Viella: Opere di Gioacchino da Fiore: testi e strumenti
Scritti brevi. Soliloquio. Le tribolazioni ultime. Lettere. Visione della storia. Inno sul regno della patria celeste. Volume Vol. 2
Gioacchino da Fiore
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2024
pagine: 256
Gli scritti brevi di Gioacchino sono uno strumento importante per comprendere il suo pensiero nelle sue line più decisive, che qui, rispetto alle grandi opere, si possono cogliere in una lettura sintetica e veloce. In questo volume (che, dopo la prima parte già apparsa in questa stessa collana, ne completa la raccolta) si trovano: Soliloquio, una meditazione sulla vita dell’uomo, di miseria, e sul suo futuro di gloria; Le tribolazioni ultime, che rappresenta un compendio maturo della previsioni sugli eventi della fine dei tempi, ritenuta prossima; le Lettere, che costituiscono una testimonianza preziosa dell’autocoscienza dell’abate come autore e come membro della gerarchia ecclesiastica; la Visione della storia e l’Inno sul regno della patria celeste, che sotto la veste poetica mostrano, in sintesi e con immagini potenti, elementi significativi della sua speculazione. Alla traduzione annotata dei tre scritti è affiancato il testo latino, tratto dall’edizione critica degli Scripta breviora (2014) curata da Alexander Patschovsky e Gian Luca Potestà.
Concordia del Nuovo e dell’Antico Testamento. Volume Libro I-IV
Gioacchino da Fiore
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2022
pagine: 344
La Concordia del Nuovo e dell’Antico Testamento è l’opera forse più ambiziosa e innovativa di Gioacchino da Fiore, che vi sviluppa in dettaglio la propria teologia della storia. Gioacchino vi lavorò per oltre quindici anni, rivedendola continuamente. Impresa totale perseguita ai limiti dell’ossessività, l’opera si presenta come una mappa dell’intera storia della salvezza riletta in prospettiva trinitaria, dalla Creazione sino agli eventi finali attesi come imminenti. Desumendo le proprie notizie sia dalla Bibbia sia dai racconti e dalle cronache di cui dispone, Gioacchino crea un affresco grandioso: un arsenale di schemi e figure apocalittici, di attese sabatiche, di convinzioni messianiche e istanze riformatrici della Chiesa e del monachesimo cistercense destinati a improntare le attese religiose, filosofiche e politiche dell’Occidente europeo fino ai nostri giorni.
Ordine e disordini in Gioacchino da Fiore. Atti del 9° Congresso internazionale di studi gioachimiti (San Giovanni in Fiore, 19-21 settembre 2019)
Libro: Copertina morbida
editore: Viella
anno edizione: 2021
pagine: 332
Atti del 9° Congresso internazionale di studi gioachimiti San Giovanni in Fiore - 19-21 settembre 2019. Per Gioacchino da Fiore (morto nel 1202) il problema dell'ordo e della sua intelligibilità costituisce un tema centrale e quasi ossessivo. Lo ritroviamo nella sua opera in molte declinazioni: nel suo metodo di interpretazione delle Scritture secondo la «concordia» fra Antico e Nuovo Testamento; nei suoi diagrammi; nell'organizzazione concreta o ideale delle forme di vita religiosa da lui immaginate; nelle sue osservazioni sul suo tempo e i suoi conflitti, ritenuti segni della prossima fine dei tempi. I contributi raccolti nel volume esplorano questi diversi aspetti, ponendo una particolare attenzione al contesto: il tema dell'ordo percorre tutto il XII secolo; attraverso il punto di vista di Gioacchino - a tratti sconcertante, ma ben radicato nella cultura di quegli anni - possiamo comprendere meglio il suo tempo.
Scritti brevi. Genealogia degli antichi santi padri. Interpretazione dei canestri di fichi. Questione su Maria. Volume Vol. 1
Gioacchino da Fiore
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2019
pagine: 160
Gioacchino da Fiore ha lasciato numerosi scritti brevi, fra cui i tre raccolti in questo volume. La "Genealogia degli antichi santi padri" presenta i primi tentativi dell’abate calabrese di dare forma teologica al corso della storia e alle partizioni dell’Apocalisse. La "Interpretazione dei canestri di fichi" è una lettera-trattato diretta contro Goffredo di Auxerre, anch’egli abate cistercense. Gioacchino indica qui alla curia romana la linea da tenere nel conflitto in corso con l’Impero (1187), prospettando al papato una strategia più prudente e remissiva. L’elezione divina degli umili caratterizza la "Questione su Maria Maddalena e Maria sorella di Lazzaro e di Marta", in cui Gioacchino, prendendo le distanze dalla tradizione interpretativa dominante che unificava nella Maddalena le figure femminili di cui narrano i vangeli, restituisce loro profili autonomi e ben distinti. Alla traduzione annotata dei tre scritti è affiancato il testo latino, tratto dall’edizione critica degli "Scripta breviora" (2014) curata da Alexander Patschovsky e Gian Luca Potestà.
«Ioachim posuit verba ista». Gli pseudoepigrafi di Gioacchino da Fiore dei secoli XIII e XIV
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2016
pagine: 256
Nel secolo successivo alla morte di Gioacchino da Fiore (1202) numerosi commenti profetici, vaticini e oracoli furono falsamente attribuiti all'abate calabrese. Soggetti disparati cercarono di appropriarsi della sua autorità profetica e apocalittica, per proiettare e consacrare nella prospettiva ambigua dei tempi ultimi le vicende politico-ecclesiastiche più rilevanti del '200: lo scontro fra il papato e la dinastia sveva, i conflitti fra angioini e aragonesi, le lotte al vertice della Chiesa romana e negli ordini religiosi. Il volume offre una panoramica su tradizione manoscritta, circolazione e diffusione delle opere, sui contesti storici in cui presero forma e sugli scopi polemici cui furono destinate: un patrimonio dottrinale che, nato come arsenale di propaganda, contrassegnò l'immagine e la fortuna di Gioacchino fino ai tempi moderni.
Confessioni di fede. Gli articoli di fede a frate Giovanni. Testo latino a fronte
Gioacchino da Fiore
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2014
pagine: 148
Nella "Confessione di fede" e negli "Articoli di fede" Gioacchino da Fiore si presenta non tanto nelle consuete vesti di esegeta biblico, specialista dell'Apocalisse, né di teologo della storia che annuncia "profeticamente" l'imminente terza età dello Spirito, quanto come teologo a confronto con altri teologi e nei panni del teologo-abate, maestro dei suoi monaci. Nella "Confessione di fede" Gioacchino esprime una cultura teologica assimilata anche attraverso i testi della scolastica, in particolare le "Sentenze" di Pietro Lombardo. I destinatari del breve scritto sono teologi dotti, cui l'abate si rivolge probabilmente dall'abbazia di Casamari tra 1182 e 1184. Di altro genere è l'impostazione degli "Articoli di fede". I temi trattati sono comunque teologici, ma sono i toni e il lessico a essere diversi e a indicare che i destinatari sono i monaci della sua comunità, rappresentati dal filius Giovanni. L'abate di Corazzo non evita di toccare problematiche dibattute a quel tempo negli ambienti scolastici, ma il largo spazio riservato alle questioni monastiche e ai concreti problemi della gestione dei differenti carismi e ruoli, presenti all'interno di un'unica comunità religiosa, fa risaltare il suo volto di abate, impegnato a istruire i monaci a lui affidati.
Sulla vita e sulla regola di San Benedetto
Gioacchino da Fiore
Libro: Copertina morbida
editore: Viella
anno edizione: 2012
pagine: 240
Gioacchino da Fiore è stato in primo luogo un monaco che aspirava a un ritorno al rigore ascetico delle origini benedettine e intendeva pertanto promuovere una radicale riforma dei Cistercensi, nei cui ranghi era dapprima entrato. Filo conduttore delle sue riflessioni furono la Vita di Benedetto da Norcia, delineata nei Dialogi di papa Gregorio Magno, e la Regula attribuita al santo padre del monachesimo occidentale. In realtà l'abate di Fiore non provvide mai alla stesura di un vero e proprio testo, radunando in forma di trattato una serie di esposizioni redatte verosimilmente negli anni in cui andava prendendo forma compiuta il suo sistema esegetico e teologico. Egli era comunque assai sensibile ai maggiori eventi dell'epoca. In particolare, anche nel suo caso una profonda impressione fu esercitata dalle notizie provenienti dal Vicino Oriente, dove le armate del Saladino nel 1187 spazzarono via gli ultimi resti del Regno latino di Gerusalemme. Da tale evento Gioacchino trasse lo spunto per ricondurre le proprie argomentazioni all'elaborazione di una peculiare teologia della storia. Testo critico e introduzione di Alexander Patschovsky.
Esortazione agli ebrei. Testo latino a fronte
Gioacchino da Fiore
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2011
pagine: 196
Nel corso del medioevo l'atteggiamento dei cristiani nei confronti degli ebrei era fondamentalmente negativo e si esprimeva anche attraverso le opere di una letteratura antiebraica, al cui interno spiccavano i testi di un monaco cluniacense, l'abate Pietro il Venerabile, e di un convertito spagnolo, Pietro Alfonsi. Gioacchino da Fiore conosceva questi testi, elaborando dal canto suo una posizione del tutto differente. Egli non si rivolgeva agli ebrei per convertirli, ma ai cristiani, per convincerli che con l'incarnazione di Gesù la storia del popolo di Israele non era finita: nel futuro degli ultimi tempi della storia, che secondo l'abate si stava avvicinando nei giorni in cui egli scriveva, gli ebrei e i gentili si sarebbero riuniti in un unico popolo di credenti. Questa visione, che non trovava precedenti né ebbe seguito, fu affidata a un testo in cui Gioacchino da Fiore accumulava e commentava ampiamente brani delle Scritture sacre degli israeliti - il Vecchio Testamento dei cristiani -, trovandovi la conferma della dottrina della Trinità e la prefigurazione dell'avvento del Messia nella persona del Cristo. In tutto questo egli affidava a se stesso un ruolo analogo a quello del profeta Elia e indirizzava ai suoi ascoltatori una Esortazione a prepararsi ad accogliere insieme ebrei e cristiani alla fine della storia umana. Introduzione di Alexander Patschovsky.
Pensare per figure. Diagrammi e simboli in Gioacchino da Fiore. Atti del 7° Congresso internazionale di studi gioachimiti (San Giovanni in Fiore, 24-26 settembre...
Libro: Copertina morbida
editore: Viella
anno edizione: 2010
pagine: 388
Gli alberi e le figure geometriche di Gioacchino da Fiore sono simboli, immagini e tracciati che aprono la strada verso la storia biblica o la storia della salvezza: una chiave fondamentale per comprendere in profondità il suo pensiero. Si tratta di diagrammi elaborati in tempi diversi, composti da disegni e parole scritte, con un significato preciso attribuito alle figure come pure ai colori, alle posizioni e alle contrapposizioni, ai nessi che integrano disegno e testo scritto. Gli studi raccolti nel volume costituiscono un contributo innovativo al fine di mostrare come la raccolta del "Liber figurarum" rappresenti un elemento di rilievo nell'insieme delle opere del monaco calabrese.
Millenarismo educatore. Mito gioachimita e pedagogia civile in Italia dal Risorgimento al fascismo
Fulvio De Giorgi
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2010
pagine: 360
Scrutare il futuro. L'eredità di Gioacchino Da Fiore alla fine del Medioevo
Robert E. Lerner
Libro: Copertina morbida
editore: Viella
anno edizione: 2008
pagine: 286
I sermoni
Gioacchino da Fiore
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2007
pagine: 180
Fonti agiografiche e documentarie attestano che Gioacchino da Fiore svolse attività di predicazione, sia interna sia esterna al chiostro. Ben poco tuttavia dei suoi sermoni è giunto fino a noi: possediamo soltanto due brevi raccolte di testi, i "Sermoni e capitoli sulla lettera e lo spirito" e "Sei sermoni dell'anno liturgico", qui pubblicati nel testo latino con traduzione italiana a fronte.