Einaudi: Super ET. Opera viva
Liberi e ribelli. L’antifascismo come scelta esistenziale
Antonella Tarpino
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 176
La scelta antifascista dei partigiani, i giovani di ieri, raccontata ai giovani di oggi. Un percorso tra diari, romanzi e film, sulle tracce di chi, nel vuoto seguito all’8 settembre del 1943, riuscì a intravedere l’orizzonte di un possibile riscatto. I partigiani parlano ancora ai giovani di oggi? Forse sì, se si ricorre a linguaggi immediati e vividi. Così Antonella Tarpino si è immersa nelle pagine che testimoni e scrittori hanno dedicato alla propria scelta antifascista (da Italo Calvino a Beppe Fenoglio, da Ada Gobetti a Renata Viganò), ma anche dentro le immagini dei tanti film che l’hanno rappresentata (da “Achtung! Banditi!” a “Tutti a casa”, da “I piccoli maestri” a “Una questione privata”). E il risultato è un saggio originale e coinvolgente che, intrecciando storia e memoria, scritti autobiografici, romanzi e istantanee cinematografiche, racconta la dimensione ideale che ha spinto donne e uomini a ribellarsi alla dittatura fascista, a compiere una scelta complicata e dolorosa, a convincersi che cambiare era possibile. E il significato di quella scelta si fa ogni giorno più attuale. Perché ragionare sulla scelta antifascista, da cui ha origine la nostra democrazia, mai data una volta per tutte, significa capire chi vogliamo essere e in che mondo vogliamo vivere. Perché quella scelta riguarda tutti noi. Con una postfazione di Marco Revelli.
Ogni cosa aveva un colore. Un padre, un figlio e l'amore di chi resta
Federico Pace
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 208
Un viaggio struggente di scoperta e formazione alla ricerca del padre appena perduto e dell’evento che ne ha segnato la vita. L’atto d’amore di un figlio che trova la forza di trasformare quell’assenza da peso che schiaccia l’anima a nutrimento che la fortifica. «Anche se di mio padre so molto, c’è una cosa, forse la più importante di tutte, di cui non mi ha mai parlato. Qualcosa che, in un tempo distante, ha ferito e mutato per sempre la sua esistenza». Suo padre è morto da pochi mesi, quando Federico Pace sta lavorando all’opera del fotografo svizzero Werner Bischof. Mentre scorre le foto scattate in Olanda dopo la fine della Seconda guerra mondiale, scova una serie di ritratti molto diversi dagli altri. Tra questi, uno è un pugno nello stomaco: la foto di un bambino che somiglia al padre, soprattutto per via delle cicatrici che ne hanno sfigurato il volto. Parte da qui, da questa folgorazione, il viaggio di Pace. Va dove ha abitato suo padre, visita i posti che ha frequentato, contatta i suoi amici. Ne ripercorre la vita. Dai primi anni vissuti in un paesino dell’Agro Pontino al rapporto speciale con lo zio Manlio; dall’esplosione della mina che a cinque anni lo privò della vista ai mesi di degenza al Policlinico Umberto I di Roma; dagli anni all’Istituto Romagnoli per ciechi al riscatto di un uomo che si è conquistato un futuro laureandosi, innamorandosi, sposandosi. Allo stesso tempo, spinto dalla forza che hanno solo le entità evocate, Pace si mette sulle tracce del bambino della foto, che acquisisce un nome, Jo Corbey, e una vita tutta da scoprire e comprendere. Vittima anche lui, a Roermond, del colpo di coda della guerra: l’esplosione di una mina. Intrecciando i segni lasciati dal genitore insieme a quelli di Jo, quasi un gemello per destino e identità, Pace ricompone i pezzi della storia di suo padre. Gli restituisce così tenerezza e dignità, e trova finalmente una via tutta personale per congedarsi da lui, lasciarlo andare, e riconciliarsi con la sua perdita.
Parlare fra maschi. Stare insieme dentro & fuori gli stereotipi di genere
Alessandro Giammei
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 184
Radunarsi tra maschi intorno a un pallone o a un boccale di birra, così come condividere la sella di un motorino, la doccia di uno spogliatoio o la tenda di un campeggio, non ha necessariamente a che fare con il cameratismo, lo spirito di competizione e la goliardia. Può essere invece una questione di intimità, di confidenza, di fragilità e desideri condivisi. Di sorellanza maschile e amore fraterno. I maschi, quando stanno insieme, non chiacchierano, agiscono. Non perdono tempo a blaterare tra di loro – o peggio, su di loro. Sono un team, un battaglione, una squadra che, troppo facilmente, può trasformarsi in un branco. Tra i socializzati maschi i legami si stringono soprattutto rivaleggiando, o collaborando, in qualche attività che giustifichi il loro stare insieme. Come se il solo farsi compagnia, oppure volersi bene, fosse sospetto o comunque non sufficiente. Mitologia e stereotipi vorrebbero i fratelli violenti e i colleghi competitivi, le squadre dominate da un capitano e i rapporti a due gerarchici, goliardici, spicci. Per lanciare una sfida al patriarcato e mettere in discussione il modo unilaterale e privativo di vivere il maschile che ci viene presentato come un dato di natura, Giammei ci invita a esercitare quella che le femministe storiche chiamavano autocoscienza di genere. Potremmo, tra maschi, incontrarci senza avere nulla di particolare da «fare», senza un’attività, un obiettivo pratico, un gioco, a colmare il golfo che ci divide. Potremmo guardarci negli occhi, parlare e ascoltare cosa significa per noi l’esperienza della nostra identità. E pensarci come «sorelli», praticando una sorellanza maschile ispirata ai mille modi in cui – nella storia della cultura cosiddetta «alta» e nell’immediato presente di quella che diciamo «bassa» – i ragazzi e gli uomini si sono già affettuosamente fatti fratelli senza per forza ricorrere ai coltelli.
Volevo essere un uomo
Lidia Ravera
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 152
«Per più di duemila anni l’invidia verso le donne è stata negata. Peggio: è stata trasformata in svalutazione e le ha spinte ai margini, le ha sminuite, ostracizzate dalle stanze del potere, ridotte a funzioni della propria prosperità, del proprio godimento, le ha calunniate, le ha trattate da inferiori. Le ha bruciate sul rogo come streghe o internate nei manicomi come pazze. Mossi dall’invidia, per una diversità che non potevano dominare, si sono vendicati, gli uomini. E tu vuoi essere uno di loro?» Appena nata aveva già deluso sua madre: non era un bel maschietto. A cinque anni avrebbe voluto salire sugli alberi e sporcarsi i vestiti. A quindici non essere molestata. A sedici prendere il megafono in mano e arringare i compagni di scuola. A venti non dover aspettare di essere scelta. A cinquanta non preoccuparsi della menopausa. A sessanta delle rughe. A settanta dello stigma sociale che colpisce le vecchie. Ripercorrendo la sua vita di lotta e di scrittura, Lidia Ravera oggi fa i conti con una fantasia sempre taciuta: avrebbe voluto essere un uomo, anche se le donne le ama di più. Avrebbe voluto essere un uomo perché la società in cui ha mosso i primi passi era a misura d’uomo. E quella in cui muoverà gli ultimi, molto probabilmente, lo sarà ancora. Avrebbe voluto essere un uomo perché non aveva alcuna vocazione al martirio. Perché non voleva dover scegliere fra gli affetti e la carriera, non voleva reprimere parti di sé per adeguarsi al ruolo di femmina, non voleva educarsi ad aspirazioni modeste, non voleva e non vuole sentirsi sempre sotto osservazione o sotto scacco. “Volevo essere un uomo” è una confessione intima e politica, in cui raccontarsi vuol dire anche raccontare il femminismo, le battaglie vinte e quelle ancora da vincere, ma soprattutto l’approssimarsi della fine di un mondo e il bisogno di credere che un altro mondo è possibile. Magari a misura di donna.
Son qui: m’ammazzi. I personaggi maschili nella letteratura italiana
Francesco Piccolo
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 160
«In questi libri tutti fanno la guerra, si incazzano, diventano furiosi, litigano, sono gelosi, minacciosi, e usano la forza in modo esplicito, picchiando, violentando. Ma sono anche violenti in modo più moderno, quindi occultato, passivo: sono lamentosi e recriminatori, e finiscono per soffocare le donne in altro modo. Il racconto semplicemente corrisponde a quello che siamo (stati)». Un saggio d’autore, inaspettato e personale. Francesco Piccolo rilegge tredici capolavori che, con i loro protagonisti, sono entrati nelle nostre vite e hanno segnato in maniera indelebile il nostro immaginario, contribuendo a legittimare il mito della maschilità e la cultura virile. Se l’impressione che abbiamo degli uomini è che siano potenti, arroganti, violenti, egoisti e famelici, allora, di questi uomini, ve ne sarà traccia anche nelle opere chiave della nostra letteratura, quelle che hanno in qualche modo contribuito a consolidare una certa idea di maschio. A partire dalle fondamenta, dalla settima novella dell’ottava giornata del “Decameron”, in cui Boccaccio mette in scena la spietata vendetta del giovane scolaro Rinieri, che sbeffeggiato e rifiutato da una avvenente vedova la punisce facendo in modo che non possa più vantare la propria avvenenza. La morale: se si ferisce il maschio non è pena affatto ingiusta essere sfregiate a vita. Come non pensare al nostro presente. E come non pensarci leggendo delle peripezie matrimoniali di Zeno di cui scrive Svevo. Zeno Cosini, arrogante e fragile al tempo stesso, irrazionale che si finge ponderato, ma soprattutto, come ogni uomo che si rispetti, tarlato dal desiderio, che una volta piantato in testa non schioda più e fa compiere i gesti più sciocchi e sconsiderati. E poi ancora l’innominato di Manzoni, il Principe di Salina di Tomasi di Lampedusa, ’Ntoni di Verga, l’Antonio di Brancati, il Milton di Fenoglio e altri maschi, tutti sempre uguali a sé stessi, vigliacchi e furiosi, gelosi e violenti, al centro di romanzi che hanno costruito il canone della letteratura italiana. Perché chi siamo ha a che fare con la famiglia, l’educazione, il mondo dove si cresce, ma anche con i libri che si sono letti.
Il mago delle parole
Giuseppe Antonelli
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 208
«Le parole sono un fondamentale pezzo di mondo: a ogni parola in più che impariamo, il nostro mondo diventa un po’ più grande. Ogni nuova parola è una scoperta. Ogni nuova parola è una conquista. Ogni nuova parola è un passo nella strada che porta alla consapevolezza». Un saggio narrativo che spariglia le carte e ci fa cambiare sguardo sulla nostra lingua, accompagnandoci all’interno di un’aula scolastica dove l’ora di italiano diventa il momento più entusiasmante di tutta la giornata. Perché, come ci rivelerà pagina dopo pagina Giuseppe Antonelli, la grammatica non è affatto noiosa, polverosa o dogmatica. La grammatica è glamour. Cosa succede se il nuovo insegnante d'italiano è uno strano tipo tutto azzimato che ogni giorno se ne inventa una nuova? Appende cartelli, disegna cartine, improvvisa quiz, apparecchia la cattedra con un servizio da tè. Spiega la grammatica come una partita a scacchi, scrive alla lavagna formule etimologiche e le risolve a mo' di enigmi, trasforma le parole in racconti pieni di colpi di scena. Le incrocia, le manipola, le inventa, le traduce in suoni e colori, sapori e profumi. Insieme ai classici della letteratura, cita canzoni, fumetti, film e non smette mai di dialogare con tutti gli studenti: ascolta, commenta, ribatte, scherza, incoraggia. Un imprevedibile prof che ogni tanto si mette qualcosa in equilibrio sulla testa e rimane immobile finché non ritorna il silenzio; non dà mai voti e in pagella scrive solo consigli in forma di sonetto. Succede che imparare la lingua, le sue regole, la sua storia diventa un'avventura affascinante. La grammatica, in fondo, è solo l'arte di dire le cose nel modo giusto al momento giusto. E allora ecco l'Accademia d'arte grammatica: una società segreta in cui ragazzi e ragazze s'incontrano fuori da scuola per divertirsi a giocare con la lingua italiana. Succede che un'esperienza così può cambiarti la vita. E in effetti, alla persona che racconta questa storia - a distanza di anni, con immutata emozione e un po' di nostalgia - la vita l'ha cambiata.
Erotica dei sentimenti. Per una nuova educazione sentimentale
Maura Gancitano
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 176
Imparare a gestire il carburante delle emozioni non è una procedura standard, uguale per tutti. Educare alle relazioni non significa creare un decalogo di comportamenti da rispettare, una morale a cui conformarsi, ma rendere la persona consapevole di chi è, di cosa desidera e di come può interagire con il resto del mondo. Per vivere insieme agli altri senza farsi troppo male. L’educazione sentimentale è spesso confusa con le buone maniere, il bon ton, il galateo, vale a dire con un insieme di regole e codici considerati socialmente appropriati, a cui bisogna adeguarsi con ubbidienza. L’idea generale è che si tratti di un modello di comportamento che ha lo scopo di affrontare in modo razionale le pulsioni, le emozioni, i sentimenti, e tutti quegli aspetti della persona che per definizione sono romantici e travolgenti. Ma come si può invitare al controllo di qualcosa che è privato, intimo e che dovrebbe rimanere libero per definizione? Non sono proprio quei vissuti emotivi che ci rendono davvero noi stessi? In realtà, l’educazione sentimentale è una pratica personale, che riguarda innanzitutto la cura della propria intimità. È un processo di analisi e risoluzione dei condizionamenti subiti e dei propri bias cognitivi. Ognuno di noi, infatti, ha un modo diverso di percepire il mondo, una sensibilità originale che non va soffocata in nome di un’idea «normale» di vivere la vita. Educare a riconoscere pulsioni, emozioni e sentimenti e a capire come relazionarsi con le altre persone non può prevedere dunque un percorso uguale per tutti. Significa invece mettere in discussione l’idea di normalità e offrire strumenti adeguati per la scoperta della propria unicità, la cura di sé e della propria salute mentale, senza censurarsi né nascondere i propri desideri.
Il racconto del Labirinto
Giorgio Ieranò
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 152
Europa e Zeus, Minosse, Pasifae e il Minotauro, Dedalo e Icaro, Arianna e Teseo, Fedra e Ippolito: un intreccio inestricabile di miti che danno vita a una delle saghe più famose della mitologia greca. Un viaggio in un Mediterraneo antichissimo e leggendario tra storie di dèi, eroi, principesse ed enigmi. Europa, la principessa che, rapita da Zeus e trascinata in un viaggio prodigioso, ha regalato il nome al continente in cui abitiamo; Pasifae, la madre del Minotauro, che spiega come nacque in lei la passione innaturale per un toro; Icaro, figlio di Dedalo, artefice del Labirinto, che precipita nel suo folle volo; Teseo che affronta il Minotauro, il mostro mezzo uomo e mezzo toro, e risale alla luce grazie al filo offertogli dalla principessa Arianna; Fedra, sorella di Arianna che vive un'altra fatale trasgressione erotica, innamorandosi del figliastro Ippolito. Intorno al Labirinto, luogo di morte ma anche di iniziazione alla vita, ruota un intero mondo di eroi e di divinità che sono entrati a far parte del nostro immaginario e che ancora oggi ci parlano e ci affascinano. In un viaggio attraverso la letteratura antica e moderna, da Omero a Ovidio, da Euripide a Seneca, da André Gide a Jorge Luis Borges, Giorgio Ieranò racconta le vicende dei diversi protagonisti della leggenda - ogni personaggio del mito ha vissuto la grande avventura a modo suo e può narrarne solo un frammento, che però fa parte di un disegno più grande -, componendo un mosaico di storie che ci trasporta in un Mediterraneo antichissimo e leggendario. E ci fa guardare in un modo nuovo a uno dei simboli più enigmatici e affascinanti della mitologia greca.
Dare voce al cuore: La nostalgia ferita-Speranza e disperazione-In dialogo con la solitudine
Eugenio Borgna
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 248
Le emozioni svelano chi siamo, dicono tutto ciò che accade nelle profondità piú oscure e luminose dell'anima; dobbiamo solo trovare le parole giuste per dare loro voce. Le emozioni sono senza fine, perché senza fine sono il nostro gioire e il nostro soffrire, la nostra paura e il nostro stupore. Le emozioni sono molteplici, multiformi e spesso anche contraddittorie, capita che sembrino avere il sopravvento sulla razionalità, che siano incontrollabili, ma non si possono e non si devono reprimere, perché è soltanto grazie a loro che il nostro io trova lo spazio per uscire dai suoi confini e per mettersi in risonanza con il mondo degli altri. Non dobbiamo quindi estinguere la passione con la ragione, ma imparare a ragionare appassionatamente, senza rifuggire da nessuna delle emozioni che ci abitano; non ci può infatti essere speranza senza nostalgia cosí come non saremo mai in grado di vivere una felicità condivisa senza prima aver imparato a scendere a patti con la nostra solitudine. Eugenio Borgna, con la consueta passione, ci accompagna in un toccante viaggio tra i lemmi di un lessico dell'anima di cui abbiamo quanto mai bisogno. Con una nuova prefazione dell'autore.
Cose da maschi
Alessandro Giammei
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 256
Fermacravatte e orecchini, smalti e canottiere, collane e rasoi: attraverso venticinque oggetti tradizionalmente considerati (o sorprendentemente diventati) «da maschi», questo saggio esplora le possibili vie d’uscita dalle maglie strette che il patriarcato ci impone. Perché forse per superare il patriarcato bisogna abitare, non abolire, la maschilità. E invece di partire dalle parole, su cui non riusciamo a metterci d’accordo, sarà bene iniziare dalle cose. Cose da maschi è un inventario di simboli, orpelli, strumenti che definiscono (o destabilizzano) la differenza tra maschile e femminile; una differenza che ci è più facile pensare e vivere come un dualismo, piuttosto che immaginarla come un confine labile e permeabile in entrambe le direzioni. È un osservatorio sulla metà del cielo che ci è sempre parsa nota, standard, dominante, e intende invece farcela aliena, curiosa, esotica, speciale. Intende soprattutto rimapparne le costellazioni, visitando sia pianeti familiari sia sistemi remoti, mai raggiunti prima dai telescopi: quelli abitati da ragazzi-soia e fascinosi secchioni, da icone hip hop che somigliano a gentiluomini del Rinascimento, da cose e persone che rifiutano l’utilità, la forza, il potere, e si acclimano (da secoli o da ieri l’altro) in un futuro più gioiosamente ibrido e consapevole. Per capire cosa siano l’identità di genere, il patriarcato, persino il femminismo oggi (e soprattutto, per capire cosa saranno domani) bisogna infatti interrogare la maschilità invece di darla per scontata. Dalle pistole di plastica che mettiamo in mano ai bambini agli smalti e collane dei cantanti che seguono su TikTok quando non li guardiamo, il catalogo delle cose ancora (o non più) maschili di quest’età fluida e immateriale racconta le fragilità di supereroi e leader carismatici, il potere di idoli mingherlini e softboy, le ambizioni e i sogni di chi lotta perché quella dei maschi diventi una tribù inclusiva, consapevole dei propri miti e dei propri privilegi.
Age Pride. Per liberarci dai pregiudizi sull’età
Lidia Ravera
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 112
«La vita finisce quando tutto si ferma. Come atlete dobbiamo muoverci con lei, imparare il suo passo, accelerare e rallentare a comando, fletterci e poi spiccare il balzo necessario a non essere disarcionate. Bisogna restare agili. Non giovani, agili. Flessibili. Bisogna imparare a muoversi a tempo con il Tempo. Senza ostinarsi nell'imitazione di modelli scaduti. Ma senza nascondersi. Soprattutto senza nascondersi». Un terzo della popolazione italiana è composta da ultrasessantenni, hanno davanti decenni di vita ancora da vivere, non è mai successo prima. È una conquista o una condanna? Perché sia una conquista (un privilegio, una festa), bisogna liberarsi degli stereotipi, quelle «finte verità mai verificate, ma stabilizzate dalla ripetizione che ci rendono pavidi e conformisti». Sono le sbarre della gabbia che imprigiona il terzo e il quarto tempo della nostra carriera di esseri umani. Vanno divelte, per liberare la forza e l'intelligenza che l'accumularsi di anni, esperienze e consapevolezza ci hanno regalato. Age Pride è una requisitoria contro l'ageismo, tutto, anche quello introiettato, di cui spesso non ci rendiamo conto. È un manifesto contro lo stigma che colpisce chi non è più giovane («Abbiamo vissuto troppo, sappiamo troppo per essere infilati a forza in una categoria»). Ma soprattutto è l'invito, ben circostanziato e convincente, a una festa possibile: quella dell'orgoglio d'aver vissuto, della voglia di continuare il viaggio della vita, considerando ogni età un Paese Straniero, da attraversare con la curiosità che merita, non la tappa di una via crucis, da accettare, rassegnati. Attraverso il racconto del proprio conflittuale rapporto con l'età che avanza, Lidia Ravera rivendica la maestosa allegria celata nella maturità e spiega come il tempo, da nemico che striscia alle tue spalle aspettando una resa incondizionata, possa trasformarsi in un alleato che ti consente una libertà imprevista e una vera rivoluzione interiore.
Sogni del fiume
Chandra Livia Candiani
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 128
Quindici storie che formano un'educazione sentimentale e ci parlano di solitudine e fame d'amore. Di vita che scorre incessante. Da piccola Chandra Candiani faceva un gioco: vedere quante piú cose insignificanti ci fossero in una stanza, sul tram, in una via e accoglierle tutte in uno sguardo, sorridendogli. Si trattava di oggetti, animali, bambini senza niente di speciale, considerati dagli altri insignificanti. Cosí Candiani, divenuta grande, ha deciso di invitarli nelle sue fiabe e li ha lasciati parlare. Soprattutto ha dato una storia a chi di solito una storia non ce l’ha. Una bambina talmente innamorata di un fiume da desiderare soltanto di corrergli accanto fino al mare. Un usignolo malinconico che nessuno vuole, perché nessuno vuole conoscere la tristezza del cuore. Una rosa che non credeva piú nel vento, ma che proprio grazie al vento riesce a risorgere. Una musica felice scesa sulla terra per un bambino troppo strano. Una pattumiera che racconta ai suoi ospiti, nòccioli di frutta, cartacce, lische di pesce, quanto la loro vita sia stata importante. È la solitudine il filo rosso che lega insieme queste quindici storie, eppure in ciascun personaggio echeggia fortissimo il desiderio vivido di essere parte del tutto, di costruire un legame seppure sottile con gli altri, di gridare in silenzio la fame d’amore che li attraversa. Un amore semplice, intrecciato ai piccoli dettagli, alla minimalità dell’esistenza, ai suoni che popolano le campagne, le città; un amore per una vita minima che chiede timidamente di essere vista, ascoltata, osservata nella sua linfa intima.