Solferino
La chiave di tutto
Gino Vignali
Libro: Copertina morbida
editore: Solferino
anno edizione: 2019
pagine: 238
Un senzatetto, un nero, una spogliarellista: una catena di delitti sinistramente logica. Sembra proprio che il killer che nel giro di poche ore ha disseminato Rimini di cadaveri abbia in mente di «fare pulizia». Ma il vice questore Costanza Confalonieri Bonnet, l'investigatrice più bella mai apparsa in una Questura (calendari compresi), non è convinta, la pista ideologica secondo lei non è quella giusta. Altrimenti perché Vagano, misterioso barbone dal sapore felliniano, si sarebbe preso la briga di ingoiare una chiave prima di morire? Quella, di certo, è la chiave di tutto. Ma cosa apre? Affiancata dalla sua squadra di fedelissimi - l'ispettore latinista Orlando Appicciafuoco, l'assai meno intellettuale vice sovrintendente Emerson Leichen Palmer Balducci e la nerd Cecilia Cortellesi, agente scelto - Costanza indaga, nel panorama un po' magico e un po' inquietante della riviera romagnola d'inverno.
La madre americana
Laura Laurenzi
Libro: Copertina rigida
editore: Solferino
anno edizione: 2019
pagine: 260
È diversa dalle altre madri: è americana. Arrivata a Roma subito dopo la guerra con la divisa da ufficiale dell'esercito Usa, sceglie di rendersi utile prendendo le redini del Foster Parents Plan, un programma di aiuti che strapperà alla povertà 11.385 bambini italiani. Questa è la sua storia, ma è anche una storia d'amore tra lei e un intellettuale di raro carisma che fa a palle di neve con Pasolini e che le riempie la casa di scrittori, da Bassani a Cassola, da Carlo Levi a Montale. Ed è una storia di formazione: quella di Laura, la loro bambina che preferisce Fred Buscaglione al Mago Zurlì, crede di aver fatto amicizia con la zarina Anastasia Romanov, viene portata dalla madre a vedere Kennedy da vicino e a una scandalosa rappresentazione di Hair a New York. Laura Laurenzi ci consegna con questo memoir un ritratto del nostro Paese in un decennio dorato: la Dolce Vita con i suoi lussi e i suoi voluttuosi scandali provinciali, ma anche la sua ineguagliabile scena culturale, quando Roma era tra le città più cosmopolite d'Europa. La guerra appare già lontanissima, come i tempi in cui il nonno di Laura andava in collegio con Mussolini, detto «e matt». Sono vicini invece gli anni del libero amore e dell'amore non corrisposto, la scoperta del sesso, gli happening erotico-pacifisti, le lezioni di bacio e le barricate. E quei colpi di scena, quegli incontri che ti cambiano la vita.
E se la finanza salvasse il mondo? Governare il capitale è possibile
Bertrand Badré
Libro: Copertina morbida
editore: Solferino
anno edizione: 2019
pagine: 341
Nello stesso modo in cui Thomas Piketty ha sottoposto a critica radicale il capitalismo, l'ex direttore generale della World Bank Bertrand Badré mette sotto esame il ruolo distruttivo rivestito dalla finanza nella crisi economica globale del 2007-2008. Ma la sua è tutt'altro che una condanna senza appello. La finanza non è il nemico, per la semplice ragione che non è né buona né cattiva di per sé. È una cieca forza meccanica che, quando imbocca la strada sbagliata, produce esiti rovinosi mentre, se controllata e gestita con responsabilità, può avvantaggiare tutti. In altre parole, Badré ritorna all'antico adagio secondo cui il denaro è un cattivo padrone, ma può rivelarsi un buon servitore. Da questo presupposto elabora una ricetta audace per trasformare la finanza in un impulso benefico, che, se ben regolamentato, ha la facoltà di contribuire a risolvere molti dei maggiori problemi che affliggono l'umanità, indirizzandola verso uno sviluppo sostenibile. La sua esperienza poliedrica di funzionario pubblico, banchiere d'affari, direttore e regolatore della più importante banca per lo sviluppo multilaterale gli permette di visualizzare il problema da diversi punti di vista, combinando un salutare pragmatismo con una visione ampia, comprensiva di tutti gli attori in campo. La conclusione è che il futuro è nelle nostre mani: «Quelli che esercitano un qualsiasi ruolo dirigente hanno il dovere di dare l'esempio. Ma anche noi - consumatori, investitori, cittadini, imprenditori, membri di associazioni, tutti noi - abbiamo il potere di spingerli a farlo. Tutti noi, ovunque siamo, abbiamo in mano una tessera del puzzle: che cosa stiamo aspettando per metterle finalmente insieme? Questo è il nostro mondo. Questo è il nostro denaro. Il cemento di cui abbiamo bisogno per preservarlo e alimentarlo è il bene comune.» Prefazioni di Emmanuel Macron e Gordon Brown.
Storia sentimentale dello sport italiano
Candido Cannavò
Libro: Copertina morbida
editore: Solferino
anno edizione: 2019
pagine: 344
Da Pietro Mennea a Roberto Baggio, da Marco Pantani a Valentino Rossi, da Alberto Tomba a Federica Pellegrini, da Valentina Vezzali ai fratelli Abbagnale, dalle più emozionanti vittorie della Ferrari ai trionfi degli azzurri di Enzo Bearzot e Marcello Lippi. Bastano questi nomi per evocare ricordi ed emozioni, esultanze e delusioni cocenti, un comune sentire che ha saputo unire ilnostro Paese, da Nord a Sud. A raccontare i grandi momenti dello sport italiano è la penna di Candido Cannavò, amatissimo direttore de «La Gazzetta dello Sport», che è stato capace di grandi battaglie per le regole e i valori ma anche di commozione per gli exploit dei nostri campioni. I suoi articoli più belli sulle prime pagine della «rosea» sono raccolti in questo libro, a dieci anni dalla scomparsa dell'autore, per farci rivivere la grande epopea delle emozioni azzurre, dalle Olimpiadi di Roma nel 1960 alla vittoria nel Mondiale del 2006. Un vero e proprio romanzo dell'Italia sportiva nei ricordi di un indimenticato maestro del giornalismo. Postfazione di Alex Zanardi.
L'America non è casa
Elaine Castillo
Libro: Copertina rigida
editore: Solferino
anno edizione: 2019
pagine: 457
Quante vite può contenere una sola esistenza? Quando Hero De Vera arriva negli Stati Uniti dalle Filippine, dove è nata e cresciuta, ne ha già attraversate molte: a dispetto del silenzio ostinato, i suoi pollici rotti parlano di un passato tutt'altro che semplice. Il suo mutismo si deve a una lunga abitudine, ma anche alla volontà di concentrarsi sulla costruzione di una nuova vita, nella comunità filippina in California dove è emigrata grazie all'aiuto dei suoi zii, Paz e Pol: anche loro si sono lasciati alle spalle traumi e dolori che ancora li inseguono, con un carico di ricordi, affetti, responsabilità di cui non riescono a liberarsi. Roni, la figlia di Paz e Pol, la prima nata «americana», imporrà a tutti con la sua stessa esistenza un confronto con le proprie radici, costringendo i suoi genitori e Hero ad accettare l'identità complessa di una famiglia in bilico tra le promesse del sogno americano e l'irresistibile richiamo della terra d'origine. Castillo si muove in un territorio letterario sospeso e affascinante, in cui si intrecciano la saga famigliare, il romanzo d'amore, la storia di due Paesi e della distanza che li divide, e degli uomini e delle donne che tentano di colmarla.
Italiani due volte. Dalle foibe all'esodo: una ferita aperta della storia italiana
Dino Messina
Libro: Copertina morbida
editore: Solferino
anno edizione: 2019
pagine: 298
Sono italiani due volte i trecentomila che in un lungo esodo durato oltre vent'anni dopo la Seconda guerra mondiale lasciarono l'Istria, Fiume e Zara. Erano nati italiani e scelsero di rimanere tali quando il trattato di pace del 10 febbraio 1947 assegnò quelle regioni alla Jugoslavia comunista del maresciallo Tito. A rievocare una storia a lungo trascurata del nostro Novecento è un'inchiesta originale e serrata dove al racconto dei fatti Dino Messina accompagna le testimonianze inedite dei parenti delle vittime della violenza titina e di chi bambino lasciò la casa natale senza la speranza di potervi tornare. Un dramma nazionale in tre grandi atti: il primo, con l'irredentismo, la vittoria nella Grande guerra, il passaggio alla patria di regioni e città sotto il dominio asburgico; seguiti dalla presa del potere fascista con le politiche anti-slave e la guerra accanto ai nazisti. La secondo fase inizia con le ondate di violenza dei partigiani di Tito nell'autunno del 1943 e nella primavera del 1945. Trieste, Pola e i centri dell'Istria occidentale, Fiume e Zara, da province irredente divennero terre di conquista jugoslava. Al biennio di terrore e alla stagione delle foibe, seguirono altri anni di pressioni e paura. Sino al terzo atto, dal 10 febbraio 1947, che segnò la più grande ondata dell'esodo. E successivamente un'altra massiccia partenza dalla zona assegnata alla Jugoslavia dopo il Memorandum di Londra del 1954, che stabilì il ritorno di Trieste all'Italia. A migliaia di fuggitivi, dopo il terrore e lo sradicamento, toccò l'umiliazione dei campi profughi. Una pagina tragica della nostra storia che trova in questo libro una ricostruzione puntuale.
Ghetti. L'Italia degli invisibili: la trincea della nuova guerra civile
Goffredo Buccini
Libro: Copertina morbida
editore: Solferino
anno edizione: 2019
pagine: 332
In Italia si combatte ormai da anni una guerriglia civile tra cittadini dimenticati. Lo Stato sembra aver perso sovranità su vaste aree del territorio nazionale: ghetti urbani dove tutto può accadere, buchi neri della nostra convivenza nei quali gli unici vincitori sono il degrado e la criminalità vecchia e nuova. Solo quando il conflitto sociale tra ultimi e penultimi è deflagrato, la politica ha cominciato a prestarvi attenzione: e soltanto perché alla miscela esplosiva di povertà e isolamento s'è aggiunta nel tempo la difficile integrazione degli immigrati, resa ancora più evidente da casi di cronaca come l'omicidio di Pamela Mastropietro, un anno fa a Macerata, o la tragica fine di Desirée Mariottini, in un palazzo di Roma abbandonato in mano a spacciatori africani. Dove non arrivava la visione strategica è arrivato il calcolo elettorale. Destra e sinistra per vent'anni non hanno neppure provato a intervenire seriamente, come se non fosse chiaro che le periferie (non solo geografiche) sono la vera trincea della democrazia. Le nuove forze populiste hanno infine evocato il problema, ma i primi atti del loro governo sembrano andare in senso contrario alla soluzione. Si tratta di passare dalle parole ai fatti. Il futuro d'Italia si gioca a Scampia, Ostia, Corviale, Pioltello, allo Zen, nei Caruggi e alla Diga di Genova, al Moi di Torino, nelle case popolari controllate dal racket, nei quartieri che attendono bonifiche e infrastrutture mai realizzate. Goffredo Buccini racconta la sua discesa nel lato oscuro del Paese: un viaggio da Nord a Sud fatto di storie drammatiche e personaggi memorabili; ma anche una serrata inchiesta, ricca di risvolti e dati inediti, che indaga sulle conseguenze dei roghi tossici per la salute, sui bambini mandati ad appiccare gli incendi perché non perseguibili, sui migranti - 600.000 «invisibili» - sfuggiti al nostro circuito d'accoglienza e sfruttati nel lavoro nero, sui nostri connazionali impoveriti che vivono in Italia ma si scoprono al di fuori dei suoi confini: quindici milioni di italiani «periferici».
Il demonio ha paura della gente allegra. Di don Bosco, di me e dell'educare
Fabio Geda
Libro: Copertina morbida
editore: Solferino
anno edizione: 2019
pagine: 185
«Un uomo con un piede nel sogno e uno nella realtà.» È il don Giovanni Bosco da cui prende le mosse la storia raccontata in questo libro: al tempo stesso visionario e pragmatico, convinto che anche un religioso abbia il dovere di dare risposte concrete ai problemi sociali. Il suo messaggio semplice quanto rivoluzionario - allegria, studio e pietà: non serve altro - oggi risuona più forte che mai e dalla Torino dell'Ottocento arriva fino alle strade delle nostre città e ai fronti su cui si gioca il diritto al futuro, dalle periferie ai centri di accoglienza delle nuove migrazioni. Per questo Fabio Geda sceglie di raccontarlo intrecciando per la prima volta la vicenda umana di don Bosco alla propria di allievo e educatore, e a un viaggio di testimonianza sui luoghi dei nuovi esperimenti di convivenza in Italia. Ricostruzione storica, narrazione, reportage: un unico filo luminoso lega le battaglie di don Bosco deciso a conquistare un futuro per i suoi ragazzi, le disavventure di Fabio alle prese con gli adolescenti difficili delle periferie e la sfida di chi a Valdocco come a Catania sperimenta forme più efficaci di integrazione e di educazione. È lo stesso filo che lega la spiritualità e il gioco, la capacità di trovare il centro di noi stessi e quella di prenderci cura del prossimo. Giovanni Bosco, il santo che credeva nell'umanità, parla ancora a una società che ha bisogno di tornare a crederci.
Noi contro loro. Come funziona il fascismo
Jason Stanley
Libro: Copertina morbida
editore: Solferino
anno edizione: 2019
pagine: 204
Ebreo americano, figlio di rifugiati europei scampati alla Seconda guerra mondiale, Jason Stanley parte da uno spunto autobiografico per porsi una domanda cruciale: perché la logica del «Noi contro Loro», alla base di tutti gli autoritarismi, è diventata non soltanto il segno distintivo della politica dei fascismi europei degli anni Trenta, ma anche un concetto così seducente nelle democrazie liberali in ogni parte del mondo? Pensare agli Stati Uniti di Donald Trump è immediato, ma non è l'unico caso. Stanley, conscio del rischio delle generalizzazioni, ma convinto che il tempo in cui viviamo le renda necessarie, sceglie l'etichetta «fascismo» per identificare le diverse forme di ultranazionalismo, incarnate in un leader autoritario, diffuse in varie parti del pianeta, e ne identifica i tratti distintivi, ricorrenti, dalla strumentalizzazione di un passato mitico all'uso spregiudicato della propaganda, dalla criminalizzazione delle minoranze al culto del patriarcato e della virilità. Se la prospettiva del suo lavoro è storica, analitica, l'intenzione è militante: un alert sull'America di Donald Trump (e non solo), tanto più appassionato quanto più radicato nella biografia di un intellettuale che ha sperimentato sulla propria pelle le insidie, i pericoli e gli esiti tragici che ogni forma di fascismo porta con sé. Riconoscerne i segnali, le strategie, le trappole mentali, dice Stanley, è un primo fondamentale passo per arginarne gli effetti più disastrosi.
La vita vera
Adeline Dieudonné
Libro: Libro rilegato
editore: Solferino
anno edizione: 2019
pagine: 220
Tra i prefabbricati del Demo, c'è una casa che non è uguale a tutte le altre. Ha quattro stanze, una per i genitori, una per la sorella, una per il fratello e una per i cadaveri. È qui che lei, la sorella, una ragazzina di dieci anni, deve combattere con i mostri che la circondano: suo padre, violento e rivoltante, sua madre, inconsistente come un'ameba. E poi ci sono gli animali impagliati che abitano nella «stanza dei cadaveri», frutto della forsennata passione paterna per la caccia, quasi animati da vita propria. Tutto nello squallore del Demo sembra trasformarsi in una feroce mattanza, persino l'abitudine di prendere un gelato dal carretto che suona il Valzer dei fiori. E questa violenza penetra in Gilles, il fratellino adorato, e lo trasforma: la sua testa si riempie di «parassiti» e la dolcezza di sua sorella non riesce più a riscaldarlo. Ma lei non cede: con un'ostinazione incrollabile, fa appello a tutte le sue energie per salvarlo, non importa a che prezzo. Un romanzo potente e delicato sulla forza e sulla resistenza di una donna, che è già tale anche se è poco più di una bambina.
C'era una volta Andreotti. Ritratto di un uomo, di un'epoca e di un Paese
Massimo Franco
Libro: Copertina rigida
editore: Solferino
anno edizione: 2019
pagine: 488
È sopravvissuto a due guerre mondiali, sette papi, la monarchia, il fascismo, la Prima Repubblica e la Seconda. E a sei processi per mafia e omicidio. Giulio Andreotti è stato un esemplare unico del potere in Italia per longevità, sopravvivenza agli scandali, dimestichezza con gli apparati dello Stato e del Vaticano, consuetudine con le classi dirigenti mondiali del passato. È stato unico perfino nell'aspetto fisico, che ha nutrito generazioni di vignettisti. A cento anni dalla nascita, il 14 gennaio del 1919, ripercorrere la sua vita e la sua epoca significa fare i conti con la distanza siderale tra la sua Italia e quella di oggi. Dopo essere stato incombente per mezzo secolo come uomo di governo e come enigma dell'Italia democristiana, Andreotti non c'è più. E non solo perché è morto, il 6 maggio del 2013. Non esistono più la sua politica, la sua cultura, il suo Vaticano. Rimane solo l'eco lontana e controversa del «processo del secolo», che doveva chiarire le sue responsabilità e che invece si è concluso nel modo più andreottiano: con una verità sfuggente. Nel suo libro, ampiamente rivisto e aggiornato per questa nuova edizione, Massimo Franco racconta e analizza Andreotti e il suo mondo: gli alleati, i nemici, il suo alone intatto di mistero, ma anche la famiglia invisibile per decenni, e sorprendente nella sua stranissima normalità. Attraverso la silhouette curva del «Divo Giulio», aiuta a capire che cosa siamo stati e non siamo più. In un'Italia che cambiava o fingeva di cambiare, Andreotti rimase sempre se stesso: nel bene e nel male. Emblema e garante dello status quo nell'era della guerra fredda, ha rappresentato l'«uomo del Purgatorio» per antonomasia, in una nazione in bilico tra Paradiso occidentale e Inferno comunista. Ha permesso a un'Italia di specchiarsi per mezzo secolo in lui, di sentirsi migliore, o forse solo di auto-assolversi. Le ha fornito la bussola: un pessimismo di fondo sulla natura umana, alleviato dall'ironia.
Come mosche nel miele
Francesca Tassini
Libro: Copertina morbida
editore: Solferino
anno edizione: 2019
pagine: 349
Il gruppo era una specie di madre adottiva che accoglieva qualsiasi bastardo: tossici, gente di strada, ragazzini scappati di casa, matti, quelli veri.» E quando Francesca entra nel gruppo, sa bene che ne verrà plasmata. Ma non sa fino a che punto. È la metà degli incerti, liquidi anni Novanta e loro sono Massi il punk e Rame il nichilista, e poi Andrè, Alex, Pallina, la Lele, il Bergo e gli altri, giovani che vivono la città come uno scrigno di trasgressioni. Le notti buttate in uno squat di periferia e i giorni di scuola saltati, i pomeriggi che vanno in fumo nel parco e i treni presi senza biglietto per i rave fuori città... Poi, la prima boccetta di popper, la prima striscia di cocaina. Presto, troppo presto, il primo buco di eroina e la storia prende colori diversi, le amicizie si tendono e si sfilacciano e le avventure diventano più pericolose, tra la «fabbrica dello spaccio» dei Russi, le retate della polizia, la complicità al veleno dei pusher, il trauma dei tentativi di disintossicazione. I ragazzi cominciano a cadere come mosche, nella risata indifferente della notte. Ma Francesca tiene viva una scintilla, un piccolo nucleo di salvezza, un pensiero: uscirne si può. E chi ce la fa, ce la fa alla grande.