La Casa Usher
Testi (1954-1998). Volume Vol. 3
Jerzy Grotowski
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2020
pagine: 272
Oltre il teatro è titolo del terzo volume dell’opera completa di Jerzy Grotowski, tradotto da Carla Pollastrelli per La casa Usher. Questo volume comprende un insieme eterogeneo, ma assai coerente, di testi risalenti dagli anni Settanta all’inizio degli anni Ottanta, quasi tutti inediti in Italia. Si tratta di una serie di trascrizioni, interviste, conferenze e interventi pubblici, oltre a presentazioni e documenti autografi. Il titolo assegnato al volume – Oltre il teatro – annuncia chiaramente che l’interesse di Grotowski, in quegli anni, ha ormai varcato i limiti linguistici e pratici associati al teatro. Le prospettive che si erano intraviste nei testi e nelle ricerche degli anni Sessanta trovano nelle pagine di questo libro la loro piena espressione: le dichiarazioni riunite in questo terzo e decisivo volume mostrano una presa di distanza netta e intransigente dal sistema produttivo spettacolare, al quale il maestro polacco sostituisce un sistema di pensiero che si fonda sull’affinità intellettuale tra le persone, sulla condivisione di esperienze autentiche e sull’incontro, che viene inteso nel senso più alto del termine. Tale attività si articolava inizialmente nel campo della “cultura attiva” – comunemente nota come parateatro o “teatro della partecipazione”, secondo la definizione che ne diede lo stesso Grotowski negli anni Novanta – e poi nell’ambito del Teatro delle Fonti. Fra i documenti qui raccolti, si segnalano in particolare Holiday e Teatro delle Fonti – due scritti che hanno il carattere di “manifesto” rispetto alla complessa fase post-teatrale di Jerzy Grotowski. Si tratta di una svolta decisiva, di cui i testi proposti, per la loro natura diretta e in molti casi dialogica, aiutano a comprendere le fondamenta filosofiche e gli sviluppi concreti, anche dal punto di vista della comunicazione.
Testi (1954-1998). Volume Vol. 4
Jerzy Grotowski
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2020
pagine: 176
Il quarto e ultimo volume della raccolta completa degli scritti di Jerzy Grotowski, Testi 1954-1998, raccoglie interviste, scritti e interventi compresi nel periodo tra il 1984 e il 1998 e che si riferiscono, a eccezione dei primi due testi, alla fertile e per molti aspetti straordinaria fase finale del percorso artistico di Grotowski – quella che Peter Brook definì brillantemente “arte come veicolo” – che si sviluppò a Pontedera, in Toscana. Qui, grazie all’iniziativa del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale, il maestro polacco ha dato vita nel 1986 al Workcenter of Jerzy Grotowski, tuttora attivo con la direzione artistica di Thomas Richards.
Teatrodomani. Il teatro all’epoca del Covid. Carlo Quartucci. In memoriam. Culture teatrali (2020)
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2020
pagine: 304
Il numero 29 di «Culture Teatrali» si articola in tre parti, con due dossier monografici. Il primo dossier ospita una serie di testimonianze e punti di vista sulle arti performative durante e dopo l’emergenza sanitaria legata all’epidemia di Covid-19, componendo un percorso corale a cui prendono parte artisti, operatori e studiosi italiani e internazionali. L’altro dossier monografico è dedicato a uno dei pionieri e dei maggiori protagonisti del Nuovo Teatro italiano, Carlo Quartucci, a pochi mesi dalla scomparsa. Completa l’Annale 2020 una corposa sezione di studi, che attraversano momenti significanti nella storia dello spettacolo dal XX secolo ad oggi: da Mejerchol’d a Sarah Kane, da Giuliano Scabia, poeta, drammaturgo e narratore, fino alle emergenti sperimentazioni sul “teatro dei robot”. In particolare, in questo quadro, diversi contributi vanno a focalizzare il passaggio cruciale del secondo Novecento intorno al Sessantotto teatrale, nelle arti come nella critica, in Italia e non solo. Infine, questa terza sezione accoglie ricerche che si collocano su un versante di carattere più teorico, a monte e a valle della teatrologia occidentale: da una rivisitazione della Poetica di Aristotele alle recenti prospettive manifestatesi nell’area dei Performance Studies rispetto alla questione dell’animalità. Contributi: Heiner Goebbels, Enrico Pitozzi, Giulio Boato, Dujka Smoje, Scott Gibbons, Hubert Westkemper, Hans Peter Kuhn, Luigi Ceccarelli, Francesco Giomi, Ryuichi Sakamoto, Robin Rimbaud aka Scanner, Nancy Tobin, Daniela Cattivelli, Roberto Paci Dalò, Violaine Anger, Stefano Tomassini, Jean-Paul Quéinnec, Piergiorgio Giacchè, Raimondo Guarino, Cristina Valenti, Mimma Valentino, Marco De Marinis, Roberta Ferraresi, Roberto Fratini Serafide, Pierfrancesco Giannangeli.
La mia vita nell'arte
Konstantin S. Stanislavskij
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2020
pagine: 446
"La mia vita nell’arte" del grande attore e regista russo Konstantin Stanislavskij è il più appassionante libro sul teatro del Novecento. L’esperienza di Stanislavskij coincide infatti con la grande stagione del Teatro dell’Arte di Mosca, uno dei maggiori centri mondiali del rinnovamento teatrale del secolo scorso, dove nacque la critica al modo enfatico e convenzionale del recitare. La celebre autobiografia di Stanislavskij offre un appassionante racconto diviso in quattro parti: infanzia artistica, adolescenza artistica, giovinezza artistica e maturità artistica. Quattro fasi segnate da una costante ricerca sul lavoro dell’attore e sui linguaggi teatrali, ma anche collocate in contesti storici cruciali: la Russia zarista, la rivolta del 1905, i luoghi dell’esilio e la Rivoluzione del 1917.
Storia dell'illustrazione italiana. Cinque secoli di immagini riprodotte
Paola Pallottino
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2020
pagine: 516
Torna in libreria la Storia dell’illustrazione italiana di Paola Pallottino. Si tratta dell’unica opera critica e sistematica sulle illustrazioni che hanno caratterizzato l’editoria libraria e giornalistica in Italia dal XV alla metà del XX secolo. Più in generale affronta il tema dell’immagine riprodotta a mezzo stampa spaziando dall’incisione al manifesto, dalle caricature ai fumetti, senza trascurare le cartoline, gli ex libris e le figurine. Il successo dell’opera si è basato e si basa nel percorrere tutta l’illustrazione prodotta in Italia dal 1467 alla prima metà del Novecento (quando l’avvento della televisione ha iniziato a ribaltare i codici iconografici) analizzandone l’evoluzione nei contesti storici, teorici e tecnici. Pertanto il libro offre un ampio spaccato di vita e costume in cui si intrecciano arte e cultura materiale. La ristampa riveduta, corretta e ulteriormente ampliata offre agli specialisti una miniera pressoché inesauribile di analisi e informazioni, mentre a un pubblico più vasto si presenta la possibilità di apprezzare l’affascinante universo dell’illustrazione italiana, particolarmente qualificata sul piano internazionale. Il libro presenta un ricchissimo apparato di immagini a colori e in bianco e nero e una bibliografia generale straordinariamente ampia, che per la prima volta è messa a disposizione di storici dell’arte, illustratori e operatori culturali. A essa si aggiunge, inoltre, una bibliografia monografica dedicata ai principali illustratori trattati nel volume.
Zeichnungs tagebücher-Disegni di diari-Drawings and diaries-Dessins et journaux-Dibujos y diarios
Karl Stengel
Libro
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2020
pagine: 198
Carte semiotiche. Forme semiotiche dell’espressione politica
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2020
pagine: 192
L’actio è stata da sempre il “parente povero” della retorica classica. La ricognizione operata da Roland Barthes (1970) mostra lo statuto mutevole della retorica nel corso della storia occidentale della riflessione sul discorso: dalla restrizione della questione retorica all’elocutio e al gioco di figure in campo letterario, fino allo spostamento dell’inventio e della dispositio verso la teoria dell’argomentazione e l’analisi del discorso e all’omissione della parte relativa al pathos e all’emozione. Tuttavia, al margine di tali peripezie, l’actio non è mai stata oggetto, per quanto ne sappiamo, di indagine teorica privilegiata. Com’è noto, l’actio concerne la dimensione materiale e sensibile del discorso, la voce, la dizione, il ritmo, la gestualità, il corpo intero e il suo spazio di esibizione. Questo numero di “Carte semiotiche” intende restituirle tutto il suo peso nelle strategie persuasive e nell’efficacia del discorso politico. Di fatto, l’esplosione mediatica del XX secolo, e più ancora la rivoluzione digitale che nel XXI secolo vede lo sfruttamento politico dei social network e della loro viralità costitutiva, aprono uno spazio per l’actio un tempo insospettabile. Pertanto, non si tratta solo di riprendere la tradizione retorica, sottraendo all’oblìo un monumento perduto del nostro patrimonio, ma di interrogare lo spazio fenomenico dell’actio alla luce della teoria del linguaggio, e di trarne nuovi interrogativi e nuove chiavi di lettura del presente.
Il racconto dell'illustrazione. Grandi illustratori e personaggi dell'immaginario tra la metà dell'Ottocento e la fine del Novecento
Andrea Rauch
Libro: Libro rilegato
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2019
pagine: 302
Andrea Rauch, grafico e illustratore, racconta i grandi illustratori tra la metà dell'Ottocento e la fine del Novecento. Non propone una sintesi manualistica, ma un saggio fortemente autoriale. Si ha così un testo informato di uno storico dell'illustrazione, a volte amico degli artisti presi in esame. Le immagini del libro presentano Pierino Porcospino, Alice, Pinocchio. E poi tutti gli altri. Personaggi non solo letterari, ma ormai patrimonio dell'immaginario collettivo, la cui fortuna è stata ed è immensa. Tutti in grado di suscitare emozioni e scatenare fantasie. Rauch fruga negli scaffali degli ultimi due secoli, alla ricerca di scrittori e illustratori che hanno posato decisamente l'attenzione sul mondo dell'infanzia, coinvolgendo l'interesse e le passioni di tutte le generazioni. Il racconto giunge alla fine del Novecento, là dove si sentiva ancora forte il profumo dell'inchiostro. Si arresta quando la prevalenza invadente dei nuovi media e del marketing hanno dato successo e popolarità, anche vasta, a prodotti letterari e grafici che non sempre possiamo essere sicuri la meritassero.
Leo De Berardinis oggi. Culture teatrali 2019
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2019
pagine: 304
Il numero 28 di «Culture Teatrali» ospita un'importante sezione monografica dedicata a Leo de Berardinis, a cura di Laura Mariani e Cristina Valenti. Non scema l'interesse per l'artista che, più di ogni altro, rappresenta la parabola multipla e complessa del teatro italiano del Novecento. Su di lui sono stati scritti libri di pregio, ma questo numero della rivista ha la pretesa della novità: i saggi proposti nascono infatti in gran parte da ricerche di prima mano condotte nell'Archivio Leo de Berardinis, conservato presso il Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna, come l'artista desiderava. Mentre il dossier raccoglie diciannove testimonianze che — ad eccezione dell'intervista a Maurizio Viani — sono state proposte in occasione della prima presentazione pubblica del fondo, quando la famiglia artistica di Leo ha dialogato virtualmente con i reperti dell'archivio organizzati in installazione visiva. Affidato in comodato d'uso al Dipartimento delle Arti, questo archivio per molti versi anomalo, a seguito di un esemplare lavoro di inventariazione, ordinamento e descrizione, è diventato un archivio storico a tutti gli effetti, già navigabile attraverso la base dati e presto anche online in maniera analitica. Leo voleva che la rappresentazione documentale della sua attività non andasse dispersa e che ne nascesse un corpus archivistico organico alla sua idea di teatro come spazio della memoria, in costante dìalogo con la tradizione e propulsore di eredità scenica. Un progetto che si è concretizzato soprattutto nel periodo bolognese (1983-2001), al quale appartiene la maggior parte dei materiali (che partono dal 1967), grazie al sodalizio con l'Università e in particolare con Claudio Meldolesi. Completano l'annale tre studi: il primo è una ricognizione storica del teatro universitario internazionale, anche alla luce delle vicende più recenti; segue un'analisi delle edizioni inaugurali del Festival Internazionale del Balletto di Genova-Nervi, la prima rassegna italiana dedicata alla danza, dal punto di vista della produzione del suo fotografo ufficiale, Serge Lido; il terzo, infine, si propone di delineare le premesse metodologiche di un nuovo approccio alla storia del teatro italiano, nell'ottica dei Performance Studies.
Sul palco. Storia della scenografia e dell'architettura teatrale
Carlo Titomanlio
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2019
pagine: 375
La peculiare impostazione di questo libro nasce dalla convinzione che la storia della scenografia e dell'architettura teatrale non può essere raccontata e compresa senza fare riferimento ai generi, alle forme, agli eventi della storia del teatro. Per questa ragione la trattazione, ordinata cronologicamente, è scandita da capitoli corrispondenti a fenomeni spettacolari con caratteristiche riconoscibili. Possono essere generi (come la commedia rinascimentale o l'opera buffa settecentesca) oppure contesti produttivi (come i Ludi romani o i drammi ciclici medievali) o ancora vicende artistiche individuali di grande rilevanza (come le opere di Wagner a Bayreuth o le sperimentazioni delle Avanguardie storiche). L'ampio profilo generale attraverso la storia del teatro è preceduto da un percorso attraverso le immagini a colori, che, oltre a offrire riferimenti puntuali al racconto, presenta un breve e accessibile itinerario introduttivo. Infine, un terzo percorso attraverso le parole parte dai termini specifici della scenografia e dell'architettura teatrale. Si tratta di un lessico ragionato che organizza in maniera sintetica episodi storici e questioni etimologiche nella successione delle idee e delle soluzioni pratiche.
L'immagine dell'altro. Neri, giudei, musulmani e gitani nella pittura occidentale dell'età moderna
Victor I. Stoichita
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2019
pagine: 175
Victor I. Stoichita, studioso di fama internazionale, in questo volume conduce un'analisi riguardante la rappresentazione figurativa dello "straniero" in Età moderna. Un approccio fruttuoso delle scienze umane tende a dimostrare come molti problemi che attraversano la contemporaneità abbiano fatto da tempo la loro comparsa sul palcoscenico della storia. In quest'ottica, la rappresentazione artistica è un vero e proprio banco di prova: essa costituisce infatti la "memoria visiva" di un dato fenomeno, i cui contenuti possono essere riattualizzati dall'analista. È esattamente ciò che avviene in questo libro, dove l'altro è investigato non tanto per risolvere gli interrogativi che pone il "diverso", quanto per comprenderlo in maniera più approfondita, nel momento in cui si offre all'attenzione della cultura europea. L'arco di tempo preso in esame va dal XV alla fine del XVIII secolo, quando, dopo la "scoperta" del Nuovo Mondo, si registra un'esplosione senza precedenti dell'alterità. I contenuti del libro ruotano intorno all'affermarsi di un'alterità che si cristallizza su alcune figure specifiche: il nero, il giudeo, il musulmano, il gitano nelle opere di Carpaccio, Gentile Bellini, Memling, Bosch, Dürer, Caravaggio, Rubens, Tiziano, Georges de la Tour, Girodet, Benoit... In tutto questo si può cogliere anche un risvolto contemporaneo: in filigrana, con grande raffinatezza ed eleganza, affiora, in una ricerca che potrebbe definirsi di storia dell'arte, la flagrante attualità del tema dell'altro.
Carte semiotiche. La sintassi del visibile. Pratiche, estetiche e retoriche
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2019
pagine: 165
Accostare, confrontare, mettere in relazione: dispositivo capace di costruire nessi tra concetti, immagini e narrazioni per istruire percorsi interpretativi e cognitivi, il montaggio dischiude una serie di problematiche storico-teoriche che sollecitano a più livelli la ricerca semiotica e la teoria dell'immagine. La produttività di tale concetto è testimoniata dagli studi estetici, storici e antropologici che, fin dal secolo scorso, vi individuano un principio di comprensione delle trasformazioni culturali piuttosto che circoscriverne l'applicazione a un ambito d'analisi specifico. Ad esempio, Walter Benjamin nei Passagen-Werk indica la prima forma fenomenica del principio del montaggio in architettura, e Aby Warburg, come mostra il celebre Bilderatlas Mnemosyne, vi individua uno strumento efficace nella procedura di scoperta delle scienze umane e di analisi delle immagini. Il recente interesse suscitato negli studi semiotici, estetici e mediologici dai concetti di rimediazione prima e intermedialità poi ha riportato al centro del dibattito scientifico il montaggio come principio empirico e teorico di primaria importanza, estendendone il raggio d'azione e di validità pressoché a qualsiasi aspetto della vita socio-culturale umana. Il volume pone in dialogo distinte prospettiche teoriche (semiotica, estetica, storia e teoria dell'arte, media e visual studies) al fine di indagare le pratiche, le estetiche e le retoriche del montaggio in ambiti diversi — cinema, arti figurative, fotografia, letteratura — e mostrare la produttività di un concetto che è insieme principio comparativo e conoscitivo, ratio compositiva e modello epistemologico.