Il Saggiatore: La cultura
Psycho
Robert Bloch
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 240
Prima dell’urlo di Janet Leigh e del sorriso inquietante di Anthony Perkins, c’era un romanzo, oscuro e angosciante quanto un paio di occhi che ci spiano silenziosi tra i vapori di un bagno. Psycho di Robert Bloch è il libro da cui Alfred Hitchcock ha tratto uno dei film più disturbanti del Novecento e torna ora in una nuova edizione illustrata con fotogrammi, locandine e dietro le quinte. Mary Crane fugge sotto una pioggia battente stringendosi al volante dell’auto, con una busta piena di denaro: un gesto impulsivo, dettato dall’amore. Si perde per strada finché arriva a un motel solitario ai margini di una palude. Ad accoglierla è Norman Bates, un uomo gentile, riservato, evidentemente troppo legato a una madre che nessuno vede, ma che sembra essere ovunque. La notte scorre in silenzio, fino a quando dietro la tenda della doccia appare un coltello e l’acqua si mischia al sangue. Da quell’omicidio agghiacciante nascerà una nuova storia: la ricerca disperata da parte di una sorella e un’indagine sulle tracce di un killer perverso. Con poche indimenticabili scene, Robert Bloch ha costruito una nuova grammatica della paura: realistica, familiare, quotidiana. Il mito fondativo di un’intera tradizione dell’orrore contemporaneo, in cui il pericolo è nascosto proprio dove ci sentiamo più al sicuro: dentro le nostre case.
Taccuini
Sonny Rollins
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 200
Nella storia della musica jazz, come Sonny Rollins non c’è mai stato nessuno. Leggenda vivente, già presente sulla scena sul finire degli anni quaranta, quando il jazz si stava rinnovando nel bebop, e all’apice della carriera a neanche trent’anni con l’album Saxophone Colossus del 1957, Rollins con ferrea disciplina ha continuato per oltre cinquant’anni a rinnovarsi, sperimentare e «inventare» suoni mai sentiti prima, alternandoli a riflessioni teoriche ed esistenziali. Di tutta questa esistenza, di tutta questa musica, i Taccuini, finora inediti, trattengono il lavoro mentale che c’è stato dietro: le riflessioni, i dubbi, le impressioni, le poesie, le improvvisazioni. Compilati in modo discontinuo e apparentemente disordinato dal 1957 al 2010, i diari qui raccolti restituiscono invece un ritratto d’insieme di assoluta coerenza, in cui la pratica strumentale di Rollins viene più volte sviscerata e analizzata, con esempi che si affiancano a ragionamenti più ampi sulla teoria musicale. Lo stile di Rollins è immediato e sincero, talvolta oscuro, frutto di una mente vulcanica che si muove dalla cultura indù all’esoterismo, alla politica americana, dall’ecologismo all’anatomia umana. Il cuore pulsante però è sempre la musica, quella antica e quella dei suoi contemporanei, come Thelonious Monk o il «maestro» Miles Davis. I Taccuini di Sonny Rollins non sono solo un prezioso vademecum per musicisti, ma la chiave per chiunque voglia entrare nel laboratorio di un pioniere dell’arte del Novecento, una figura per certi versi ancora misteriosa e sfuggente dopo oltre 60 album pubblicati, che ha lasciato un segno indelebile nella storia del jazz e della musica tutta. Il testamento artistico, politico e umano di uno dei più grandi sassofonisti di sempre.
Gli dei della Grecia
Károly Kerényi
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 360
Che cosa abbiamo proiettato, nella notte dell’umanità, sui volti dei nostri dèi e dee celesti? Quanto delle nostre paure, quanto del nostro desiderio? Vertice della ricerca filologica e storica di Károly Kerényi sulla genesi e le forme della mitologia, Gli dèi della Grecia è un classico contemporaneo, qui riproposto in una nuova edizione illustrata da Elisa Talentino. Consapevole che il mito non è un semplice racconto del passato, ma il tentativo di dare forma all’enigma dell’esistenza, Károly Kerényi ci guida nella scoperta e nella rilettura delle vicende divine dell’antichità greca, dalle origini del cosmo alle complesse genealogie dell’Olimpo: dalla sanguinosa lotta di Zeus contro il padre Crono per detronizzarlo alla profezia che condannò Metide, la sapiente prima moglie del re degli dèi, madre di Atena; dagli innumerevoli amori della dea dell’amore Afrodite alle tante guerre del dio della guerra Ares, fino alle crudeli vendette dei gemelli «terribili» Apollo e Artemide; dalle poco note – ma con ruoli di primo piano – Leto, Asteria, Nemesi, Anfitrite, Mnemosine, ai remoti Dattili, Cabiri e Telchini, passando per i Titani senza nome che un giorno decisero di sfidare gli dèi. Raccontando di ognuno l’origine e i simbolismi ricorrenti nelle varie epoche, Kerényi riesce a trasportarli attraverso la memoria collettiva nel nostro presente, a renderli figure vive: archetipi ancora capaci di parlarci e interrogarci. Questo libro è un accesso alla dimora degli immortali. Un’opera che ci restituisce le divinità greche nella loro pienezza, non come meri oggetti di studio, ma come forze che illuminano il rapporto dell’uomo con il mondo e con se stesso, invitandoci a guardare ai miti per quello che sono davvero: parabole senza tempo, chiavi di conoscenza.
Gli eroi della Grecia
Károly Kerényi
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 520
Che cosa possiamo riconoscere di profondamente umano negli eroi del mito? Il coraggio, o forse la fragilità? L’ambizione, o invece la tracotanza? Vertice della ricerca filologica e storica di Károly Kerényi sulla genesi e le forme della mitologia, Gli eroi della Grecia è un classico contemporaneo, qui riproposto in una nuova edizione illustrata da Sarah Mazzetti. Convinto che gli eroi non siano soltanto individui capaci di imprese straordinarie o i protagonisti di antiche leggende, quanto piuttosto la rappresentazione delle più abissali passioni umane, Károly Kerényi ci invita in queste pagine a rileggere e riscoprire le storie dell’antichità greca: da Cadmo, Cecrope e Perseo, che ricorrendo a pietre, spade e denti di drago fondarono le più importanti città dell’Ellade, all’invincibile Eracle, che sconfisse ogni mostro del pianeta per poi morire a causa di un dono dell’amata Deianira; dall’errore dell’ansioso Orfeo che condannò Euridice alla morte eterna a quello del distratto Teseo che uccise Egeo, fino a quello dell’inconsapevole Edipo che maledisse per sempre la sua famiglia; dai campioni omerici Achille, Ettore e Odisseo ai meno noti Anfiarao, Eumolpo e Telefo, che osò sfidare l’esercito greco ben prima dei troiani. Non esiste un Olimpo per gli eroi, uomini e donne mortali come tutti noi eppure straordinari, vincolati alla finitudine terrena eppure in grado di raggiungere l’immortalità grazie alle loro azioni. Indagando di ognuno l’archetipo che si cela dietro al mito, tra imprese titaniche e passioni smisurate, questo libro ci invita a guardare a essi come a specchi deformanti, rivelatori dei nostri pregi e debolezze, della nostra forza e della nostra vulnerabilità.
Vita nova
Louise Glück
Libro
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 144
Al centro di Vita nova c’è una rinascita, una primavera dolceamara che sboccia dal terreno scuro del dolore e della perdita. La protagonista di questa raccolta è una donna che esce da un amore esaurito, che attraversa la rottura e la penosa spartizione degli oggetti posseduti dalla coppia, che si confronta con errori e traumi della gioventù e riflette sull’autenticità delle emozioni di un tempo. Persa tra i ricordi e il presente, naviga il tormento accanto a Didone, cammina con Euridice tra la luce e l’oscurità e osserva con Francesca quanto a lungo può ardere il fuoco di un amore eterno. Scopre così che le eroine del mito e della letteratura sono parte del suo – come del nostro – alfabeto interiore: veicoli di sentimenti impossibili da esprimere senza il loro ausilio. Intensa ma sempre asciutta e levigata, la poesia di Louise Glück fonde il mondo reale e quello simbolico per raccontare esperienze personali e al contempo universali. Queste pagine dipingono così, con pochi limpidi tratti, un quadro inesauribile della vita dopo la morte, che può essere «nuova» solo se affonda le radici in ciò che è stato.
Pixel. Una biografia
Alvy Ray Smith
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 688
Dietro alla storia di un cowboy giocattolo che fa amicizia con un astronauta di plastica, a un tramonto fotografato in vacanza per essere condiviso sui social e al videogioco con cui ammazziamo il tempo mentre aspettiamo il bus, c’è un’unica incredibile «molecola», capace di sintetizzare in sequenze di numeri l’immaginazione umana: il pixel. Alvy Ray Smith, cofondatore di Pixar e due volte premio Oscar, ce ne racconta l’evoluzione, dalle prime teorie informatiche alle animazioni digitali del futuro. Ripercorrere la storia del pixel significa ripercorrere la storia delle immagini per come le conosciamo oggi. Smith ci porta a osservare da vicino quel momento rivoluzionario in cui tutto ciò che rappresentava la nostra cultura visiva e il suo supporto – inchiostro, carta, pellicole, tempere, fotografie, film, televisione – si è trasformato in un oggetto immateriale composto di bit e pixel, mostrandoci come questo passaggio abbia mutato radicalmente il nostro modo di pensare, vedere e creare. Partendo dalla descrizione delle onde di Fourier, dal teorema di Kotel’nikov e dalle macchine di Turing – i tre pilastri da cui nasce il pixel – questa biografia ci conduce, tappa dopo tappa, attraverso i laboratori segreti dove si assemblavano i primi colossali «calcolatori» e gli studi dove si realizzavano cartoni animati a ritmo continuo, fino ad arrivare alla nascita di Pixar, DreamWorks, Blue Sky e al leggendario Toy Story, il primo film d'animazione interamente in computer grafica. Pixel è una straordinaria avventura di inventori visionari e intuizioni brillanti, aneddoti divertenti e dettagli tecnici sviscerati con perizia: di persone convinte che per rendere visibili e concrete le proprie fantasie e quelle degli altri bisognasse passare da qualcosa di così invisibile e incorporeo da assomigliare a un sogno.
Sotto un cielo di metallo. Un viaggio tra i minerali, l'avidità umana e le meraviglie del nostro pianeta
Philip Marsden
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 384
Sotto un cielo di metallo è la storia di come nei secoli i metalli ci abbiano plasmato mentre noi li plasmavamo, asservendoli ai nostri bisogni, venerandoli come divinità, sfruttandoli fino all’esaurimento: rendendoli la cosa più preziosa che potessimo desiderare. Tutto inizia quasi per caso, con il primo umano che scopre una pietruzza luccicante. Oro, argento, rame, nichel, platino, aerolite: è un attimo e, dal primo sguardo, emergono assieme allo stupore la meraviglia e la brama di possesso. Consapevole che ogni metallo ci attrae come per sortilegio, Philip Marsden tenta qui di sviscerare la natura unica del nostro legame con questi materiali. Il suo è un pellegrinaggio che dalle miniere di stagno della Cornovaglia che hanno alimentato la Rivoluzione industriale lo conduce nei Paesi Bassi, dove l’estrazione intensiva della torba ha rischiato di portare il paese sull’orlo della catastrofe; dalla Repubblica Ceca, dove ripercorre la tradizione alchemica che contagiò il paese, fino alla Svanezia, in Georgia, dove incontra i cercatori d’oro che ancora oggi battono le montagne. Un percorso che attraversa le epoche e i millenni, analizzando come su metalli sempre più scarsi abbiamo fondato il nostro sistema monetario, il commercio internazionale e tutte le tecnologie avanzate essenziali per mandare avanti il pianeta. Sotto un cielo di metallo è un’indagine personale e appassionata sulla natura umana. Un saggio ibrido, in parte memoir di viaggio, in parte storia culturale e in parte riflessione sul nostro rapporto con l’ambiente: perché, quando le miniere del pianeta saranno esaurite, scandagliare lo spazio in cerca di altri minerali non ci servirà, se non avremo capito prima che cosa stiamo cercando davvero in delle luccicanti pietre senza vita.
Specchio d'argento
Olivia Laing
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 220
Ciò che non si vede di un film è tanto importante quanto il film stesso. Su quello specchio d’argento che è lo schermo ogni cosa avvenuta durante le riprese lascia traccia: i commenti volgari mentre si cambiano i riflettori, i copioni imparati a memoria nei camerini durante il trucco, i mozziconi di sigaretta gettati a terra nelle pause, le smorfie di stanchezza durante le estenuanti prove costumi. Tutto l’amore fatto, tutto l’odio subito, tutta la luce, tutta l’oscurità. È quasi senza accorgersene che nel settembre del 1974 il giovane Nicholas, studente d’arte in fuga da Londra, si immerge in questo mondo di lustrini e illusioni. A Venezia incontra Danilo Donati, il geniale costumista e scenografo impegnato in quei giorni a disegnare i bozzetti per il Casanova di Fellini, e i due iniziano una relazione che ben presto li trascinerà a Roma, a Cinecittà, sul set. Per Nicholas è una folgorazione. Attraverso i suoi occhi scivoliamo come in un sogno tra calli di cartongesso e gondole di polistirolo, mentre attorno si aggirano, assieme ad attrezzisti, elettricisti e montatori, un allampanato e confuso Donald Sutherland in marsina rosa e un perennemente collerico e insoddisfatto Federico Fellini. Ma Roma significherà soprattutto l’incontro con Pier Paolo Pasolini, e con il progetto inquietante e impossibile che lo ossessiona. Attratti dal suo carisma e dalle sue visioni, Nicholas e Danilo lo seguiranno nella realizzazione di Salò, accompagnando il regista nella sua ricerca dell’abisso, tra ragazzi in divisa da repubblichini e feci di cioccolato, ville sul lago e borgate romane; fino al punto in cui Pasolini affronterà il suo destino, sulla spiaggia di Ostia, il 2 novembre 1975. In Specchio d’argento Olivia Laing dà vita a una favola nera sul lato nascosto del cinema: una storia d’amore e celluloide nutrita dagli incubi degli anni di piombo e dai misteri che li hanno infestati; da tutti quei desideri seppelliti così in fondo dentro di noi da farci marcire.
Big fish
Daniel Wallace
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 192
Big Fish è un romanzo sull’inesauribile potere delle storie: il racconto incredibile di un’esistenza incredibile, capace di oltrepassare i confini tra fantasia e realtà. Quella di Edward Bloom è stata una vita a dir poco unica: durante i suoi pellegrinaggi ha – tra le altre cose – addomesticato un feroce gigante, salvato uno spirito delle acque, incontrato una strega capace di mostrargli il futuro. O almeno questo è ciò che ha sempre detto a tutti quelli che avevano voglia di starlo ad ascoltare, e specialmente a suo figlio William. Ora che è giunto ai suoi ultimi giorni, al suo capezzale William si ritrova a cercare un senso in mezzo a tutte quelle assurdità, nella speranza di riuscire a capire davvero qualcosa di un padre che per lui è sempre stato uno sconosciuto, un personaggio sfuggente che nascondeva le sue continue assenze dietro acrobatici racconti senza credibilità. Ora, chiuso in se stesso con solo quelle memorie inverosimili a propria disposizione, dovrà aggrapparsi a esse come ai pioli di una scala per raggiungere, prima che sia troppo tardi, quella figura lontana e misteriosa. Perché, come ha sempre detto il padre, un uomo, a furia di raccontare storie, diventa quelle storie. Favola straordinaria e metafora dell’esistenza, Big Fish ci ricorda che nella vita il confine tra realtà e immaginazione è molto più labile di quanto crediamo. E che per ritrovarci e riscoprirci simili gli uni con gli altri abbiamo bisogno di condividere: anche se è qualcosa di falso come un’invenzione, o qualcosa di vero come una fantasia.
JR
William Gaddis
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 928
JR è un’opera polifonica e torrenziale capace di ispirare autori quali Don DeLillo e David Foster Wallace: la storia di come il denaro si è trasformato nel primo filtro tra noi e la realtà in cui ci muoviamo. Il capitalismo è una promessa d’amore: chiunque può diventare ricco, basta volerlo e lavorare sodo. E nessuno al mondo ne è più convinto dell’undicenne JR che, cresciuto tra slogan pubblicitari e illusioni di ricchezza, è sicuro di poter dare vita a un impero anche dalla cabina telefonica della sua scuola. Così, semplicemente ripetendo nella cornetta formule e parole d’ordine del profitto, il ragazzo si ritrova a orchestrare manovre speculative sempre più complesse, fino a dare vita in breve tempo a un’impalcatura multimilionaria: la JR Corp, un conglomerato capace di contenere tutto e il contrario di tutto, dal compositore fallito Edward Bast, costretto per soldi a rinunciare alla sua integrità d’artista, al professor Jack Gibbs, scrittore mancato che dalla cattedra plasma futuri consumatori felici. Il mostro aziendale di JR sembra espandersi in ogni direzione, tra concessioni minerarie truccate, catene di case di riposo trasformate in pompe funebri e la commercializzazione di aspirine verdi; ma il ragazzo ignora che il capitalismo è un amante infedele e a ogni salita vertiginosa corrisponde ogni volta una rovinosa caduta. Scritto come un vortice di voci sovrapposte, JR ci restituisce il clangore degli invisibili meccanismi economici attorno a noi, riproducendone il rumore alienante, le frasi mozzate, i segnali distorti. Un’opera ironica e spietata che spalanca davanti ai nostri occhi il caos di una civiltà indirizzata al collasso, incapace di distinguere l’inganno dal successo; ma che mostra anche come possiamo sempre, in ogni situazione, essere qualcosa in più dell’ottuso ingranaggio di un macchinario autodistruttivo condannato a perpetrare il proprio sfacelo.
La fragilità del mondo
Joan-Carles Mèlich
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 256
"La fragilità del mondo" è un invito ad abbandonare l’ossessione per la perfezione da cui siamo attanagliati da secoli e ad abbracciare, al contrario, la nostra essenza di creature vulnerabili, gettate in una realtà con cui non siamo più in grado di entrare in contatto. Secondo Joan-Carles Mèlich è successo qualcosa a un certo punto della nostra storia: ci siamo scordati quanto claudicante e carente sia la natura umana. L’universo attorno a noi è stravagante, ricco di stimoli e, nonostante tutti i nostri sforzi, in sostanza inconoscibile; eppure ci illudiamo in qualche modo di sapere tutto. L’imprevedibilità ci spaventa, per questo abbiamo messo in piedi una disciplina di sistemi simbolici di regolazione e colonizzazione (teologici, politici, economici) e una nuova metafisica della tecnologia, alla quale ci siamo affidati ciecamente. Nel frattempo, però, abbiamo dimenticato che siamo governati dal caos e dall’inaccessibilità. Accompagnati dalle idee di pensatori e scrittori quali Rilke, Nietzsche, Kafka e Woolf, apprendiamo allora in queste pagine come, per tornare a vedere davvero il mondo, dobbiamo abbandonare le nostre pretese di controllo e accettare invece la finitezza, l’assenza di senso e la possibilità del male, che sono al centro dell’essenza umana. Dobbiamo imparare, cioè, a sostituire alla logica di un progresso cieco una «ragione inerme», inoffensiva e pacifica perché aperta alla possibilità dell’errore e della vergogna. In questo libro Mèlich traccia una strada per tornare ad abitare il mondo. Non con presunzione, bensì consapevoli della possibilità di perdervisi come in un labirinto. Solo così ne riscopriremo l’autenticità e sapremo accettarci nella fragilità, rifiutando la violenza delle facili certezze e l’insensibilità di fronte alla sofferenza.
Il cinema secondo me
François Truffaut
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 384
"Il cinema secondo me" raccoglie gli articoli di critica cinematografica che François Truffaut ha scritto per la rivista Arts negli anni cinquanta prima di iniziare la sua carriera dietro la macchina da presa: un racconto del «primo mestiere» di uno dei più influenti cineasti del Novecento attraverso le pellicole che lo hanno conquistato, infastidito, emozionato, ispirato. Nel 1952, dopo una travagliata esperienza nell'esercito, Truffaut viene accolto a Bry-sur-Marne dall’autorevole critico e intellettuale André Bazin, che da quel momento diventerà il suo punto di riferimento sia affettivo sia professionale. Lì il giovane trascorrerà mesi tra letture e cineclub, fino a quando non sarà raggiunto da un’illuminazione improvvisa: «Credo che potrei scrivere sul cinema». Così Truffaut inizia la sua attività di critico, inaugurata con un feroce pamphlet contro l’eccessivo tradizionalismo del cinema francese. Presto le sue recensioni taglienti e polemiche diventeranno celebri tanto quanto i suoi luminosi apprezzamenti: dall’amore per Alfred Hitchcock, capace di introdurre anche nelle pellicole più leggere «un prolungamento d’ordine metafisico», al disprezzo per il «dilettante» John Huston; dalle lodi per Roberto Rossellini alla crescente benevolenza verso Federico Fellini, fino alla stroncatura di Vittorio De Sica, «caricaturale e condiscendente»; dall'inatteso interesse per un feuilleton come Lola Montès alle invettive contro l’intero cinema inglese: «Dire che è morto sarebbe eccessivo, dal momento che non è mai esistito». In questa raccolta assistiamo non solo alla formazione dello sguardo di un grande artista del Novecento, ma anche alla bruciante passione di uno spettatore qualunque. Perché in fondo, come ci mostra Truffaut, quando ci sediamo su quelle poltroncine, davanti a quello schermo, siamo tutti uguali: vulnerabili ed esigenti, come ogni innamorato.

