Libri di Carlo Titomanlio
Architettare la scena. Intersezioni fra teatro e architettura in Italia dal Secondo dopoguerra a oggi
Libro
editore: Accademia University Press
anno edizione: 2025
pagine: 224
Il volume indaga il mutuo scambio che consolida, nel corso del secondo Novecento, il già intenso legame fra disegno della scena e pratica architettonica. I contributi che compongono la collettanea (dall'estensione assai ampia, come sono differenti gli interessi e i percorsi professionali degli studiosi e degli artisti coinvolti) mettono in luce alcune significative esperienze di proficuo nutrimento, testimonianza dello sforzo congiunto operato da entrambe le discipline per trovare una possibile risposta all'annosa questione dell'abitare speciale dell'attore sul palcoscenico. Questione resa ancora più complessa dall'invisibile, quantistica evidenza per cui il nostro modo di ricordare condiziona il nostro modo di agire, nonché dall'accumularsi dei vincoli - normativi, burocratici, conservativi, estetici - che le pratiche teatrali sono tenute oggi a rispettare. L'attenzione del volume si concentra in particolare sui cambiamenti avvenuti in uno spazio-tempo a noi vicino e ben definito, ossia a partire dal momento in cui la scena ha optato per due strade parallele: da un lato la povertà, ovvero la ricerca dell'essenzialità; dall'altro la sperimentazione del nuovo, sia sotto forma di spazi altri (luoghi adibiti, luoghi trovati, luoghi recuperati) sia attraverso linguaggi e dispositivi tecnologici contemporanei.
Sul palco. Storia della scenografia e dell'architettura teatrale
Carlo Titomanlio
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2019
pagine: 375
La peculiare impostazione di questo libro nasce dalla convinzione che la storia della scenografia e dell'architettura teatrale non può essere raccontata e compresa senza fare riferimento ai generi, alle forme, agli eventi della storia del teatro. Per questa ragione la trattazione, ordinata cronologicamente, è scandita da capitoli corrispondenti a fenomeni spettacolari con caratteristiche riconoscibili. Possono essere generi (come la commedia rinascimentale o l'opera buffa settecentesca) oppure contesti produttivi (come i Ludi romani o i drammi ciclici medievali) o ancora vicende artistiche individuali di grande rilevanza (come le opere di Wagner a Bayreuth o le sperimentazioni delle Avanguardie storiche). L'ampio profilo generale attraverso la storia del teatro è preceduto da un percorso attraverso le immagini a colori, che, oltre a offrire riferimenti puntuali al racconto, presenta un breve e accessibile itinerario introduttivo. Infine, un terzo percorso attraverso le parole parte dai termini specifici della scenografia e dell'architettura teatrale. Si tratta di un lessico ragionato che organizza in maniera sintetica episodi storici e questioni etimologiche nella successione delle idee e delle soluzioni pratiche.
Lo spettatore santo. Saggi per Anna Barsotti
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 154
Dodici tra ex studenti, allievi, collaboratori, dottorandi, operatori teatrali che hanno fatto un percorso insieme ad Anna Barsotti, chi breve chi lungo, chi con esiti peculiari ed eccentrici e chi in forma per così dire “apostolare”, si sono riuniti per confezionare questo libro-omaggio. Un volume volutamente povero e sorprendentemente ricco. Al suo interno vi si trovano, infatti, 12 brevi saggi, che rappresentano i gusti, i ricordi, le esperienze di ciascuno dei partecipanti, e che spesso combaciano con gli interessi di Anna: tra le righe affiorano dunque i nomi di Enzo Moscato, Eduardo de Filippo, Dario Fo, Franca Valeri, Samuel Beckett, Mario Luzi, Marco Baliani, Roberto Benigni, ma anche considerazioni sulla ricerca storica, sulla critica teatrale, sul ruolo dello spettatore. Lo spettatore, appunto! Ognuno dei dodici co-autori è stato, almeno una volta, spettatore ideale, spettatore creativo, spettatore poetico, spettatore sacrificato, spettatore senza occhiali, spettatore addormentato (per dirla con Flaiano), e, perché no, forse anche spettatore santo. “Holy, holy, holy!”
Non gli ho detto del quadro di Oxford
Carlo Titomanlio
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2015
pagine: 295
Londra, 1970: il romanzo di un'ossessione inizia quando il giovane e inesperto mercante fiorentino Angelo Morganti acquista dall'enigmatico antiquario Benjamin Kahn, al prezzo di sole 1200 sterline, la Continenza di Scipione, tela attribuita ad Antoon van Dyck. Affare d'oro o truffa? E perché il venditore è stato così remissivo nella trattativa? Sembra l'avvio di un krimi o di una detective story e invece no. Dietro a un maquillage narrativo che attrae e incuriosisce, c'è una vicenda reale e clamorosa, una polemica che ha diviso e ancora divide critici, accademici e addetti ai lavori (molti di questi compaiono nel libro, profili e nomi di fantasia che lasciano forse far intravedere figure vere, sicuramente verosimili). Il segreto rivelatore è nel titolo: "Non gli ho detto del quadro di Oxford" è, in realtà, una frase estrapolata dalla lettera con cui, nella fiction, l'antiquario londinese che cede il Van Dyck a Morganti informa il proprio figlio dell'avvenuta vendita del dipinto. E il suo silenzio è colpevole: davvero, infatti, nella Picture Gallery del Christ Church College di Oxford, a tutt'oggi, si trova un quadro che viene presentato al pubblico come la Continenza di Scipione. Ma allora il quadro di Morganti è una copia? Oppure uno dei due non è ciò che viene dichiarato?
Dalla parola all'azione: forme della didascaglia drammaturgica (1900-1930)
Carlo Titomanlio
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2012
pagine: 334
Il volume riapre l'importante questione della didascalia drammaturgica, talvolta affrontata dagli studiosi di teatro in modo parziale. Analizza il fenomeno non solo nella prospettiva del testo scritto, ma anche in quella di un'approfondita verifica storico-critica dell'espressione performativa. La focalizzazione su un periodo della nostra drammaturgia, il primo trentennio del Novecento, anziché restringere il campo consente di renderlo esemplare, restituendo un panorama attraversato da proposte innovative sui piani della composizione testuale e della scena. Le didascalie degli autori scelti come casi emblematici (tra i quali D'Annunzio, Marinetti, Pirandello, Bontempelli, Viviani, De Filippo, Campanile) risultano non meno importanti dei dialoghi, anzi evidenziano spesso e meglio il disegno previsto per la messinscena. D'altra parte il saggio percorre una linea teorica che vede nella didascalia non solo un mezzo per "governare" lo spazio scenico, utilizzando i codici spettacolari a disposizione, ma anche un punto di convergenza di alcuni tratti tipici della contemporaneità: paradigmi estetici mutuati dal cinema e dalle arti visive, sfumature o ambiguità psichiche, indicazioni sonore e ritmiche, metafore liriche ed evasioni ironiche. Al di là del rigore scientifico, il libro si offre inoltre per novità dell'impianto e scorrevolezza della scrittura come strumento utile a studenti ed esponenti del mondo del teatro.

