Electa: Triennale Design Museum
Triennale Design Museum. Storie. Il design italiano
AA.VV
Libro: Copertina morbida
editore: Electa
anno edizione: 2018
pagine: 528
Inaugurato nel dicembre 2007, Triennale Design Museum è il primo museo del design italiano. Un museo "mutante", che ogni anno cambia ordinamento e allestimento per offrire di volta in volta nuovi punti di vista e prospettive: l'edizione 2018 (14 aprile 2018 - 20 gennaio 2019) è diretta da Silvana Annicchiarico e racconta la storia (anzi, le Storie) del design italiano dal 1902 al 1998, attraverso 180 progetti iconici del Novecento, articolati in 5 ambiti cronologici, a cura di Chiara Alessi, Maddalena Della Mura, Manolo de Giorgi, Vanni Pasca, Raimonda Riccini. Quella del design in Italia, scrive Stefano Boeri nella sua premessa, "è stata la storia di un gruppo di giovani imprenditori, per lo più provenienti dalle grandi aree dell'industrializzazione, che si è messo alla ricerca dei talenti creativi capaci di produrre strumenti di comfort per una borghesia urbana in rapido sviluppo e in cerca di un nuovo status (soprattutto) nella sfera domestica. Le icone del design italiano raccontano, ciascuna a suo modo, questo intreccio tra aspirazioni, progetti e imprese; tra segmenti sociali e culturali diversi che si incontrano attorno all'idea di una sedia, di un tavolo, di una lampada, di un divano. Le icone raccontano di come queste idee siano diventate motori di relazioni culturali, economiche e commerciali, generando così, anche grazie a questa coesione, dei simboli potenti e duraturi - e non solo degli oggetti d'uso". Il catalogo è completato da focus tematici dedicati ai rapporti fra design e geografia, comunicazione, politica, tecnologia ed economia, e dagli interventi sull'allestimento e la comunicazione di Calvi Brambilla e Leonardo Sonnoli.
City after the city. Ediz. italiana
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2016
pagine: 216
Al centro della riflessione sul futuro dell'urbanistica del XXI secolo c'è l'idea che la città debba oltrepassare la combinazione di valori e motivazioni che la costituiscono attualmente. Questa idea nasce dalla persuasione che essa abbia raggiunto il limite delle sue possibilità di sopravvivenza e che gli elementi a disposizione non siano sufficienti a delineare una nuova prospettiva. Da più parti vediamo all'opera l'impulso ad andare oltre i confini stabiliti, in un anelito verso un nuovo tipo di città che le enunciazioni usuali non sono in grado di assecondare. A dare attualità a questa trasvalutazione di valori, inoltre, c'è il sentimento di un malessere, se non di fastidio, riguardo il carattere opprimente che la città ha finito per assumere nell'esaltare la vita artificiale a detrimento dei valori "naturali" dell'istinto e della biologia. Il gruppo di mostre City after the City presenta una successione di situazioni rappresentative delle aspirazioni per una città diversa senza cadere nella nostalgia di una mitica città ideale e senza pretendere di raggiungere il luogo del radicamento nelle proprie origini. Se ammettiamo che la città non assolve più il ruolo di autocertificazione della tradizione e del radicamento, allora possiamo dire di essere di fronte ad un evento di grande portata, dissolutivo, che testimonia oltre a tutto dell'opacità del modello urbano a disposizione.