Futura Editrice: Saggi
Cittadinanza opaca
Angela Ammirati, Elettra Deiana
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 133
Il libro intende indagare il carattere opaco della cittadinanza femminile, inteso come persistenza di dispositivi socio-simbolici che riconducono costantemente la soggettività delle donne a funzione sociale. Questa dinamica proietta nel presente le sue ombre, producendo nuove forme di assoggettamento. L'opacità che ancora oggi circonda il lavoro di cura — non considerato lavoro, ma attività naturale delle donne, connessa alla maternità e al contesto familiare — è emblematica del funzionalismo del corpo delle donne. Le più svariate forme di disparità che le donne vivono non sono dovute all'incompiutezza delle leggi o ad un deficit dei diritti, bensì alla permanenza della divisione sessuale del lavoro e di una condizione strutturale dei rapporti di potere tra i sessi. Il volume si sviluppa lungo cinque nuclei argomentativi, volti a tracciare un bilancio sulla cittadinanza femminile: cittadinanza, lavoro, welfare, saperi, migrazione. In tali ambiti è possibile rinvenire una rinnovata forma dei processi di addomesticamento del femminile. Il filo conduttore di ogni capitolo è rappresentato dal lavoro. Inteso, nel senso più ampio, come riproduzione della vita (funzione sociale, cura, socializzazione) costituisce l'aspetto su cui si è più esercitato il disciplinamento del corpo femminile. Corpo naturalizzato, a servizio prima della modernizzazione capitalistica e poi sussunto nelle performance della nuova razionalità neoliberale.
Sociologia storica e spiegazione causale
Massimo Paci
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 104
In questo testo ci si chiede se sia possibile perseguire, anche nel campo delle scienze sociali, non soltanto una «comprensione intuitiva» o «interpretativa», ma – come accade per le scienze fisiche o naturali – una «spiegazione causale» dei processi storico-sociali osservati. Per questo riteniamo che questo testo possa essere utile nell’insegnamento delle scienze umane e sociali nel nostro paese. Nel primo capitolo si discute dell’impianto metodologico di vari autori come Elias, Bendix e Wallerstein, nessuno dei quali tuttavia mostra di utilizzare metodi in grado di raggiungere una spiegazione causale. È solo nel secondo capitolo, dedicato a Max Weber, che si vede come questo autore, tramite l’analisi storica comparata e la tecnica narrativa e «iterativa» cui egli ricorre, sia invece in grado di raggiungere una spiegazione causale, con riferimento, in particolare, alle origini del capitalismo in Occidente. Weber dimostra infatti il ruolo autonomo e innovativo rilevante che possono svolgere determinati soggetti dotati di forti convinzioni etiche (come i profeti giudaici o gli imprenditori protestanti), nell’indurre mutamenti importanti nei canoni sociali e morali dominanti. Il terzo e ultimo capitolo offre poi un riepilogo delle caratteristiche dell’analisi storica comparata, mentre nell’appendice si mostra come la concezione del «capo carismatico» di Weber muti negli ultimi anni della sua vita e come questo mutamento si comprenda meglio «storicizzando» Weber, cioè situandolo nella temperie della crisi politica e sociale della Germania di Weimar.
Le leggi delle donne che hanno cambiato l'Italia
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 494
Se non ci fossero state le donne, in questa nostra Repubblica, se non ci fossero state le loro tenaci battaglie di emancipazione e liberazione condotte attraverso un intreccio fecondo di iniziative delle associazioni, dei movimenti, dei partiti, delle istituzioni -, l'Italia sarebbe oggi un Paese molto più arretrato e molti articoli della Costituzione non sarebbero stati applicati. Questo debito che l'Italia ha nei confronti delle donne lo racconta in modo inedito questo libro scritto e curato dalle volontarie della Fondazione Nilde Iotti. Lo fa illustrando in modo rigoroso e semplice le tappe ed i contenuti delle conquiste legislative dall'inizio della Repubblica alla conclusione dell'ultima legislatura, che hanno cambiato la vita delle donne e l'assetto economico, sociale e culturale del nostro Paese. Il libro rammenta la battaglia per il diritto di voto e le "madri della nostra Repubblica", le donne elette nell'Assemblea Costituente, che diedero un contributo rilevante alla stesura della Costituzione. Sono citati gli articoli che più hanno favorito il cambiamento nella vita delle donne. Segue poi il racconto delle leggi con uno schema che ne indica la scansione in ordine cronologico dal 1950 al 2018, a cui si connettono le schede che ne illustrano i contenuti. Lo sguardo della battaglia delle donne è oggi e sempre più sarà quello europeo. Per questo il libro si conclude con una rassegna delle tappe e dei provvedimenti più significativi adottati dall'Unione Europea.
Il valore democratico della conoscenza
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 110
La transizione dall’era industriale all’era della conoscenza ridefinisce gli equilibri economici e sociali su scala globale e, come accade in ogni nuova fase della nostra storia, anche questa trasformazione non è neutra perché mentre si rompono i vecchi equilibri stenta a ricomporsi un quadro culturale e politico unificante. La conoscenza non solo sviluppa le facoltà di base e prepara le persone al lavoro, ma trasmette anche valori, crea abitudini, coltiva attitudini e forma i cittadini. Pertanto questo passaggio d’epoca ci richiama particolarmente sia alla responsabilità di definire un bagaglio teorico adeguato alle sfide da affrontare, sia alla necessità ineludibile di attivare politiche pubbliche nelle quali la conoscenza si configuri progressivamente come un nuovo diritto di cittadinanza: un momento fondamentale per la ricostruzione del tessuto sociale e uno strumento di liberazione e progresso civile. L’Italia affronta tale fase tra scarsità di risorse, riforme regressive e un dibattito pubblico insufficiente e spesso inadeguato. Governare in termini positivi il passaggio verso il nuovo modello di società non significa passare attraverso la riedizione di sterili esperimenti neoluddisti ma richiede forme innovative di regolamentazione e criteri redistributivi incentrati sull’equità. Solo in questo modo sarà possibile definire una visione condivisa del futuro. Contributi di: Salvatore Biasco, Elena Gagliasso, Raffaella Messinetti, Vincenzo Nesi, Michele Raitano, Fabrizio Rufo, Gianfranco Viesti.
Che fine ha fatto il futuro? Giovani, politiche pubbliche, generazioni
Marina Mastropierro
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 200
Negli ultimi anni si assiste a un fenomeno sempre più «innaturale»: la comparsa di un feroce ritardo delle giovani generazioni italiane nei percorsi di transizione all'età adulta. Le tappe tradizionali che definivano tale passaggio sono saltate: nuove istanze di libertà e cittadinanza premono per avere legittimazione e diritti. Nello stesso tempo si sono erose le condizioni di benessere dei giovani. La generazione maggiormente colpita sembra essere quella degli young-adults nati tra il 1975 e il 1985. Si ipotizza che le politiche pubbliche messe in atto a partire dalla seconda metà degli anni settanta abbiano contribuito ad alimentare tale «ritardo». Politiche economiche e del lavoro discriminanti; politiche abitative assenti; politiche familiari ridotte; una struttura del mercato del lavoro inadeguata ad assorbire high skills. Tutto parla di un'inversione di rotta all'alba del secondo ciclo dello Stato sociale. Le generazioni non sono attori neutri, esse rappresentano tempi sociali che immettono nuove strutture. I giovani vanno dunque inscritti dentro precise collocazioni storico-sociali. Le politiche di empowerment condotte negli ultimi anni non hanno tenuto conto di questo approccio, promuovendo una visione idealizzata delle giovani generazioni: choosy, bamboccioni o risorse attive, tutto ha parlato di loro come di soggetti totalmente dematerializzati. Le politiche, in quanto strumenti che danno forma al Futuro, hanno il dovere di volgere lo sguardo verso il recupero delle prerogative materiali che determinano, o meno, i percorsi di autonomia. Non vi può essere attivazione senza emancipazione sociale.
La professionalità docente. Materiali per una critica sindacale
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 150
Sono anni che il movimento sindacale contrasta i provvedimenti volti a destrutturare l'impianto della scuola pubblica emerso con la sperimentazione e la legislazione degli anni Settanta e Ottanta; più consistente è invece la fatica di tradurre l'elaborazione critica e analitica in una progettualità declinabile sul terreno della materia contrattuale. La legge 107/2015, intercettando un bisogno di cambiamento nella valorizzazione professionale, ha fornito però una risposta irricevibile che riproponeva, in modo piuttosto confuso e con diversi anni di ritardo, i fondamenti culturali della svolta di matrice neoliberista. Concetti distinti come impegno, merito, professionalità sono stati mescolati al fine di rappresentare nell'immaginario collettivo una risposta al bisogno di riconoscimento professionale che costituisce uno dei punti più delicati del lavoro educativo, approdando inesorabilmente ad una logica di tipo aziendalistico. È in questa cornice che matura la proposta di un convegno sulla professionalità docente, promosso dalla FLC CGIL Piemonte e i cui risultati sono raccolti in questo volume, per rispondere all'esigenza di entrare in un terreno difficile da sempre per il movimento sindacale, ma necessario per definire una strategia complessiva in grado di tenere insieme la sensibilità pedagogica con il profilo identitario del lavoro e con il controllo sull'organizzazione del lavoro. I contributi che seguono la relazione introduttiva si sviluppano su percorsi articolati: dalla riflessione in materia di professionalità nella cornice ministeriale all'elaborazione sui contenuti professionali della docenza professionale, per concludere con la lettura sociologica delle relazioni sindacali nel comparto scuola.
Neosocialismo
Luigi Agostini
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 300
Sono tre le date che hanno segnato i giorni che stiamo vivendo: "dicembre 1989" che decreta il collasso definitivo del socialismo sovietico; "settembre 2008" che, con il fallimento della Lehman Brothers, dà avvio alla più grande crisi del capitalismo dell'Occidente; "4 marzo 2018" che segna la più micidiale sconfitta della sinistra italiana nel dopoguerra. Il presente, in Italia e nel mondo, è tuttora dominato dagli "effetti disordinanti" di questi avvenimenti e l'accumulo di disordine sembra quasi inibire oggi, specie a sinistra, una visione razionale della politica. In tale disordine la nuova destra ha un gioco più facile: l'"America first" sembra diventato lo scudo dietro cui si nasconde la destra di ogni angolo del mondo. Allo spazio chiuso della destra, la sinistra non può però rispondere semplicemente con lo spazio aperto, cosmopolita: la sinistra può rispondere solo con un'idea di spazio aperto ma governabile. Oggi lo spazio potenzialmente governabile per la sinistra italiana può essere spazio europeo, uno spazio politico però in gran parte da conquistare e organizzare. Tale obiettivo è possibile solo reinterpretando la crisi innescata dal fallimento della Lehman, anche come straordinaria dinamica trasformativa. Tale dinamica ha il suo motore nella rivoluzione informatica - per i più, la più potente e pervasiva rivoluzione tecnologica della storia - che distorce, confonde, e persino acceca la capacità di lettura delle contraddizioni che il suo avanzare pure continuamente produce. Per questo è sommamente necessario un «riarmo teorico» della sinistra sociale e politica, pena lasciare il campo, nell'acqua sporca della crisi, a giullari e avventurieri di ogni risma. Questo lavoro è dedicato all'analisi della nuova «marca» di capitalismo, e ha il suo ancoraggio specifico nel Marx del capitolo sulle macchine dei "Grundrisse", nella sua straordinaria e profetica attualità; nel Gramsci di "Americanismo e Fordismo", oltre che nell'esperienza di dirigente sindacale e politico del suo autore.
Giuristi del lavoro nel Novecento italiano. Profili
Umberto Romagnoli
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2018
pagine: 334
Per genesi e per costante evolutiva, il nostro diritto sindacale e del lavoro è un prodotto prevalentemente extra-legislativo che si giova non solo dell'autoregolazione sociale costituzionalmente protetta, ma anche del riciclaggio di istituti e categorie di pensiero risalenti a un passato che non vuole passare. Per questo, il suo processo formativo è accompagnato, implementato e continuamente rivisitato dai ceti professionali appartenenti al circuito giudiziario, forense e universitario coi margini di libertà di valutazione consentiti dalla legge non scritta del doppio binario cui ha deciso di attenersi, nel dopo-Costituzione, il nostro legislatore: non-ingerenza e non-indifferenza. In questo volume l'autore analizza lo star system accademico dove generazioni di viandanti bisognosi di lampioni che illuminassero la strada hanno fatto entrare, per sdebitarsi, i pochi giuristi-scrittori capaci di accenderli. Guardarne da vicino le biografie intellettuali servirà sia per farsi un'idea di come ciascuno dei componenti dell'elitario club abbia svolto il ruolo di supplenza legislativa elaborando progetti di sentenza sia per capire se il patrimonio di sapere posseduto gli permettesse di agire con la consapevolezza che il suo modo di interpretare il suo tempo implicava in realtà una scelta tra alternative possibili.
La dignità della persona nella Costituzione
Bianca Di Giovanni
Libro
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2018
pagine: 224
Una tappa storica nella vita di un popolo, che si proietta nell'avvenire come un progresso». Così nel 1946 Giuseppe Di Vittorio si augurava dovesse diventare la Carta Costituzionale, «fondata sul lavoro», che due anni dopo, a conclusione dei lavori della Costituente, sarebbe entrata in vigore il 1° gennaio 1948. E di fronte al dramma della disoccupazione aggiungeva: «[...] La Confederazione generale del lavoro non chiede allo Stato sussidi, ma chiede che si creino condizioni tali da dare lavoro ai disoccupati». A distanza di settant'anni, di fronte a uno scenario cupo per l'occupazione, la cui precarietà si esprime in un'articolazione infinita di modelli contrattuali, incontrollati e incontrollabili, che minano il rispetto della dignità della persona umana, di ogni singolo lavoratore, è legittimo chiedersi quale forza abbiano ancora quelle disposizioni volute dai Costituenti, quanto siano state attuate e, all'estremo, se siano davvero attuabili. Insomma, se anche i giovani millennials possano davvero dire, come l'umile Mugnaio di Sans-Souci: c'è un giudice a Berlino. Presentazione di Susanna Camusso, premessa di Morena Piccinini.
Costituzione e clemenza. Per un rinnovato statuto di amnistia e indulto
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2018
pagine: 379
Abusata in passato, la clemenza collettiva oggi conosce un'eclissi quantitativa senza precedenti nella storia d'Italia. È, invece, possibile recuperarla tra gli strumenti di politica criminale, proponendone una rilettura costituzionalmente orientata al divieto di pene inumane e alla finalità rieducativa del diritto punitivo, in linea con importanti affermazioni della giurisprudenza costituzionale. Così ripensate e rimodellate, per restituire agibilità alle leggi di amnistia e indulto è necessario porre mano di nuovo all'articolo 79 della Costituzione, la cui revisione approvata nel 1992 è giuridicamente alla base del loro tramonto. Questi i temi del Seminario svoltosi a Roma, in Senato, il 12 gennaio 2018, di cui il presente volume riproduce gli atti, offrendo un'aggiornata riflessione interdisciplinare in materia, allargatasi anche al contiguo versante della clemenza individuale. Una riflessione inedita negli esiti, a partire dall'ipotizzata riformulazione dell'articolo 79 della Costituzione, riprodotta in Appendice e proposta ai parlamentari della XVIII Legislatura come mezzo e fine per una battaglia di politica del diritto.
L'economia digitale, il lavoro, la politica
Vincenzo Comito
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2018
pagine: 160
Sono in atto nel mondo grandi mutamenti legati alle innovazioni nelle tecnologie digitali. Essi sono governati essenzialmente da una decina di grandi gruppi globali, statunitensi e cinesi, che perseguono i loro stretti interessi a spese dei cittadini e delle comunità, possedendo un potere di mercato immenso, mentre l'Europa sembra tagliata fuori da questi sviluppi. Si pongono in proposito enormi problemi in vari campi, con la conseguente necessità di portare avanti processi di controllo del settore da parte dei pubblici poteri, in particolare, oltre che sul fronte della politica del lavoro, questione particolarmente toccata da questi sviluppi, sul piano dell'antitrust, della protezione dei dati dei cittadini (tema messo in rilievo di recente dallo scandalo Facebook), delle questioni fiscali, della diffusione delle notizie sensibili, della dimensione etica delle scelte, dell'influenza esercitata da tali gruppi anche sui comportamenti e le decisioni politiche in vari paesi.
La rappresentanza del lavoro marginale. Precariato, sindacati e organizzazione sociale a Milano e a Buenos Aires
Aldo Marchetti
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2018
pagine: 250
Donne, immigrati e precari vivono condizioni di lavoro particolarmente difficili e la recente crisi economica ha ampliato il loro numero e ha reso la loro mancata tutela un problema sociale particolarmente avvertito. Gli stessi sindacati trovano difficoltà a rappresentarli sia per le instabili condizioni di lavoro sia per le complesse esigenze personali, e stanno sviluppando nuove strategie per ottenere il loro consenso. La maggior parte degli studi si è soffermata tuttavia sulle scelte strategiche delle grandi organizzazioni mentre in questa ricerca viene adottata una prospettiva rovesciata che si interroga sui modi in cui gli stessi soggetti contribuiscono al cambiamento della rappresentanza. Nel volume vengono confrontate le forme di difesa del lavoro marginale in due metropoli, Milano e Buenos Aires, molto diverse tra loro ma accomunate dagli stessi processi di precarizzazione tipici della condizione post-fordista. Per ciascuna delle due città sono stati scelti casi particolarmente significativi: a Buenos Aires sono stati studiati i raccoglitori di rifiuti urbani che hanno dato vita al sindacato dei "cartoneros", le lavoratrici immigrate bo-liviane del comparto tessile che si sono liberate dal lavoro schiavo per fondare nuove cooperative, le colf che hanno dato vita a un sindacato di donne unico nel suo genere; di Milano vengono presentati i casi dell'Ortomercato - caratteristico per la presenza del lavoro clandestino -, delle donne delle pulizie negli ospedali e negli uffici pubblici, dei giovani ricercatori precari dell'Istituto nazionale dei tumori e dell'Istituto Carlo Besta. I casi considerati sfidano le forme tradizionali della rappresentanza e spingono i sindacati verso un rinnovamento culturale prima ancora che organizzativo. Prefazione di Bianca Beccalli e Enrico Pugliese.