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Funghi e tartufi delle Alpi Apuane

Funghi e tartufi delle Alpi Apuane
Titolo Funghi e tartufi delle Alpi Apuane
Autori , ,
Introduzione
Argomento Casa, hobby, cucina e tempo libero Natura, vita in campagna e animali domestici
Collana Uomonatura
Editore Pacini Editore
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 176
Pubblicazione 01/2024
ISBN 9791254863237
 
15,00

 
0 copie disponibili
presso Libreria L'ippogrifo (Piazza Europa, 3)
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presso L' Ippogrifo Bookstore (C.so Nizza, 1)
Ordinabile
«[…] Nel presente volume sono illustrate, con annotazioni, 62 specie più o meno riconoscibili macroscopicamente rinvenute dal 2012 ad oggi, sia d'interesse fitogeografico e/o ecologico, alcune delle quali poco comuni o addirittura rare, talune oggetto anche di raccolta per fini alimentari. Per gli aspetti inerenti alla biologia, la riproduzione fungina ed altre informazioni sulle generalità dei funghi, sono qui inserite alcune tavole tratte dalla pubblicazione del 1996. Comunque, a chi va per funghi a fini alimentari, si consiglia, durante la raccolta, di prendere i funghi interi, pulirli dal terriccio, ma non tagliarne il gambo. Così facendo si disperde la parte del micelio (radichette biancastre) che rimane attaccata alla base del gambo, ma non si eliminano quei caratteri del fungo, che possono permettere una sicura identificazione. Nella fretta della raccolta, possono essere confusi funghi simili tra loro, magari con specie tossiche e, asportando il gambo può non essere poi possibile accorgersi dell'errore fatto. La corretta raccolta di funghi come i porcini non causa danni al micelio (il vero fungo), se viene effettuata con le dovute regole, senza danneggiare il substrato di crescita, anzi probabilmente serve da stimolo per un'ulteriore produzione. Un impatto antropico troppo elevato è dannoso per il sottobosco e, nei primi momenti delle nascite, i funghi piccoli possono essere involontariamente calpestati. È necessario quindi non "frugare" tra le foglie e gli arbusti e riporre delicatamente il raccolto, in contenitori idonei (canestri – gerle) e non nei sacchetti di plastica, dove i funghi si rompono e possono alterarsi, divenendo anche tossici…» (gli autori) Introduzione di Antonio Bartelletti.
 
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