Viella: Biblioteca di Studj Romanzi
Il poeta come artigiano. La metafora fabbrile nella poesia dei trovatori
Susanna Barsotti
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2024
pagine: 296
Il pensiero occidentale ha prodotto una vasta quantità di riflessioni che riguardano la vicinanza tra la poesia e le arti figurative e manuali. La presentazione della metafora creativa applicata al testo non può che ricondurre alle numerose riflessioni di poetica presenti nel corpus lirico trobadorico, di cui il libro discute gli aspetti ideologici e filologico-testuali. Le rivendicazioni stilistiche rappresentano uno dei marchi distintivi della poetica trobadorica, continuamente impegnata non solo nella designazione dei sentimenti che veicola, ma anche nella descrizione dei propri espedienti linguistici e formali. I testi presi in esame sono inseriti all’interno di linee di indagine trasversali e lessicologiche e spesso presentati attraverso il confronto comparato con le fonti classiche (in primo luogo l’Ars poetica di Orazio) che sostanziano il ‘pensiero poetologico’ dei trovatori. I capitoli conferiscono priorità di analisi a lemmi ed espressioni connotate in senso fabbrile, mentre l’appendice finale presenta schede divise per singoli motivi semantici correlati al tema in esame.
Il Liber Alexandri Magni. Volgarizzamento dell'Historia de preliis (Venezia, Biblioteca Marciana, It. VI.66)
Libro: Copertina morbida
editore: Viella
anno edizione: 2021
pagine: 372
Il Romanzo di Alessandro, testo greco di controversa datazione, attribuito falsamente allo storico Callistene, traspone la vicenda storica di Alessandro Magno su un piano mitico e allegorico e contribuisce a plasmare l'immagine del condottiero macedone come modello archetipico della sovranità, della sete di conoscenza e della ricerca del limite. L'Historia de preliis, che del romanzo greco è multiforme e fortunatissima traduzione latina, è forse il principale canale attraverso cui il mito letterario di Alessandro giunge e si irradia nel Medio Evo europeo. Il testo di cui si dà per la prima volta l'edizione è uno dei più completi e interessanti volgarizzamenti italiani dell'Historia de preliis: un testimone prezioso che illumina le modalità della circolazione nella penisola del mito alessandrino. Lo studio prende in analisi l'opera lungo un doppio asse: quello "orizzontale", in relazione alle altre traduzioni italiane superstiti (tutte, o quasi, inedite); e quello "verticale", in rapporto al modello latino - coacervo testuale che proprio grazie a un inedito sguardo a partire dalla tradizione volgare assume, à rebours, una nuova e inattesa leggibilità.
«S'en est de branche en branche alez». Il «Roman de Renart» tra raccolta e ciclo
Marcella Lacanale
Libro
editore: Viella
anno edizione: 2020
pagine: 186
Ripercorrendo la vita del Roman de Renart dalla sua produzione all'esecuzione/ricezione, fino alla conservazione delle branches nelle raccolte antologiche, si delinea una storia redazionale fortemente influenzata dalle pratiche performative e dall'appartenenza del testo al genere della zooepica medievale, di cui l'oralità è componente fondamentale. Proprio la presenza di alcuni tratti collegati alla sfera della voce isola un gruppo di branches dalle altre e ci restituisce due diversi Roman de Renart confluiti, per logiche estrinseche alla composizione dell'opera, nelle raccolte manoscritte come se fossero rami equivalenti dello stesso tronco. E la volpe Renart se ne va di ramo in ramo tessendo una rete di allusioni intertestuali che illudono il lettore di trovarsi di fronte a un ciclo; paradossalmente sono proprio queste a ostacolare la realizzazione ciclica del Roman de Renart e a collocarlo in un genere intermedio tra la raccolta di testi indipendenti e il ciclo, la zooepica appunto.
Orazio. Tradizione e fortuna in area trobadorica
Marco Bernardi
Libro
editore: Viella
anno edizione: 2018
pagine: 414
I rapporti tra la poesia trobadorica e quella d’età classica vantano un’antica tradizione di studi che riguardò in primo luogo Ovidio e Virgilio. Con questo volume si intendono porre le basi per un nuovo capitolo dedicato a Orazio. Della sua poesia viene studiata la circolazione in area francese attraverso l’esame diretto di un significativo campione di codici del X-XII secolo e in particolare di quelli d’area aquitana: tra questi spicca il Par. lat. 7979 con il suo ricco apparato di glosse galloromanze. L’indagine si sofferma poi sulla presenza dell’opera oraziana nei canoni scolastici coevi, sulle funzioni che le erano riconosciute, sui cambiamenti che le riguardarono, con un’attenzione particolare per la rete di centri che nel Midi avrebbero potuto offrire istruzione a futuri trovatori. Così si definiscono meglio certi connotati storico-culturali meno evidenti di quell’ultima fase dell’aetas horatiana, che vide anche i primi passi della nascente letteratura in lingua d’oc.
Gli anni della tradizione: testi, codici e culture (secc. XII ex.-XIV in.). Capitoli per una storia materiale
Lorenzo Mainini
Libro: Copertina morbida
editore: Viella
anno edizione: 2018
pagine: 356
Ogni frammento della società bassomedievale ridefinisce nei rapporti politici e sociali anche uno specifico rapporto tra la cultura scritta e la sua fruizione: dal monastero al convento, dalla scuola cattedrale all'università, la corte e le città; figure cariche di rinnovate designazioni antropologiche e - sul piano materiale - denotative di quei nuovi attori che orientano e governano la trasmissione dei testi. Alla fine del secolo XII e lungo tutto il Duecento, il lento spegnersi dell'egemonia monastica e il sopraggiungere di altre culture - conventuale, universitaria, laica e professionale -, insieme alla piena affermazione delle letterature volgari, si riverberano in una nuova "biblioteca": nuove reti testuali e una complessiva mutazione della "memoria discorsiva" prodotta dalla trasmissione dei testi. "Gli anni della tradizione" segnano, dunque, quella fase storica lungo la quale il testo materialmente inteso (il libro classico, storiografico, giuridico, filosofico, teologico e letterario), fra le mani dei lettori e nelle singole biblioteche, rispecchia e riproduce la tensione fra i saperi, o i generi letterari, e il loro ordinamento in corpora culturali.
Il mistero provenzale di sant'Agnese
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2016
pagine: 368
Segnalato da Gianfranco Contini quale reperto preziosissimo "della primitiva sintesi poetico-musicale (o piuttosto musicale-poetica) del teatro medievale", il Mistero provenzale di sant'Agnese, tramandato dal codice Chig. C. V. 151 della Biblioteca Apostolica Vaticana, rappresenta forse la testimonianza più rilevante della drammaturgia medievale in lingua occitana. Opera di indubbio interesse linguistico quale documento della varietà scritta e parlata in Provenza, essa ha suscitato l'attenzione degli studiosi anche per la specifica presenza di brani lirici ispirati a motivi musicali sacri e profani, comprese alcune fra le più celebri composizioni trobadoriche. Attualmente strutturato in tre "atti" fondamentali (il Giudizio, il Lupanare e il Martirio), del Mistero non colpisce soltanto la forza drammaturgica, ma anche la ricchezza delle didascalie, redatte in un latino di influsso fonetico largamente occitano. Parimenti, la varietà dei personaggi non impedisce la nettezza dei loro singoli profili. Notevole è infine l'effetto della messinscena, con tanto di apparizioni angeliche e demoniache fino alla miracolosa crescita dei capelli (scenicamente risolta mediante l'invio ad Agnese, da parte di un angelo, di un indumentum capillorum) e al rogo della martire. Con traduzione e trascrizione delle melodie.