Passigli: Astrid
Dignità umana e Stato costituzionale. La dignità umana nel costituzionalismo europeo, nella Costituzione italiana e nelle giurisprudenze europee
Mario Di Ciommo
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2010
pagine: 296
Negli ultimi decenni, la 'dignità umana' è andata assumendo - nelle Costituzioni, nelle legislazioni e nelle giurisprudenze europee - una crescente centralità. In coerenza con l'affermarsi di una cultura istituzionale personalista, ha gradualmente acquisito una forza 'centripeta' nello spazio europeo che la rende parametro imprescindibile all'interno dei sistemi di tutela dei diritti dell'uomo. Il rapporto tra uomo, società e potere politico pone oggi questioni nuove e complesse. Emerge la necessità di una riflessione costituente che sia capace di ritornare ai principi e ai valori alla base della nostra convivenza per verificarne effettività e realizzabilità. Un ripensamento di alcune delle categorie e soluzioni politiche e istituzionali tradizionali può muovere da questa riflessione costituente. In questo contesto, l'incontro con la 'dignità umana' è sorprendente: non solo essa emerge come il cuore della novità del costituzionalismo europeo degli ultimi decenni, ma anche come parametro centrale dei meccanismi e strumenti predisposti da legislatori e corti europee per garantire la tutela dei diritti umani fondamentali. Il suo essere sfondo e orizzonte rende la riflessione sulla dignità umana straordinariamente feconda; e quanto più la dignità umana si conferma valore fondante del rapporto tra individuo, società e potere politico, tanto più è necessario indagarne origini, declinazioni possibili, potenzialità ed ambiguità.
Il finanziamento dell'Europa. Il bilancio dell'Unione e i beni pubblici europei
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2010
pagine: 359
La crisi economica-finanziaria rilancia l'Europa. Più l'Europa intergovernativa (l'Europa dei governi) che l'Europa federale (l'Europa del popolo europeo). Ma emergono due nodi. Il coordinamento delle politiche economiche, fiscali e industriali. E le risorse. Del secondo si occupa questa ricerca di Astrid, pubblicata in coincidenza con l'avvio della negoziazione del quadro finanziario europeo 2013-2017. Il bilancio dell'Unione è oggi modesto, intorno all' 1% del PIL europeo. Gran parte delle risorse sono assorbite dal finanziamento della politica agricola e delle politiche di coesione. È impensabile un aumento dei trasferimenti dai bilanci nazionali, appesantiti dalla crisi. Ma gli Stati nazionali non hanno dimensioni adeguate a vincere le sfide della globalizzazione in alcuni settori critici. Occorre dunque un radicale ripensamento del finanziamento dell'Unione. È l'oggetto di questa ricerca di Astrid. Si parte dall'analisi dei nuovi beni pubblici europei per i quali si impone un finanziamento comune, non essendo nelle possibilità di ciascuno Stato di provvedere singolarmente. Si ragiona sui modi per superare la logica del "saldi netti", sulla struttura del bilancio, su nuove entrate proprie, sulle imposte di scopo, sul finanziamento degli investimenti mediante Union bond, Project bond, fondi comuni europei, schemi di garanzia. E sul ruolo dell'Euro e di un debito sovrano europeo nella stabilizzazione del sistema finanziario globale.
I nodi delle reti. Infrastrutture, mercato e interesse pubblico
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2010
pagine: 455
La qualità delle reti infrastrutturali (acquedotti, gasdotti, elettrodotti, strade, ferrovie, porti, aeroporti, reti di telecomunicazione) e dei servizi di pubblica utilità è cruciale per la crescita del paese: per la competitività delle imprese, per il loro accesso ai mercati, per gli scambi commerciali. Lo è anche per la qualità della vita e per la coesione sociale, per l'incolumità delle persone, per l'indipendenza, la sicurezza e l'integrità nazionali; dalla qualità delle infrastrutture e dei servizi dipende la mobilità delle persone, l'accesso a beni essenziali (acqua, energia elettrica, gas), le relazioni interpersonali (telefono, poste), la diffusione delle conoscenze (Internet), il monitoraggio dei rischi ambientali e sociali, l'efficacia degli interventi di protezione civile, di controllo del territorio, di contrasto alla criminalità, di pronto soccorso medico. Sul versante dei servizi, si sono succeduti in Italia molti interventi di riforma, liberalizzazione, riorganizzazione, sia pur con alterni risultati. Sulle infrastrutture, le carenze e i ritardi restano - con poche eccezioni - molto rilevanti. Sul tema, Astrid ha riunito un centinaio di esperti, provenienti tanto dall'accademia e dalle istituzioni di ricerca, quanto dalle principali realtà imprenditoriali: il confronto e la riflessione comune sono durati quasi tre anni. Questo volume ne raccoglie i risultati: un'analisi rigorosa dei problemi, e un "pacchetto" di proposte, di rimedi, di ricette, alcune molto innovative.
Governare l'economia globale. Nella crisi e oltre la crisi
ASTRID
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2009
pagine: 335
Da dove nasce la crisi economico-finanziaria che attraversa il mondo? Quali ne sono state le cause scatenanti? Come uscire dalla crisi? E come evitare in futuro l'innescarsi di nuove crisi? Come devono cambiare le istituzioni internazionali, l'Unione Europea, le regole della finanza e del commercio mondiale? E quali effetti ne deriveranno per l'ambiente, la sicurezza alimentare ed energetica, la cooperazione internazionale, gli standard sociali e del lavoro? Per riflettere su questi problemi, e cercare una risposta, Astrid ha riunito alcuni dei maggiori esperti italiani (economisti, giuristi, studiosi di relazioni internazionali), in un lungo appassionato confronto, coordinato da Giuliano Amato, e cominciato già nella primavera del 2008, quando della crisi si intuivano solo i primi sintomi. Si è registrata una variegata pluralità di letture sulle cause della crisi che solo in parte ha trovato composizione in una lettura unitaria. Ma il confronto collegiale ha fatto anche emergere alcune prime indicazioni comuni sui possibili rimedi, in termini di politiche economiche, di regole, di politiche pubbliche, di governance nazionale, globale e, per quanto ci riguarda, anche europea. Riforme difficili, medicine amare.
Dove lo Stato non arriva. Pubblica amministrazione e terzo settore
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2008
pagine: 392
È sempre più difficile conciliare l'alto livello di protezione sociale, di tutela dei diritti, di qualità della vita, che è proprio dei Paesi europei, con le esigenze della competizione globale, la domanda di nuovi diritti e di nuove sicurezze, la segmentazione della società e la diversificazione dei bisogni e delle domande sociali che caratterizza l'inizio di questo secolo. Lo Stato non ce la fa; non ce la può fare senza un ampio ricorso alla mobilitazione delle risorse della società civile, del territorio, delle comunità intermedie, della partnership con il privato e con il no profìt. Sono cresciuti così, in Italia e altrove, lo spazio e il ruolo del terzo settore. E si è riscoperta la sussidiarietà, un'idea più moderna e più articolata del ruolo delle amministrazioni pubbliche, del rapporto tra Stato e società civile, tra politica ed economia, tra amministrazione pubblica e cittadini. Tra Stato e terzo settore però deve dispiegarsi un rapporto positivo, nel rispetto del ruolo e dell'autonomia di ciascuno: una fitta trama di rapporti di interazione, dialogo e reciproca integrazione, in parte già in essere e in parte no, connette il terzo settore alle pubbliche amministrazioni. La ricerca di Astrid ne traccia un quadro compiuto, avanzando proposte innovative, per consentire al terzo settore di sviluppare le sue potenzialità.
Gli indicatori di competività dell'economia italiana nel quadro del processo di Lisbona
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2008
pagine: 135
L'Italia perde posizioni nel mondo, l'Italia è all'ottantesimo posto dopo il Botswana. Ogni volta che i giornali pubblicano i risultati delle indagini delle varie organizzazioni internazionali che mettono a confronto le economie dei vari Paesi, si mescolano reazioni diverse: di critica polemica o costruttiva verso l'operato delle istituzioni, di protesta o di scoraggiamento, di perplessità e dubbio. Dei confronti internazionali non possiamo fare a meno. Senza confronti non potremmo verificare la qualità del servizio ferroviario in rapporto alle tariffe, né valutare correttamente il nostro sistema scolastico, né capire se i nostri ospedali sono migliori o peggiori di quelli europei. Ma occorre che i confronti siano condotti con metodologie rigorose, sulla base di dati oggettivi e di indicatori affidabili, senza pregiudizi ideologici e culturali. Alcuni lo sono, altri no.
Gli sportelli unici per le attività produttive: fallimento o rilancio?
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2007
pagine: 187
Lo sportello unico per le attività produttive ha rappresentato (insieme con l'autocertificazione e con il fede-ralismo amministrativo) una delle innovazioni emblematiche della nuova amministrazione pubblica italiana, investita dal ciclone modernizzatore delle riforme degli anni novanta. Un'amministrazione più vicina ai cittadini e alle imprese, più attenta alle loro esigenze, impegnata a ridurre l'eccesso di carichi regolativi e oneri burocratici. Lo sportello unico coniuga alcuni elementi-chiave del percorso di riforma: la semplificazione dei procedimenti, la riduzione e concentrazione delle sedi e delle responsabilità decisionali, la unificazione verso il basso delle competenze, l'ampliamento dello spazio dell'autocertificazione, l'uso delle tecnologie informatiche. Concentrando in capo a un'unica istituzione (il Comune) tutte le competenze decisionali (autorizzative) per gli impianti produttivi, unificando quarantatre autorizzazioni in una sola, imponendo la informatizzazione dell'intero procedimento, avrebbe dovuto ridurre drasticamente tempi e costi per le imprese interessate a realizzare, ampliare, ristrutturare impianti produttivi. Ma i risultati sono stati, per lo più, inferiori alle attese. E gli sportelli ben funzionanti sono ancora pochi e mal distribuiti.
Per un nuovo ordinamento giudiziario
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2006
pagine: 212
Con l'approvazione dei decreti delegati previsti dalla legge 150/2005 la riforma dell'ordinamento giudiziario voluta dal governo Berlusconi è di fatto compiuta. Essa ha suscitato critiche radicali e diffuse: molti vi hanno visto un ritorno a una concezione burocratico-gerarchica della magistratura e il rischio di una sua subordinazione al potere esecutivo. Sperando che le elezioni dell'aprile 2006 potessero aprire nuove prospettive, ASTRID ha incaricato un gruppo di esperti di studiare gli interventi legislativi necessari a evitare gli effetti derivanti dalla attuazione dei decreti legislativi già emanati, e di definire le linee generali di un nuovo ordinamento giudiziario pienamente conforme al dettato costituzionale. Non basta infatti eliminare la recente riforma, o le sue disposizioni più pericolose, e tornare all'ordinamento previgente. Occorre prevedere nuovi e più incisivi metodi di controllo della professionalità e della produttività dei magistrati, che tuttavia ne salvaguardino pienamente l'indipendenza.
Il sistema radiotelevisivo. Dieci proposte di riforma
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2006
pagine: 83
Il sistema radiotelevisivo italiano è caratterizzato da un livello di concentrazione oligopolistica del tutto anomalo nel panorama delle democrazie contemporanee. Questa anomalia è, in buona parte, conseguenza di leggi inadeguate, già obsolete nel momento della loro prima applicazione. Il gruppo di Astrid coordinato da Enzo Cheli e Paola Manacorda ha cercato invece di guardare al futuro. Ai grandi cambiamenti che l'evoluzione delle tecnologie provocherà negli anni avvenire. Il mondo della comunicazione radiotelevisiva sta infatti subendo una evoluzione profonda. Attraverso l'innovazione digitale e la convergenza delle reti, esso offre opportunità nuove per cambiare un sistema bloccato da troppi anni. Se ben governate, specialmente durante la fase di transizione verso le nuove tecnologie, queste innovazioni consentiranno di immettere nel sistema robuste dosi di concorrenza e di pluralismo, e di ricondurlo nell'ambito europeo, dal quale si è allontanato negli ultimi quindici anni. Organizzato intorno a dieci proposte fondamentali, questo paper suggerisce innovazioni radicali in tema di separazione tra reti e contenuti, di ridistribuzione delle risorse tecniche (frequenze) ed economiche (pubblicità), di garanzia dei diritti dell'utenza e del pluralismo dell'informazione.
L'Europa legittima. Principi e processi di legittimazione nella costruzione europea
Nicola Verola
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2006
pagine: 309
Dopo anni di euro-ottimismo, il barometro della politica comunitaria segna burrasca. Sintomo o causa che sia, il "no" di Francia e Olanda alla Costituzione europea ha scoperchiato un malessere latente: l'Unione sembra aver perso smalto e capacità di attrazione, mentre le sue istituzioni arrancano sotto il peso dell'ultimo allargamento. Mai come oggi si sente il bisogno di riflettere sulle sue basi di legittimità. Sulle ragioni dello "stare assieme" degli europei e sulle finalità politiche del processo di integrazione. Da questa constatazione la ricerca di Verola prende spunto per una rilettura innovativa della costruzione europea. Accantonata la tradizionale contrapposizione fra istanze sopranazionali e istanze intergovernative, e messo fra parentesi il tema della "natura ultima" della UE, Verola interpreta la costruzione dell'Unione come il frutto di una perenne tensione fra tre principi di legittimazione alternativi: la legittimità processuale o negoziale, la legittimità funzionale o tecnocratica e la legittimità democratica. Dal continuo contrappunto fra osservazione ravvicinata delle dinamiche comunitarie e riflessione teorica, ne emerge un quadro complesso ma indubbiamente affascinante.