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Uno studente autistico desideroso di restituire l’affetto ricevuto dal nonno colpito dal morbo di Alzheimer; il tradizionale pranzo di Natale rivoluzionato da un SMS inatteso; una ragazza falsa e opportunista smascherata da una singolare scommessa tra due amici; il comportamento imprudente di un marito sensibile all’avvenenza di una sconosciuta incontrata in un parco; un giovane ricercatore di storia tradito dalla passione per i reperti bellici; una festa di compleanno in un rifugio alpino con un ritorno a valle complicato da un incidente; gli scrupoli di coscienza di un fotoreporter davanti al dolore della figlia di uno sherpa per la morte del padre. I nuovi racconti di Norberto Mazzucchelli ruotano attorno a protagonisti dotati di uno spiccato senso di umanità sia nelle vicende drammatiche che in quelle destinate a suscitare il sorriso del lettore.

Giorgia è una donna particolare. Sin da piccola le capitano fenomeni strani, che non riesce a capire; si sdoppia. Si pone davanti a uno specchio e guardandosi intensamente negli occhi si auto-ipnotizza, poi perde i sensi e vede il suo corpo dal di fuori. Il suo psicologo ritiene che non si tratti di fenomeni paranormali, ma semplicemente può sfruttare parti del cervello che altri non sanno ancora utilizzare. Verso i 16 anni il fenomeno diventa più complesso; dopo essere svenuta si risveglia nel corpo di un’altra persona. In questo momento capisce di essere la reincarnazione di un’extraterrestre vissuta sulla terra all’epoca di Cleopatra. Si interessa sempre più alla storia, usi e costumi del popolo Egizio e comprende che erano stati aiutati da un popolo con una tecnologia molto più avanzata. Un giorno decide di scoprire se effettivamente le sue teorie siano esatte così...

“Storie di ordinaria distopia” è una raccolta di racconti politici e distopici, ambientati in un’Italia parallela che ha accettato e assorbito gli ideali del Governo in carica: autoritario, conservatore e reazionario. Ogni storia si ispira a fatti realmente accaduti e li sviluppa nell’ottica di una società totalmente indifesa, indifferente ai pericoli del totalitarismo e resa vulnerabile dall’analfabetismo funzionale. I personaggi si muovono all’interno di un teatro dell’assurdo, dando vita a dialoghi nonsense tragicomici. Una cornice in cinque parti raccoglie e anticipa le tematiche e i personaggi dei racconti, narrando l’ultima, terribile vicenda della raccolta: la Chiusura delle Pratiche.

Anno 1967. In un intreccio di presente e passato, Oscuri Riflessi racconta la storia di Patrick, un giovane violinista inglese tormentato da un’eredità spirituale e musicale che lo condurrà, insieme alla compagna Charlotte, in un viaggio sensoriale e mistico dentro le mura di un’antica dimora napoletana. Ad accoglierli, in un’atmosfera ambigua tra il calore tipico di Napoli e l’esoterismo più oscuro, vi è Donna Elisabetta, l’ultima discendente di un casato decaduto, donna enigmatica e affascinante, custode di segreti che affondano le radici nel tempo. Ma non tutto è come sembra. Il passato riaffiora con prepotenza quando, tra suoni proibiti e simboli antichi, riaffiora la memoria di una presenza dimenticata: Teophilo, un gesuita guida spirituale di una giovane Elisbetta, la cui sete di conoscenza lo ha condotto oltre i confini della fede, là dove sacro e profano si fondono in un’unica inquietante verità.

Temperatura ambiente indaga il corpo come soglia liminale, un confine oscillante tra la densità materica e la fugacità della memoria. In questo lavoro la voce poetica scava nel fragile equilibrio tra percezione e materia, come se l’ambiente stesso diventasse organismo che respira insieme al corpo. Le immagini scorrono tra intimità e spostamento, rivelando un tempo che non è lineare ma fatto di attese, sospensioni, ritorni imprevisti. La memoria si intreccia con il presente in una trama sottile, dove ogni dettaglio ordinario si apre a una dimensione simbolica e quasi rituale. Ciò che appare quotidiano si trasforma in soglia, in passaggio verso una sensibilità che unisce vulnerabilità e resistenza. Il testo non offre certezze, ma invita a sostare nell’indeterminato, a riconoscere la densità emotiva nascosta nei gesti minimi e nelle presenze silenziose. L’esperienza poetica diventa così un campo di risonanza, in cui il lettore si ritrova a esplorare la temperatura del vivere, sempre oscillante tra esposizione e riparo.

“La Duchessa di Leyra” è il terzo capitolo del Ciclo dei Vinti lasciato incompiuto da Giovanni Verga e si apre con una Palermo in fermento, in attesa dell’arrivo della famiglia reale e delle massime autorità del Regno, tra cui il Cardinal Pignatelli, il Principe di Comitini e altri personaggi illustri. L’evento è segnato da una grande partecipazione popolare: la città è in festa, le campane suonano a distesa, la Marina si riempie di folla, e la Real Flottiglia si avvicina tra spari di cannone e inni solenni. Nel cuore di questa cornice fastosa si muovono i protagonisti dell’aristocrazia siciliana, tra cui la duchessa di Leyra (la figlia di Mastro Don Gesualdo), donna Fernanda Rio e altri membri delle più importanti famiglie dell’isola. Le rivalità tra nobildonne emergono subito, in particolare nello scontro di precedenza tra la carrozza della duchessa di Leyra e quella di casa Rio, simbolo delle tensioni e delle gelosie che animano la nobiltà locale

In un tempo e spazio indefinito, si colloca la vicenda di Antigone, eroina tragica e figlia di Edipo. La sua storia si colloca nel suo momento più tragico, quando viene deciso da Creonte, il nuovo re, che Polinice, fratello di Antigone, non sarà sepolto. Sua sorella, consapevole della crudeltà della legge di Creonte, prende la decisione di seppellire suo fratello, pur sapendo che questo le costerà la vita. A cercare di distoglierla saranno sua sorella Ismene ed Emone, figlio di Creonte, da sempre innamorato di lei, ma tutto sarà inutile. Antigone ha deciso e andrà incontro al suo destino.

“Strega, madre, guerriera” è il racconto autobiografico di tre generazioni di donne segnate dal dolore, ma mai vinte. Con uno stile diretto e insieme intimo, Luisa Celestini intreccia memorie personali e familiari trasformandole in testimonianza. Ne emerge una narrazione che affronta la violenza domestica, i silenzi subiti e le difficoltà quotidiane, ma anche la forza, l’amore e la resilienza. Un libro che nasce per dare voce a sua madre, e a tutte le donne che troppo a lungo hanno taciuto, ricordando che dalla sofferenza si può rinascere.