Giappichelli: Recta Ratio. Testi e studi fil. dir. VI
Il divenire umano. Riflessioni etiche sui fini della natura
Stéphane Bauzon
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2014
pagine: XII-119
L'osservazione della natura umana non è avalutativa, poiché implica il discernimento dei valori. I valori vengono contrapposti ai fatti e questa continua scomposizione del nostro organismo arriva al punto di negare l'Essere. Si può ritenere meraviglioso ed ingegnoso il lavoro delle formiche o quello dei castori, ma in nessun caso potremmo riscontrarvi un dinamismo creativo paragonabile a quello degli architetti. L'uomo ha in comune con alcune specie animali il potere di modificare il suo habitat, ma ci si può ragionevolmente fermare a questo indizio pensando di essere in grado di spiegare i valori estetici di un'architettura? Certamente no! Tuttavia noi ci sforziamo di voler definire scientificamente il nostro fine ultimo, e l'uomo, nella misura in cui egli è, rimane il solo campo possibile delle nostre osservazioni. I quattro aspetti ritenuti fondamentali in questo libro. Origini animali e divenire umano - Quattro secoli dopo che la rivoluzione scientifica sembrava aver compromesso qualsiasi speculazione teleologica, il flusso incessante di scoperte sempre nuove si è straordinariamente orientato a favore del finalismo. La fabbrica biotecnologica del divenire umano - La nascita della biotecnologia consente oggi non solo di curare meglio gli esseri umani, ma persino di potenziarli. La fragilità del divenire umano - La ricerca di un'umanità migliorata nasce dalla fragilità dell'uomo...
Il problema della giustizia e dello Stato nell'antichità classica
Gioele Solari
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2013
pagine: XI-195
Il principio della recta ratio ha attraversato la storia del pensiero umano, suscitando reazioni contrastanti. Da criterio di verità delle azioni umane per Aristotele a criterio puramente soggettivo e inesistente in rerum natura per Hobbes. In ogni caso, la problematica che esso solleva non può essere elusa o sottovalutata, poiché chiama in causa due dimensioni fondamentali della esperienza umana che costituiscono il nucleo essenziale di riflessione di ogni filosofia pratica. Innanzi tutto si tratta di sapere quale criterio di misura debba avere l'azione dell'uomo: come si possa distinguere una scelta o una decisione razionale dal mero arbitrio. Se si vuole salvare la comunicazione intersoggettiva e con essa la convivenza sociale, è necessario che vi sia una qualche misura comune della condotta umana, una misura che valga per ogni uomo. La recta ratio non è solo criterio di azione, ma è anche disposizione interiore: è il criterio in rapporto al quale ogni uomo costruisce (o distrugge) la sua identità. Nella tradizione classica, essa, come tale, veniva infatti collegata alla virtù. Anche chi non ama riconoscersi in tale tradizione non può non ammettere che la ragion pratica esige comunque un'attenzione anche per i singoli soggetti e per le situazioni particolari che essi sperimentano. Quali sono le virtù che devono caratterizzare nel mondo di oggi non solo l'operare del giudice e del giurista, ma anche quello del cittadino?
Biodiritto. Fragilità e giustizia
Claudio Sartea
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2012
pagine: 184
Il contributo che il biodiritto può offrire, una volta che ci si sia intesi sul significato dei termini che ne formano il composto, il bios ed il diritto (primo capitolo), promette di essere idoneo ad andare almeno in certi casi al di là del mero contrapporsi degli steccati: sia nell'ambito delle questioni bioetiche di inizio vita (terzo capitolo), sia per quelle di fine vita (quarto capitolo). La prospettiva specifica in cui intendono collocarsi queste riflessioni sul biodiritto, nel complesso panoramiche ed introduttive, è illustrata nel secondo capitolo, che dà anche il sottotitolo al volume: una franca riflessione sull'umana fragilità, ancora relativamente agli inizi, è infatti in grado di consentirci di delineare un orizzonte fenomenologico in cui diventa possibile aggiornare l'insonne dialettica tra prospettive pro life e prospettive pro choice nel segno di una considerazione allargata e al tempo stesso realista dell'essere umano.
Il ragionamento giuridico tra formalismo e retorica
Michele Mangini
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2012
pagine: 224
Dalla crisi che oggi travolge filosofie e teorie del diritto tradizionali, è emerso da anni un nuovo approccio al diritto: l'analisi del ragionamento giuridico, specchio della conflittualità sociale. Da un lato, il giudice deve elaborare la sua decisione in modo formalmente ineccepibile, rispondendo a una generale richiesta di certezza; dall'altro, come sempre, deve accertare la verità dei fatti, e soprattutto, come sempre, deve fare giustizia. È questo il filo conduttore di queste indagini sulla retorica giuridica e sull'analogia, seguendo il filo rosso della ragionevolezza aristotelica. Non dobbiamo soltanto essere capaci di giustificare la decisione giudiziale in modo da renderla accettabile e controllabile dalla pubblica opinione, ma dobbiamo anche evidenziare come siamo arrivati ad accertare la verità dei fatti; nel ragionamento giudiziale, la logica della scoperta non è meno importante della logica della giustificazione. La verità dei fatti, in particolare, richiede ipotesi, procedure di conferma, gradi di probabilità, ma soprattutto consapevolezza che, senza la verità, la nostra ricerca della giustizia resterà sempre vana.
Jus quia justum. Lezioni di filosofia del diritto e della religione
Francesco D'Agostino
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2012
pagine: XV-161
Di quale religione ha bisogno il diritto? E di quanta religione? Alla seconda domanda non è difficile rispondere: ne ha bisogno quanto basta. Gli spiriti più profondamente religiosi hanno sempre percepito quanto sia rischioso il fanatismo, che contrariamente alle apparenze non è segno di rispetto verso Dio, ma indebita esaltazione narcisistica dell'io. Di quale religione il diritto abbia bisogno è invece ben più difficile dire: questo libro, in un certo senso, vuole essere esso stesso una risposta a questa difficilissima questione. E indubbio che non dobbiamo cedere alle tentazioni di un ecumenismo melenso o di uno sterile sincretismo: le religioni sono ben diverse tra loro, anche se non di per sé conflittuali. Il cristianesimo ha sempre rivendicato una spiccata diversità rispetto a tutti gli altri credi, ma nello stesso tempo ha sempre insistito che esso non postula l'esistenza di un diritto rivelato, al quale si debba un ossequio cieco e aprioristico. Ciò che, per il cristianesimo, Dio rivela all'uomo non è un elenco di norme, ma è essenzialmente se stesso. Attraverso questa rivelazione per l'uomo la speranza (e per il giurista la speranza che giustizia sia fatta) diviene l'unico autentico motore del sociale, del politico e più in generale della storia.
Corso breve di filosofia del diritto
Francesco D'Agostino
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2012
pagine: 163
"Tra i versi di Vermächtnis, cioè "lascito", con cui intendeva riassumere conclusivamente il messaggio del suo ultimo romanzo, Goethe pone un'indicazione densissima, cui ho sempre cercato di restare fedele: Das alte Wahre, faß es an! Una traduzione italiana di questo verso potrebbe essere: metti a frutto l'antico vero! E un'indicazione preziosa: abbiamo tutti il dovere, prima ancora di andare narcisisticamente alla ricerca di nuove verità, di assimilare fino in fondo quelle che esistono da sempre, che ci sono state pazientemente insegnate e che siamo chiamati a nostra volta a trasmettere a chi verrà dopo di noi. Questo è esattamente ciò che ho cercato di fare scrivendo questo libro, nella consapevolezza che quel "vero" cui allude Goethe è certamente antico, ma altrettanto certamente (e misteriosamente) sempre nuovo".
Il dono nella prospettiva della filosofia del dirito
Francesco Zini
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2011
pagine: XIV-183
Questo studio sul tema del dono offre la possibilità di riflettere su una problematica fondamentale dell'agire umano che emerge sia dalla crisi della filosofia contemporanea, sia nell'ambito del superamento dei limiti giuridici dello scambio contrattuale, come "categoria suppletiva" del rapporto giuridico. Nel testo si affronta la tematica del dono, sotto il profilo filosofico giuridico, come possibilità pratica di un gesto "puro e assoluto", non condizionato dall'interesse a donare. In questo senso il dono appare come quello che non solo salva l'agire di colui che riceve, ma cambia radicalmente la relazione interpersonale. Anche gli esempi del dono del tempo, dell'economia del dono o dei rapporti familiari, si collocano in questa dicotomia: o il dono "salva reciprocamente" la relazione interpersonale o "serve" a un implicito, e a volte nascosto, interesse relativo, divenendo "utile". Anche il dono utile è simbolo del "vero" dono, purché chi dona, "doni tutto se stesso per l'altro", al di là dell'utilità relativa. Questo dono non voluto e non scelto è perciò stesso trovato, in-utile appunto. Il dono autentico appare nel macrodono della vita (inteso come dono dell'essere) che si manifesta nei microdoni del tempo, dello scambio contro-prestazione, del senso di correttezza e lealtà nei rapporti giuridici.
Diritto e politica. Studi sull'epoca post-globale
Gianluca Sadun Bordoni
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2011
pagine: 261
La tensione di fondo nell'ordine giuspolitico della nostra epoca è costituito dal contrasto tra la tendenza alla globalizzazione, che investe l'economia e le comunicazioni, e si riverbera sul diritto e la politica, e la frammentazione che consegue dalla profonda trasformazione in atto nelle relazioni internazionali. La fine della contrapposizione "globale" caratteristica della guerra fredda ha lasciato spazio alla prevalenza di una pluralità di centri di potere, privi del riferimento ad un ordine egemonico generale, dopo la breve parentesi del "momento unipolare" americano. È in tal senso che si può parlare di epoca "post-globale", segnata non dalla fine dei processi di globalizzazione, ma dalla fine dell'illusione che ad essi potesse corrispondere un'unificazione giuridica o addirittura politica del mondo. Si rendono allora necessari una riflessione critica sul globalismo giuridico (a cominciare dal global constitutionalism) e la ricerca di un approccio ai diritti umani, che non ne neghi la portata universale, ma ne definisca i limiti rispetto alla pluralità irriducibile delle culture. Ciò significa anche ripensare la lezione di Kant, al di fuori della diffusa vulgata cosmopolita, rileggendo anche la riflessione di Kelsen e dell'ultimo Rawls su diritti umani e democrazia.
Sex/gender: gli equivoci dell'uguaglianza
Laura Palazzani
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2011
pagine: IX-205
Sex indica la condizione biologica dell'essere maschio o femmina (come si nasce); gender indica la condizione psico-sociale e culturale acquisita (come si diviene) o l'identità scelta dall'individuo. Ma quale è il rapporto tra sex e gender? Diverse le possibili risposte. Il dibattito sex/gender è estremamente complesso e rimanda ad un'articolata discussione filosofica tra moderno e postmoderno che ha rilevanti ripercussioni nel diritto con riferimento a questioni attuali (transessualismo, intersessualità, transgender, omosessualità e orientamento sessuale). È un dibattito che sfida le categorie tradizionali della filosofia e del diritto sulla identità e differenza sessuale. Il volume ricostruisce in modo sistematico l'origine e i percorsi interdisciplinari del dibattito attuale, analizzando i presupposti e le argomentazioni delle diverse teorie, evidenziando i possibili equivoci che si nascondono dietro gli appelli all'uguaglianza e alla non discriminazione.
Comunità e partecipazione. L'idea di democrazia in Pier Luigi Zampetti
Paolo Gomarasca
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2011
pagine: XX-222
Lucido interprete del suo tempo, Zampetti coglie fin dagli anni Sessanta ciò che costituisce, a suo avviso, la ragione principale della cosiddetta "crisi" dello Stato: sfera politica e sfera sociale costituiscono, a conti fatti, due mondi senza finestre. Non stupisce allora che, a queste condizioni, la democrazia non sia in grado di mantenere - come diceva anche Bobbio - una delle sue fondamentali promesse: la partecipazione. Ma Zampetti non si limita alla diagnosi di un'epoca. Il suo tentativo è quello di escogitare un'architettura istituzionale che interrompa l'isolamento "monadico" che tiene separate sfera politica e sfera sociale. Cominciando a prendere in seria considerazione la rilevanza pubblica dei soggetti che operano all'interno della società civile. La sua idea, in estrema sintesi, è che non ci può essere comunicazione tra sfera sociale e sfera politica senza escogitare il modo appropriato di "immettere" le forze vive della prima all'interno dei meccanismi istituzionali della seconda. E così che nasce l'idea di "Stato dei partiti", nella misura in cui la suddetta "immissione" sembra dipendere, per Zampetti, dalla duplice funzione assolta dal partito: innanzitutto la funzione di "filtro" e, in secondo luogo, la funzione di interfaccia. Certo, la proposta giuridico-politica di Zampetti è un'ipotesi istituzionale senz'altro discutibile e tutt'altro che risolutiva; ma il quesito da cui muove è di quelli inaggirabili, almeno per chi crede che la democrazia abbia un futuro.
Ordine pubblico e autodeterminazione
Fabio Macioce
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2010
pagine: 196
L'ordine di una società non si dà mai come mero coordinamento fra piani di vita che restano, gli uni per gli altri, reciprocamente irrilevanti; l'ordine è tale solo se postula, come sua base, una autentica integrazione fra i singoli, intorno al senso delle pratiche socialmente rilevanti. Ed un ordine di tal fatta, mi sembra, non può che darsi nella storia e nello strutturarsi di una tradizione, alla cui determinazione provvede la riflessione che la comunità compie continuamente su sé stessa, argomentando pubblicamente intorno al senso che le pratiche sociali veicolano. Proprio in rapporto a tale funzione integrativa dell'ordine pubblico, ovvero alla sua capacità di dare ordine e forma alla molteplicità dei piani di vita individuali, si comprende come tale concetto possa essere proficuamente utilizzato per delimitare i confini dell'autodeterminazione soggettiva; confini che oggi - e la cronaca giudiziaria ce ne dà continua notizia - sembrano sempre più sfuggenti e labili.
Deontologia. Filosofia del lavoro professionale
Claudio Sartea
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2010
pagine: XVIII-288
La deontologia professionale ci ricorda anzitutto che il lavoro umano ha un senso antropologico. Il lavoro è uno degli ambiti della vita umana in cui entrano in complessa e feconda dialettica la necessità e la libertà: per tale ragione esso è innervato da significati morali, come testimonia tutta la storia del suo concetto. Di più: il lavoro deriva da relazioni e tesse relazioni tra gli uomini; condiziona la concreta esistenza della famiglia come primo aggregato naturale, e via via ogni forma di associazione umana fino al mondo intero: passando attraverso la categoria professionale, che costituisce una decisiva istituzionalizzazione dei rapporti di colleganza professionale, e non certo per accidente è la fonte della loro disciplina deontologica, sia sul piano delle previsioni normative che su quello applicativo. Nel presente libro, tutto ciò cerca e trova conferma anche sul piano empirico, in particolare nei capitoli specificamente dedicati alla deontologia medica ed a quella giuridica. La verità, individuale e comunitaria, del lavoro professionale, giustifica ed orienta l'esistenza ed i contenuti della sua deontologia, con una connessione assai simile a quella tra struttura ontologica dell'uomo e dimensione giuridica del vivere. La "lotta" per la professione ed il suo senso alto, identificato e protetto dalla deontologia, si rivela in tal modo analoga alla lotta per il diritto.