Marinotti
Yo, lei e l'ambasciatore. Manoscritto di Paquito Gonzalo, cane messicano
Maria Luisa De Romans
Libro
editore: Marinotti
anno edizione: 2000
pagine: 248
L'origine dell'opera d'arte. Testo tedesco a fronte
Martin Heidegger
Libro
editore: Marinotti
anno edizione: 2000
pagine: 186
Il libro costituisce l'unica opera nella quale il filosofo tedesco affronta organicamente la questione dell'arte. In questo testo sono reperibili i fondamenti di una nuova riflessine sull'arte, la quale si costituisce attraverso un confronto critico con l'estetica tradizionale in vista di un suo superamento. Tuttavia, tale superamento non pretende affatto di rappresentare un principio di spiegazione del fenomeno artistico più potente di quello precedente, ma si muove verso un possibile dialogo con ciò che dell'arte hanno pensato e pensano gli stessi artisti. L'autore libera il fenomeno della creazione artistica dal gioco dell'inquadramento e del confinamento a principi esterni alla sfera dell'arte, per mettere al centro l'opera d'arte stessa.
Passione d'amore, passione dell'odio. Una storia vera di anoressia
Giuliana Kantzá
Libro
editore: Marinotti
anno edizione: 1999
pagine: 222
Dame, coccarde e distintivi. Enrico Baj dal 1947 al 1997
Enrico Baj
Libro
editore: Marinotti
anno edizione: 1999
pagine: 56
La cucina futurista. Un pranzo che evitò un suicidio
Filippo Tommaso Marinetti, Fillia
Libro
editore: Marinotti
anno edizione: 1998
pagine: 164
La giustizia non togata. Alle radici della composizione dei conflitti fra conciliazione, arbitrato e giurisdizioni speciali
Cesare Vaccà
Libro
editore: Marinotti
anno edizione: 1998
pagine: 230
Falso, ma vero. L'originale nell'arte, tra mito e...
Valerio Dehò
Libro: Libro in brossura
editore: Marinotti
anno edizione: 2025
pagine: 170
In campo artistico l'idea di "falso" si è sempre accompagnata a quella di "copia". In effetti tutta l'arte romana è copia di quella greca, e in alcuni casi restano ancor oggi dubbi sull'origine e l'originalità di molta statuaria antica. Per tutto il Rinascimento i collezionisti non distinguevano tra falsi e originali, contava solo la qualità della realizzazione del manufatto. Il mito dell'originalità è successivo e poggia sull'ideale romantico dell'artista come genio e creatore assoluto e direttamente ispirato da Dio. Ogni opera d'arte doveva essere unica e irripetibile. Oggi, nell'epoca del 'big data', l'originalità diventa tutt'al più il diritto degli artisti al copyright. La falsità è una questione sempre più legata al valore legale piuttosto che alle caratteristiche intrinseche delle opere d'arte. Il 'fake' non è tanto una violazione dello spirito e dell'etica artistica, quanto – paradossalmente – volano per la diffusione e promozione dell'opera d'arte stessa. Più falsi girano, più significa che quell'artista è di moda e che ha seguito di pubblico e di mercato. Inoltre, «non è detto che un quadro falso debba esser sempre peggiore dell'originale – ha scritto Enrico Baj – anzi, se il falsario ci mette dell'estro, può fare opere più vive e interessanti di certe opere autentiche insignificanti e prive di invenzione.Ttalvolta un pittore è spinto dal mercato a ripetere se stesso. Per esempio, morandi ha fatto duemilasettecento opere uniche, che uniche non sono per il fatto della loro estrema ripetitività».
Conversazione tra scultori
Edoardo Chillida, Caro
Libro
editore: Marinotti
anno edizione: 2025
pagine: 104
Un libro, meglio, un quaderno di appunti di due scultori che si scambiano idee, impressioni, esperienze. Due tra i massimi maestri della scultura contemporanea – Anthony Caro ed Eduardo Chillida – si confrontano sui temi nodali dell'arte e soprattutto della loro arte, la scultura. A partire dall'incontro fortuito con Chillida a Bilbao nasce in Anthony Caro la curiosità per un reciproco scambio di vedute e di progetto. Sulla scorta della simpatia, dell'intesa immediata e della stima che scaturiscono da quel primo e fugace incontro, Chillida accondiscende con favore all'idea di Anthony Caro, che dà incarico di annotare le conversazioni all'amico che lo condusse in viaggio a Bilbao, il critico Andrew Dempsey. Dempsey ci si dedicò con cura quasi maniacale, seguendo i due "colleghi" scultori come un'ombra, registrando i loro dialoghi mentre erano in macchina o stavano passeggiando nella campagna basca o, ancora, seduti su una panchina di fronte alla baia di San Sebastian. Ne esce uno spaccato di pensiero e d'arte senza precedenti. Due scultori della stessa generazione, nati entrambi nel 1924, l'uno dei Paesi Baschi, l'altro inglese, entrambi cresciuti sulle sponde dell'Atlantico, ma attratti dalla civiltà mediterranea, entrambi forgiatori del ferro, seppure con dinamiche e posture differenti. Alcuni dei temi affrontati: scultura e architettura; sul disegno; il momento dell'origine dell'opera; lo spazio all'interno dell'opera; materiali vecchi e nuovi; sulla Grecia e la scultura greca; e così via.

