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Sellerio Editore Palermo: La diagonale

Breve storia del tardo impero ottomano

Breve storia del tardo impero ottomano

M. Sukru Hanioglu

Libro: Libro in brossura

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2024

pagine: 344

Già per il fatto singolare di essere esteso su tre continenti e di essere la porta tra di essi, l'Impero ottomano era lo Stato più cosmopolita e (come sovente è ricordato) con elevati livelli di tolleranza tra popoli culture e religioni. Questo è forse il motivo per cui oggi, in tempi di crescenti rivalità etniche, sembra aumentare la curiosità verso di esso da parte di coloro che si interessano di storia. Scomparve subito dopo la fine della Grande Guerra quando era considerato da decenni il «grande malato» d'Europa. Ma era davvero così o questa considerazione era solo una rappresentazione delle narrazioni nazionalistiche fatte proprie dagli Stati-nazione? Per l'autore di questo libro, che racconta gli anni del tramonto tra il 1789 e il 1918, rispondere alla domanda significa ricostruire il modo in cui l'impero affrontava «la sfida essenziale di forgiare una risposta ottomana alla modernità», sfida della modernità che investiva in quell'epoca tutte le monarchie europee. E questa ricostruzione permette di tentare una visione diversa delle cose: «Non furono le dinamiche interne dell'impero ma il nuovo ordine internazionale a suonare la campana a morto del "malato d'Europa". Sebbene non avesse il potere innato di trasformarsi in un nuovo tipo di impero più adatto all'epoca moderna, i suoi dirigenti avrebbero potuto prolungarne notevolmente la vita se nel 1914 avessero op-tato per la neutralità». Lo scopo dello storico dell'Università di Princeton Hanioğlu è dunque quello di sfatare il mito negativo di una «concezione della tarda storia ottomana eccessivamente teleologica, risultato inevitabile e prevedibile del declino di un impero multinazionale», e in quanto tale destinato a un «crollo al ritmo incessante della marcia del progresso (di solito associato all'occidentalizzazione, alla secolarizzazione e al nazionalismo)». Privilegiando le tendenze e le analisi, rispetto agli eventi singoli e alle cifre, come richiede un'opera di sintesi, questa Breve storia oppone alle grandi astrazioni ideologiche (riassumibili nei termini di arretratezza orientale/modernità occidentale) le concrete contraddizioni proprie della vita della società ottomana in tutte le sue sfaccettature: esamina il permanente contrasto tra centralismo e governi locali, i burrascosi cambiamenti socioeconomici, quelli culturali, la necessità di integrare le politiche ottomane entro il quadro contemporaneo europeo e mondiale. E il risultato non è solo quello di una più adeguata e approfondita conoscenza della storia, ma anche quello della comprensione delle radici dell'attualità, della vera eredità lasciata dalle rovine di quell'impero - cioè la Turchia di oggi, il Medio Oriente, una parte importante dell'Europa -; eredità con cui il mondo è fortemente alle prese oggi.
22,00

Gli europei e il mondo. Civiltà, imperi, economie da Tamerlano alle guerre dell'oppio

Gli europei e il mondo. Civiltà, imperi, economie da Tamerlano alle guerre dell'oppio

Gino Longhitano

Libro: Libro in brossura

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2023

pagine: 504

È una storia globale del mondo dal 1400 al 1800. L'epoca in esame è quella della formazione del mondo moderno, dell'espansione del capitalismo a livello planetario a danno di tutti gli altri sistemi economici, ovvero del progressivo affermarsi della supremazia dell'Europa e dell'Occidente sugli altri tre «imperi», vale a dire l'impero cinese, indiano e islamico. È un'opera destinata a due tipi di lettori: al lettore che vuole essere informato sulla storia del mondo guardando ad essa in modo globale, come un unico processo di flussi incardinati l'un l'altro, e non suddivisa in tanti spezzoni separati di storie di regioni particolari del pianeta; e al lettore che è interessato a un punto di vista originale sulla formazione del mondo moderno. L'originalità è data prima di tutto dal rifiuto dell'eurocentrismo: così metà dei capitoli sono dedicati all'Europa e l'altra metà al resto del mondo; non solo, ma la Storia non è ricostruita come se fosse un «destino», cioè a dire l'ineluttabile affermazione di un modello di civiltà (quella europea) vittorioso perché superiore; al contrario il libro dimostra come fino a tutto il Settecento in nessun campo l'Europa era più avanzata della Cina o dell'India che, in quei momenti, avrebbero potuto facilmente avere il sopravvento sull'intero mondo conosciuto. Il secondo motivo di originalità è che questo mezzo millennio è implicitamente considerato come lo scenario dell'«assalto dell'Europa al Mondo»: un tipo nuovo di aggressività generatosi dopo la Peste nera del 1348, contrapposto al modello di convivenza pacifica rappresentato dalle Vie della Seta (tramontate con la conquista di Tamerlano e la caduta di Costantinopoli). Il libro ha anche il grande pregio di aiutare a capire la genesi di problemi attuali, come una lente che può decifrare con maggiore limpidezza fatti internazionali del momento (un esempio per tutti: l'insistenza che potrebbe sembrare esagerata del regime cinese nel rivendicare possessi quali Hong Kong e Taiwan: luoghi che assumono alla luce delle guerre dell'oppio una valenza simbolica assai importante).
24,00

Amarsi con Shakespeare

Amarsi con Shakespeare

Maurice Charney

Libro: Copertina morbida

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2022

pagine: 280

«Mai vicenda di vero amore poté trascorrere liscia» dice un personaggio del Sogno di una notte d'estate. Questo è il principale comune denominatore riguardo alla concezione erotica all'interno delle opere di William Shakespeare, insieme al fatto che in esse l'amore «si esprime nel desiderio fisico, e anche quando si fa estasi (come in Romeo e Giulietta), non si stacca mai dalla propria base sessuale». Per il resto, cimentandosi con differenti generi drammatici il Bardo imbocca di volta in volta direzioni disparate: nelle commedie «sono le donne a condurre il gioco dell'amore: estremamente argute e spiritose, si divertono oltretutto a recitare 'la parte in commedia', in particolar modo quando si travestono da ragazzo». L'idea stessa di 'tragedia d'amore shakespeariana' risulta invece problematica, se è vero che «la morte degli innamorati è in effetti un compimento e una consumazione della loro passione»: il che è evidentissimo nell'ebbrezza anche sensuale con cui si conclude Antonio e Cleopatra. E che dire di un problem play come Troilo e Cressida? Né tragedia né commedia, forse proprio per questo le sue tribolate storie d'amore (quella fra Achille e Patroclo al pari della vicenda dei due protagonisti) avvincono e sgomentano oggi più che mai. La pubblicazione di questo libro del grande shakespearologo americano Maurice Charney avvenne una ventina d'anni fa con un certo anticipo sui tempi, se l'autore poteva scrivere: «In Shakespeare c'è molta più fluidità tra discorso omoerotico e discorso eterosessuale di quanto non si voglia ammettere in questa fine del ventesimo secolo. Il Nostro si muove liberamente tra amore omo ed etero, senza alcuna esitazione o timore di contraddizione». Temi oggi centrali nella conversazione pubblica: e il capitolo «Discorsi omoerotici» servirà senz'altro a rinfocolare il dibattito, come quello sulle «Definizioni di genere», in cui Charney dialoga con le - spesso divergenti - letture femministe di Shakespeare. Della cui opera non dimentica l'aspetto ridanciano, come nel capitolo intitolato «Amore, lussuria e doppi sensi». Alzi la mano dunque chi non si sente mai chiamato in causa dall'«infinita varietà» - i cui fili Charney annoda balzando a sorpresa da un dramma e da un poema all'altro, grazie ad un orecchio sbalorditivo per gli echi intertestuali - dell'eros shakespeariano, a sua volta giocoforza interrogato con gli occhi del presente: chiara è ad esempio la misoginia del personaggio di Amleto, che, sottaciuta o ridimensionata in nome di una mitica, assoluta «contemporaneità» di Shakespeare, ci vieterebbe l'effettiva contezza del suo capolavoro.
18,00

Genesi dell'antisemitismo

Genesi dell'antisemitismo

Jules Isaac

Libro: Libro in brossura

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2022

pagine: 340

Un libro classico e attuale insieme. È un classico in quanto primo studio rivoluzionario sulla nascita del sistema di pensiero dell'antigiudaismo. È attuale in quanto queste false idee tendono oggi a ripresentarsi, sia in alcuni paesi, sia nei rigurgiti di nazionalismo e di tradizionalismo, così come nelle polemiche contro il rinnovamento della chiesa cattolica e contro il dialogo interreligioso. Isaac dichiara che è «un libro di passione»: fu iniziato infatti nel 1943, nel pieno della furia nazista, e scritto «di rifugio in rifugio». Si occupa delle origini, gli anni che vanno dal paganesimo alle Crociate dell'anno Mille, epoca in cui l'antisemitismo si è definitivamente radicato nel mondo cristiano. L'autore affronta il suo tema (come mai «cristianesimo e giudaismo, nati dallo stesso nucleo biblico, siano arrivati a quest'asprezza di odio reciproco»?) da più punti di vista: storico, teologico, scritturale e anche, diremmo, mass-psicologico. È oggi unanimemente riconosciuto che Gesù era un ebreo, e agiva nell'ambito di quella cultura e quella religione cui apparteneva. Parimenti è riconosciuto come falso che gli ebrei, e non i romani, fossero stati artefici della passione e della morte di Gesù. Eppure, secondo Isaac, l'antisemitismo si basa su queste falsità: Gesù antiebraico, ebrei nemici di Gesù. Una ostilità inesistente nei primi anni giudeo-cristiani e costruita tempo dopo forzatamente. Indagando storia e testi, Isaac scopre che l'antisemitismo cristiano ha un'origine ecclesiale e non popolare. I padri della Chiesa tra III e V secolo hanno contro gli ebrei parole di una violenza anticipatrice delle offese future. È così che cominciano a essere diffusi tra le masse i due fattori su cui per sempre si costituirà l'odio antigiudaico: «l'insegnamento del disprezzo» e il «sistema dell'umiliazione»; saranno questi due elementi a fondare una specie di subconscio antisemita dei cristiani, ceppo di tutte le persecuzioni. Un saggio agile con una scrittura polemica e piena di vivaci variazioni stilistiche.
22,00

I siciliani nella Resistenza

I siciliani nella Resistenza

Libro: Copertina morbida

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2019

pagine: 421

Non è vero, come vuole una idea diffusa, che la Sicilia non partecipò alla Resistenza. Ragioni storiche impedirono che nell'isola questa assumesse la forza, i caratteri, soprattutto la partecipazione che trovò al Centro-Nord, perché la Sicilia l'8 Settembre del '43 si era trovata già liberata dal nazifascismo. Ma essa non mancò di dare il suo contributo al grande evento alla base del futuro assetto civile, politico e costituzionale italiano. Certamente, nei modi in cui ciò fu possibile. E sono questi modi specifici, di una effettiva stagione fondativa, che questo volume studia e mette in luce. Esso raccoglie i molti interventi ad un convegno sull'argomento dell'Istituto Gramsci Siciliano. Dal vasto orizzonte che fornisce il testo emergono le due polarità del caso siciliano: da un lato il non freddo o occasionale coinvolgimento di molti nella guerra di liberazione, dall'altro una visibile assenza di consenso a questa lotta da parte dell'establishment, con ciò segnando quella differenza rispetto ad altre parti di Italia che lascerà tutta la sua impronta nel dopoguerra. Vanno a combattere i nazifascisti, i vecchi oppositori della dittatura, alcuni grandi leader formatisi nella politica antifascista (diventati in certi casi leggenda: come Pompeo Colajanni, il comandante Barbato o come Mommo Li Causi), ma a questi «grandi» si aggiungono schiere di giovani e di gente comune, che al Nord e all'estero scelgono di continuare la lotta nel campo della democrazia piuttosto che dell'oppressione o che hanno scoperto la guerra come inganno e come crudeltà, e quindi assumono le ragioni dell'antifascismo. D'altro canto, tanto la Sicilia non è fuori dalla Resistenza, quanto non lo è dalla vicenda della Repubblica di Salò: importanti funzionari provenienti dalla Sicilia, soprattutto poliziotti, avranno incarichi di responsabilità nella RSI; inoltre, il fascismo fino all'ultimo potrà godere dell'appoggio di influenti giuristi, burocrati, intellettuali ed accademici siciliani; e questa compromissione non avrà quasi mai conseguenze nelle loro carriere dopo la liberazione, anche quando complici degli aspetti peggiori del regime. Il clima di ipocrita tolleranza così generato verso la dittatura passata sarà determinante per «il difficile ritorno»: a fine conflitto non solo i volontari della libertà non ritroveranno comprensione, tantomeno gratitudine, ma per lo più le autorità guarderanno a loro con una preoccupazione a volte grottesca. Questo volume offre dunque un quadro di realtà storica che contrasta la visione di una Sicilia immobile e chiusa in se stessa, separata dai grandi appuntamenti; visione alimentata dalle due sponde opposte dell'anti-meridionalismo e della retorica sicilianista. Scritti di: Carmelo Albanese, Massimo Asta, Luca Baldissara, Tommaso Baris, Antonino Blando, Vittorio Coco, Giovanna D'Amico, Claudio Dellavalle, Matteo Di Figlia, Michele Figurelli, Rosario Mangiameli, Andrea Miccichè, Santo Peli, Toni Rovatti, Gaetano Silvestri.
22,00

Mio padre, Emanuele Notarbartolo

Mio padre, Emanuele Notarbartolo

Leopoldo Notarbartolo

Libro: Copertina morbida

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2018

pagine: 449

Emanuele Notarbartolo, ex sindaco di Palermo, ex direttore del Banco di Sicilia (allora tra i maggiori istituti bancari d'Italia), esponente di spicco della Destra storica, aristocratico, uomo con fama di onestà specchiata, fu ucciso il 1° febbraio 1893 sul treno che lo riportava a casa dalle sue terre di Termini Imerese. Fu il primo cadavere eccellente di Cosa nostra. Mandante, l'onorevole Raffaele Palizzolo, poi incredibilmente assolto, che il politologo Gaetano Mosca descriveva così: «Egli accoglieva tutti, prometteva a tutti, stringeva a tutti la mano, chiacchierava infaticabilmente con tutti», prototipo di tutti i futuri politici collusi. Notarbartolo pagava con la vita l'essersi messo in mezzo negli affari della rampante borghesia mafiosa. Ma contemporaneamente la sua morte, fortemente simbolica, apriva una nuova fase nel potere mafioso che migliorava la sua posizione sociale e incrementava i rapporti con lo stato. Una sporca storia della Palermo Felicissima dei Florio, nella realtà assai meno immacolati che nel loro mito. In quella banca era stato un risanatore di crediti facili agli amici e di buchi di bilancio per speculazioni di potenti. Era quindi un bersaglio isolato, un elemento evidentemente anomalo nella storia fatale di una città e di un'isola destinate, sembra, a coniugare più o meno sempre lo sviluppo con l'affarismo politico criminale. Il figlio Leopoldo scrisse questa memoria (finora inedita nella sua stesura integrale), poi stampata in pochi esemplari nel 1949, quando il ricordo del padre rischiava di spegnersi. Storia di un uomo onesto in un'Italia che lo diventava sempre meno, il libro ha soprattutto il merito di soffermarsi con forza drammatica sui due aspetti che fanno di quella prima vittima «d'alta mafia» una vicenda tremendamente attuale. Primo, l'eterna (come illustra Antonio Calabrò nella sua galleria degli scandali bancari italiani) lotta senza quartiere tra un banchiere custode del comune interesse in crescente isolamento, e i comitati d'affari politico criminali in ascesa. Secondo, la vicenda processuale di una famiglia sola che si scontra con i muri di gomma e i depistaggi di una malagiustizia a protezione dei potenti e con lo stuolo degli ipocriti complici intorno. Con una nota di Antonio Calabrò.
24,00

Paesaggi culturali. Scritti in onore di Giovanni Puglisi

Paesaggi culturali. Scritti in onore di Giovanni Puglisi

Libro: Copertina morbida

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2018

pagine: 637

«Gianni Puglisi nel 2015 ha compiuto 70 anni; questo libro nasce per rendergli omaggio e come testimonianza di stima e affetto. I tanti contributi, diversi tra loro per ambiti toccati, temporalità esplorate, interrogativi sollevati, punti di vista adottati, sono confluiti in questo volume come tasselli di un mosaico: ritratti, incontri, luoghi, occasioni di dialogo intellettuale si alternano in un discorso plurale che prende corpo e si alimenta nella storia della filosofia, nell'antichità classica e nella realtà moderna e contemporanea, nella teoria e critica letteraria e nella letteratura, nelle altre arti e tecnologie, una varietà di temi e riflessioni tutti collegabili con gli interessi scientifici e l'impegno culturale di Gianni Puglisi nei diversi momenti della sua vita professionale.» (Dalla Nota di Salvatore Silvano Nigro e Paolo Proietti)
26,00

Lo specchio e l'alibi. Pagine di storia e d'altro

Lo specchio e l'alibi. Pagine di storia e d'altro

Franco Cardini

Libro: Copertina morbida

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2016

pagine: 264

La forza di chiarezza data da una grande cultura che va ben oltre il campo specialistico dell'autore, medievista; la funzione dell'analisi storica in quanto destinata a liberare dal pregiudizio certe categorie strumentalizzate dalla manipolazione del consenso; infine il gioco, il divertimento eletti a compagni della comprensione storica, allo scopo di trovare un antidoto a una scienza del passato che rinuncia alle grandi interpretazioni, ai grandi disegni. Sono i caratteri generali che immediatamente colpiscono il lettore di queste pagine. I temi specifici sono molti. Tra di essi: la domanda sull'utilità della storia in un'epoca che sembra aver eliminato il passato e con esso l'attesa del futuro; l'ambiguità occidentalista e carica di giudizi di valore del concetto Medioevo; l'influenza di eresie cristiane nella storia meridionale; la necessità di "disincantare" l'idea di Occidente (dopo quella di Oriente); l'uso politico insistente di un fallace ideale di crociata; l'alternativa difficile tra una visione delle radici cristiane dell'Europa e un'altra che le trova al contrario nella secolarizzazione; e altri. Ma particolarmente incisivi sono i capitoli finali dedicati alle Ucronìe. Sono finzioni, tra il gioco e l'ironica provocazione a non dimenticare l'universalità della comprensione storica: se Napoleone non fosse mai fuggito dall'Elba, se Tamerlano fosse dilagato in Europa, se l'Italia nel 1915 fosse rimasta nella Triplice alleanza, e via narrando una storia fatta con i se...
16,00

I personaggi del teatro di Shakespeare

I personaggi del teatro di Shakespeare

William Hazlitt

Libro: Copertina morbida

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2016

pagine: 314

Hazlitt può essere considerato il più "europeo" tra gli intellettuali inglesi della sua epoca, vale a dire non ristretto in una esclusiva insularità. Era un bonapartista giacobino, amico della Francia rivoluzionaria, ed ebbe rapporti letterari con l'Italia. La sua opera principale, "I personaggi del teatro di Shakespeare" del 1817 viene ritenuto un classico. Legge tutti i drammi attraverso l'analisi minuta dei diversi personaggi del grande poeta, e cita Pope: "I suoi personaggi sono a tal punto la Natura stessa, che è una specie di oltraggio definirli con sufficienza copie di Essa". E in questo senso è stato considerato alla base della tendenza critica del cosiddetto "Character Criticism". Però, nel titolo inglese, la parola chiave "character" può essere riferita, non solo ai personaggi, ma anche al carattere generale dei singoli drammi. Per cui, oltre che fungere da guida di utilità imprescindibile a capire le psicologie, il libro è soprattutto un fondamentale contributo ai più generali studi shakespeariani. Lo stile, la verve, la straordinaria personalità dell'autore, ne fanno infine un saggio di bella lettura, persuasivo ed elegante. Con uno scritto di Edgar Allan Poe. Postfazione di Alfonso Geraci.
18,00

Lo scambio. Come Gramsci non fu liberato

Lo scambio. Come Gramsci non fu liberato

Giorgio Fabre

Libro: Copertina morbida

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2015

pagine: 529

È quasi automatico immaginare la prigionia di Antonio Gramsci come un monotono decennio di isolamento intransigente e intellettualmente operoso. Una condizione movimentata soltanto da difficili e rarefatti contatti con l'esterno e da una assai controversa partecipazione al dibattito politico. A render ancor meno esatte certe correnti rappresentazioni ha contribuito la continua polemica su colpe, responsabilità o tradimenti. "Lo scambio" è l'accurata ricostruzione della detenzione di Gramsci e soprattutto dei ripetuti tentativi di liberarlo (a lungo ignorati o negati). Una ricostruzione che aiuta a caratterizzare meglio la vera immagine di un grande pensatore e leader politico, prigioniero del fascismo e di tempi terribili. L'obiettivo è quello di fare chiarezza di visioni mitiche o, all'opposto, di dietrologie complottarde. Ma non è la polemica il suo obiettivo, bensì riuscire a districare l'ingarbugliata matassa dei fatti che condussero alla fine a "come Gramsci non fu liberato". I tentativi furono un certo numero, operati da più parti (Gramsci per primo), condotti da diversi agenti, con vari intermediari e per via di trattative sotterranee che si intersecavano con affari diplomatici e questioni di politica internazionale; tutti naufragati a causa di errori e di illusioni, per l'invincibile avversità di Mussolini, per l'indifferenza sostanziale di potenze politiche, ed inoltre per il convergere di circostanze ostili, piccoli calcoli politici contrari, ingenuità.
24,00

Gran Teatro Camilleri

Gran Teatro Camilleri

Libro: Copertina morbida

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2015

pagine: 262

Lo storico Giovanni De Luna, il linguista Tullio De Mauro, il critico Vittorio Spinazzola, gli esperti di letteratura italiana contemporanea Ermanno Paccagnini e Mauro Novelli, il filosofo del linguaggio Franco Lo Piparo, oltre a il curatore del volume Salvatore Silvano Nigro, sono solo alcuni degli specialisti chiamati a spiegare che scrittore è Andrea Camilleri e le ragioni della sua indiscussa e autentica popolarità. Ma non si tratta solo di spiegare il fenomeno editoriale. Qui si scava più a fondo, si tratta di capire cosa sono i racconti di Camilleri - non importa se si tratta dei romanzi storici o della saga di Montalbano -, il suo rapporto con la storia, con la lingua, con i luoghi, con le abitudini e i riti della terra cui appartiene e in cui ambienta le sue storie, quali contenuti trasmette e con quali metodi. Nell'anno dei 90 anni di Camilleri un omaggio allo scrittore, una chiave di lettura della sua opera.
16,00

Dopo il diluvio. Sommario dell'Italia contemporanea

Dopo il diluvio. Sommario dell'Italia contemporanea

Libro: Copertina morbida

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 2014

pagine: 344

Ci vollero due anni di preparazione perché questo "ragguaglio dell'Italia dopo i disastri della guerra" potesse arrivare in libreria nel mese di giugno del 1947. L'opera è un atlante politico, un censimento e un compendio di problemi e questioni, un "ritratto dell'Italia": una ricomposizione enciclopedica della Nazione; uno specchio di fronte al quale il paese venne messo per prendere coscienza delle rovine e darsi un nuovo "peso specifico morale e mentale", come aveva esortato a fare Alberto Savinio in quel trattatello politico del 1945, "Sorte dell'Europa", che è l'antecedente e il presupposto di "Dopo il diluvio". L'organizzatore dell'impresa, Dino Terra, raccolse attorno a sé una libera "Società di letterati": trenta collaboratori, "dilettanti" per elezione (alla Savinio), tutti in grado di far aderire la letteratura alla vita con "libertà mentale" e con "leggerezza" saggistico-narrativa; fra essi Moravia, Piovene, Carlo Levi, Soldati, Savinio, Ungaretti, Noventa, Palazzeschi, Emilio Cecchi, Zavattini, Bernari, Bigiaretti. Dopo una "diseducazione ventennale", e le violenze della guerra, i contributi affrontavano, con lucidità politica, per lo più, e chiaroveggenza, questioni che sono fondamentali in un paese civile: il paesaggio come bene culturale, da salvaguardare insieme a tutte le risorse artistiche; la politicità dell'urbanistica e dei piani regolatori, che sono "insieme un'opera di critica storica, di previsione politica, di creazione sociale e di critica artistica".
20,00

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