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Mallarmé e il modernismo musicale. Percorsi tra Debussy, Ravel e Milhaud

Mallarmé e il modernismo musicale. Percorsi tra Debussy, Ravel e Milhaud
Titolo Mallarmé e il modernismo musicale. Percorsi tra Debussy, Ravel e Milhaud
Autore
Argomento Arti, cinema e spettacolo Musica
Collana Studi e saggi, 63
Editore LIM
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine XXI-336
Pubblicazione 03/2025
ISBN 9788855432757
 
30,00

 
0 copie disponibili
presso Libreria L'ippogrifo (Piazza Europa, 3)
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presso L' Ippogrifo Bookstore (C.so Nizza, 1)
Ordinabile
Il presente volume nasce da due domande speculari, che ne orientano anche l’organizzazione: quanto può essere ‘musicale’ un testo poetico? E con quali modalità, ed entro quali orizzonti, è possibile metterlo in musica? Le due questioni, centrali per gli studi sul dialogo tra musica e letteratura, guidano la collaborazione tra poeti e musicisti, soprattutto tra Simbolismo e Art Nouveau, un momento storico particolarmente fertile per sfidare i confini tra le arti, creando nuovi generi o mettendo in discussione quelli esistenti. La presente ricerca, dedicata a tre dei musicisti di Mallarmé — Debussy, Ravel e Milhaud — si articola in due parti: la prima è destinata all’analisi dei testi poetici, con riguardo al modo in cui l’idea di Musica permea i versi del poeta del Faune, infondendoli di quell’«oscurità luminosa» che è uno dei suoi tratti più riconoscibili; la seconda si concentra sugli adattamenti musicali di questi testi, e in particolare i Trois poèmes de Mallarmé di Debussy, il ciclo omonimo di Ravel e le Chansons bas e i Deux petits airs di Milhaud. Non saranno trascurate le circostanze che portarono i primi due compositori a rivaleggiare nella creazione di due cicli dallo stesso nome e nello stesso anno (1913), cruciale per l’affermazione della modernità in musica, oltre al fermento culturale che porterà, in risposta al wagnerismo, alla sperimentazione avanguardistica del gruppo dei Sei, di cui l’eclettico Milhaud si fa portavoce. Partendo dal Simbolismo letterario e musicale, che ha nella Francia di Baudelaire e Mallarmé la propria culla, si vedrà come la musicalizzazione della poesia, voluti dalla nuova estetica di una «scrittura per l’orecchio», influenzi gradualmente anche i compositori, che si cimentano con nuovi linguaggi, tonali e non, per realizzare l’intonazione delle nuances più sottili presenti nel testo poetico. È con l’augurio di suscitare un rinnovato interesse per il dialogo tra le arti, e per l’indagine sul composito panorama musicale tra Otto e Novecento, che questa ricerca vede la luce.
 
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