Nottetempo: Saggi. Figure
Filosofia del buddhismo zen
Byung-Chul Han
Libro: Copertina morbida
editore: Nottetempo
anno edizione: 2022
pagine: 160
Lo zen è la scuola buddhista più refrattaria a ogni pensiero concettuale, la più scettica nei confronti del linguaggio e della sua capacità di trasmettere quella viva verità che lo zen chiama a realizzare nel modo più diretto. La sfida di questo saggio di Byung-Chul Han consiste nel dispiegare filosoficamente il nucleo concettuale presente nel buddhismo zen in forma latente, poetica e sconcertante. Operazione non facile ma feconda, perché permette al nostro pensiero di aprire nuovi orizzonti di senso, di esperienza e di espressione. Il libro è impostato a tal fine in senso comparatistico: le grandi voci del pensiero europeo-occidentale, da Platone a Hegel e Heidegger, vengono messe a confronto con le intuizioni fondamentali del buddhismo zen. Piuttosto che cercare punti di contatto e di somiglianza, come talvolta è stato fatto, l'autore mira a far risaltare l'irriducibile originalità del buddhismo zen rispetto alle nostre familiari abitudini di pensiero. Al centro vi si staglia naturalmente l'intuizione del vuoto. La negazione radicale che esso opera di ogni idea di sostanza e soggetto apre la realtà a un'insospettabile fluidità, e chiama l'uomo a un contegno di gentilezza amichevole nei confronti di ogni vivente.
Controllare e proteggere. Il ritorno dello Stato
Paolo Gerbaudo
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2022
pagine: 272
Dopo decenni di dominio del neoliberismo e del suo culto del libero mercato, la politica contemporanea è marcata dal ritorno prepotente dello Stato interventista. I piani per la transizione verde, i sussidi per tamponare il crescente malessere sociale, le misure anti-contagio viste durante la pandemia, il ritorno del protezionismo commerciale e la richiesta della destra di chiudere le frontiere agli immigrati sono tutti tentativi di rispondere, in forme diverse, alla pressante domanda di sicurezza. Controllare e proteggere sono i due imperativi che segnano questa fase “neostatalista”. “Controllare”, perché viviamo in un mondo che appare fuori controllo, dove si è rotta la cinghia di trasmissione tra il popolo e i suoi rappresentanti; “proteggere”, perché sono molteplici le ragioni per avere paura e sentirsi vulnerabili. In questo libro basato su un’analisi approfondita del discorso politico in Europa e negli Stati Uniti, Paolo Gerbaudo illustra gli elementi fondanti di questo nuovo paradigma e il modo in cui ridefinisce il campo di battaglia politico; mostra infine come solo investendo in un progetto che unisca protezione sociale e ambientale e reale democratizzazione dello Stato la sinistra potrà evitare la deriva verso un futuro autoritario.
La vita intensa. Un'ossessione moderna
Tristan Garcia
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2022
pagine: 224
Nel Settecento fa la sua comparsa nel mondo un nuovo fluido che affascina, intriga e stupisce: l’elettricità. Presto l’intensità, parametro attraverso cui viene misurata la potenza della corrente elettrica, comincia a scavalcare i confini della scienza rigorosa fino ad assumere una valenza simbolica fortissima e a informare di sé ogni aspetto della vita e della cultura dell’uomo occidentale. Nel corso di pochi secoli l’intensità diviene un ideale etico e morale per l’uomo e un concetto dotto della filosofia: la riconosciamo nella volontà di potenza di Nietzsche e nel vitalismo di Deleuze, nell’eccitazione nervosa dei libertini ma anche nell’adrenalina del desiderio incessante, nell’idea di progresso e nell’ideologia contemporanea della performance, persino nel crescente successo degli sport estremi. Oggigiorno l’intensità è un potere che organizza il mondo. “Dalla nascita alla morte”, nota Garcia, “oscilliamo seguendo le variazioni di questa scossa tanto attesa e tanto temuta, che tentiamo di riprodurre quando ci manca, e di cui ognuno valuta a modo suo l’ampiezza e la frequenza”. Sedotto da questo ideale, tuttavia, l’uomo contemporaneo rischia di ritrovarsi in una trappola che può produrre proprio il contrario di quanto la vita intensa sembra promettergli: il pericolo, come avvertono molti critici della contemporaneità, è che l’individuo non regga il livello d’intensità che da lui ci si aspetta e dunque crolli. Contro questa minaccia, ma allo stesso tempo senza rinunciare alla portata vitalista dell’intensità, il romanziere e filosofo Tristan Garcia chiama in causa il concetto di “resistenza” per tornare, finalmente, a una vita elettrica.
Contro l'interpretazione e altri saggi
Susan Sontag
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2022
pagine: 420
Un limpido talento critico, una capacità fuori dal comune di orientarsi nell’universo contemporaneo di segni e linguaggi plurali: con sguardo allenato da continue combinazioni tra passioni profonde e interessi eclettici, Susan Sontag traccia un’originalissima, radicale rotta attraverso la teoria, la letteratura, il cinema, il teatro e le arti degli anni sessanta del ’900. Prima dell’“età del nichilismo”, Sontag scrive gli articoli riuniti nel 1966 in Contro l’interpretazione, il suo libro d’esordio come saggista: “un atto di liberazione intellettuale” che la fa in breve diventare una figura di riferimento dello scenario contemporaneo, delle sue rivelazioni, trasgressioni, sperimentazioni, illusioni, della sua opposizione alle gerarchie (alto/basso) e alle polarità (forma/contenuto, intelletto/sentimento). Che scriva dello “stile” come centro di gravità dell’espressione artistica o disegni una mappa dettagliata e ormai classica delle forme della sensibilità “Camp”, che parli degli happening in cui l’azione evade dai teatri o si sposti dal diario di Pavese ai Taccuini di Camus, dalla libertà di Genet alla coscienza disgustata di Sartre, il filo delle parole di Susan Sontag non perde il suo obiettivo: evitare che il vaso di Pandora dell’interpretazione-superfetazione si rovesci sull’esperienza dell’opera d’arte, deformandola e saturandola di “significati” a proprio uso e consumo.
Tutto era cenere. Sull'uccidere seriale
Simone Sauza
Libro: Copertina morbida
editore: Nottetempo
anno edizione: 2022
pagine: 240
La figura del serial killer costituisce la lente attraverso cui Simone Sauza legge alcuni fondamentali nodi filosofici e culturali, dalla rappresentazione della violenza agli aspetti più oscuri della sessualità. La domanda centrale che l'autore si pone, avventurandosi nella mente e nella storia dei personaggi più celebri della cronaca nera globale, riguarda ciò che un omicida seriale vede "quando guarda il mondo che abbiamo in comune": è in questo senso che, come sottolinea Luciano Funetta nella prefazione, si potrebbe sostenere che "tutto ciò che Sauza scrive sia il tentativo di restituzione di uno sguardo impossibile. Che il soggetto titolare dello sguardo sia, in questo caso, l'omicida seriale ha forse un'importanza relativa, perché l'opera di indagine che viene portata avanti in Tutto era cenere ha un intento più vasto". L'esperienza del serial killer costituisce un caso limite dell'esperienza umana, dunque proprio per questo, al di là delle interpretazioni strettamente criminologiche, l'atto seriale di uccidere rivela l'intima fragilità di concetti come io, interiorità, mondo. In questo libro che oscilla tra saggio e autofiction, le parole di filosofi e scrittori, oltre all'analisi di film e fenomeni web, accompagnano il lettore in un percorso narrativo e fenomenologico che si articola tra trauma, influenza dei media, desiderio e soprattutto sguardo. Perché, scrive Sauza, il serial killer "abita lo stesso pezzo di realtà di ogni individuo, ma lo attraversa con uno sguardo che viene da un altrove", restituendoci così una lettura altra di ciò che abbiamo sotto gli occhi. Prefazione Luciano Funetta.
Il terzo inconscio. La psicosfera nell'era virale
Franco «Bifo» Berardi
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2022
pagine: 360
L’inconscio non conosce il tempo e la storia, ma la sua forma e il suo ruolo nella vita delle persone e nella società dipendono dalla “psicosfera”, che in ogni epoca ha una sua distinta specificità. All’inizio del Novecento, Freud individuò nell’inconscio “l’intima terra straniera”, il lato oscuro della struttura ben ordinata di progresso e razionalità. Negli anni ’70 Deleuze e Guattari allargarono l’orizzonte e descrissero l’inconscio come un laboratorio, una forza desiderante che produce incessantemente immaginazione. Oggi siamo entrati in una terza era, “la terra straniera non è più intima, ma orribilmente pubblica”: l’inconscio, nota Bifo, è stato “esternalizzato e trascinato dal turbine rizomatico dell’esperienza della rete digitale, fino al punto dell’esplosione psicotica”. Parallelamente, l’irruzione del virus nel panorama globale e l’esaurimento delle risorse psichiche e fisiche dovuto all’invecchiamento impongono all’inconscio individuale e collettivo di fare i conti con la prospettiva radicale dell’estinzione umana. In questa impetuosa e generosa esplorazione delle contraddizioni del presente Franco Bifo Berardi indaga la terza fase della psicosfera e individua le sfide che con urgenza estrema si pongono alle nostre possibilità di azione e alla nostra immaginazione.
Cos'è lo stato di eccezione
Mariano Croce, Andrea Salvatore
Libro: Copertina morbida
editore: Nottetempo
anno edizione: 2022
pagine: 228
Dagli attacchi terroristici dell'11 settembre al Covid-19, crisi di enorme portata hanno spinto i governi degli Stati liberal-democratici a impiegare misure d'emergenza che hanno comportato una forte restrizione dei diritti e delle libertà fondamentali. L'ipotesi avanzata da più parti è che si tratti di un processo degenerativo: l'ininterrotta serie di emergenze sta determinando uno stato di eccezione permanente, che rischia di trasformare le democrazie costituzionali in regimi illiberali con l'inconsapevole connivenza dei cittadini. Dietro tale ipotesi incombe l'ombra inquietante di Carl Schmitt, secondo cui l'essenza del potere politico risiede nell'uso spregiudicato delle misure emergenziali. Questo libro, unendo analisi storica e interpretazione filosofica, rigetta tale ipotesi e mostra come non sia di alcun aiuto per individuare risposte adeguate alle grandi sfide che minacciano oggi la tenuta democratica degli Stati liberali.
Sano intrattenimento. Una decostruzione della passione al cuore dell’Occidente
Byung-Chul Han
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2021
pagine: 176
Onnipresente e totalizzante, nell’epoca odierna l’intrattenimento incorpora sempre più porzioni di realtà. Neologismi come infotainment, edutainment, cognitainment testimoniano la sua presenza ormai capillare in ogni ambito della società e in ogni istante della nostra vita. Elevato a paradigma del reale, l’intrattenimento è oggi un presupposto imprescindibile nell’esperienza che il soggetto fa del e nel mondo: “Per essere, per appartenere al mondo”, nota Byung-Chul Han, “è necessario intrattenere. Solo ciò che intrattiene è reale o vero”. Tuttavia, nella storia del pensiero occidentale, dove è profondamente radicata l’idea dell’inconciliabilità di divino e secolare, l’intrattenimento ha avuto un’accezione quasi sempre negativa. Questo saggio prende le mosse dallo scandalo seguito alla prima esecuzione (il Venerdì Santo del 1727) della Passione secondo Matteo di Bach, considerata all’epoca “troppo teatrale, troppo operistica” per un contesto sacro, e analizza momenti e figure che in Occidente hanno segnato lo sviluppo delle idee e delle arti. Attraverso un costante raffronto e richiamo alla visione estremo-orientale, Han elabora una metateoria dell’intrattenimento che smonta criticamente la dicotomia piacere/passione. In fondo, il puro nonsenso del divertimento e il puro senso della passione – così come la pura melodia e la pura parola, lo spirito e i sensi, l’immanente e il trascendente – non sono irrimediabilmente distanti tra loro. Da sempre demonizzato, l’intrattenimento può dunque diventare riappropriazione di libertà e costruzione di una “nuova esperienza del mondo e del tempo".
La politica della rabbia. Per una balistica filosofica
Franco Palazzi
Libro: Copertina morbida
editore: Nottetempo
anno edizione: 2021
pagine: 300
Oggi si tende a criticare la rabbia dal basso in quanto intrinsecamente impolitica e irrazionale, ma allo stesso tempo essa viene sempre più spesso invocata dall'alto e rivolta contro le persone più deboli. Questo libro, al contrario, la indaga da una prospettiva politicamente radicale ed egualitaria: la rabbia delle oppresse e degli oppressi. Con la sua balistica filosofica e attraverso un serrato confronto con figure e movimenti particolarmente significativi - da Diogene il cinico a Valerie Solanas, da Audre Lorde a Michel Foucault, da Malcolm X a Non Una di Meno -, Franco Palazzi mostra la funzione costruttiva che la rabbia può assumere nella lotta contro le ingiustizie e le discriminazioni. Perché la rabbia, come scrive Palazzi, "è la dinamo che avvia il motore dell'utopia, la fiamma che produce una prima zona franca nell'oscurità dell'ideologia - è il no di chi non si presta".
Amor di gloria
Maria Pace Ottieri
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2021
pagine: 144
“Non so che cosa intendiate per gloria,” dice Alice a Humpty Dumpty, che le sorride con aria di superiorità e risponde: “Certo che non lo sai, finché non te lo dico. Volevo dire, questo è un bellissimo e irrefutabile argomento”. Delle spiegazioni di Humpty Dumpty non ci si può fidare, si sa, e tuttavia Alice non è la sola a stupirsi di fronte a questa parola. Cos’è davvero la gloria? Come è stata pensata lungo i secoli? E ha ancora uno spazio nel mondo di oggi, dove appare un concetto ormai lontano, legato perlopiù al passato? “La gloria ha a che fare con il sogno, la grandiosità, la dismisura”, scrive Maria Pace Ottieri, che con “Amor di gloria” ci guida in un percorso appassionante tra autori, testi, personaggi e aneddoti, indagando con acume, levità e grazia una parola sorprendente. Un’inchiesta letteraria tra storia, cultura e attualità per scoprire cos’è, cosa può essere oggi, la vera gloria.
Davanti al dolore degli altri
Susan Sontag
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2021
pagine: 160
Le sofferenze della guerra e l'orrore della morte si stampano nella mente attraverso immagini che lasciano un'impronta ostinata: dai cadaveri dei soldati della Guerra Civile Americana fotografati da Alexander Gardner alla celeberrima Morte di un miliziano repubblicano di Robert Capa, dalla bandiera usa a Iwo Jima ai bambini vietnamiti bruciati dal napalm, dalle foto dei lager nazisti nel gennaio del '45 a quelle del campo di Omarska in Bosnia, per arrivare fino alle rovine di Ground Zero. Susan Sontag parla, a questo proposito, dello “shock” della rappresentazione fotografica, che ci mette in modo autoritario e immediato davanti al dolore degli altri. Esaminando la cavalcata di questo shock nel corso del tempo, l'autrice arriva a un nodo cruciale della nostra contemporaneità: malgrado la complessità e l'instabilità dei concetti di realtà/riproduzione, memoria/oblio pubblico, visibilità/invisibilità, il “valore etico” delle immagini di sofferenza che ci investono – a volte fino all'ipersaturazione – rimane intatto. E rimangono le domande che percorrono stringenti le pagine di questo libro: cosa succede davanti alla rappresentazione del dolore degli altri? È possibile una “riproduzione” del dolore? Come si può fotografarlo o filmarlo senza sottrargli verità o produrre effetti di voyeurismo? E, più alla radice, chi è l'altro, quell'emblema perturbante che ci interpella dalla sua riproduzione? Ecco perché questo libro, pubblicato nel 2003, è ancora ricco di spinta e incisività, oltre a restare un irriducibile atto d'accusa contro la violenza: “nessuno può pensare e al tempo stesso colpire un altro essere vivente”.
Il dio che danza. Viaggi, trance, trasformazioni
Paolo Pecere
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2021
pagine: 340
"Il dio che danza" racconta i viaggi dell'autore sulle tracce di un fenomeno antichissimo e universale: la trance da possessione indotta dalla danza e dalla musica. Nell'antica Grecia veniva praticata in nome di Dioniso, il “dio folle” di Omero. Ma Dioniso era anche “dispensatore di gioia”: il dio “che scioglie”, “che libera”, lasciando che la vita rompa i margini fragili dell'io e delle norme sociali. Il cammino di Paolo Pecere inizia dal tarantismo in Puglia, sulle orme di Ernesto de Martino, e, seguendo collegamenti storici e mitologici, prosegue in India Meridionale, dove nel theyyam gli dei entrano nel corpo dei danzatori, appartenenti alle caste più basse. Approda poi in Pakistan, dove il pensiero scivaita teorizzava che “il sé è un danzatore” e i sufi vanno in estasi ruotando al ritmo della musica; in Africa, dove è possibile osservare le possessioni dello zâr e del vodu; infine in Brasile, dove il vodu, arrivato con la tratta degli schiavi, si affianca alle culture e ai culti indigeni, tra cui lo sciamanismo amazzonico. Nell'ultima tappa, New York, riemerge la questione che attraversa e guida tutto il percorso: che cosa resta di questo tipo di pratiche nel mondo odierno? Le antiche forme assumono oggi nuove funzioni: nel subcontinente indiano le danze estatiche veicolano tensioni religiose e sociali, in Africa e Brasile sostengono l'identità culturale di chi è stato colonizzato, negli Stati Uniti si accompagnano allo sviluppo della cultura lgtbq. Lo sciamanismo dell'Amazzonia, infine, diventa principio di resistenza contro la distruzione capitalistica della grande foresta.