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L'orto botanico gianicolense e Giovanni Battista Trionfetti. Viaggi nella Tuscia, al Circeo e in Italia di un botanico appassionato tra Seicento e Settecento

L'orto botanico gianicolense e Giovanni Battista Trionfetti. Viaggi nella Tuscia, al Circeo e in Italia di un botanico appassionato tra Seicento e Settecento
Titolo L'orto botanico gianicolense e Giovanni Battista Trionfetti. Viaggi nella Tuscia, al Circeo e in Italia di un botanico appassionato tra Seicento e Settecento
Autore
Argomento Matematica e scienze Biologia, scienze della vita
Collana Quaderni di Roma e del Lazio
Editore Davide Ghaleb Editore
Formato
Formato Libro Libro: Libro rilegato
Pagine 240
Pubblicazione 05/2022
ISBN 9791280668011
 
20,00

 
0 copie disponibili
presso Libreria L'ippogrifo (Piazza Europa, 3)
0 copie disponibili
presso L' Ippogrifo Bookstore (C.so Nizza, 1)
Ordinabile
L'Orto Botanico sul Gianicolo, istituito nel 1660 dal pontefice senese Alessandro VII Chigi, nasce con un obiettivo di grande attualità: poiché è dovere del «prencipe» di provvedere «che si propaghino le scienze e l'arti liberali», occorre predisporre un Giardino dei Semplici per coltivare e far conoscere erbe e piante, scoprendo nuove specie e le qualità di ognuna. Si deve però al «semplicista» Giovanni Battista Trionfetti se questo giardino diviene un luogo noto in tutta Europa e aperto a tutti, «studenti e dilettanti», come riportano i manifesti con i quali si annunciano le lezioni pubbliche tenute dallo stesso Trionfetti. Egli, d'intesa con l'Università della Sapienza dalla quale dipende l'Orto, compie ogni anno viaggi avventurosi e in luoghi impervi, alla ricerca di nuove piante, sui Colli Romani, lungo la costa fino al Circeo e verso nord, nella Tuscia, seguendo le tracce di Leonardo, come documentano le piante del grande artista toscano. Il mestiere del botanico è appassionante e richiede continui aggiornamenti: Trionfetti visita gli Orti Botanici di Pisa, di Firenze, di Bologna e va alla scoperta di erbe nel bolognese, fino a Comacchio. L'Orto romano è dotato di un nuovo padiglione pentagonale di Giovanni Battista Contini ed è rinnovato dal pontefice Benedetto XIV, al quale l'Università dedica alcune fontane, su progetti di Ferdinando Fuga. Il successo del luogo è tale che nel XIX secolo si rende necessario il suo spostamento in un'altra sede, mantenendo e sviluppando gli obiettivi secenteschi.
 
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