Ibiskos Editrice Risolo: Schegge

Nel libretto "Sotto l'ombra di un bel fiore", Valerio Tosi ci racconta la sua storia, ma con discrezione e modestia, poiché egli ha ben chiaro che la Resistenza in Italia fu un mosaico complesso e variegato, che la sua grandezza è costituita da tante, a volte piccolissime, tessere.

Racconti di: Atzori, Carloni, Chiereghin, Grisancichlagoteta, Micheli, Piolaponis, Semacchi, Silvestri, Vergara.

Della tragedia che intorno alla fine della seconda guerra mondiale ha colpito le popolazioni italiane dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia si è voluto per decenni calare un sipario di silenzio: pare che facesse comodo a tutte le parti politiche che contavano. La riscoperta dei fatti e la rimozione della censura passano anche attraverso la rilettura di tali testi e la pubblicazione di nuove opere e di testimonianze. Gli angeli di Vergarolla e altre storie dell'Istria dimenticata ha una sua precisa collocazione: vi sono pubblicati testi letterari vecchi e nuovi, sintesi storiche, memorie. Come segnala la curatrice, Graziella Atzori, del loro genocidio i giuliano-dalmati non hanno dato giustificazione neppure a posteriori.

Si tratta della ristampa quasi integrale del volume ormai introvabile di Bettino Gerini. Di quel libro non esistono più nemmeno i file di stampa e abbiamo cercato di lavorare al meglio possibile sull'unica copia cartacea in possesso dei familiari. Trattandosi di un volume assai corposo e non in ottime condizioni di conservazione, le scansioni delle immagini non sono state agevoli e la riproposizione del testo ha comportato lunghe e complesse rielaborazioni. Laddove è stato possibile, abbiamo rispettato le didascalie delle foto coi parametri grafici scelti dal tipografo di allora e anche alcune intere pagine, quando la qualità lo permetteva. Il testo non è stato modificato rispetto all'originale, se non nelle parti che presentavano, già in quell'edizione, refusi di battitura o errori sintattico-grammaticali non ravvisati dal precedente stampatore. Sono state inserite le prefazioni di allora come testimonianza e omaggio, nonostante che, per il passare del tempo, non fossero più attinenti ai contenuti e al periodo storico attuale.

È l'agosto 2014. L'obiettivo è raggiungere Roma a piedi partendo da casa. Per un oscuro motivo, il prete che lo dovrebbe ospitare per la prima notte lo lascia in attesa cinque ore sul sagrato. Qui Mirko, per ingannare il tempo, inizia a pubblicare su Facebook un diario delle (dis)avventure che attrae sempre più curiosi. Contrattempi, gioie del panorama, dolori del corpo, incontri e scontri, sono le erbe aromatiche a condire un cammino di oltre 400 chilometri verso le porte del Vaticano. A distanza di due anni, nasce un libro che è un diario ma anche una piccola guida per i tanti che sono incuriositi dai Cammini.

Come scriveva Malaparte, "L'essere pratese è un mestiere, e non tra i più facili: pratese vuol dire uomo libero, e il mestiere dell'uomo libero, come tutti sanno, non è certo tra i più facili, specie in Italia". E questo libro, con le mille sensibilità che attraversano i racconti che lo compongono, è qui a dimostrarlo. I pratesi, autoctoni o perché qui hanno messo radici dopo esserci giunti per lavoro, per amore o per altri casi della vita, sono persone libere, che guardano e giudicano con i loro occhi, e che non si smarriscono mai, nemmeno in mezzo a tante voci.

"Per me cominciava a metà novembre quando il mi' babbo mi portava a fare borraccina. Borraccina è il nome che si dà al muschio di bosco. Si fa nei posti umidi e va tolto come un tappetino e messo in un cesto di vimini. 'Quando nascette Ninno' mi piaceva raccogliere borraccina, stare in bosco. Quell'odore ristoratore mi è rimasto nel sangue."