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Astrolabio Ubaldini: Civiltà dell'Oriente

La meditazione chán. La pratica nel buddhismo cinese antico

La meditazione chán. La pratica nel buddhismo cinese antico

Aldo Tollini

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2024

pagine: 232

Nel buddhismo, il percorso che conduce alla liberazione è tradizionalmente centrato sul rispetto di regole morali e sull’esecuzione di rituali, oltre che sulla pratica meditativa. Oggi tuttavia, soprattutto nella visione moderna occidentale, la meditazione è considerata il fulcro dell’insegnamento buddhista, o addirittura una pratica che trascende il buddhismo stesso e ogni altra forma religiosa, in grado di condurre il meditante a conquistare una visione universale. Spesso è anche considerata uno strumento salutista o terapeutico, e praticata al fine di ottenere benefici psicofisici. Oppure è intesa come un metodo psicologico funzionale ad accedere ai recessi più profondi e inconsci della mente, e utile ad acquisire uno stato di acquietamento, o a controllare ed eliminare le dispersioni mentali e rafforzare la capacità di concentrazione. In questo volume, dedicato al Chán cinese, la meditazione è intesa nel senso tradizionale, cioè come pratica religiosa; il suo scopo è quello di favorire la conoscenza della realtà attraverso un’attività psicofisica regolamentata, puntando a far cogliere, e successivamente abbandonare, lo stato di ignoranza, confusione e dipendenza che genera la sofferenza e l’illusione, e condurre a stati di coscienza più elevati. L’autore presenta i testi delle varie scuole e dei maggiori maestri, traducendoli dagli originali cinesi, secondo uno sviluppo cronologico che consente di osservare l’evoluzione nello spazio e nel tempo della concezione e della forma di questa pratica. Pur senza pretese di esaustività, il percorso testuale proposto esamina i testi più rappresentativi del Chán, commentandoli e collocandoli nella loro dimensione specifica.
21,00

Tesori dal crinale del ginepro. Le profonde istruzioni-tesoro alla dākinī Yeshe Tsogyal

Tesori dal crinale del ginepro. Le profonde istruzioni-tesoro alla dākinī Yeshe Tsogyal

Padmasambhava

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2024

pagine: 180

Una raccolta di insegnamenti della tradizione dzogchen del buddhismo tibetano, così eccellenti da essere definiti terma o ‘tesori nascosti’. Queste istruzioni-tesoro contengono autentici punti chiave sul piano concettuale e istruzioni sulla pratica: la preziosità consiste nel fatto che nella loro completezza offrono l’essenza di molti altri insegnamenti. Per loro tramite Padmasambhava, insigne maestro buddhista dell’VIII secolo, trasmette tutta la sua saggezza e perfezione spirituale a Yeshe Tsogyal, sua discepola e compagna tantrica, considerata l’emanazione di un buddha femminile. In forma di dialogo, la ‘Regina del lago’ pone al ‘Nato dal loto’ (il racconto agiografico vuole che Padmasambhava sia nato con le sembianze di un bambino di otto anni da un fiore di loto galleggiante sul lago Dhanakośa, nel regno di Oḍḍiyāna) numerosi quesiti diretti a chiarire i metodi per liberare la mente da tutti gli ostacoli e gli oscuramenti interiori che determinano l’umana sofferenza e dunque il persistere dell’esistenza samsarica. Le risposte del maestro mostrano puntualmente come l’unica via che porta al risveglio della mente, per sua natura primordialmente pura e incontaminata, sia la visione della vacuità, da raggiungere attraverso la pratica meditativa. Tuttavia, la vacuità senza la compassione non è mai indicata come strada che conduce all’illuminazione. Per ottenere i migliori risultati, esorta Urgyen Rinpoche negli insegnamenti introduttivi, è bene unire alla comprensione della vacuità una genuina devozione e compassione, che sono come il calore estivo che scioglie i ghiacci dell’inverno, vale a dire i mezzi più efficaci. Queste, negli insegnamenti della Grande perfezione o dzogchen, diverranno devozione spontanea e compassione senza sforzi verso tutti gli esseri. Prefazione del traduttore dal tibetano di Erik Pema Kunsang. Insegnamenti introduttivi di Tulku Urgyen Rinpoche.
18,00

Il profumo del bene. Meditare è cambiare il mondo

Il profumo del bene. Meditare è cambiare il mondo

Corrado Pensa, Neva Papachristou

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2024

pagine: 312

La meditazione di consapevolezza è uno strumento fondamentale per imparare a riconoscere ciò che è veramente presente, perché genera un’importante comprensione: se si desidera un’esistenza più felice non c’è tempo da perdere, ma le risorse necessarie per conseguirla sono presenti in ciascuno di noi, e possono condurre verso una vita più autentica, che non proceda in balìa del caso e delle abitudini mentali ma tragga ispirazione dai propri talenti, mettendoli al servizio della comunità. Grazie alla pratica è possibile accorgersi della tendenza alla svalutazione di sé, alla rabbia, all’ingratitudine e al rimuginio e trasformarla in un’occasione di crescita. Ogni passo compiuto in direzione del bene allontana dal mare in tempesta degli inquinanti (l’attaccamento, l’avversione e la confusione) e avvicina alla serenità e alla chiarezza mentale. Corrado Pensa e Neva Papachristou affrontano in questo volume il percorso del cammino interiore e la sua urgenza, per poi concentrarsi sulla pratica come strumento di liberazione. A completare il testo, le meditazioni guidate sull’amore, sulla muditā e sull’umiltà forniscono uno strumento utile a capire che il praticante può portare un cambiamento concreto nella società in cui è immerso, e che la vita di ciascuno può essere una testimonianza del bene. Quando passeggiamo nella natura, dicono gli autori nell’Introduzione, veniamo abbracciati dal profumo dei fiori, e lo stesso avviene percorrendo le strade del Dharma: il profumo del bene pervade ogni cosa, e permette di diventare in prima persona il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.
26,00

I fondamenti del buddhismo

I fondamenti del buddhismo

Rupert Gethin

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2024

pagine: 312

Pubblicato per la prima volta nel 1998, questo volume di Rupert Gethin rappresenta ancora oggi un’insuperata introduzione al buddhismo. Molti sono i manuali che si propongono di fornire un orientamento alla tradizione buddhista, ma con questo lavoro uno dei maggiori studiosi del buddhismo antico è riuscito a offrire una vasta riflessione su temi estremamente ricchi e articolati, al fine di renderli chiari e comprensibili senza mai banalizzare la loro complessità, fornendo così al lettore una chiave di accesso a un mondo filosofico e religioso variegato. L’opera abbraccia una narrazione ragionata sulla figura del Buddha, argomenta ipotesi sulla formazione delle scritture tradizionali e degli ordini monastici, esaminando anche il rapporto di questi ultimi con il contesto laico, ed espone un’analisi critica degli insegnamenti fondamentali del buddhismo, fornendo un quadro diacronico chiaro della genesi delle varie scuole e tradizioni buddhiste diffuse in tutta l’Asia e oggi anche in Occidente. Contiene inoltre una sezione dedicata alle problematiche relative agli stati meditativi e all’Abhidharma, in cui viene illustrato anche il lessico tecnico impiegato. Insegnamenti dottrinali, ottenimenti meditativi e opere di riferimento sono sintetizzati magistralmente attraverso utili schemi. Benché possa essere considerato un testo accademico per competenza e accuratezza, lo stile chiaro ed esauriente che lo caratterizza lo rende accessibile a ogni lettore interessato all’argomento. Il volume è corredato anche da un cospicuo apparato bibliografico, tematico e generale, relativo a fonti primarie e di letteratura secondaria, che può essere usato come un prezioso strumento di studio e approfondimento.
30,00

La magia del Vajrayana

La magia del Vajrayana

Ken McLeod

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2024

pagine: 256

Le forme, le pratiche e i rituali del Vajrayāna, il ‘sentiero di diamante’ del buddhismo tibetano, hanno avuto origine dai culti religiosi e magici dell’India antica e poi del Tibet, dove sono stati trasmessi di generazione in generazione nel corso di più di un millennio. In Tibet, il Vajrayāna si è sviluppato con innumerevoli lignaggi e tradizioni, ciascuna con le proprie iniziazioni, testi di pratica, commenti, trattati filosofici e rituali. Che cosa significa vedere una persona vivente, il proprio maestro, come il Buddha? Qual è la relazione tra preghiera e meditazione? Come fa una divinità a provocare estasi, intuizione, compassione, saggezza o altre qualità spirituali? A che scopo tutte queste divinità e questi rituali? Basandosi sulla sua lunga esperienza di praticante e insegnante, e sulle trasmissioni ricevute da alcuni dei grandi maestri della tradizione buddhista tibetana, l’autore risponde a questi interrogativi e presenta con un linguaggio semplice ed evocativo, che mantiene lo stile dell’istruzione diretta da maestro a discepolo, alcune delle pratiche più importanti e complesse della tradizione vajrayāna: dalle meditazioni preliminari al guru yoga, dalla visualizzazione di Tārā all’evocazione del protettore Mahākāla, fino al rituale di offerta al fuoco. Il testo è un distillato della comprensione e dell’esperienza della pratica spirituale di questa antica tradizione tibetana. Ciascuna pratica viene descritta dettagliatamente nelle sue fasi progressive, seguendo le istruzioni contenute in diversi manuali tradizionali, qui tradotti e commentati per la prima volta per un pubblico più ampio.
24,00

Sotto il cielo. Tianxia: un antico sistema per un mondo futuro

Sotto il cielo. Tianxia: un antico sistema per un mondo futuro

Tingyang Zhao

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2024

pagine: 282

Il concetto di tianxia, elaborato per la prima volta più di tremila anni fa durante la dinastia Zhou, considera il mondo nella sua interezza come soggetto politico. Analizzare i problemi prendendo come unità di riflessione tutto ciò che sta ‘sotto il cielo’ (tianxia) permette di progettare un ordine politico in grado di dare conto in modo sorprendentemente efficace di una realtà globalizzata. Non si tratta di una fantasia idealistica, non promette la felicità universale, è piuttosto un sistema che mira a garantire pace e sicurezza, e il punto chiave di questo progetto consiste nel rendere infruttuose le strategie concorrenziali o di conflitto, o più precisamente nel rendere inutile qualunque azione volta a distruggere l’altro, così da garantire che la coesistenza diventi condizione di esistenza. Gli imperi che hanno dominato in lungo e in largo in passato, non diversamente da quelli che dominano oggi, si basano su un concetto di stato-nazione e su interessi nazionali; partire dal mondo per riflettere sul mondo significa immaginare una grammatica del pensiero completamente diversa: il concetto di tianxia comporta infatti l’inclusione di tutto quel che prima era esterno (internalizzazione), e anche sul piano logico consente di eliminare concetti come ‘nemico mortale’, ‘irriducibile’, ‘assolutamente altro da sé’, ‘spiritualmente alieno’, e cancella del tutto la nozione di ‘eresia’. Sono queste le premesse da cui parte Zhao Tingyang per esporre la sua teoria di filosofia politica; attraverso continui rimandi al pensiero cinese classico e contemporaneo e alla filosofia occidentale, che vanno da Xunzi a Hobbes, dal Daodejing di Laozi a Per la pace perpetua di Kant, da Li Zehou a John Rawls, il filosofo delinea una visione radicata in un passato antico e al contempo proiettata verso il futuro, tracciando una strada che soddisfi tanto i criteri di compatibilità di Confucio quanto quelli di compossibilità di Leibniz e porti a un sistema mondiale foriero di vantaggi condivisi, distaccato dalla logica della ricerca del massimo interesse egoistico, nel rispetto del limite ontologico costituito dall’ordine naturale.
25,00

La salute originaria della mente. Una prospettiva buddhista sulla psicologia

La salute originaria della mente. Una prospettiva buddhista sulla psicologia

Chögyam Trungpa

Libro: Libro rilegato

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2024

pagine: 254

Negli anni sessanta del secolo scorso, Chögyam Trungpa Rinpoche è stato il primo maestro a creare un ponte diretto tra gli insegnamenti buddhisti tradizionali e le concezioni occidentali della psicologia e della personalità umana. Il presente volume raccoglie importanti scritti sulla meditazione, sulla mente e sulla psicologia tratti dalle sue opere complete. La prima parte contiene i saggi sulla meditazione, “non una pratica religiosa, ma un mezzo per chiarire l’effettiva natura della mente e dell’esperienza”. Viene spiegato come cominciare e come proseguire, e sono presentati gli strumenti necessari per intraprendere il viaggio: il corpo, la postura e il respiro. La seconda parte è centrata sulla mente e sullo sviluppo dell’io nella prospettiva buddhista. Qui il punto di partenza è lo ‘spazio fondamentale’, una dimensione dell’essere umano descrivibile come uno spazio completamente aperto, uno stato di intelligenza vigile e trasparente che è un carattere originario di tutti e con cui tutti possono ristabilire un contatto. Sono poi esposte le diverse facoltà della conoscenza e dell’intelligenza, i ‘sei regni buddhisti dell’esistenza’, interpretati come stati emotivi e atteggiamenti nei confronti di se stessi e dell’ambiente circostante; e ancora, le ‘cinque famiglie dei buddha’ viste come cinque differenti tipologie di persone con caratteristiche e stili peculiari. La terza parte raccoglie gli scritti dedicati all’applicazione della psicologia e della meditazione buddhista alla psicoterapia occidentale e, più in generale, al lavoro con gli altri nel contesto di una relazione terapeutica. È posto l’accento sull’importanza dell’esperienza diretta nel lavoro psicologico, che si sostanzia con un percorso di formazione basato sull’osservazione in prima persona della mente propria e degli altri. Il riconoscimento di una salute mentale innata è ciò che distingue la psicologia buddhista. Attraverso la pratica della meditazione si giunge infine, in maniera più o meno diretta, a ciò che era presente fin dal principio: Trungpa lo definisce ‘la bontà fondamentale’, un nucleo perfettamente sano. Nei testi classici è chiamato anche ‘natura di buddha’, o ‘purezza primordiale’, ‘la vera natura della mente’, ‘l’essenza del Dharma’. È la salute mentale che possediamo dalla nascita. Prefazioni di Daniel Goleman e Kidder Smith.
22,00

Introduzione allo Dzogchen. L'essenza dell'atiyoga nel lignaggio di Patrul Rinpoche, Jigme Gyalwai Nyugu e Jigme Lingpa

Introduzione allo Dzogchen. L'essenza dell'atiyoga nel lignaggio di Patrul Rinpoche, Jigme Gyalwai Nyugu e Jigme Lingpa

Giuseppe Baroetto

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2024

pagine: 176

Questo libro è un’introduzione alla tradizione buddhista nota come dzogchen e atiyoga. Consiste nella traduzione commentata di alcuni brevi insegnamenti di tre maestri tibetani appartenenti in successione al medesimo lignaggio di trasmissione: Patrul Rinpoche, Jigme Gyalwai Nyugu e Jigme Lingpa. Il primo testo ha la rara qualità di enucleare in pochi versi incisivi il cuore imperituro dello dzogchen. Secondo Patrul Rinpoche, questi consigli essenziali riguardano il punto principale della pratica: “Prendete dimestichezza col punto chiave della comprensione della dissoluzione naturale! Se conoscete questo punto fondamentale, non avete bisogno di un altro modo di vedere e di un’altra meditazione”. I pensieri e le emozioni che alimentano l'ignoranza, il desiderio, l'avversione, l'invidia e l'orgoglio, le afflizioni principali, dovrebbero dissolversi da se stessi, in modo naturale, grazie al riconoscimento diretto della vera natura della coscienza, la consapevolezza di sé. Il testo successivo è letteralmente straordinario, in quanto costituisce il testamento spirituale comunicato da Jigme Gyalwai Nyugu dopo il suo trapasso. È un prezioso scrigno, custode di antichi segreti e ricco di sorprendenti scoperte. Anche questo insegnamento verte sul cuore dello dzogchen, ossia ciò che è assolutamente necessario comprendere per conseguire la liberazione dal saṁsāra: "Chi ha tale sicurezza dimora nello spazio originario". Il commento mette in luce il significato reale dei versi sulla base di un'opera del grande maestro Longchenpa. L’ultimo testo, trascritto dal visionario Jigme Lingpa, rivela la vera natura del ‘buddha primordiale’, la fonte prima dello dzogchen. È come acqua pura che sgorga da una sorgente di alta montagna. Ogni enunciato desta meraviglia per la limpidezza e la freschezza del messaggio. L'insegnamento evidenzia senza compromessi la modalità diretta peculiare dell'atiyoga: "Percorrendo sentieri e raggiungendo livelli, com’è possibile vedere la grande pervasione totale, che è la mia vera natura?". L’appendice è un saggio storiografico incentrato sulla suddivisione dello dzogchen nelle tre sezioni o serie chiamate in tibetano semde, longde e mennagde. A chi desidera approfondire il tema con mente aperta, questa ricerca offre un’inedita analisi documentale che getta nuova luce sulle origini e sugli sviluppi posteriori dell’atiyoga.
16,00

L'arte di trasformare la mente. La pratica tibetana del lojong

L'arte di trasformare la mente. La pratica tibetana del lojong

B. Alan Wallace

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2024

pagine: 264

Questa nuova edizione del Buddhismo come atteggiamento mentale è stata completamente rivista ed è stata ampliata dall’autore con la traduzione dal tibetano di tre brevi testi di Atisa. La vera natura della realtà, secondo una classica metafora buddhista, è simile a quella dell’arcobaleno: quanto più la si esamina da vicino, tanto più svanisce alla vista. I fenomeni, nell’ipotesi buddhista, non esistono in modo oggettivo e indipendente dalle nostre percezioni: c’è in essi una componente soggettiva senza la quale non esisterebbero. Una simile affermazione scuote le fondamenta stesse della visione occidentale della realtà. La pratica del lojong, che come ogni insegnamento buddhista si basa su questa concezione, è fondata su una serie di aforismi che costituiscono un vero e proprio ‘allenamento dell’atteggiamento mentale’ (da lo, che significa ‘atteggiamento, mente’, e jong, ‘allenare, purificare’). Insegnato dal saggio Atisa mille anni fa, l’Allenamento mentale in sette punti è contestualizzato da Wallace nell’ambito del mondo occidentale, risultando così del tutto attuale anche nel XXI secolo. Per non essere trascinati da problemi, angosce, fugaci desideri e frustrazioni della vita quotidiana sorge la necessità di ‘riallineare’ i nostri atteggiamenti, così come si ‘riallinea’ una spina dorsale storta. Il lojong costituisce in tal modo una sorta di breviario quotidiano da applicare concretamente in ogni situazione della vita, per trasformare ogni esperienza, positiva o negativa, in uno strumento di evoluzione spirituale. A proposito dell’allenamento mentale, Sua Santità il Dalai Lama ha affermato: “Questa pratica è tenuta in grande considerazione in Tibet, e nel corso dei secoli è stata commentata dai maestri di tutti i lignaggi. Essa racchiude l’essenza del buddhismo tibetano. Le tecniche semplici ma efficaci per allenare la mente a sviluppare l’attenzione per gli altri e a trasformare le avversità in vantaggio sono diventate di fatto parte dello spirito tibetano”.
22,00

I Mahasiddha. La vita degli ottantaquattro saggi dell'India

I Mahasiddha. La vita degli ottantaquattro saggi dell'India

Abhayadatta

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2023

pagine: 224

Nell’epoca in cui si diffusero gli insegnamenti del Buddha denominati Grande Veicolo vissero in India molti maestri straordinari, in sanscrito mahāsiddha, o ‘grandi esseri perfetti’, che avevano conseguito le siddhi, o ‘perfezioni’. In questo testo, composto originariamente da Abhayadatta nel XII secolo dell’era cristiana e poi tradotto in tibetano da Meundrup Shérab, è narrata la loro vita: sono rnam thar, letteralmente ‘liberazioni perfette’, racconti che mirano a mostrare come un essere si è liberato e a incoraggiare il lettore a seguire lo stesso cammino. Non si tratta dunque di agiografie, né tantomeno di documenti storici, ma di una tradizione vivente di testi il cui scopo è mostrare come liberarsi dallo smarrimento e dalla sofferenza. La maggior parte dei racconti descrive esseri ai quali un bel giorno viene suggerito un nuovo atteggiamento possibile di fronte all’ingiustizia, al dolore, al disagio o alle contraddizioni da cui la mente è soggiogata. I racconti suggeriscono anche come, una volta effettuato un simile cambio di atteggiamento, quel che sembrava difficile si riveli meno complicato di quanto si credeva. Camaripa continua a cucire le sue calzature, Thaganapa a mentire, Ajokipa a rimanere sdraiato, Vīnapa a suonare. Anche quando ci si prefigge un compito tanto vasto quanto può essere quello di pervenire al Risveglio, tutto riconduce sempre al momento presente, alla disposizione mentale di ogni istante; alla decisione, qui e ora, di adottare un atteggiamento positivo e di reagire in modo sano. Avvenimenti esterni, spesso disturbanti e persino crudeli, vengono in sciami a turbare la nostra esistenza, ma l’effetto che producono dipende in gran parte dal nostro atteggiamento interiore. È in questo senso che, secondo l’insegnamento del Buddha, tutto dipende dalle nostre aspirazioni.
18,00

Essere. Essere consapevoli di essere coscienti Essere «io»

Essere. Essere consapevoli di essere coscienti Essere «io»

Rupert Spira

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2023

pagine: 174

La convinzione che la felicità dipenda da ciò che ci accade intorno, da ciò che vediamo oggettivamente nel mondo, è molto radicata. Non è del tutto priva di fondamento, perché ogni volta che riusciamo a ottenere un oggetto del desiderio o a evitare una situazione spiacevole sperimentiamo un instante di felicità. Tuttavia, non appena l’oggetto, l’attività, la relazione perdono forza o scompaiono, o quando la situazione che cercavamo di evitare si ripresenta, la felicità svanisce e la sofferenza o insoddisfazione di fondo riemerge. Così ci mettiamo di nuovo alla ricerca di qualche forma di esperienza oggettiva che riteniamo gradevole, diventando dipendenti da un ciclo senza fine di mancanza, ricerca e soddisfazione temporanea. Quando però ci si accorge che l’esperienza oggettiva non riesce a portare con sé una pace e una felicità durature, rimane una possibilità: far sì che la mente si rivolga su se stessa e indaghi la propria natura essenziale. È il ‘sentiero rivolto all’interno’, che alcune tradizioni spirituali chiamano ‘il ricordo del sé’, ‘l’indagine del sé’, ‘il dimorare nel sé’ o ‘la via della resa di sé’. Le brevi contemplazioni qui contenute, originariamente espresse a voce e intervallate da lunghi silenzi per dare il tempo agli ascoltatori di assimilarle nella loro esperienza, sono basate sugli insegnamenti della tradizione indiana dell’Advaita Vedanta. Loro intento è guidare il lettore al riconoscimento della propria natura essenziale, di là da ogni esperienza oggettiva e da ogni percezione, sentimento o pensiero, per attingere il sé più profondo, la nostra vera natura di coscienza a cui appartengono già, in essenza, la felicità, l’illuminazione e la pace. Conoscere la propria vera natura di pura coscienza è la guarigione ultima.
17,00

Scienza e filosofia nei classici buddhisti indiani. Volume Vol. 2

Scienza e filosofia nei classici buddhisti indiani. Volume Vol. 2

Gyatso Tenzin (Dalai Lama)

Libro: Libro rilegato

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2023

pagine: 526

Il secondo volume della serie concepita e redatta sotto la supervisione di Sua Santità il Dalai Lama, un’opera in quattro volumi che costituisce un compendio delle indagini scientifiche e filosofiche del buddhismo indiano sulla natura della realtà, prende in esame la scienza della mente. Il lettore è dapprima introdotto alle peculiari concezioni della mente e della coscienza nel buddhismo: la mente come un continuum di momenti mentali, in cui ogni momento sorge dal precedente in modo causale e a sua volta agisce come causa del momento successivo; le sei categorie di coscienza, cinque coscienze sensoriali e la coscienza mentale. Poi la presentazione tradizionale dei fenomeni mentali: l’analisi dei fattori mentali contenuta nei testi dell’Abhidharma, nella seconda parte del volume, assume particolare rilevanza per la psicologia e le neuroscienze contemporanee, e per quanti siano interessati a comprendere meglio le pratiche complementari di derivazione buddhista quali la mindfulness e l’addestramento alla compassione. Si passa poi all’epistemologia buddhista (pramāṇa), soprattutto quella sviluppata da Dignāga e Dharmakīrti, e alla prospettiva dei tantra buddhisti, secondo cui mente e corpo sono non duali, con i suoi livelli sottili di coscienza collegati alle energie sottili o ‘venti’ che scorrono lungo alcuni canali all’interno del corpo umano. Nell’ultima parte è esposta la cosiddetta ‘scienza contemplativa buddhista’, la psicologia alla base della meditazione con le teorie e i metodi dell’addestramento mentale, che comprendono la meditazione del calmo dimorare (śamatha), la meditazione di visione speciale (vipaśyanā) e la coltivazione della gentilezza amorevole e della compassione. Il volume raccoglie passi scelti da alcuni dei più grandi pensatori buddhisti indiani, come Asaṅga, Vasubandhu, Nāgārjuna, Dignāga e Dharmakīrti, e per fornire un contesto ai lettori occidentali, ogni parte del volume è introdotta da un saggio di John D. Dunne, professore di Filosofia buddhista e pratica contemplativa all’Università del Wisconsin. I saggi stabiliscono una connessione tra il materiale degli antichi filosofi indiani e i loro paralleli occidentali, entrando a pieno titolo nel dibattito contemporaneo.
39,00

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