla cultura di massa agli spettacoli sportivi, dai giornali al cinema, e creò l’economia mondiale e il capitalismo moderno.
Arti e architettura. L'università nella città. Patavina Libertas
Jacopo Bonetto, Marta Nezzo, Giovanna Valenzano
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2022
pagine: 256
Nel 1222, per la prima volta, è ricordata l'attività di professori e studenti nella città di Padova. All'inizio non esisteva un'organizzazione rigida e le lezioni avvenivano in spazi messi a disposizione da enti religiosi o dagli stessi maestri, nel cuore della città medievale. A metà del XVI secolo iniziò la costruzione del Bo, nell'area nevralgica della Patavium romana, inglobando strutture preesistenti, per offrire una sede monumentale in grado di rappresentare il ruolo attribuito allo Studium dallo Stato veneziano. I capolavori della stagione cinquecentesca - dal Teatro anatomico all'Orto botanico - riflettono nelle forme il pensiero di intellettuali, umanisti e scienziati. Un tratto specifico della vita intellettuale del tempo consiste nella convivenza tra la prestigiosa tradizione di studi filosofici dell'Università e figure di letterati dell'autorevolezza di Pietro Bembo, che sceglie la città per la stesura delle Prose della volgar lingua, testo fondativo della lingua italiana. Tale connubio rende Padova un polo di attrazione per filosofi e letterati provenienti da varie parti d'Italia e d'Europa che si incontrano nelle accademie, come pure in alcuni importanti palazzi privati, sedi di prestigiose collezioni.
Libertas. Tra religione, politica e saperi. Patavina Libertas
Andrea Caracausi, Molino, Soler
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2022
pagine: 272
Universa universis Patavina libertas: così recita il celebre motto dell'Università di Padova, una delle più antiche e prestigiose d'Europa, di cui nel 2022 ricorrono gli 800 anni della sua fondazione. Nessun altro aspetto ha caratterizzato più a fondo e più a lungo l'istituzione accademica padovana rispetto alla sua celebre libertas. Dalla fondazione nel 1222 alle dispute accademiche sulla mortalità dell'anima, dagli anni in cui in cattedra sedeva Ga-lileo Galilei - al cui insegnamento nel volume è riservato ampio spazio - ai moti del 1848 sino alla Resistenza, la libertas padovana ha rappresentato un riferimento costante per chiunque abbia corso il pericolo di essere limitato nel corpo quanto nel proprio intelletto. La libertas è tuttavia un termine ambiguo, impiegato in questi otto secoli per indicare fenomeni e concetti diversi, talvolta quasi opposti. Il volume mira quindi a ricostruire la sua lunga storia, prestando attenzione alle istituzioni, agli spazi, alle pratiche e ai conflitti che più hanno costellato questa lunga evoluzione. I saggi raccolti nell'opera dimostrano da punti di vista diversi ma costantemente intrecciati come la Patavina libertas sia stata fondamentale per l'affermarsi di alcune delle libertà individuali che oggi sono considerate inalienabili.
L'università delle donne. Accademiche e studentesse dal Seicento a oggi. Patavina Libertas
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2021
pagine: 256
Nel 1678 Elena Lucrezia Cornaro Piscopia si laurea in Filosofia presso l'Università di Padova. La sua storia è però unica. Per ottenere il libero accesso alle aule universitarie alle donne occorrerà ancora molto tempo: secoli di dibattiti sulle capacità femminili e sulla cosiddetta coeducazione. Possono le donne e gli uomini percorrere gli stessi percorsi di studio, accedere ai medesimi saperi? Ciò costituirebbe una minaccia a ruoli di genere storicamente consolidati? Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, la svolta. Alle studentesse è concesso di iscriversi alle università, a Padova come altrove. E lo fanno sempre più numerose e combattive. È ancora il tempo delle pioniere, molte difficoltà continuano a permanere, ma qualcosa è cambiato e il Novecento finirà per essere il secolo delle donne nell'università. Non solo studentesse, dunque, ma anche docenti, portatrici di saperi vecchi e nuovi e desiderose di farli circolare in spazi che fino a quel momento erano stati monopolio maschile. Anche su questo versante, inutile dirlo, il percorso resta irto di ostacoli; lo dimostrano le vicende di molte promettenti ricercatrici costrette a rinunciare ai propri sogni o a prolungare il precariato in luoghi alla periferia dell'accademia.
Intellettuali e uomini di corte. Padova e lo spazio europeo fra Cinque e Seicento
Ester Pietrobon
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2021
pagine: 336
L'Università di Padova si è distinta nei suoi otto secoli di storia per essere fin dalle origini un'università di frontiera, un punto di incontro per gli studenti dell'intera Europa e un centro propulsore del rinnovamento culturale e scientifico del continente. Lo Studio e la città offrono ai giovani scolari provenienti da Ungheria e Polonia, Germania e Francia, ma anche dalla Scozia e dall'Inghilterra, dalla Dalmazia, dalla Grecia e dalle isole mediterranee, molto più che un semplice percorso di alta formazione professionale. La creazione di reti di amicizie, relazioni diplomatiche, sodalizi intellettuali è una risorsa di valore inestimabile, un patrimonio umano di esperienze e intrecci affascinanti che oggi possiamo raccontare attraverso testi, libri e documenti d'archivio per rivivere i momenti più coinvolgenti di una storia intellettuale che è anche la storia della nostra modernità.