Edizioni ETS: Jura. Temi e problemi del diritto
Rimedi e limiti di tutela dell'acquirente
Arturo Maniaci
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 207
La vendita, oltre ad essere lo schema più diffuso nella pratica degli affari e l’atto paradigmatico dei rapporti di scambio, si colloca oggi al crocevia di una pluralità di statuti e fonti normative (domestiche, europee, internazionali), dando luogo a problemi interpretativi di coordinamento. La complessità della dinamica traslativa, accentuata da una marcata differenziazione dei protagonisti coinvolti nello scambio, nonché dalla sempre più massiccia distribuzione sul mercato di beni tecnologicamente sofisticati, rende opportuna un’indagine diretta a vagliare criticamente il sistema giuridico della patologia degli scambi. L’ottica prescelta nel libro è quella della effettività della tutela, che consente di verificare i presupposti, le modalità e soprattutto i limiti di funzionamento dei rimedi predisposti dall’ordinamento giuridico in favore dell’acquirente. Ne esce un quadro complessivo, in cui il diritto comune delle obbligazioni e dei contratti, l’impianto delle garanzie di stampo edilizio espresso dal Codice civile del 1942 e gli statuti normativi speciali imperniati sulle qualità soggettive dei contraenti sono destinati ad interagire ed integrarsi, affinché possa essere raggiunto l’equilibrio fra l’esigenza connessa alla stabilità delle operazioni economiche e quella di assicurare una tutela effettiva all’acquirente insoddisfatto.
La facoltà di giurisprudenza dell'Università di Cagliari. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 547
Sotto una duplice angolazione il libro racconta la storia della Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari dai progetti cinquecenteschi di fondazione dell'ateneo fino all'Unità: come luogo di formazione del giurista e, in stretta correlazione, come momento di snodo per l'accesso alle cariche, alle professioni e per una collocazione privilegiata entro la polis. Da qui le domande che riguardano, da un lato, gli aspetti dell'insegnamento (il numero degli studenti, i corsi, la frequenza alle lezioni, i manuali, le biblioteche, gli esami, dal punto di vista dei discenti; il reclutamento, gli impegni accademici, gli strumenti didattici, gli orizzonti scientifici e di metodo, nell'ottica dei docenti); dall'altro gli impatti nel tessuto sociale, secondo indirizzi culturali di cui la Facoltà era espressione e che a sua volta contribuiva a implementare. Anche nei momenti di crisi, essa operava come deposito di conoscenza giuridica, dialogava con il mondo delle professioni e delle istituzioni, formava le élites. Primo volume di una storia che arriverà fino ai giorni nostri e frutto della collaborazione di studiosi dalle competenze diverse, il libro affronta con nuove ricerche archivistiche e con sguardo comparatistico i principali problemi storiografici: il fervore dopo la fondazione, la reductio della sua funzione nei decenni successivi, la faticosa rifondazione boginiana, i giuristi "giacobini", la Facoltà di massa negli anni a ridosso della "fusione perfetta". E, mentre ricostruisce un itinerario in cui il tema dominante appare quello della formazione del giurista del diritto patrio, propone anche questioni nuove.
Mancini in cattedra. Le lezioni torinesi di diritto internazionale del 1850-51 e 1851-52
Eloisa Mura
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 356
L’istituzione, nel 1850, della prima cattedra italiana di diritto internazionale presso l'Università di Torino segnò una tappa decisiva nello sviluppo della disciplina. Fino allora la materia era stata impartita - non sempre e non ovunque - insieme con altre in una posizione marginale che ne ostacolava la crescita, impedendo l'affermarsi dello specialismo. Titolare di quel primo insegnamento autonomo fu Pasquale Stanislao Mancini, per un ventennio unico professore ordinario della materia, che portò nella Facoltà giuridica sabauda le aperture e i fermenti delle scuole private napoletane uniti all'impegno che gli derivava dalla "cultura dell'incivilimento" respirata nella città partenopea. Il ritrovamento del manoscritto del primo corso biennale tenuto dal professore campano negli anni accademici 1850-51 e 1851-52, finora sfuggito all'attenzione degli studiosi e del quale oggi si pubblica l'edizione, consente di vedere in azione quel grande protagonista della vita culturale e politica nazionale, di conoscere le sue parole come vennero dette e contemporaneamente di seguire, nelle primissime fasi, lo strutturarsi della disciplina nell'accademia italiana in uno sforzo di dissodamento che fu inevitabilmente scientifico, oltre che didattico. Il volume, mentre ricostruisce l'impegno profuso dal giurista irpino sulla cattedra, offre così uno sguardo analitico su quella stagione cruciale della storia giuridica italiana.
Scienza e senso comune nel diritto penale. Il ricorso problematico a massime di esperienza circa la ricostruzione della fattispecie tipica
Rosa Palavera
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 342
Per sua natura, il diritto penale è campo conteso tra scienza e senso comune, che ne modulano la percezione da parte dei giuristi e dei profani. Con le sue proposte in continua evoluzione, la scienza si è resa, al tempo stesso, bersaglio e scaturigine di una rinnovata attenzione critica nei confronti della fattispecie e della sua prova. Il senso comune, al contrario, si è offerto scudo e motore di un'opera di flessibilizzazione profonda delle norme, senza risparmiare gli istituti di parte generale. Partendo dal concetto classico di massima d'esperienza per giungere sino al ragionamento abduttivo e delle cosiddette logiche paracomplete, nell'intreccio di diritto e processo, si snoda un percorso che segue il progressivo rivelarsi del fenomeno, in buona parte inosservato, rilevandone i meccanismi elusivi, l'estensione nel "diritto vivente" e l'impatto sulla tenuta di principi e garanzie. Alla ricerca di rimedi dalle radici altrettanto antiche.
«Rinunciabilità dell'effetto risolutivo». Un principio da ridimensionare
Roberta Bonini
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 134
La risoluzione per inadempimento è davvero, come da tanti anni si dice in giurisprudenza, un effetto del quale la parte fedele, nel cui interesse è previsto, può liberamente e in ogni tempo disporre? Dal banco di prova di una concretissima questione di diritto contrattuale, questo studio offre molti spunti di riflessione e di critica sul modo di motivare le sentenze, sull’uso del precedente giudiziale e sul tramandarsi di massime imprecise.
Il trasferimento dell'ipoteca. Vicende del rapporto ipotecario
Andrea Genovese
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 210
L’ipoteca è un diritto destinato a durare nel tempo. È per questo motivo che, dopo la sua costituzione, possono verificarsi alcuni fatti che incidono sul rapporto ipotecario. Nello studio è sottoposto a indagine il cosiddetto trasferimento dell’ipoteca: il quale consiste nella modifica, in senso ampio, dell’oggetto della garanzia, che si trasporta dal bene su cui l’ipoteca è stata originariamente iscritta ad un diverso bene. Questa modifica – destinataria, in modo espresso, di una regolamentazione sporadica e frammentaria – reclama una disciplina unitaria. L’autore si propone di dimostrare come vengano in soccorso le norme sulla novazione oggettiva, suscettibili di applicazione, oltreché al rapporto obbligatorio, anche alle modifiche relative all’oggetto dell’ipoteca.
Discorsi su «Il diritto come discorso»
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 270
Il libro di Aurelio Gentili "Il diritto come discorso" ha ricevuto molta attenzione dal mondo accademico e dalle professioni giuridiche, suscitando vivaci dibattiti. I saggi contenuti nel volume sono stati presentati e discussi da studiosi di diritto civile, di diritto comparato, di diritto processuale civile, nonché da filosofi del diritto, magistrati, avvocati e filosofi del linguaggio in varie università italiane. Sovente, gli esiti del confronto sono stati pubblicati su delle riviste. Lo scopo di questa raccolta consiste nel rendere disponibile una parte corposa del dibattito appena segnalato, agevolando il lettore nel rintracciare i materiali e nel farsi un’idea sui contenuti de “Il diritto come discorso”, sui pregi e sui difetti che chi si è cimentato a fondo col libro ha individuato. “Il diritto come discorso” merita di essere letto e riletto, leggerlo e rileggerlo sulla scorta delle approfondite riflessioni che su di esso sono state compiute è, di certo, ancora più proficuo.
Democrazia elettronica. Teoria e tecniche
Gianmarco Gometz
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 219
La credenza diffusa circa il potenziale democratico immanente alle tecnologie digitali è sempre più spesso smentita da chi le vede principalmente nella loro guisa di frecce all’arco dei "populisti": demagoghi particolarmente abili ad accattivarsi il consenso delle masse grazie a "fake news", teorie del complotto virali, bolle informative e polarizzazione d’una sfera pubblica assai lontana dagli idilli dialettici vagheggiati dai teorici della partecipazione deliberativa. Criticando sia i pregiudizi che imputano a internet la presunta crisi della democrazia rappresentativa sia la visione irenica della "e-democracy" come incarnazione di una portentosa intelligenza della rete ricognitiva del bene comune, questo libro propone una teoria intesa a valutare le potenzialità, i rischi e gli inconvenienti delle varie e multiformi tecniche della democrazia elettronica, con particolare riguardo a quelle finora sperimentate o messe in pratica. A tal fine, si offre un apparato analitico rivolto a determinare se e in quale misura tali tecniche siano apprezzabili in ragione degli stessi valori che ci fanno apprezzare l’autogoverno del "demos", o siano piuttosto degli strumenti di democrazia "eterodiretta" che, dietro le apparenze della partecipazione digitalmente mediata dei cittadini alle scelte politiche, celano il potere autocratico, arbitrario e d’ultima istanza di chi in qualche modo controlli il "medium" tecnico usato per adottarle.
Diritto penale dell'intermediazione finanziaria
Gianfranco Martiello
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 237
Una trattazione, ampia o sintetica che sia, dei reati in materia di intermediazione degli strumenti finanziari non ha forse oggi bisogno di giustificare la propria opportunità, tanta è l'interesse che anzitutto la società civile dimostra nei riguardi della disciplina dei "mercati finanziari", nei quali, a torto o a ragione, molti hanno visto il locus ove si sarebbe sviluppato il germe della crisi dalla quale le economie mondiali stentano ancora ad uscire. Né può stupire, nello specifico, che proprio il sistema di enforcement e di controllo su tali mercati, colpevole di non avere mantenuto le proprie promesse, sia al centro, ormai da tempo, anche delle attenzioni del legislatore nazionale e comunitario. Le più recenti modifiche apportate alle fattispecie criminose contemplate dal d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, nonché l'attrazione dei delitti previsti dagli odierni artt. 2622 e 2629-bis ce. nell'ideale alveo tematico del diritto penale dell'intermediazione finanziaria, hanno propiziato la nascita di una trattazione che, al di là dei confini imposti dalla collocazione sistematica delle varie figure di reato, cercasse di offrire al lettore una visione unitaria e sintetica dell'intero "campo di materia" venutosi a creare. Ne è quindi nato un breve - ma si spera completo - volume destinato principalmente agli studenti, che segue la metodica didattica tradizionale incentrata sull'analisi puntuale delle varie fattispecie incriminatrici, sebbene con alcune licenze tese ad evitare inutili ripetizioni o appesantimenti.
Scritti scelti di diritto amministrativo (1982-1999)
Marcello Clarich
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 262
Il volume raccoglie una selezione di articoli pubblicati dall'autore nella prima fase della produzione scientifica (1982-1999). Gli articoli danno conto delle trasformazioni dell'ordinamento amministrativo in una fase storica segnata da un cambiamento dei paradigmi interpretativi. Quest'ultimo è stato determinato dall'approvazione di testi normativi come la legge sul procedimento amministrativo (n. 241/1990) o la legge antitrust (n. 287/1990) e dalla crescente influenza del diritto europeo, anche in materia di diritto dello sport. Una serie di direttive europee hanno promosso in particolare le liberalizzazioni e le privatizzazioni nei settori dei servizi pubblici con la comparsa di concetti nuovi come il servizio universale. Sono stati istituiti apparati di tipo nuovo come le autorità amministrative indipendenti per esempio, l'autorità garante della concorrenza e del mercato). Nel contesto dell'apertura del mercato a discipline proconcorrenziali, un filo conduttore che lega vari scritti è rappresentato dall'utilizzo della teoria della regolazione, in quegli anni ancora poco coltivata nel nostro Paese, applicata a contesti economici, ma anche non economici in particolare al codice della strada. Ciascun contributo è preceduto da una premessa che illustra l'occasione dello scritto aggiungendo qualche considerazione più personale.
All'ombra di Mancini. La disciplina internazionalistica in Italia ai suoi albori
Eloisa Mura
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 408
Il volume ricostruisce la formazione della prima scuola internazionalistica italiana tra gli anni dell'unità, allorché il diritto internazionale divenne materia obbligatoria nel curriculum delle facoltà di giurisprudenza, e l'ultimo scorcio dell'ottocento, quando cominciò ad affacciarsi l'indirizzo "positivo". E la storia dell'affermazione, lenta e faticosa, dello specialismo della disciplina – nei suoi attori e nei contenuti – realizzata all'ombra del suo prestigioso nume tutelare: Pasquale Stanislao Mancini. Il principio di nazionalità, che il giurista irpino enunciò quale perno dell'intera materia, venne effettivamente coniugato dalla sua scuola nelle due branche del diritto internazionale pubblico e privato e costituì il polo di discussione anche per quanti lo contrastarono sostenendone la valenza ideologica e non giuridica (Padelletti, Brusa, Palma e poi Fiore e Vidari). La ricerca illustra i temi dibattuti, gli strumenti messi in campo (manuali, trattati, affreschi storici, prolusioni, contributi sulle riviste) e le dinamiche accademiche che coinvolsero i protagonisti di quella stagione. Se il centro dell'indagine è l'intensa attività svolta in seno all'università italiana – si ripercorre in particolare l'esperienza scientifica di tre manciniani di ferro (Esperson, Pierantoni e Carnazza Amari) –, il contesto europeo non è però mai eluso. Nel libro emerge evidente l'intrinseca storicità del diritto e, a maggior ragione, del diritto internazionale.
Proprietà pubblica e beni comuni
Gianfrancesco Fidone
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2017
pagine: 463
Pur in mancanza di una disciplina generale, il legislatore nazionale e quelli regionali, la giurisprudenza e le stesse amministrazioni pubbliche, sempre con maggiore frequenza, fanno riferimento ai beni comuni. Tali beni sono al centro di un dibattito interdisciplinare che talvolta nel nostro paese ha assunto un ingiustificato carattere ideologico. La recente crisi economica ha rafforzato la percezione del pericolo in cui si trovano risorse che un tempo erano disponibili in misura abbondante e che oggi sono diventate scarse. È crescente l'insoddisfazione per la tutela e la gestione dei beni pubblici, normalmente lasciate alla pubblica amministrazione, dalle quali sono escluse le comunità. Lo studio si propone di individuare i tratti qualificanti della categoria dei beni comuni per distinguerla da quella dei beni pubblici. Ciò richiede di ridefinire con precisione entrambe le categorie, tenendo presente le tesi di autori che, in epoche diverse, si sono occupati della proprietà pubblica. La distinzione, peraltro, non avrebbe significato se, a valle delle definizioni, non fossero riconosciuti statuti giuridici diversificati, in termini di posizioni giuridiche soggettive e di mezzi di tutela correlati, alle medesime categorie di beni. Assume, inoltre, particolare rilievo il ruolo delle comunità alle quali i beni comuni arrecano utilità di rilevante intensità (c.d. destinazione comune). Ciò può portare i cittadini che le compongono, che diventano titolari di interessi omogenei, a cooperare tra loro e ad assumere, con varia intensità, compiti di gestione e tutela degli stessi beni. Si impone, peraltro, la necessità della collaborazione tra comunità e istituzioni pubbliche secondo un modello di amministrazione condivisa.

