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I.S.R.Pt Editore

Farestoria. Società e storia pubblica. Volume Vol. 2

Farestoria. Società e storia pubblica. Volume Vol. 2

Libro: Libro in brossura

editore: I.S.R.Pt Editore

anno edizione: 2025

pagine: 178

La sfera pubblica contemporanea è oggi attraversata da una trasformazione radicale: i nuovi media hanno cambiato il modo in cui la storia viene narrata, prodotta, fruita, e condivisa. Podcast, social network, piattaforme digitali, videogiochi, e musei virtuali non sono soltanto canali di diffusione, ma veri e propri dispositivi che plasmano i contenuti, ridefinendo le relazioni tra storici, divulgatori pubblici, comunità, e memoria collettiva. Il volume intende esplorare proprio questo fondamentale cambiamento, con uno sguardo aperto e plurale. Dalla rappresentazione della seconda guerra mondiale su YouTube alla marittimità reinterpretata in chiave pubblica, dal medievalismo contemporaneo all’uso performativo dei musei, dalle proposte online sulla Shoah alle potenzialità del videogioco come linguaggio storico, i contributi di questo numero offrono una mappa delle tensioni e delle torsioni che segnano la comunicazione odierna della storia nell’ecosistema digitale, e forse la sua natura come disciplina. Il volume non raccoglie semplicemente un repertorio di casi, ma si propone come un laboratorio di riflessione: che cosa distingue divulgazione, public history, e digital public history? Quali responsabilità epistemiche emergono quando la storia entra in uno spazio pubblico globale polarizzato e dominato dai nuovi potenti algoritmi? Quale ruolo può e deve assumere lo storico di fronte alle semplificazioni, alle nostalgie, e alle post-verità storiografiche? Attraverso prospettive differenti, il fascicolo mostra allora come la public history – proprio in quanto disciplina ancora aperta, porosa, attraversabile – possa oggi costituire uno strumento critico per abitare la complessità del presente, dare voce a memorie plurali, e offrire alla società un luogo di senso e di confronto.
10,00

Il De Martino. Storie voci suoni. Volume Vol. 39

Il De Martino. Storie voci suoni. Volume Vol. 39

Libro

editore: I.S.R.Pt Editore

anno edizione: 2025

pagine: 254

Il numero doppio del 2024 si era appena chiuso quando la perdita improvvisa del nostro compagno di redazione Valerio Strinati ci ha colpito come un fulmine, lasciandoci orfani della sua intelligenza, del suo entusiasmo, della sua amicizia. Per ricordarlo, pubblichiamo in apertura un suo lungo articolo sulle leggi memoriali, un tema che – al confine tra competenze professionali e impegno civile – lo aveva molto appassionato negli ultimi anni. Per la rubrica Saggi, Brenda Fedi analizza la storia del Concerto sindacale del primo maggio, fornendone una prima lettura quale punto di osservazione dal quale ricostruire una storia culturale della sinistra italiana degli anni Novanta. L’Ottantesimo anniversario della Liberazione rappresenta un’occasione che «Il de Martino» non poteva eludere. Entrambi i fascicoli del 2025 ospiteranno contributi che offrono nuove prospettive e interrogativi sul significato di questo importante anniversario. In nessun caso sarebbe stato possibile dimenticarsi di questo 25 aprile, ma nella congiuntura storica attuale lo è ancora meno. Il contributo di Stefano Bartolini e Martina Lopa sulle bandiere della pace delle donne lavoratrici degli anni Cinquanta – ospitato nella rubrica Il lavoro si racconta – risuona ugualmente di temi e pratiche che oggi è più che mai necessario conoscere e discutere. Nella rubrica Interviste, accanto al dialogo familiare di Matteo Grasso con suo nonno, Guido, Alfiero Boschiero ci presenta una lunga intervista a Sergio Pellegrini, prete, contadino e operaio nel Veneto del secondo dopoguerra. La rubrica Storie, infine, presenta un racconto inedito del fotografo e cineasta Lionetto Fabbri, scoperto e presentato da Mario Spiganti.
20,00

Farestoria. Società e storia pubblica. Volume Vol. 1

Farestoria. Società e storia pubblica. Volume Vol. 1

Libro: Libro in brossura

editore: I.S.R.Pt Editore

anno edizione: 2025

pagine: 190

La memoria, intesa come processo di costruzione sociale del passato, è da sempre al centro di complesse dinamiche politiche. Nel tempo, attori istituzionali e non (compagini statali, partiti, ecc.) hanno elaborato e riscritto le narrazioni storiche per legittimarsi, ricercare consenso, costruire identità collettive, giustificare la propria politica internazionale, attraverso provvedimenti sui programmi scolastici, interventi sul calendario civile, la creazione e/o lo smantellamento di siti della memoria, misure sulle attività di ricerca, ecc. Sono fenomeni che riguardano maggiormente i regimi autoritari, ma interessano pure Paesi e organismi sovranazionali, come l’ONU e l’UE, di matrice democratico-liberale. Le politiche della memoria hanno un impatto rilevante sull’attività degli storici. L’istituzione di giornate memoriali ha offerto ai public historians opportunità per ampliare il loro raggio d’azione tra la cittadinanza, nonché stimolato nuove piste d’indagine. Tuttavia, chi si occupa di storia ha in genere un peso marginale nel definire le politiche della memoria. Anzi, alcune commemorazioni istituzionalizzate e iniziative governative volte a orientare il ricordo del passato hanno comportato limitazioni al lavoro degli storici, specie quando questi cercano di decostruire narrazioni strumentali e fare luce sugli usi, spesso controversi, della memoria. Sarebbe però riduttivo parlare delle politiche della memoria limitandosi agli interventi degli organismi statali e sovranazionali. Infatti, assumono sempre più rilevanza iniziative sorte dal basso, per volontà di gruppi di cittadini più o meno organizzati, volte a dare voce a memorie marginalizzate e/o contrastare le narrazioni egemoni. Rivendicazioni memoriali che di frequente si saldano a istanze sociopolitiche. In queste iniziative gli storici, e non solo, hanno sovente un ruolo di primo piano, promuovendo pratiche di Public History atte a favorire una conoscenza del passato demistificata e la partecipazione del pubblico. Questo numero monografico di «Farestoria» offre una panoramica articolata – ma tutt’altro che esaustiva – sulle politiche della memoria, sugli usi politici e sulle manipolazioni della storia, sulle pratiche di memorial activism, sulle contese memoriali nel mondo contemporaneo. I testi restituiscono chiavi di lettura per studiare le modalità con cui il passato viene selezionato, narrato e mobilitato, ma anche approcci per orientarsi in un contesto attuale in cui la memoria è un terreno di scontro sempre più significativo.
10,00

Il De Martino. Storie voci suoni. Volume Vol. 37-38

Il De Martino. Storie voci suoni. Volume Vol. 37-38

Libro: Libro rilegato

editore: I.S.R.Pt Editore

anno edizione: 2024

pagine: 272

Con questo numero doppio, la rivista chiude il quarto anno della sua nuova vita. Si tratta di un fascicolo ricco e particolarmente attento alla contemporaneità, come mostra - fin dalle prime pagine - la poesia di Fabio Franzin dedicata a Satnam Singh. Seguono il reportage di Patricia E. Sampaoli dall'Argentina di Milei e la scelta di pubblicare la traduzione italiana di un saggio dello storico israeliano Kobi Peled dedicato alle testimonianze orali e alle fonti d'archivio della guerra arabo-israeliana del 1948. La rivista ospita un ricordo di Giovanna Marini, recentemente scomparsa: alle parole di Stefano Arrighetti e Alessandro Portelli si accompagna un suo articolo del 1974, testimonianza della capacità di tenere insieme impegno politico, ricerca sul campo, competenze musicali. Gli articoli di Leonardo Galliani e Ilaria Bracaglia tornano a interrogarsi intorno al nodo di Genova 2001, mentre Davide Tidoni ci conduce tra i suoni e le parole di un piccolo e prezioso canzoniere No Tav. Valeria Rotili segna l'anniversario della Rivoluzione dei Garofani con la restituzione di una ricerca basata su interviste a importanti esponenti del mondo musicale e culturale portoghese. Rosalba Nodari torna con sguardo riflessivo al tema delle pratiche di ottava rima in Toscana, mentre Qendresa Shaqiri ci accompagna tra le pieghe della vita e dell'insegnamento di Cristina, insegnante della sperimentale Scuola-Città Pestalozzi di Firenze. La rubrica Saggi ospita un contributo di Virginia Niri sul tema delle disabilità migranti, tra fonti orali e community archives. Per le Interviste, Gilda Zazzara dialoga con lo storico delle migrazioni Joseph Viscomi. Nella rubrica dedicata al lavoro ospitiamo un contributo di Francesco Bonifacio sui rider, attraverso la storia di vita e la testimonianza di una rider di food-delivery. La rubrica Storie si arricchisce, infine, della voce di una nostra redattrice, Hilde Merini, che restituisce in maniera narrativa e originale un'esperienza di lavoro nel mondo dell'editoria. Il fascicolo è dedicato a Valerio Strinati, che ne è curatore insieme a Bruno Bonomo. Valerio ci ha lasciato improvvisamente a inizio dicembre, lasciando un vuoto che sarà impossibile colmare.
20,00

Farestoria. Società e storia pubblica. Volume Vol. 2

Farestoria. Società e storia pubblica. Volume Vol. 2

Libro: Libro rilegato

editore: I.S.R.Pt Editore

anno edizione: 2024

pagine: 146

Negli ultimi quarant'anni l'attenzione per la relazione tra scienze e imperi coloniali è divenuta sempre più ampia nell'ambito del dibattito storico. Già a partire dagli anni Ottanta la storiografia aveva iniziato a interrogarsi criticamente sulla validità del modello diffusionista di sviluppo della scienza fuori dal contesto europeo, proposto dagli studi di George Basalla; un modello che guardava al progresso scientifico come trasferimento unilaterale della conoscenza dal centro europeo al resto del mondo. Influenzate dalle prospettive marxiste e dagli studi di Michel Foucault, Edward Said e dei Subaltern Studies, le analisi si sono indirizzate, tra anni Ottanta e Novanta, sulla scienza e medicina come strumenti di consolidamento degli imperi coloniali - mezzi di sfruttamento dei territori di conquista e forze culturali di dominazione, anche se contestate e negoziate. A partire dagli anni Duemila, l'attenzione della storiografia si è progressivamente spostata sui problemi di circolazione, scambio e mobilità della scienza, indagata non più come sistema di sapere occidentale o solo come strumento dell'imperialismo europeo, ma come impresa di fabbricazione globale. All'analisi del dinamismo delle periferie si è sostituita un'attenzione per le reti, le interconnessioni e le pratiche quotidiane di produzione della conoscenza oltre le frontiere nazionali e imperiali. Questo numero di «Farestoria» si pone in continuità con le direzioni aperte da questi studi con l'obiettivo di riflettere in maniera organica sulla costruzione e consolidamento di pratiche scientifiche nel contesto dell'espansione d'oltremare italiana. Il numero promuove una riflessione attorno a due assi di ricerca: da una parte l'esame dei processi di costruzione della conoscenza all'interno di un paesaggio allargato, quello della circolazione e riformulazione di concezioni, pratiche e "oggetti scientifici" tra spazio coloniale e metropoli, come oltre le frontiere dei domini italiani, individuando differenze e fondamenti comuni con i saperi elaborati nel contesto di altri imperi. Dall'altra l'analisi delle pratiche scientifiche intese in senso largo, esaminate nelle loro connessioni con altri campi della società, con un'attenzione per le operazioni materiali e per il corredo tecnico che accompagnano il loro sviluppo. Il numero si concentra sul rapporto tra dimensione pubblica e strutturazione della conoscenza in situazione coloniale, sugli itinerari non lineari della sua formazione, sul corredo tecnico che ne permette la costituzione.
8,00

Farestoria. Società e storia pubblica. Nuova serie. Volume Vol. 1

Farestoria. Società e storia pubblica. Nuova serie. Volume Vol. 1

Libro: Libro in brossura

editore: I.S.R.Pt Editore

anno edizione: 2024

pagine: 200

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le esperienze di public history strutturate a partire dal rapporto fra storia, territorio e paesaggio, con proposte di trekking, passeggiate, visite immersive in luoghi specifici, aperture di sentieri e percorsi, realizzazione di scuole di storia nel paesaggio. Spesso si è trattato di attività sorte dal basso, per iniziativa di gruppi di cittadini e cittadine, comunità locali, scuole, associazioni, musei "selvaggi", gruppi di volontariato. Gli storici e le storiche, e gli enti e istituti storico-culturali, non sono sempre stati presenti fin dall'inizio in molte di queste esperienze, ma stanno rapidamente recuperando un ruolo avviando dialoghi orizzontali con le esperienze già in essere da un lato e costruendo proprie proposte e declinazioni per questo tipo di attività dall'altro. Non sfuggirà che ci troviamo davanti a forme di public history con un valore duplice, che esercitano una grande attrazione anche su studiosi e studiose. Costruendo e/o ricostruendo i nessi tra il passato e un territorio inteso come paesaggio umano in cui è iscritta la storia, queste forme di attività non si limitano alla semplice divulgazione ma stimolano l'avvio di percorsi di conoscenza e attivano forme di partecipazione e patrimonializzazione che si riflettono nella salvaguardia dei beni culturali e ambientali e nella presa di coscienza della storia e dei contesti ambientali come portatori di storia, fino a spingersi, in alcuni casi, alla "costruzione" di luoghi storici. Questa "attivazione" di risorse umane, culturali e ambientali è poi di stimolo alla ricerca storica, che trova qui non solo un terreno fertile per la sperimentazione di azioni di public history ma per la stessa ricerca storiografica, che viene messa in grado di attingere a nuove fonti (archivistiche, memoriali, demoetnoantropologiche ecc…) e stimolata a porsi nuove domande. Non è un caso dunque che intorno a queste attività, a monte o a valle, capiti di incrociare veri e propri progetti di ricerca o realizzazioni di libri. Questo numero di Farestoria prova a esplorare il fenomeno, passando in rassegna esperienze diverse, anche molto lontane tra loro, senza tralasciare la necessaria riflessione metodologica che apre nuovi scenari alla pratica storiografica ma anche soffermandosi sulla lunga durata di pratiche che a ben guardare hanno lunghe radici.
8,00

Il De Martino. Storie voci suoni. Volume Vol. 36

Il De Martino. Storie voci suoni. Volume Vol. 36

Libro: Libro rilegato

editore: I.S.R.Pt Editore

anno edizione: 2024

pagine: 236

La foto di copertina celebra il centenario della nascita del fondatore dell'Istituto Ernesto de Martino, l'intellettuale e militante socialista Gianni Bosio (1924-2024), a cui la rivista dedica uno speciale con articoli di Chiara Paris e Mariamargherita Scotti e il catalogo della mostra multimediale Racconti voci canti. Ascoltare Gianni Bosio a cent'anni dalla nascita. Dalla terza edizione del Festival delle Culture di Collelongo del Circolo Gianni Bosio arrivano il bel resoconto di Claudio Tosi e il vivace dialogo di Alessandro Portelli con Vinicio Capossela, mentre Giuliano Marotta e Giulia Zitelli Conti presentano l'esperienza Aiso della prima scuola di storia orale e public history nel paesaggio metropolitano di Roma, a Tor Marancia. Il numero si apre con una poesia di Fabio Franzin dedicata ad Anila Grishnaj, morta sul lavoro il 14 novembre 2023 a Pieve di Soligo. Un dono prezioso, come quello di Yuliia Chernyshova, che ci affida il racconto del suo incontro con una delle ultime sopravvissute a Ravensbrück, avvenuto nel cuore dell'Ucraina in guerra. Chiara Spadaro ci porta sui passi di José Saramago in Alentejo, mentre Antonio Fanelli prende spunto da un volume di recente pubblicazione per riflettere sul tema della popular music con un taglio antropologico originale e critico. Un taglio originale che caratterizza anche lo speciale dedicato al convegno Piccoli gruppi, azioni collettive, trasformazione dei costumi: variazioni sul tema di un passo di Andrea Caffi sulla socievolezza (Venezia, 6-7 ottobre 2023), con interventi di Daniela Perco ed Erika Valente, Giulia Brunello, Rosa Marzano. Per scandagliare le diverse forme di possibile restituzione delle interviste, il racconto/intervista di Clemente Bicocchi al burattinaio Mariano Dolci - tra storia del fuoriuscitismo, Resistenza, anarchismo e movimenti antiautoritari degli anni '60 - accompagna una parziale riscrittura del dialogo in forma narrativa all'ascolto di alcuni passaggi della registrazione originale. Per la rubrica Il lavoro si racconta, infine, Zoe Battagliarin ci porta alla scoperta del lavoro d'albergo - soprattutto femminile - nella provincia di Rimini, grazie a una serie di interviste condotte per la sua tesi di laurea dopo un'esperienza in prima persona nel settore.
20,00

Dio non paga il sabato. La defascistizzazione della provincia di Livorno (1943-1947)

Dio non paga il sabato. La defascistizzazione della provincia di Livorno (1943-1947)

Giovanni Brunetti

Libro: Libro rilegato

editore: I.S.R.Pt Editore

anno edizione: 2023

pagine: 260

Come si svolsero i conti col fascismo in provincia di Livorno? Chi vi diresse la "defascistizzazione"? Come venne realizzata? A che cosa giunse prima del celebre "colpo di spugna", cioè l'amnistia promossa dal guardasigilli Palmiro Togliatti, del 22 giugno 1946? Nella fattispecie, cosa accadde tra il 1943 e il 1947 agli ex fascisti? Quanti erano? Di cosa furono accusati? Queste sono solo alcune delle domande a cui il libro prova a rispondere, sviluppate in sincronia con il crescente interesse storiografico per l'argomento, in particolare sui modi, i tempi e le pratiche di quella che è stata giustamente definita la «transizione» politica italiana dal regime fascista alla Repubblica. L'analisi, condotta in larga parte su materiale archivistico, prende le mosse da quanto avvenne nel comprensorio labronico all'indomani del 25 luglio 1943 e da un esame delle reazioni della autorità pubbliche e della popolazione civile. Emerge da subito un diverso approccio al problema dei residui "umani" del regime, che si ripropose anche dopo la parentesi dell'occupazione nazifascista e l'arrivo degli angloamericani. Tra Alleati, Comitato provinciale di Liberazione Nazionale e Prefettura s'insinuò una nuova autorità pubblica, la Delegazione provinciale dell'Alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo. Rivolta inizialmente solo verso l'epurazione amministrativa degli enti locali provinciali, riuscì lentamente ad allargare lo sguardo ed occuparsi delle sanzioni economiche e penali contro gli ex fascisti. Per la prima volta è stato possibile studiare a fondo l'attività della Corte d'assise straordinaria di Livorno, e quindi gli effetti pratici dei processi politici celebrati nell'immediato secondo dopoguerra nella provincia toscana. Da ultimo, la rapida liquidazione delle sanzioni contro il fascismo fece naufragare l'attività della delegazione, velocizzando il riassorbimento dei vari imputati nella compagine politica democratica locale e la nascita di una fitta rete neofascista in un'importante provincia della "roccaforte rossa" regionale.
15,00

La riserva mancata. Il Padule di Fucecchio fra crisi ambientale e difficile tutela (1970-1989)

La riserva mancata. Il Padule di Fucecchio fra crisi ambientale e difficile tutela (1970-1989)

Emilio Bartolini

Libro: Libro rilegato

editore: I.S.R.Pt Editore

anno edizione: 2023

pagine: 220

Nel 1976 Piero Malvolti, presidente della sezione valdarnese di Italia Nostra, pubblicò il volume "Fine di una Terra", nel quale raccolse vari contributi sull'interazione secolare fra uomo e natura che aveva plasmato i paesaggi del Padule di Fucecchio e delle colline delle Cerbaie. Contestualmente l'autore denunciava la devastazione prodotta dalle tumultuose trasformazioni che si verificarono nell'Italia del secondo dopoguerra. In ambito locale era venuto meno l'ordine sociale che per secoli si era retto sullo sfruttamento delle risorse dell'incolto palustre e la Valdinievole, investita da rapidi processi di industrializzazione ed urbanizzazione, era interessata da un grave problema di inquinamento idrico. Su scala globale nel 1971 era stata firmata la convenzione di Ramsar per la salvaguardia delle zone umide, riconosciute come patrimonio naturale di grande valore ecologico. Il volume ripercorre la storia della lotta per la tutela della più estesa palude interna dell'Italia peninsulare attraverso il materiale archivistico prodotto da esponenti dell'associazionismo ambientalista, una ricca pubblicistica di matrice tecnico-scientifica che ha costituito il retroterra di conoscenza sul quale si è impostato il dibattito sul destino del Padule e la stampa periodica e quotidiana locale, che quel dibattito l'ha ospitato. A 27 anni dall'istituzione della riserva naturale del Padule di Fucecchio si indagano le ragioni che hanno ritardato la nascita di un'area protetta, annunciata all'inizio degli anni '70 dalla provincia di Firenze e non realizzata nel 1989 dalla provincia di Pistoia alla fine di un lungo iter e di una faticosa concertazione.
15,00

Il De Martino. Storie voci suoni. Volume Vol. 35

Il De Martino. Storie voci suoni. Volume Vol. 35

Libro: Libro rilegato

editore: I.S.R.Pt Editore

anno edizione: 2023

pagine: 198

In questo numero le molte potenzialità e varianti della storia orale trovano particolare espressione grazie a un ampio ventaglio di temi e di tempi: da Erodoto storico orale di Giorgia Proietti al futuro distopico immaginato da Francesco Vietti postillato da Fabio Dei; da Alessandro Portelli, che ci fa letteralmente ascoltare la Roma di Pier Paolo Pasolini, alla memoria dei "moti del macinato" in Emilia esplorata Marco Montanari; dalla raccolta di fonti orali sulla battaglia notav del Controsservatorio Valsusa (Ezio Bertok) al racconto autobiografico di Tiziana Plebani sulla trasmissione orale di una storia risalente alla Prima guerra mondiale. Ai 50 anni dalla morte di Giovanni Pirelli è dedicato un piccolo speciale, con un ricordo di Annalisa Ferretti preceduto da un'introduzione di Mariamargherita Scotti. Nella rubrica Saggi ospitiamo il lavoro di una giovane musicologa russa, Ekaterina Ganskaia, dedicato allo sviluppo della canzone di massa nei primi anni di vita dell'Unione Sovietica. La rubrica Ascoltare il lavoro apre una finestra su uno snodo che ci sta molto a cuore: se oggi sia possibile, e come, parlare di "classe". Lo fa affrontando il tema della letteratura working class, che rimette al centro del discorso una serie di questioni che per l'Istituto Ernesto de Martino e per questa rivista hanno carattere fondativo: i confini e i contenuti della "classe" oggi; le soggettività che vi stanno all'interno e le loro differenze orizzontali e verticali; la cultura, o le culture, popolari e di classe; i lavori che definiscono l'attuale working class; il problema della "voce" e della sua genuinità. Stefano Bartolini dialoga con Alberto Prunetti ripercorrendo la lunga strada della letteratura a sfondo sociale e approfondendo i motivi, i caratteri e le istanze di questa nuova produzione culturale che è una rivendicazione di esistenza e una forma di politica attiva che riafferma la non neutralità della letteratura. Gli interventi di Chiara Paris e Luigi Vergallo dialettizzano e interrogano le posizioni di Prunetti. Paris riflette sulla sua esperienza al Festival della letteratura working class tenutosi alla Gkn di Campi Bisenzio, mentre Vergallo prende le mosse Melanconia di classe di Cynthia Cruz per incrociare la sua parabola personale con le istanze sollevate dalla letteratura working class e sparigliando le carte delle identità sociali, mai del tutto univoche e definitive.
20,00

Farestoria. Società e storia pubblica. Nuova serie. Volume Vol. 2

Farestoria. Società e storia pubblica. Nuova serie. Volume Vol. 2

Libro: Libro in brossura

editore: I.S.R.Pt Editore

anno edizione: 2023

pagine: 140

Adottando una prospettiva multidisciplinare, il numero intreccia le specificità del caso regionale con le tendenze e le prospettive di ricerca dei Deindustrialization studies. Dialogando con una storiografia sempre più consistente e integrandola con indagini statistiche e archivistiche, i contribuiti hanno cercato di esplorare i modelli sociali, le forme di lavoro e le pratiche di memorializzazione che hanno sostituito o riconvertito gli spazi lasciati aperti dalla crisi della grande industria novecentesca. Ne affiora un quadro eterogeneo, segnato dal riemergere di istanze di conflittualità, dalle conseguenze sociali delle ondate di dismissioni, da percorsi di rilancio e di prospettiva e da legittimi interrogativi sulle eventuali peculiarità della deindustrializzazione toscana. Il tutto spingendo l'analisi all'interno di un dibattito di ampio respiro, capace di toccare quasi tutte le realtà provinciali e di conformare un passaggio importante per comprendere le evoluzioni della «deindustrializzazione» in Toscana, la sua dimensione percettiva e la tangibilità dei suoi riflessi - conflittuali, occupazionali, politici, produttivi e ambientali - sull'attualità.
8,00

Il De Martino. Storie voci suoni. Volume Vol. 34

Il De Martino. Storie voci suoni. Volume Vol. 34

Libro: Libro rilegato

editore: I.S.R.Pt Editore

anno edizione: 2023

pagine: 228

Questo fascicolo de «Il de Martino. Storie voci suoni» è un'ottima testimonianza dei tanti modi, oltre che temi, in cui è possibile declinare il rapporto tra storia e oralità. Valerio Strinati ha alle spalle una lunga carriera di funzionario del Senato. In un saggio sulla "oralità parlamentare" spiega che la trascrizione dei discorsi che si fanno nelle aule e nelle commissioni è argomento tutt'altro che tecnico, perché ha doppiamente a che fare con la democrazia: garantisce la pubblicità e quindi il controllo dei lavori parlamentari da parte dei cittadini, e rende verificabile la correttezza delle procedure di produzione delle leggi. La storia orale compare in più vesti nel contributo che Alessandro Casellato ha scritto a partire dall'affioramento inaspettato di un "etnotesto" (un dialogo in rima in dialetto vicentino) risalente ai moti del macinato del 1868 e trasmesso oralmente per centocinquant'anni in ambito comunitario e poi familiare: questa "tradizione orale" è messa in relazione con un'intervista con la persona che ne era portatrice e poi con la ricerca dell'"oralità d'archivio" risalente ai fatti narrati, che diedero origine a indagini, a un processo, e quindi a raccolte di voci, interrogatori, verbali. Altre voci sono quelle che compongono il paesaggio intorno a cui dialogano Luca Bozzoli e Renato Rinaldi: due documentaristi e in certo senso anche artisti della dimensione sonora, qui associata a una strada statale ad alto scorrimento tra Milano e la Brianza. Il Festival delle Culture Popolari a Collelongo - di cui viene offerto un resoconto a firma di Claudio Tosi - e la Scuola di storia orale nel paesaggio appenninico del Dolo e del Dragone - da cui sono tratti i tre articoli di Antonio Canovi, Laura Artioli e Paolo De Simonis sul canto del "Maggio" - recano le tracce di due interventi estivi delle nostre associazioni sul territorio, in alcuni dei luoghi dell'Italia periferica che ci piace frequentare conducendo esercizi di storia orale come pratica di ascolto e presa di parola, produzione canora e musicale. Per la rubrica Interviste, in questo numero ospitiamo il dialogo tra Steven High e Alessandro Portelli, introdotti da una nota di Gilda Zazzara che contestualizza il loro discorso all'interno della storiografia internazionale sulla deindustrializzazione. Un'altra intervista, a cura di Silvia Ruggeri, è protagonista della rubrica Il lavoro si racconta, e offre un contributo originale su un recente quanto clamoroso caso di sfruttamento semi schiavile di manodopera immigrata all'interno di Grafica Veneta. I due Saggi ospitati su questo numero trattano in apparenza di esperienze lontane e quasi opposte, ma che in verità si parlano. L'articolo di Amerigo Manesso è una sorta di auto-etnografia condotta con fonti orali sulla propria famiglia: contadini del Veneto che hanno attraversato il Novecento in modo tutt'altro che gregario o inconsapevole, ma anzi operando scelte, facendo progetti, orientandosi con le risorse e le categorie di una cultura popolare spesso ignorata o mal compresa dalla storiografia. Il saggio di Antonio Maria Pusceddu intreccia le fonti orali con un'autobiografia operaia e un archivio militante, entrambi prodotti da un attivista sindacale del petrolchimico di Brindisi: una «rivendicazione della propria presenza storica», ovvero un'azione controcorrente rispetto al senso comune che si è formato negli ultimi decenni sul significato che hanno avuto nel Novecento la grande industria e il movimento operaio e sindacale nel Mezzogiorno. Storie è una rubrica che apre a modi di esplorazione e rappresentazione della realtà diversi da quelli disciplinari presidiati dalla storiografia o dall'antropologia. Gabriella Ghermandi ce ne regala una che ha ricevuto dal proprio padre spirituale e che racconta in forma trasognata il mito fondante collettivo dell'Etiopia; Alessandro Triulzi la postilla e ci aiuta a decodificarla.
20,00

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