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Medusa Edizioni

Trilogia della vita vagabonda. Tre romanzi felici

Trilogia della vita vagabonda. Tre romanzi felici

Laura Falqui

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2022

pagine: 80

"L'uovo di Silesius" è una fiaba dai tratti esoterici e giocosi. "Fondamenti di vita celeste sulla terra" segue le vicende di un drappello di mendicanti sguinzagliati in un mondo post-naturale. "Vaniglio road" è un'avventura fra le stanze di un Museo delle Meraviglie dislocato in Canada. I tre romanzi della Vita Vagabonda sono zampillati all'improvviso dalla testa dell'autrice, nati e cresciuti uno dopo l'altro come estrose utopie di vita. In comune l'allegria e il gusto per gli sbalzi narrativi e stilistici da cui affiora un sentimento della vita intensamente immaginativo nel solco di speciali predilezioni pittoriche, letterarie, cinematografiche. Scritture in cui l'autrice si è ritagliata uno spazio di libertà assoluta, ma non senza una coerenza "tutta sua".
42,00

Vaniglio road

Vaniglio road

Laura Falqui

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2022

pagine: 162

Vaniglio Road è una scorribanda fra stanze delle meraviglie di un Museo-Wunderkammer dislocato in Canada; ma la meraviglia più singolare è il sistema di architetture eclettiche dispiegate nell'enorme parco dotato di laghetto e di un bosco d'aceri rossi. O forse la più grande meraviglia è la famiglia degli Shrimps-Ajolì che lo abita. Vaniglio ne è l'unico rampollo. La voce narrante. Il "virgulto" che viene trattato come un ragazzino, ma la cui età è incerta; come d'una incerta modernità è l'epoca in cui gli eventi si svolgono. Da una celebre foto di Richard Avedon ha preso il via il lavoro dell'autrice, come una folgorazione che ha permesso alla storia di sgorgare: una specie di esilarante innamoramento per i bizzarri componenti di una comunità familiare tanto eccentrica quanto amabile. Il cuore della narrazione di Vaniglio road è la capacità degli Shrimps-Ajolì di divertirsi vivendo, la straordinaria abilità di trasformare ogni cosa in "spiritosa invenzion" (come direbbe Lelio, il bugiardo di Goldoni), tanto che lui, il virgulto, non ce la farà a staccarsi e vivere una vita propria. Vivere in stile Shrimps-Ajolì è creare insieme Cose leggendarie per l'altro cuore del romanzo: l'Arronax Museum, palazzo delle Meraviglie, trionfo del Falso offerto con dovizia di splendori teatrali ai suoi visitatori. Fortunati venditori di fumo, gli Shrimps-Ajolì, perché «in giro ci sono un sacco di persone che non aspettano altro che di credere in qualcosa o di affidarsi a qualcuno, d'incontrare il sorriso franco e cordiale che li ingannerà ...è il teatro che sai inscenare che conta, una cosa tipicamente Shrimps, questa; noi ce l'abbiamo nel sangue. Parola di Vaniglio».
18,00

L'uovo di Silesius

L'uovo di Silesius

Laura Falqui

Libro

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2022

pagine: 163

Ecco una scrittura gremita di riferimenti letterari, di sottili invenzioni, di piccoli splendori visivi, di segreti riferimenti a ricordi e figure familiari all'autrice: nuovo e antico, attuale e demodé. Difatti non è collocato da nessuna parte e in nessun tempo preciso. Panta rei! Tutto scorre, nell'Uovo di Silesius, colto da uno sguardo divertito, ironico e partecipe; a volte distante, a volo d'uccello. E se nominiamo gli uccelli, una ragione c'è; come se, per esempio, dicessimo "cavallo alquanto sagace", per non dire "parlante". Infatti i numerosi personaggi sono sia esseri umani che animali. Essi si muovono sperdutamente e allegramente in una terra dalle nevi eterne, tra il castello Davenscope e la villa Diantenesk-Turnowsky. In questo scenario fiabesco, di un freddo delizioso e paralizzante, il poeta-lucografo Angelus Silesius si dedica a singolari invenzioni, mentre gli abitanti della grande villa, specie di teatranti spiantati, allestiscono nel sottotetto spettacoli e serate musicali per i loro nobili padroni. Vi si incontrano anche viaggiatori provenienti da una calda terra del Sud, portatori di capovolgimenti. Va da sé che, essendo i protagonisti dotati di spiccate differenze e stranezze, la "trama" si presenta eccentrica. Essi vivono e sognano durante le notti polari; si muovono in modo imprevedibile, compiono azioni impreviste e sono leggeri, volatili... Una cosa va tenuta presente: qui non si piange e non si produce violenza. Da ciò si può capire che siamo... Ma dove siamo finiti?
18,00

Promemoria occidentale. 49 interviste per ricordare il futuro

Promemoria occidentale. 49 interviste per ricordare il futuro

Maurizio Cecchetti

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2022

pagine: 242

«Si può ricordare il futuro? Lo si dovrebbe fare nella convinzione, errata, che il ricordo è solo delle cose passate e mai delle cose future. Nel caso di questa raccolta di interviste che Maurizio Cecchetti - giornalista e critico d'arte, nonché attento osservatore della realtà culturale tutta del nostro emisfero - ha realizzato in un quarto di secolo, ciò che il suo personale sismografo ha registrato risulta singolarmente già accaduto oggi più ancora che al tempo in cui furono eseguite. Ma i temi che la maggior parte di esse affronta sono attuali, a testimonianza di una sensibilità che è sì dell'intervistato, ma che l'intervistatore ha saputo suscitare cogliendo il punto di una svolta, l'accento di una sfumatura anticipatori di un futuro pure sotto gli occhi di tutti. È grazie a questa sensibilità, quasi rabdomantica, che si devono i singolari affondi nella carne del tempo e degli eventi che molti degli intervistati hanno avuto modo di consegnare alla carta stampata. Le sorti dell'arte contemporanea (Mattiacci, Staccioli, Spagnulo, Uncini), l'architettura (Portoghesi, De Carlo, Maldonado, Koenig), l'immagine come questione fondamentale e fondante l'ethos occidentale (Debray, Pfeiffer, Assunto). Ma anche lo Stato e le sue peripezie, le comunicazioni e la democrazia sempre in discussione, le guerre e i fermenti religiosi (De Kerckhove, Volli, Bodei, Acquaviva, Burke, Givone, Perniola, Walcott, Cassano, Augé, Glissant, Oz), visti appunto non sempre e solo dai politologi. I nomi evocati sono alcuni tra quelli che compongono i punti nevralgici di una tessitura paziente in un tempo che la pazienza sembra averla persa e punta sulla cancellazione e l'erosione. È un libro che accoglie nel profondo la lezione di Hannah Arendt espressa nel titolo "il futuro alle spalle". Nessun anacronismo è oggi più possibile.» (Riccardo De Benedetti)
18,00

Fiori blu

Fiori blu

Valerio Gaeti

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2022

pagine: 96

"Valerio Gaeti, scultore di origini mantovane, si trasferisce giovanissimo a Cantù dove frequenta l'Istituto Statale d'Arte e ha tra gli insegnanti Giuliano Vangi. Nel 1974 termina gli studi artistici all'Accademia di Belle Arti di Brera con Alik Cavaliere. Alla ricerca artistica affianca una lunga attività didattica proprio nelle scuole che lo hanno visto allievo: prima all'Istituto Statale d'Arte di Cantù, all'Accademia di Belle Arti di Brera, nel dipartimento di Progettazione artistica diretto da Ugo La Pietra e infine all'Accademia Aldo Galli di Como nel dipartimento di Arti Visive. Nelle opere recenti di Valerio Gaeti l'ispirazione viene da un colore, il blu, e da una forma vegetale, il fiore. I fiori blu è il titolo di un romanzo di Raymond Queneau - intellettuale dallo sguardo obliquo, "esploratore di universi immaginari" -, apparso nel 1965 e presto tradotto dall'amico Italo Calvino. A Calvino, Queneau aveva spiegato che l'espressione "fiori blu" veniva usata comunemente in francese per designare ironicamente le persone romantiche, idealiste, nostalgiche d'una purezza perduta." (Mario Porro)
18,00

L'età della ferita. Intorno ai «Diari» di Kafka

L'età della ferita. Intorno ai «Diari» di Kafka

Marco Ercolani

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2022

pagine: 110

Questo libro nasce da un'esperienza onirica. Uno scrittore sogna che un filosofo praghese, amico reale di Kafka, legga e commenti i suoi Diari inediti pochi anni dopo la sua morte. Si sveglia e trascrive, come in transe, il lungo sogno, immaginando e ricordando. Ne nasce questo libro, critico e narrativo insieme, da cui sentiamo affiorare, in controcanto con la scrittura dei "Diari", la voce viva e reale di Kafka, come se fosse ancora più vicino a noi di quanto non lo sia sempre, nei tempi oscuri della nostra modernità, in quella che con le sue parole potrebbe definirsi "L'età della fine" e che invita l'uomo a dialogare in modo ostinato e dolente con il suo inesplicabile mondo interiore. Lo stesso Kafka ha scritto: «Sono arrivati i sogni, sono scesi con la corrente del fiume, con una scala salgono sul muro lungo la riva. Ci si ferma, ci si intrattiene con loro, sanno molte cose, solo da dove vengono non sanno. Questa sera d'autunno è così tiepida. Loro si volgono verso il fiume, sollevano le braccia. Perché alzare le braccia, invece di abbracciarci?».
15,00

Il circo del Père Lachaise

Il circo del Père Lachaise

Philippe Jullian

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2022

pagine: 128

"Definito da Alvar González-Palacios «un uccelletto», Philippe Jullian era un uomo piccolo e delicato che deliziava i salotti tra gli anni Cinquanta e Settanta con il suo spiccato gusto dell'ironia e della burla di taglio settecentesco, intrisi della leggerezza di Voltaire e Diderot o dei viaggi a Citera di Watteau. Si pensa talvolta a un epigono dell'estetismo come Max Beerbohm che disquisisce intorno ai cosmetici con la stessa noncuranza con cui Jullian ricostruisce, con la disinvoltura dell'amatissimo Praz, la saga di una casata attraverso le peripezie dei suoi arredi, nonché le vicende biografiche dei suoi eroi d'antan: Wilde, D'Annunzio, Montesquiou, inarrivabile modello di Charlus e des Esseintes. Ecco allora che le convenzioni borghesi diventano in questo libro dedicato al Père Lachaise attrazioni circensi: la signora aristocratica, il cui salotto era interdetto ai parenti poveri, deve ora accontentarsi di riceverli nella lussuosa tomba di famiglia; le poetesse sono costrette a recitare i versi delle loro nemiche dichiarate; maghi e fattucchiere vengono scornati dall'umiliazione dell'ottenebramento, aggravato dalla guida fatidica di un gatto rigorosamente nero; i giudici del concorso delle vedove sono gli stessi mariti che, attraverso la loro dipartita, le hanno rese inconsolabili; magistrati e psichiatri vengono assembrati in una fossa comune visitata dagli stessi prigionieri che avevano provveduto a condannare in vita. In questo mondo capovolto gli stessi clowns altro non sono che rappresentanti del sadismo e del masochismo più bieco". Pasquale Di Palmo
22,00

Venti lezioni sulle Belle Arti

Venti lezioni sulle Belle Arti

Alain

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2022

pagine: 183

«L'arte - anzi, le Belle Arti, come recita il titolo dell'opera - è stata soltanto uno dei moltissimi temi attraversati dal pensiero di Alain. Professore del Lycée Henri IV a Parigi, maestro amatissimo da tanti allievi destinati a ricoprire un ruolo importante nella vita culturale francese del Novecento (alcuni nomi: Simone Weil, Georges Canguilhem, Julian Gracq, Mikel Dufrenne), Alain ha scritto sui temi più svariati: l'estetica, certo, ma anche l'educazione, la politica, la guerra, i classici della filosofia e della letteratura, la religione... Le arti, però, in questa scena così ricca e variegata, sono un tema ostinatamente presente, non affidato soltanto alle pagine veloci, sintetiche dei propos, ma anche affrontato in modo sistematico in due tra le opere maggiori, il Système des Beaux-Arts, del 1920, e proprio le Vingt Leçons sur les Beaux-Arts, edite da Gallimard nel 1937, ma riprese da un ciclo di lezioni tenute tra l'autunno e la primavera del 1929-30. La lettura di questi due testi consente di mettere a fuoco un'estetica con molti tratti originali, radicati nella lettura di classici (su tutti, Descartes e Hegel), profondamente influenzata da echi di Comte e della cultura positivista, ma insieme capace di aperture inattese su prospettive che avrebbero trovato in seguito sviluppi radicali nell'estetica fenomenologica di Merleau-Ponty o Dufrenne... Il punto di avvio di Alain è il corpo: i suoi fremiti, sommovimenti, le sue agitazioni - emozioni passioni e sentimenti, secondo una scansione triadica che ritorna in modo incessante nelle pagine delle Vingt Leçons. Il corpo, anzi, è nell'estetica di Alain il perno attorno a cui si costruisce tutto il sistema delle arti: a partire da danza, musica e canto, poesia, le prime a nascere, inscritte materialmente, fisicamente nella carne dei corpi, per giungere infine alle arti che dei corpi, dei loro moti e dei loro gesti depositano i segni nella natura, nei materiali - scultura, pittura, disegno». Roberto Peverelli
19,50

Il grande inquisitore. Léon Bloy

Il grande inquisitore. Léon Bloy

Giuliano Vigini

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2022

pagine: 167

Léon Bloy (1846-1917) è stato uno scrittore fuori dal coro, che ha sfidato il suo tempo a colpi di veementi polemiche e non meno violenti insulti. Crociato contro una letteratura e un mondo giudicati pagani e insieme intransigente paladino di un cristianesimo vissuto all'insegna del dolore e della povertà, Bloy è stato per tutta la vita lo scrittore delle grandi battaglie. Ma la sua assolutezza d'intenti e di modi, così come la sua visione religiosa e mistica, non hanno offuscato il valore letterario e stilistico di molte sue opere, che lo rivelano scrittore di indubbia potenza e originalità. Questo saggio, nell'analizzare puntualmente la figura di Bloy in tutti i suoi aspetti, accompagna alla propria analisi la critica e le testimonianze di ieri e di oggi, presentando un ritratto completo. Una particolare attenzione è dedicata alle qualità artistiche del narratore, ben documentate per gli studiosi dal lessico posto in appendice al volume: un contributo fondamentale per penetrare in profondità il suo stile ruvido e arcaico, ma raffinato come un gioiello medievale.
18,50

Tre artisti nella Cesena del Seicento. Razzani, Serra, Savolini

Tre artisti nella Cesena del Seicento. Razzani, Serra, Savolini

Massimo Pulini

Libro: Libro rilegato

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2021

pagine: 302

Si devono a Francesco Arcangeli i contributi fondamentali che portarono al centro del dibattito i fatti dell'arte cesenate del XVII secolo. Arcangeli individuava a Cesena, specie negli anni fra il 1660 e il 1680, i momenti di più intensa e vitale elaborazione del linguaggio pittorico grazie agli apporti di almeno tre distinte personalità: Giovan Battista Razzani, Cristoforo Serra e Cristoforo Savolini. In particolare gli ultimi due diventavano nella lettura di Arcangeli i campioni della vitalità inesausta della provincia, attenti alla concretezza fisica della realtà, alla franca naturalezza delle cose raccontate, interpretate da personaggi dignitosi e veri. Dopo gli sviluppi introdotti nei decenni dalle ricerche di vari studiosi ora Massimo Pulini, storico dell'arte, conoscitore e artista, riepiloga con nuove prospettive e attribuzioni il lavoro iniziato da Arcangeli sulla "scuola cesenate" del Seicento, che tiene conto delle scoperte archivistiche, degli studi accurati che si sono susseguiti, ai quali l'autore stesso ha dato negli anni fondamentali contributi, fino a restituire del panorama cesenate una nuova e più chiara visione, che si ricollega alle più importanti sedi che hanno rinnovato le arti del XVII secolo, in particolare quelle di Bologna e di Roma.
80,00

Sono nato dal mio dolore. Lettere dai manicomi (1937-1946)

Sono nato dal mio dolore. Lettere dai manicomi (1937-1946)

Antonin Artaud

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2021

pagine: 283

«Sono nato solo dal mio dolore» scrive Antonin Artaud in una lettera spedita dall'istituto psichiatrico di Rodez. L'epistolario ha sempre avuto per Artaud la valenza di una rappresentazione teatrale, sostenuta da un gioco delle parti che vede nel ruolo del protagonista lo stesso mittente e in quello del pubblico il destinatario. Ma, come nel "teatro della crudeltà", questi ruoli si possono invertire e chi assiste allo spettacolo può diventare protagonista o, se non altro, comprimario sulla scena. Questa scelta di lettere, in gran parte inedite in italiano, testimonia il grado di sofferenza, protrattosi per quasi un decennio, a contatto con le realtà manicomiali più varie - da Sotteville-lès-Rouen a Sainte-Anne, da Ville-Évrard a Rodez - che prostreranno Artaud moralmente e fisicamente. Un capitolo a parte meritano i sorts, messaggi dal potere taumaturgico inviati a un numero selezionato di corrispondenti. Si tratta di scritti dal tono profetico e spesso enigmatico, accompagnati da particolari interventi grafici, tra cui lacerazioni e bruciature che sembrano prefigurare i tardi disegni dove immagine e parola si integrano a vicenda. Pervasi da un trasporto mistico che verrà polemicamente abiurato nell'ultimo periodo di vita, questi testi costituiscono uno splendido esempio dell'autenticità con la quale Artaud visse l'esperienza della follia e della reclusione, non a caso paragonata alla «deportazione». Qui si toccano gli estremi di una preghiera cadenzata sull'invettiva più triviale, in una sorta di religiosità pagana che non ha precedenti negli specimina letterari novecenteschi. Pasquale Di Palmo
24,00

Ars Magna

Ars Magna

Oscar Vladislas Milosz

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2021

pagine: 87

«Se dovessimo segnalare al lettore di oggi una parola chiave di questo libro - scrive Riccardo De Benedetti nella postfazione -, capace di indicare il senso di un percorso possibile all'interno della sua scrittura febbricitante eppure orientata alla consapevolezza più nitida di ciò che accade all'uomo moderno, questa potrebbe essere reintegrazione. Parola attraverso la quale è possibile indicare buona parte della stessa produzione poetica di Milosz, posta sotto la luce di ciò che è stato chiamato "l'amore mistico delle cose". Di fronte alla lacerazione dell'esperienza moderna le cose conservano al fondo di sé stesse una "verità silenziosa" che solo la voce del poeta è in grado di risvegliare e ripresentare alle orecchie sorde dell'uomo. Fedele alla sensazione, che, almeno in questa dimensione, non tradisce, l'uomo attento, il poeta, è come "avvolto di tenera polvere/ Come questi vecchi libri fruscianti che sanno di vento/ E del sole dei ricordi". E questo è possibile perché "fisicamente, il cosmo scorre in noi tutto intero: ma se il mare primitivo, che fu uno dei nostri primi habitat e la cui respirazione regola tuttora quella del nostro cuore, se il mare ricorda, noi, noi abbiamo dimenticato"». Ars Magna fa parte delle opere filosofiche di Milosz, opere - come scrive nell'introduzione Laura Madella - «ermetiche ed esoteriche, ragionamenti serrati cui il lettore accede solo con una chiave - come quella dell'Apocalisse -che quasi mai si trova al suo posto, nello svuotatasche della Logica; la chiave di lettura va cercata, e ancora, tuttavia, la ricerca lucida e scrupolosa non garantisce di per sé il ritrovamento. Come nelle migliori quest epiche e letterarie, gli indizi e a volte lo stesso tesoro si intuiscono, o si rivelano come per illuminazione».
14,00

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