Le Parche

Le vicende narrate nel romanzo si svolgono tra il maggio dell'anno 1212 e l'agosto dell'anno 1241 dell'era cristiana. I protagonisti si muovono in uno spazio che ha come epicentro Palermo, Roma, Hagenau, ma il perimetro esterno congiunge Lalibela in Etiopia, Tail nell'Arabia meridionale, l'isola di Socotra al largo del corno d'Africa, la costa del Matabar in India, Peshawar nel Kashmir, lo sterminato impero mongolo, l'impero germanico e quello bizantino, i principati russi, Genova, Venezia e le città della Palestina, dove si combatte tra cristiani e islamici. È il tempo della teocrazia pontificia, della lotta contro l'eresia cataro-albigese, dell'Inquisizione, delle Crociate per la riconquista dei Luoghi Santi della cristianità, degli ordini cavallereschi, della grande letteratura cortese.

Aurora è un personaggio forte e fragile allo stesso tempo. La sua determinazione va oltre il tratto caratteriale: sa rispondere in modo diretto e mai ipocrita, e certe volte anche con durezza, a certi suoi interlocutori che si fanno oppositivi per maniera, per presa di posizione, per debolezza o, come a volte si dice, per arroganza o soltanto ‘per principio’. Deve poter affrontare il suo passato per comprendere come costruire il suo futuro, come dare forma alle sue reali vocazioni, al suo talento professionale e per questo inizia la sua ricerca interiore, che comincia con un primo scalino, un incontro inimmaginabile e inaspettato che la mette in un dialogo nuovo con se stessa, che la costringe ad affrontare una diversa prospettiva delle persone, delle cose e del mondo.

Da indiscussa attrice, nota per la sua bravura, Cassini si propone adesso quale autrice di un libro, che sin dall’inizio incuriosisce e coinvolge il lettore, in cui si raccontano avventure e disavventure di una famiglia medio borghese che si trova catapultata nell’imprenditoria alberghiera, con tutti i problemi che ne possono derivare, non ultimi quelli tra i coniugi e i giovani, che prima si amano intensamente e poi litigano fortemente. Il libro si ispira alla sceneggiatura di una fiction, avente lo stesso titolo, che l'autrice sta completando con le ultime scene. La Campania tutta sarà protagonista del romanzo, perché molti dei personaggi di contorno che si intrecceranno con i principali, partiranno da tante location, raccontando, quindi, la parte sana di questa regione.

L’autrice percorre orme la cui esistenza non le era consapevole quando si è incamminata in quest’opera e ha affrontato ombre, di cui era invece consapevole, che l’hanno guidata attraverso intuizioni e connessioni in questo viaggio catartico verso se stessa. È un dialogo rivolto alla moltitudine che ci abita dentro: sentimenti di rabbia, di dolore, di sorpresa, di gratitudine, di orgoglio si sono intrecciati per lasciare spazio all’accettazione e al perdono. E come un puzzle che pezzo dopo pezzo viene assemblato, così l’autrice compie un lavoro di integrazione delle parti del sé che da una moltitudine diventano un “Uno”. Grazie al Viaggio all’Inverso, l’autrice, la cui vita è interamente dedicata alle sue figlie con disturbo dello spettro autistico, mette a nudo la sua personalità offrendo al lettore la chiave per aprire o riaprire la porta della propria interiorità per rimarginare le originarie ferite. In un movimento ritmico tra dentro e fuori di sé prende vita questo dialogo popolato da immagini, sogni e rievocazioni, in cui la memoria del passato e la paura-speranza per il futuro genera il qui ed ora della sua vita.

Affrontare il periodo nero della pandemia con ironia e fervida immaginazione, ha portato colore e inventiva in una famiglia comune, presa alla sprovvista da un attacco nipponico a colpi di batteri. La fantasia è riuscita a tenere sotto controllo quella paura iniziale e, fungendo da antidepressivo, ha dato nuova linfa energetica per affrontare l’aspetto drammatico degli eventi, quasi con sarcasmo...

La verità, a volte, ha molte forme. La si cerca attraverso gli sguardi, i ricordi, persino nelle menzogne... ma chi invece vive un incubo, spera che quella verità non sia reale, ma solamente un brutto sogno. "Quella stanza era fatta tutta in pietra grigia, abbellita da un lungo tappeto rosso usurato dal tempo e da finestre fatiscenti dove alcuni fiocchi facevano capolino dai vetri rotti, depositandosi sul pavimento. La tormenta era spaventosa: alcuni lampi illuminavano ogni tanto la stanza e proprio quando la luce abbagliò i suoi occhi vide suo fratello, il Signore dei Lupi, detto la bestia, seduto come se il mondo gli appartenesse..."

Il testo propone un'integrazione tra filosofia e vita quotidiana, mostrando come le grandi idee del passato possano trovare applicazione pratica nel presente e come possano essere utilizzate per affrontare con successo le sfide personali e professionali... Si esplorerà anche il lato emotivo e psichico, poiché sarà proprio quello a dare un grosso contributo a ciò che vorremmo fare in futuro. Prima della responsabilità vi è l’uomo, o la donna. Senza prima interessarsi a questo passaggio è inutile parlare o focalizzarsi sullo sviluppo. Si arriverà così alla fase più filosofica, una materia, la filosofia, che ormai viene sempre più dimenticata e nominata solo per abbellire i propri discorsi tra amici e parenti.

“La luna era solo una piccola falce nel cielo, scortata da stelle minute e spente che sembravano abbandonare quella notte tenebrosa e spettrale.In lontananza brillavano ad intermittenza alcune luci giallastre, alcune più piccole e basse, altre più accecanti...”Il viaggio di Emily Anderson continua tra mille avventure e vicissitudini, sempre alla ricerca della verità e di tutto ciò che esiste al di là del mare. Sempre in compagnia dei suoi amici fidati, ognuno di loro con le proprie storie da raccontare, affronta con coraggio gli ostacoli che le si presentano. Ma vi avverto:“Agli avventurieri che vorranno esplorare tutte le particolarità di questo nuovo viaggio, stavolta vi dico di essere previdenti. Fate attenzione ai sogni e alla gente che incontrate, perché spesso i nodi che si formano tra le loro linee vitali e le vostre non sono sempre del tutto casuali.”

I coniugi Pierucci, Giorgio e Katia, dall'essersi rovinosamente imbattuti nella dislessia, molto prima della legge 170/10, hanno fatto un avamposto dal quale, con impegno e forza d'animo, sono partiti per dare battaglia alle ingiustizie e alle discriminazioni, fondando, nel 2010, l'Associazione “Il Sorriso”. Davanti ad un ostacolo non c'è miglior aiuto di quello offerto da chi l'ostacolo lo ha superato. Giorgio e Katia, scalata una montagna in solitaria, una volta giunti alla vetta hanno gettato la corda per consentire ad altri di arrivare in cima. La cima era la gestione di un DSA, la corda, invece, la rete dell'associazione sempre più ricca in risorse e competenze. Dopo 13 anni quell'esperienza si fa racconto, informazione, emozione, con il libro «Come nasce il Sorriso. L'importanza di sentirsi ascoltati».

È sempre colpa nostra se l’altro non capisce, si vede che non siamo all’altezza. Parole che escono dalla penna, dalla bocca, da uno schermo a cristalli liquidi: tante, troppe. E non arrivano, ritornano fiacche. Si infilano nei cassetti in mezzo al disordine, si attaccano alle finestre, si nascondono dietro le porte o dentro la borsa. Alla fine Tamara non ha più posto, quello che vorrebbe dire diventa così pesante da schiacciarla; le parole sono viste come una entità, l’ennesima, forse, di disturbo, enorme ed inutile appendice da trascinarsi dietro con fatica non più sostenibile. E allora lasciamo perdere: non serve parlare, meglio stare zitti, che le forze mancano.

Un Tipaccio è una persona strana o apparentemente normale, con abitudini e atteggiamenti molto diversi dai nostri, per cultura o educazione differenti, che la fanno apparire, quindi, buffa ai nostri occhi o con comportamenti assolutamente assurdi che noi non adotteremmo mai. Un Tipaccio può essere anche, molto semplicemente, una persona divertente, simpatica, che riesce ad alleggerire con poche battute il carico di una giornata di lavoro pesante e a farci sorridere, come spero farà il mio libro per Te. Bene, vuoi sapere dove eravamo rimasti alla fine di Tipacci da Hotel? Non posso dirtelo, ovviamente, ma, come si intuisce, se i Tipacci da Hotel diventano Tipacci da b&b, qualcosa cambierà notevolmente nella vita della nostra (s)fortunata receptionist...

"L’odore del mare qui ti entra nella pelle. Nessun posto è paragonabile al golfo di Napoli." Era qui che il giovane Enea si sentiva finalmente a casa, eppure non era nato a Napoli, ma il suo legame con quella città era unico. Trascorreva intere giornate nell’aula studio dell’Università. Aveva deciso di studiare giurisprudenza dopo aver girovagato per qualche anno da nord a sud dell’Italia dopo il conseguimento della maturità: una scelta quasi scontata data la sua grande passione per la legalità...