Morcelliana: Novecento teologico
Teologia e letteratura. Supplementi
Marco Ballarini
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2015
pagine: 224
"La rivelazione di Dio è attestata in un libro, la Bibbia, che è anche letteratura: in essa si possono trovare molteplici generi letterari, che rispecchiano il modo abituale di comunicare. Nel corso del tempo questa 'biblioteca' è diventata la fonte di ogni comprensione del mistero di Dio nella sua manifestazione agli umani. Dalla letteratura biblica sono sorte nuove forme letterarie per dire il medesimo mistero. Anzitutto la teologia nelle sue diverse articolazioni, che si è modellata in forma ora poetica, ora narrativa, ora argomentativa. Se nella tradizione scolastica si è prestata attenzione soprattutto a quest'ultima modalità, non sono mancati teologi che hanno richiamato la necessità di dare spazio alla poesia e alla narrazione. Il libro di Ballarmi dà conto dei tentativi di dire l'evento della rivelazione secondo i molteplici registri dell'espressione umana. Infatti, rinchiudere il Mistero nella sola argomentazione sarebbe ridurlo alla misura della ragione privandolo della ricchezza del sentimento". (Giacomo Canobbio)
Yves Congar
Luca Merlo
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2014
pagine: 144
"Non ci può essere riforma della Chiesa senza un ritorno alle sue origini e alla storia dei loro effetti: si potrebbe sintetizzare così la passione ecclesiale di Yves Congar, divenuta passione teologica. Nella visione del domenicano che ha contribuito alla "svolta" del Concilio Vaticano II, la Tradizione - coincidente con la vita della Chiesa - porta in sé l'energia che permette di trovare nuove vie per annunciare il Vangelo e per ricostruire l'unità infranta. La sua insonne ricerca l'ha reso un protagonista del movimento ecumenico e un promotore del rinnovamento della Chiesa: scavando nei meandri delle testimonianze del passato, ha mostrato come partendo da esse si possa uscire dalle incrostazioni in cui una teologia priva di spessore storico aveva rinchiuso riflessione e vita ecclesiali. Inascoltato e contrastato prima, riconosciuto e acclamato poi, resta voce profetica che valica il secolo XX e indica come la teologia debba essere a servizio della vita cristiana nel mutare del tempo." (Giacomo Canobbio)
Oscar Cullmann
Aldo Moda
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2013
pagine: 272
"La storia è radicalmente segnata dall'evento Gesù Cristo. Da questo assunto, giustificato con numerose ricerche sul cristianesimo primitivo, si è sviluppato tutto il percorso esegetico-teologico dell'alsaziano Oscar Cullmann, uno dei più apprezzati studiosi del Nuovo Testamento anche in ambito cattolico, al punto di essere chiamato come osservatore al Concilio Vaticano II. A fronte delle tendenze di matrice bultmanniana e barthiana che rischiavano di dimenticare la dimensione storica della salvezza, egli con tenacia e acribia filologica ha sempre difeso l'agire storico di Dio, che fissa un punto di svolta e orienta al futuro escatologico temporalmente inteso. La fedeltà agli scritti del Nuovo Testamento determina anche il suo impegno ecumenico e la sua visione dell'unità delle diverse tradizioni cristiane, nessuna delle quali deve essere annullata, essendo suscitate dallo Spirito". (Giacomo Canobbio)
Ignacio Ellacurìa
Gabriele Fadini
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2012
pagine: 120
"L'impegno per la teologia si tramuta in impegno, fino al martirio, per la liberazione dei redenti da Cristo. L'itinerario teorico-spirituale del gesuita spagnolo Ignacio Ellacuría (1930-1989) potrebbe essere riassunto in questa affermazione. Formatosi alla scuola di Karl Rahner e del filosofo Xavier Zubiri, del quale divenne non solo discepolo ma pure editore, non poteva non mettere la storia al centro della sua riflessione; e non la storia in generale, bensì quella vissuta dal popolo crocifisso di El Salvador, nella quale cercò di riscoprire il senso dei concetti teologici. Di qui il suo impegno "politico" soprattutto come rettore dell'Università Cattolica di El Salvador: far maturare intellettuali capaci di portare il Paese alla liberazione, che è già esperienza storica della redenzione. Un orientamento che non poteva non condurlo, come già Mons. Oscar Romero del quale fu amico, a diventare martire: la morte violenta lo raggiunge il 16 novembre 1989, suggello della dedizione al popolo crocifisso." (Giacomo Canobbio)
Teologia e biologia
Gabriele Scalmana
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2010
pagine: 256
Cosa si può dire sulla vita? Sono varie le forme di sapere che si esercitano per rispondere a questa domanda. L'interesse dominante riguarda l'origine e la fine della vita. Su questo terreno si confrontano, e a volte si scontrano, soprattutto la teologia e la biologia. Questo testo raccoglie la sfida sul versante propriamente teo-logico: come la biologia può aiutare il credente contemporaneo a pensare e a parlare credibilmente di Dio? E, d'altro canto, come la rivelazione cristiana può illuminare la comprensione del multiforme fenomeno vita? È interessante notare, ad esempio, che l'evoluzionismo, pur oggetto di aspre polemiche da parte di vescovi e teologi fin quasi alla metà del secolo scorso, sia diventato in seguito un paradigma condiviso, entro cui leggere non solo il fenomeno vita, ma anche reinterpretare il tema della creazione. Il confronto tra biologia e teologia si presenta perciò come un caso paradigmatico del rapporto tra sapere scientifico e sapere della fede. L'esito del confronto, nel breve periodo, pare consistere in una "nuova alleanza" tra teologia e biologia affinché l'approfondita consapevolezza della fede cristiana e dei fenomeni vitali contribuisca a favorire una maggiore felicità, per il presente e per il futuro, per ogni vivente sulla terra e (forse) nell'universo. (Giacomo Canobbio)
Jean Danielou
Gianluigi Pasquale
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2011
pagine: 160
Rinnovare la teologia attingendo alle fonti patristiche. Potrebbe essere questa l'istanza perseguita con determinazione da Jean Daniélou (1905-1974), uno dei padri della famosa collana Sources chrétiennes attraverso la quale la teologia della seconda metà del secolo XX si è nutrita lasciandosi educare dai grandi pensatori del passato. Da essi si imparava sia la presenza al tempo sia un rapporto non estrinseco tra storia generale e storia della salvezza. Tale rapporto comportava di mettere in evidenza un processo di graduale manifestazione di Dio fino al compimento realizzatosi in Cristo e nel cristianesimo, in relazione ai quali le culture e le religioni risultano "superate", portate a un piano superiore. In questa luce la storia e le culture umane vengono ricomprese come preparazione da portare a compiutezza mediante la missione. L'incontro tra Vangelo e culture e/o religioni avviene pertanto senza conflitti, benché comporti una purificazione delle seconde mediante il primo, condizione indispensabile perché le medesime possano svelare il loro senso di limitata manifestazione di Dio. Una teologia missionaria, quella del gesuita francese, capace ancora oggi di indicare la via per un dialogo fecondo tra cultura e cristianesimo. (Giacomo Canobbio)
Louis Bouyer
Davide Zordan
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2009
pagine: 216
Teologia e biografia si richiamano fino quasi a sovrapporsi. Se l'asserto vale in generale, vale in forma singolare per l'oratoriano Louis Bouyer (1913-2004): l'originalità del suo pensiero corrisponde all'originalità fino all'isolamento - della sua persona. Convertito dal protestantesimo, si impone al mondo teologico con l'opera Le Mystère pascal che costringe a rimettere al centro della riflessione il mistero dal quale tutti gli aspetti del cristianesimo dipendono. Alla scuola di J.H. Newman e di S. Bulgakov, il teologo francese avvia un percorso di illustrazione del mistero cristiano lontano dalle secche delle trattazioni neoscolastiche, per nutrirsi e nutrire i lettori con le saporose fonti patristiche, soprattutto orientali. Da esse attinge una figura di vita cristiana - denominata "umanesimo escatologico" e che trova la sua realizzazione compiuta nella vita monastica - poco incline al "compromesso" con la cultura dominante del suo tempo, sia essa ecclesiastica o civile. Nei confronti soprattutto della prima giungerà, nell'epoca successiva al Vaticano II, a denunciarne la deriva. Sua preoccupazione fondamentale è in ogni circostanza "'difendere" la novità del cristianesimo, condizione per mostrarne la funzione salvifica per un mondo che agli occhi del dotto contemplativo resta ancora sotto il dominio del maligno.(Giacomo Canobbio)
Emil Brunner
Gabriele Lunghini
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2009
pagine: 192
"Quanto più seriamente si prende in considerazione Dio, tanto più seriamente si prende in considerazione l'uomo". In questa lapidaria espressione si potrebbe sintetizzare l'itinerario teologico di Emil Brunner (1880-1966), il teologo riformato svizzero che ha segnato i passaggi cruciali della teologia protestante del '900. Dopo un avvio nel movimento della teologia dialettica, Brunner si lascia gradualmente pervadere dalla preoccupazione di parlare di Dio all'uomo contemporaneo. Si prefigge pertanto l'obiettivo "missionario" di attualizzare la rivelazione nel momento storico contingente, facendo interagire la parola di Dio con la realtà vissuta: la teologia, infatti, non può ignorare le domande dell'uomo contemporaneo. Da tale intento nasce la comprensione del duplice compito della teologia: quello apologetico (il nome scelto è eristica per richiamare la caratteristica dialogica di questa "nuova" apologetica) e quello dogmatico. Se il secondo si impegna a presentare la dottrina cristiana all'interno della comunità cristiana, il primo si occupa delle questioni di fede che si pongono al di fuori della medesima comunità e tende ad agganciare l'uomo offrendogli le risposte di senso che vengono dalla fede.(Giacomo Canobbio)
Johann Baptist Metz
Giacomo Coccolini
Libro
editore: Morcelliana
anno edizione: 2007
pagine: 224
Cresciuto alla scuola di Karl Rahner, del quale rielaborò anche alcune opere, di fronte alla insignificanza "politica" del cristianesimo, Johann Baptist Metz avverte la necessità di superare la teologia trascendentale del maestro per far valere la dimensione pratica della teologia. Diventa così il fondatore di una "nuova teologia politica", nella quale si consideri il mondo come luogo del mostrarsi di Dio e quindi come luogo nel quale la fede cristiana si presenti con la sua valenza politica. Ciò comporta che si esca dalla "religione borghese" e si dia vita a una Chiesa capace di attuarsi come comunità dell'esodo, cioè comunità critica grazie alla memoria sovversiva di Gesù che essa è chiamata a tenere desta, in particolare nei confronti delle vittime. Tra queste in particolare quelle prodotte dalla Shoà, l'evento che segna il secolo XX e impone la necessità di una nuova teodicea: non si può, infatti, non ascoltare l'interrogativo che sgorga da quella tragedia: "Come parlare di Dio dopo Auschwitz?". Teologia in processo quella di Metz, che si è precisata gradualmente, ma che è servita a far uscire la riflessione dalle questioni astratte, relative alle condizioni di possibilità dell'evento cristiano, per farla approdare alla domanda che sale dal male del mondo.(Giacomo Canobbio)
Teologia e fisica
Simone Morandini
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2007
pagine: 216
La divaricazione sorta nell'epoca moderna tra scienze empiriche e riflessione teologica ha preso avvio dalla fisica. Grazie al suo sviluppo si è posta la questione fondamentale relativa al metodo per conoscere la realtà. Il rapporto tra le due forme di sapere, armonico nell'antichità, è diventato conflittuale negli ultimi secoli, per tornare a una implausibile conciliazione - che rasenta lo sconfinamento in alcuni autori - nei decenni recenti. Il desiderio di reciproco "anatema", dovuto alla pretesa di poter dire l'ultima parola sulla verità dei fenomeni, non nasceva tuttavia né dalla capacità effettiva della fisica di conoscere tutto della realtà né dalla presunzione della teologia di sapere tutto per il fatto di essere "partecipazione alla scienza divina", bensì dalla mancata precisazione di cosa si dovesse intendere per scienza. Il dialogo tra le due discipline, ancora faticoso - lo si deve ammettere, soprattutto là dove non ci si lasci condurre da frettolosi intenti concordistici -, sta portando al reciproco riconoscimento di metodiche diverse, che essendo tuttavia orientate al medesimo oggetto permettono integrazioni senza confusioni.(Giacomo Canobbio)
Albert Schweitzer
Enrico Colombo
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2007
pagine: 152
Passato alla storia della teologia del secolo XX soprattutto per il "discorso funebre" che ebbe il coraggio di pronunciare sulla ricerca sulla vita di Gesù (Leben-Jesu-Forschung) praticata nel secolo precedente, Albert Schweitzer è figura singolare di testimone di quanto studiava: l'attenta lettura del messaggio di Gesù, da lui inteso come messaggio escatologico - in contrapposizione alla teologia liberale - e della mistica dell'apostolo Paolo, lo condusse, infatti, a praticare in forma radicale l'etica cristiana dedicando lunga parte della sua vita (dal 1913 al 1965, salvo gli anni di detenzione in Francia durante il primo conflitto mondiale) alla cura dei lebbrosi, presso l'ospedale da lui stesso fondato a Lambarené (Gabon). La sua fu un'esistenza protesa alla assimilazione alla volontà di Gesù, che comporta un "profondo rispetto per la vita". In lui mistica e studio si incontrano in mirabile sintesi, alimentandosi reciprocamente, a testimonianza che il "ritorno all'autentico Gesù" non si attua semplicemente con l'indagine storico-critica, peraltro da lui abbondantemente praticata, bensì unendo questa con l'assunzione della pratica vissuta dal medesimo Gesù in vista del Regno di Dio. (Giacomo Canobbio)