Donzelli: Progetti Donzelli
La filosofia e lettere. Le origini, la modernità, il Novecento. Patavina Libertas
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2021
pagine: 256
Negli otto secoli della sua storia, l'Università di Padova ha saputo svolgere nella filosofia e negli studia humanitatis un ruolo di grande rilevanza. E non solo nella realtà italiana, dove è stata costantemente uno dei centri più importanti, ma anche a livello della cultura europea, all'interno della quale si è sempre inserita con indiscussa autorevolezza. Fin dalle sue origini, nei secoli di passaggio al «mondo nuovo» che nasce con la riscoperta dell'antico, quando il ritorno all'antico è stato apertura al futuro, la filosofia patavina, che faceva tutt'uno con gli studia humanitatis intesi in senso largo e pieno, è stata protagonista sulla scena del pensiero, procedendo con un metodo fondato su una razionalità «laica», libera nelle sue indagini da pregiudiziali di qualsiasi genere, anche da quelle di carattere religioso: una razionalità critica che insegna a ragionare de naturalibus naturaliter, con Pietro d'Abano, con Marsilio, con tutti gli altri grandi «aristotelici» del Rinascimento, fino a Galileo, diventando «luogo» geografico e storico della nascita della scienza moderna.
Alla prova della contemporaneità. Intellettuali e politica dall'Ottocento a oggi. Patavina Libertas
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2021
pagine: 256
Otto secoli di vita di una grande università in una città relativamente piccola non potevano non creare tra le due entità un rapporto speciale. È la doppia vita dell'Università di Padova e dell'Università in Padova. Testimonianza di un'«offerta» culturale davvero rara: il flusso sanguigno della città, che ne irrorava la cultura e le intelligenze, per secoli, è stato pompato in gran parte dalla sua università. Sovrapporre alla mappa della città di Padova la pianta delle strutture universitarie è il modo più rapido per rendersi conto con un colpo d'occhio del processo di incontro tra città e università, figlio di una storia plurisecolare di compenetrazione ma anche di conflitti e incomprensioni: un rapporto problematico che affiora anche in questo volume dedicato all'età contemporanea. Ma cosa si intende per storia intellettuale e politica di una università? Pensiamo che il ruolo politico di un'università si configuri quando sue importanti figure entrino in sintonia o in conflitto con i grandi avvenimenti politici nazionali e internazionali, trasformando quella stessa università in un fulcro creatore di pensiero o azione politici. In età liberale l'Università di Padova diviene centro generatore di élites politiche di rango nazionale; al tempo stesso, l'Ateneo diviene uno dei fulcri principali dell'irredentismo e in parte del nazionalismo italiani d'anteguerra. Con il primo conflitto mondiale la politica irrompe prepotentemente nella vita universitaria patavina. La «strana neutralità» italiana apre una stagione che inasprisce gli animi fino ad accendere fuochi di guerra civile, e in questo quadro l'ateneo si trasforma in un formidabile epicentro della mobilitazione interventista. Subito dopo, nelle prospettive totalitarie del fascismo, la politicizzazione della cultura investe in pieno l'università, che nel caso padovano diviene contemporaneamente una roccaforte fascista e una sentinella antifascista. Il ruolo politico dell'Università di Padova durante il fascismo ha significato in realtà l'assorbimento della vita universitaria nel progetto politico del regime, come dimostra il terribile silenzio che accompagnò l'espulsione di professori, studenti e tecnici falciati dalle leggi razziali. Di contro il ruolo politico dell'Ateneo, dopo il 25 luglio e soprattutto nel quadro della Resistenza, diviene invece platealmente autonomo, rivelandosi decisivo per le sorti della lotta di liberazione nel Veneto.
Riabitare l'Italia. Le aree interne tra abbandoni e riconquiste
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2020
pagine: 600
A dispetto dell'immagine che la vuole strettamente legata a una dimensione urbana, l'Italia è disseminata di «territori del margine»: dal complesso sistema delle valli e delle montagne alpine ai variegati territori della dorsale appenninica, e via via scendendo per la penisola, fino a incontrare tutte quelle zone che il meridionalismo classico aveva indicato come «l'osso» da contrapporre alla «polpa», e a giungere alle aree arroccate delle due grandi isole mediterranee. Sono gli spazi in cui l'insediamento umano ha conosciuto vecchie e nuove contrazioni; dove il patrimonio abitativo è affetto da crescenti fenomeni di abbandono; dove l'esercizio della cittadinanza si mostra più difficile; dove più si concentrano le diseguaglianze, i disagi. Sommandole tutte, queste aree - «interne», «fragili», «in contrazione», «del margine» -, ammontano a quasi un quarto della popolazione totale, e a più dei due terzi del l'intero territorio italiano. Abbastanza per farne l'oggetto di una grande «questione nazionale». Se non fosse che hanno prevalso altre rappresentazioni: il Sud in perenne «ritardo di sviluppo»; il «triangolo industriale» della modernizzazione fordista; la «terza Italia» dei distretti.
Calendario civile europeo. I nodi storici di una costruzione difficile
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 2019
pagine: 523
«Cari amici, il progetto a cui vi proponiamo di collaborare nasce dalla convinzione che alle radici della crisi attuale dell'Europa vi siano certamente ragioni politiche ma anche responsabilità, inadeguatezze e inerzie della cultura. Inadeguatezze e inerzie di lungo periodo, divenute ancor più evidenti dopo l'allargamento dell'Unione europea a quella parte dell'Occidente a lungo «sequestrata» dal comunismo sovietico (per dirla con Milan Kundera): quell'ampliamento avrebbe dovuto imporre un radicale salto di qualità nella circolazione e nel confronto culturale, ma esso non è stato neppure tentato. Senza dimenticare la perdurante e forse accresciuta «ignoranza reciproca» negli stessi paesi di più antica appartenenza alla comunità euroea. Ache per questo, forse, di fronte a processi di dissoluzione che appaiono talora quasi inarrestabili - ben oltre la Brexit - rischia oggi di prevalere una rassegnazione impotente. Un'abdicazione comunque grave: ancor più grave, per quel che ci riguarda, perché alcuni nodi culturali di questa crisi chiamano in causa anche il nostro lavoro di studiosi. Chiamano in causa cioè la nostra capacità di far avanzare una riflessione complessiva sui nodi storici di una costruzione difficile, per citare direttamente il sottotitolo del progetto. Una riflessione capace di offrire alle differenti narrazioni e memorie nazionali punti di riferimento che possano favorire confronti e dialoghi fra storiografie e culture. Come è facile comprendere, si tratta in primo luogo di delimitare il campo di questo lavoro collettivo. Ogni scelta implica una selezione: in questo caso particolarmente difficile, e quindi discutibile. La prima delimitazione che ci siamo imposti è indubbiamente drastica, ed è temporale e tematica al tempo stesso. Nell'immaginare questo libro abbiamo deciso cioè di prendere avvio dalla prima guerra mondiale e dalla dissoluzione degli imperi, lasciando spazio solo a due «precedenti» che annunciano già i due filoni centrali nella costruzione dello scenario europeo: il nodo dei diritti costituzionali e quello dei diritti sociali. Per ogni voce abbiamo indicato anche una data simbolo. Ovviamente non intendiamo ridurre ad essa la trattazione dei temi generali di volta in volta indicati, che sono il vero oggetto del libro: talora però anche la data può rendere più visibile una direzione di marcia o una questione aperta. È sufficiente scorrere l'indice per cogliere l'intrecciarsi di momenti fondativi, momenti tragici (talora ignorati o rimossi) e momenti controversi. È nostra convinzione che solo dall'intreccio di queste tre differenti tipologie si possa ricavare una percezione più approfondita e consapevole dello stato effettivo della costruzione europea. Una costruzione che appare straordinariamente complessa e problematica, e insieme necessaria e addirittura ineludibile, nella prospettiva di un futuro che non voglia essere di involuzione e di conflitti.» (Angelo Bolaffi e Guido Crainz)
L'Italia delle migrazioni interne. Donne, uomini, mobilità in età moderna e contemporanea
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 2003
pagine: 389
La mobilità geografica della popolazione, in età contemporanea come in età moderna, è una dimensione fondamentale della società, ma la storiografia sembra incontrare difficoltà a integrarla pienamente nei propri modelli e orizzonti. Questo vale forse soprattutto per il caso italiano. I saggi raccolti nel volume hanno, in questo senso, un carattere di proposta: intendono mostrare le potenzialità che una strategia di ricerca centrata sul movimento degli uomini e delle donne nello spazio può avere per lo studio di alcuni temi che sono al centro della riflessione della storia sociale.
Storia dell'arte nell'Italia meridionale. Volume 4
Francesco Abbate
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 2002
pagine: 431
Storia dell'arte nell'Italia meridionale. Volume Vol. 3
Francesco Abbate
Libro: Libro rilegato
editore: Donzelli
anno edizione: 2001
pagine: 430
La città greca antica. Istituzioni, società e forme urbane
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 1999
pagine: 464
Storia dell'arte nell'Italia meridionale. Volume 1
Francesco Abbate
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 1997
pagine: 280
Questa storia dell'arte prende le mosse dalla frattura longobarda, che segna, insieme con la fine dell'unità politica, l'avvio di una storia di forti diversificazioni. Accanto alle capitali il discorso si sviluppa sulla vasta tessitura di fatti artistici che caratterizzano il territorio e le sue gerarchie, grandi, medie e piccole. Sono dunque in primo luogo le strade a tracciare un connotato forte della storia dell'arte nel Mezzogiorno. Così come peculiare appare la diffusione degli insediamenti monastici, e via via quella dei borghi abitati, sempre più fortemente caratterizzati dall'accentramento e dalla scelta di siti arroccati e protetti.
Riabitare l'Italia. Le aree interne tra abbandoni e riconquiste
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2018
pagine: 450
A dispetto dell’immagine che la vuole strettamente legata a una dimensione urbana, l’Italia è disseminata di «territori del margine»: dal complesso sistema delle valli e delle montagne alpine ai variegati territori della dorsale appenninica, e via via scendendo per la penisola, fino a incontrare tutte quelle zone che il meridionalismo classico aveva indicato come «l’osso» da contrapporre alla «polpa», e a giungere alle aree arroccate delle due grandi isole mediterranee. Sono gli spazi in cui l’insediamento umano ha conosciuto vecchie e nuove contrazioni; dove il patrimonio abitativo è affetto da crescenti fenomeni di abbandono; dove l’esercizio della cittadinanza si mostra più difficile; dove più si concentrano le diseguaglianze, i disagi. Sommandole tutte, queste aree – «interne», «fragili», «in contrazione», «del margine» –, ammontano a quasi un quarto della popolazione totale, e a più dei due terzi del l’intero territorio italiano. Abbastanza per farne l’oggetto di una grande «questione nazionale». Se non fosse che hanno prevalso altre rappresentazioni: il Sud in perenne «ritardo di sviluppo»; il «triangolo industriale» della modernizzazione fordista; la «terza Italia» dei distretti.
Il secolo dei giovani. Le nuove generazioni e la storia del Novecento
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 2004
pagine: 304
Come si può raccontare il Novecento, da tanti definito proprio il "secolo dei giovani", senza assumerne lo sguardo? Come dar conto del mutamento di linguaggi che dal dopoguerra a oggi è intervenuto nel costume, nell'arte, nella musica, nella letteratura, nella politica, senza far riferimento a quella soggettività delle nuove generazioni che sembra essere uno dei caratteri più forti e originali della storia contemporanea? La scelta degli autori è quella di guardare a tali cambiamenti con gli occhi di chi li ha provocati, per capire in che modo i giovani hanno interpretato la storia che hanno vissuto e come, a loro volta, siano stati rappresentati dalla storiografia. Questo volume aggiunge un'altra tessera alla lettura dell'Italia.