Gramma Feltrinelli
1944 finale di partita. Come Stalin vinse la guerra
Jonathan Dimbleby
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 704
Fu chiamata operazione Bagration, in onore del famoso generale russo che morì per le ferite riportate nel 1812, resistendo agli invasori francesi nella battaglia di Borodino. È passata alla Storia come “il più potente assalto della Seconda guerra mondiale”, l’epico scontro che terminò con la disfatta dell’armata tedesca. Un esito che, secondo Dimbleby e altri illustri storici britannici, mette radicalmente in discussione il mito, radicato nell’immaginario occidentale, che vuole la sconfitta della Germania nazista opera dei pur valorosi soldati angloamericani. Offensiva di cinque “fronti”, quattro armate sovietiche e una polacca, con oltre un milione di uomini che si mossero lungo una linea che andava quasi dal Baltico al Mar Nero, determinò la morte e la cattura di ben 900.000 soldati tedeschi. Con un uso geniale delle risorse, l’Armata Rossa inflisse due sconfitte memorabili all’invasore nazista, la prima con l’eroica difesa di Stalingrado, che comportò la perdita di quasi un milione di russi, la seconda a Kursk, in cui si svolse la più grande battaglia di carri armati della Storia. Dimbleby affianca alla cronaca militare estratti spesso devastanti di diari e lettere private tedesche (“Tutto è perduto! La fine è vicina!” suona un passo della lettera di un soldato della Wehrmacht) e russe (comprese pagine di Vasilij Grossman). Il risultato è l’avvincente narrazione di eventi in cui non soltanto generali, ma anche umili soldati giocarono un ruolo decisivo nella sconfitta del nazismo nel 1944. Un anno epocale che, con il sacrificio di ben 26 milioni di russi, diede a Stalin la possibilità di occupare l’Europa orientale e di dettare i termini dell’accordo postbellico, gettando le basi per la Guerra fredda.
La notte devastata
Jean-Baptiste Del Amo
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 432
Saint-Auch: una sfilza di case rosa pesca e di floridi prati, giardinetti rocciosi, siepi di alloro o di tuia. Dalle finestre si odono a volte provenire grida, insulti, pianti. Un bambino che urla, un cane che guaisce. Ma nessuno se ne cura, in questa piccola città a venticinque chilometri da Tolosa. Thomas, Mehdi, Alex, Max e Lena sono una banda di ragazzi. Vivono nello stesso quartiere e fanno tutto ciò che è dato fare ad adolescenti degli anni novanta. Comprano robaccia da quelli più grandi e la fumano distesi sui tetti delle pensiline degli autobus o su vecchi divani piazzati nelle antiche serre di Saint-Auch, dove si rifugiano ad ascoltare i Nirvana o a guardare film horror, giusto per sentire i loro cuori battere. A volte si cimentano in stupide sfide: nuotare in una cisterna d’acqua, fare telefonate anonime, tirare petardi in un terreno incolto. Qualcuno è umiliato a scuola, qualcun altro cerca l’amore, tutti mettono alla prova i loro desideri. Quando passano davanti a l’impasse des Ormes, il loro sguardo è catturato da una casa in fondo al vicolo cieco, una casa che sembra acquattata in una penombra vischiosa e fredda, dietro i nodi inestricabili dei rovi e l’ombra proiettata dai muri. C’è chi avverte una sensazione di déjà-vu, come se conoscesse il posto o l’avesse sognato, c’è chi sente un brivido corrergli lungo la schiena. La casa è marchiata con il sigillo del proibito a Saint-Auch, e i ragazzi l’hanno sempre tenuta alla periferia dei loro giochi e delle loro esplorazioni. Quando, però, uno di loro muore in circostanze orribili, in una notte da fiera demoniaca, come un ragno nero in attesa di una preda la casa li inghiotte in un incubo senza fine. Con echi di Stephen King e Lovecraft, e di maestri del cinema come Wes Craven e David Cronenberg, La notte devastata è un impeccabile omaggio al genere horror in cui Jean-Baptiste Del Amo esplora i sogni e le disillusioni di un’epoca e di una generazione alle prese con la brutalità del mondo e le ingiurie del tempo.
Le vergini funeste
Giancarlo Marmori
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 160
Odori e profumi, nudi eseguiti con torbido furore, feticismo per vesti e capigliature femminili, parafilie degne della Psychopathia sexualis di Krafft-Ebing, e paesaggi fatti di città sepolte, archeologie romantiche e simboliste, orientalismi utili a ridestare la morbosa attrazione per la “schiava bianca”: l’intero campionario morfologico di un femminino scomparso rivive in queste pagine. È il mondo della vergine funesta e derelitta fin de siècle che, con differenti sfaccettature di una medesima ossessione, si annuncia nei testi e nelle immagini dell’epoca, nelle opere di Flaubert e Rossetti, di Mallarmé e Gustave Moreau, di Rilke e Beardsley. Marmori si tiene lontano da ogni esegesi critica di tale mondo. La vergine funesta, che affiora a cavallo di secolo, è per lui un Urphänomen, un fenomeno archetipico irriducibile a ogni interpretazione sociologica e psicoanalitica. Il volto illanguidito dall’estasi mistica che Rossetti posa parimenti su Maria Maddalena e su Beatrice, la “testa cadaverica” che “circola sui busti delle femmine del repertorio demoniaco preraffaellita” svelano l’antica unione del “tipo meduseo”: Lilith e Beatrice, la donna funesta e benigna, insieme. Le vergini funeste di Giancarlo Marmori, centocinquanta pagine di corpi fluidi, di chiome nere, occhi magnetici e labbra carnose, non sono perciò altro che la celebrazione, in una lingua che sorprende per eleganza e ritmo, della perenne bellezza medusea.
L'opera umana. Corso di poetica 1937-1945
Paul Valéry
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 496
Nella Parigi occupata dai nazisti, risonante di stivali militari e di sirene d’allarme, gelata dalle privazioni di guerra, un soldato tedesco si spinge sulla soglia del Collège de France. “Cos’è questo? Un museo?” chiede a un anziano e dignitoso signore che sta entrando. “È un luogo,” risponde Paul Valéry, venuto a tenere una conferenza del suo Corso di Poetica, “in cui la parola è libera.” Iniziato nel dicembre del 1937, prolungatosi fino alla primavera del 1945, il Corso di Poetica attraversa gli anni dei totalitarismi e del conflitto mondiale, per concludersi nella stagione in cui la Francia (e l’Europa, e il mondo tutto) rinasce dal “regime della paura” e della censura. Alla distruzione della civiltà che si sta consumando, Valéry oppone la sua indagine sulle manifestazioni del pensiero umano. La parola “Poetica” assume così un senso nuovo, lontano dall’interpretazione più immediata: è lo sviluppo multidisciplinare della parola poiein, il “fare, fabbricare, costruire”, e non indaga la poesia, ma l’insieme delle opere prodotte dalla mente umana. Che cosa è propriamente la cifra dell’umano, ciò che è all’origine del suo fare? L’intelligenza o piuttosto la sensibilità, il bisogno, il rapporto con la propria finitezza? A partire da queste domande, Paul Valéry dà avvio a un’originale riflessione sul carattere proprio dell’opera umana, che tanta influenza ebbe sul pensiero di Roland Barthes e Maurice Merleau-Ponty. La presente edizione, a cura di Maria Teresa Giaveri e Paola Cattani, si basa su una scelta delle lezioni arricchita da testi inediti per il pubblico italiano, in cui Valéry riafferma i valori umanistici di fronte alle sfide che la modernità pone.
Adriatica
Massimo Gezzi
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 176
È una sera di metà maggio ad Adriatica, la luna è alta in cielo e il mare è quasi immobile. Emilie va verso il molo. Ha bisogno del silenzio questa sera. Non ha nessuna voglia di rimettere piede a casa. Ha gli occhi gonfi e la gola irritata per le urla. Sua madre si scola una bottiglia di vino al giorno e ha il coraggio di accusare lei di fare schifo. Troppo, per una sera così calma di vento. Meglio poi il molo, meglio quel “coso in mezzo al mare” della lingua di spiaggia accanto allo sbocco del depuratore dove lei e Giada, l’amica del cuore, hanno appena dato fiato alle smanie, alle fantasie e ai loro segreti inconfessabili di adolescenti. Anche Tullio ha bisogno del silenzio e del mare questa sera. Ha quasi settant’anni e vive da solo nell’appartamento che sua madre gli ha lasciato. Gli gira forte la testa, ma non riesce a smettere di bere. Benedice e maledice il mare, il profumo delle acacie, il brillio intermittente del faro e una reliquia conservata in una scatola sepolta nel mobile della sua camera: l’immagine di una giovane donna, la più preziosa e la più cara. Entrambi, la ragazza e il sessantottenne, percorrono il lungomare di Adriatica e si avventurano su quel molo, con la speranza di ordinare i pensieri e di ritrovare la calma. Ma le loro vite finiranno per scontrarsi e per aprirsi l’una all’altra, e i due scopriranno di condividere memorie e segreti, zone d’ombra e sospetti. Finché alla fine del loro girovagare notturno, consumati da un fuoco che si riaccende in un pub popolato da tifosi rumorosi e razzisti, assisteranno a un evento singolare che metterà fine a tutto, o da cui tutto potrà ricominciare. Massimo Gezzi mette assieme generazioni diverse, sogni perduti e ingenue speranze, in una provincia immaginaria, una indimenticabile provincia dell’anima che si affaccia sul mare. E fonde giovinezza e senilità in un affresco misurato, preciso e nitido.
Il destino di Mary Rose
Caroline Blackwood
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 288
Rowan è uno storico londinese che ama starsene nel suo accogliente appartamento, svegliarsi con comodo, farsi un caffè e mettersi subito al lavoro. La vita, insomma, priva di seccature di un uomo preso innanzi tutto dai suoi studi. Di tanto in tanto riceve la visita di Gloria, un’indossatrice con cui ha una relazione. Gloria è bella, linguacciuta e piena di energia. Nutre, però, l’illusione, nefasta per lui, che il matrimonio possa dare uno scopo alla sua vita. Per riparare con un mazzo di rose a un violento litigio con Gloria, Rowan entra un giorno in un negozio di fiori di Notting Hill. Viene accolto da una ragazza, Cressida, di una bellezza incredibile, dai capelli accesi dal sole come quelli di una principessa delle favole e un viso così etereo e vulnerabile da suscitare un fascino arcano. Quasi inavvertitamente, Rowan comincia a flirtare con lei e la sera ci finisce a letto. Il maldestro rapporto che ne segue sembrerebbe porre subito fine alla storia, salvo che, trascorso qualche mese, Cressida annuncia di essere incinta. Una circostanza molesta, che Rowan decide di risolvere sposando la ragazza e allontanandola da sé in un cottage a Beckham, un lindo villaggio addormentato nel Kent. Lì Cressida si dedica interamente a Mary Rose, la piccola di salute cagionevole nata dal fugace incontro. Nei ritagli di tempo, mentre continua la sua relazione con Gloria, Rowan la va a trovare. Benché emotivamente sterile e soffocante, il rapporto con Cressida sembra aver trovato un equilibrio accettabile. Le cose precipitano, però, quando una bambina, Maureen Sutton, scompare nell’agglomerato di case popolari che confinano con Beckham. Terrorizzata per la sicurezza di Mary Rose, Cressida si comporta in una maniera sempre più inquietante, mentre gli orrori nascosti sotto i merletti e le tovaglie di una casa in apparenza perfetta affiorano inesorabilmente.
Vipera in pugno
Hervé Bazin
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 240
Nel 1913, Jacques Rezeau, rampollo di un’antica famiglia borghese, sposa Paule Pluvignec, ricchissima nipote di un banchiere, figlia di un senatore, educata in un collegio di Vannes e in possesso di una dote di ben trecentomila franchi. Da quell’unione, necessaria a tamponare la povertà dei Rezeau e a consentire loro di tenere in piedi la residenza di famiglia – la Belle Angerie, un falso maniero, secondo il gusto del tempo –, nascono in sequenza Ferdinand, detto il Moscio, Jean, detto Teppa, e Marcel, alias Scricciolo. Alla Belle Angerie, nelle cui sale si aggirano lo zio protonotario apostolico, la zia contessa dell’Impero, la governante, la cuoca, i camerieri e il reverendo padre, reduce dall’evangelizzazione dei neri, Paule Pluvignec non esita a rivelare subito la sua natura di madre cattivissima, dedita quotidianamente alla vessazione dei figli. Come una sorvegliante carceraria, la cattolicissima consorte di Jacques Rezeau fa del sospetto un dogma, stendendo un vasto reticolato di divieti che ha un solo scopo: affermare la sua autorità e distruggere ogni più piccolo piacere nei figli. Tra questi, quello che viene maggiormente preso di mira è Teppa, il cadetto ribelle, il bullo agli occhi di tutti; in realtà, come lui ama dire di sé, uno “stronzetto dal cuore tenero”. Ma nemmeno il Moscio è risparmiato, al punto tale che Paule Pluvignec diventa per i figli la Bastarda pazza. Un nome che non verrà più abbandonato. Pubblicato per la prima volta nel 1948, e subito accolto da polemiche e scandalo, "Vipera in pugno" è un romanzo in cui si affaccia una delle più inquietanti figure di madre della storia della letteratura. Storia di amore e di odio, di valori e di affetti, viene presentato qui in una nuova traduzione che restituisce appieno l’attualità di un libro arrabbiato e ribelle, di spietata denuncia dell’ipocrisia borghese e dell’insensatezza di ogni educazione autoritaria.
Rifeudalizzazione. La mutazione che sta disintegrando le democrazie occidentali
Massimo De Carolis
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 208
Lo spettro di una rifeudalizzazione della società si aggira per l’Europa da decenni. Circola fin dal secondo dopoguerra nelle frange meno ortodosse tanto del liberalismo quanto del marxismo, per segnalare un pericolo che la cultura dominante si è invece ostinata a ignorare. Il pericolo è che l’autorità pubblica possa fondersi con gli interessi privati più potenti al punto tale da riportare a nuova vita le disuguaglianze estreme, il dispotismo e i privilegi che la civiltà moderna credeva di essersi lasciata alle spalle una volta “distrutto completamente il regime feudale”, come avevano orgogliosamente annunciato nel 1789 i rivoluzionari riuniti in assemblea. Oggi, a ridosso di una crisi istituzionale di inusitata ampiezza globale, la prospettiva di una rifeudalizzazione delle dinamiche sociali figura sempre meno come una generica minaccia, per assumere sempre di più le sembianze di un fatto compiuto. Il denaro e il potere tendono a concentrarsi in pochissime mani e la loro simbiosi svuota dall’interno la democrazia, il mercato e lo stato di diritto. Il dominio del mondo è conteso tra forze emergenti che non fanno alcuna distinzione tra privato e pubblico, economia e politica. E nel clima di insicurezza cronica generato dal loro scontro, alla popolazione civile non resta quasi altra scelta che la servitù volontaria all’una o all’altra forza per ottenere protezione e benefici più apparenti che reali. Il modello di relazione basato sull’accordo tra pari cede così il posto a quello costruito sul vincolo di vassallaggio. In questo libro, Massimo De Carolis indaga le diverse sfaccettature di una simile mutazione, inseguendone le radici più profonde fino al cuore della modernizzazione occidentale. Emerge così in piena luce il rischio reale di una disintegrazione del sistema-mondo ma, allo stesso tempo, diventano riconoscibili le forze alternative capaci di porre un freno alla catastrofe.
Gli antropologi
Ayşegül Savaş
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 176
Asya e Manu hanno lasciato i loro paesi e le famiglie d’origine e raggiunto una grande città. Una condizione oggi comune alla gioventù, alla ricerca di un proprio posto nel mondo e attratta dall’idea di ridefinire liberamente la propria esistenza, senza gli usi e i costumi delle generazioni precedenti. Come coloro che non hanno radici nel luogo in cui vivono, Asya, documentarista, e Manu, impegnato in un ente non-profit, sono sedotti dalla città che li ospita, frequentano caffè e case di amici, si immergono nella cultura locale con lo sguardo curioso e interrogativo di antropologi, affascinati dalle abitudini e dai comportamenti altrui e con il desiderio di comprendere come trovare bellezza e felicità nella precarietà della loro esistenza. Lontani, giungono gli echi delle vicende dei familiari, i genitori che invecchiano, i nonni che si ammalano, i nipoti che crescono. Con una scrittura che penetra magistralmente nei dettagli della vita quotidiana, Ayşegül Savaş descrive la giovane coppia in un momento cruciale: quello in cui si tratta di diventare adulti, affrontare la vita coniugale e mettere radici. Come farlo senza perdere il legame con le tradizioni da cui entrambi provengono? Come diventare una famiglia senza rinunciare agli amici con cui si è condivisa la giovinezza e l’intensa frequentazione della città? Esplorazione intima della migrazione culturale, della vulnerabilità umana e della tensione tra ciò che ci lasciamo alle spalle e ciò che scegliamo di portare con noi, Gli antropologi illumina la condizione dell’amore nell’epoca in cui il cosmopolitismo è ancora nella terra di mezzo della fine del vecchio mondo e dei primi vagiti del nuovo.
La vita potenziale
Lavinia Bianca
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 224
Cresciuta in una provincia agiata e moralista, tra amici gretti e genitori poco inclini ai compiti propri di una famiglia, Lavinia si imbatte presto nelle due ossessioni che vampirizzano le sue energie psicofisiche: il sesso e il culto del corpo come antidoto alla morte. Adolescente, assiste alla scomparsa prematura del padre, stroncato da un infarto sul divano di casa. In anni in cui si è alla ricerca di una propria identità, quella morte le lascia una ferita indelebile. Approdata a Roma, Lavinia decide allora di costruire una vita potenziale, un universo virtuale nel quale creare numerosi alter ego. Con l’ausilio di una penna sfrontata, sparge in rete profili disparati, in una disinibita galleria di attitudini e pratiche sessuali, capaci di adescare e soggiogare insieme. Lo fa come un esercizio di potere, lontano da ogni forma di godimento, come un canovaccio dagli esiti collaudati che esclude ogni imprevisto e agisce soltanto da scudo e da palcoscenico. Le crescenti insidie della vita virtuale la indurranno a prendersi una pausa dal web e ad affrontare ciò che non ha mai osato nella sua giovane esistenza: la vita reale fatta di corpi e desideri concreti. Ai corpi, tuttavia, e ai desideri reali appartengono dolori, lutti, ombre e fragilità insopportabili. Lavinia decide allora di ritornare nell’unico luogo per lei sicuro e in fondo appagante: seduta di fronte alla luce blu del monitor. Romanzo d’esordio scritto con una maturità e una modernità di scrittura sorprendenti, "La vita potenziale" affronta lo scandalo del sesso e del desiderio nella nostra epoca. Riflessione psicologica, digressioni colte (Roth e Freud sono i numi tutelari che sorreggono la narrazione) e considerazioni ironiche si piegano nelle sue pagine a celebrare il lutto più grande: la morte del reale.
Il passo falso di Emma Picard
Mathieu Belezi
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 272
È il 1868 e la Francia di Napoleone III fa fatica a popolare le vaste colonie del suo Impero. L’amministrazione centrale decide allora di rivolgersi ai ceti meno abbienti, ai contadini poveri che abbondano in ogni parte del paese. Allettati da offerte irrinunciabili, muovono alla volta delle aride terre africane. Tra loro, la giovane vedova Emma Picard. Una fattoria e venti ettari di terra in Algeria sono il trofeo in palio per poter sfuggire alla miseria e garantire un decente avvenire o la semplice sopravvivenza ai suoi quattro figli. Emma si lancia anima e corpo nell’impresa, con la passione, lo slancio e la determinazione di una giovane madre, prima di rendersi conto di essere stata ingannata da promesse illusorie, sogni irrealizzabili, vuote chimere. È lei stessa che racconta la sua tragica avventura attraverso un ammaliante, ipnotico monologo. Nel corso di una notte, per allontanare la morte, alternando caparbietà e speranza, racconta all’ultimo figlio sopravvissuto, Léon, la loro discesa agli inferi. Ripercorre tutto quello che hanno passato: il duro lavoro in una terra selvaggia, la fame, le siccità, le invasioni di cavallette, lo scoramento. Ma anche le gioie, le risate fragorose, l’amore infinito di una madre per i suoi figli, la lotta, l’ostinazione… fino all’inevitabile disfatta. Personaggio tragico e nobile, indimenticabile, Emma Picard compie eroicamente il suo destino sul suolo algerino che, per riprendere le parole di Mathieu Belezi, “non l’ha mai voluta e mai la vorrà”. In lei, come nelle grandi figure femminili della letteratura, affiora l’irriducibilità e la rassegnazione, la ribellione e l’arrendevolezza, tutta la grandezza e la miseria della condizione umana. Il ritratto memorabile di una donna indomita nel cuore dell’inferno coloniale.
L'ipocrita
Jo Hamya
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 240
Agosto 2020, Londra. In uno dei più frequentati teatri cittadini si svolge la prima della pièce di Sophia, giovane drammaturga di successo. È una matinée e tra il pubblico accorso non mancano esponenti della nuova scena artistica londinese che, secondo le espressioni care al “Guardian”, affidano all’arte il compito di “cambiare la narrazione” sfidando il potere del “maschio bianco privilegiato”. Spettatore inquieto, in sala siede anche il padre di Sophia, invitato alla prima dalla figlia. Sessant’anni, tra i protagonisti più importanti della cultura britannica del Ventesimo secolo, non dà alle stampe un libro da una decina d’anni. I suoi commenti caustici, pronunciati con il bicchiere in mano, su autori venerati e sulla futilità del sesso, commenti che un tempo apparivano come l’esercizio di una brillante intelligenza, sono ora oggetto di pubblico biasimo. Un articolo sul declino della voce maschile nell’editoria e una citazione su omosessualità e autoflagellazione gli sono valsi l’esecranda fama di omofobo. Consapevole del destino che lo attende, lo scrittore si augura soltanto che sia pieno di stile. Quando si apre il sipario, la speranza di un tramonto simile svanisce, però, d’incanto. La pièce, che mette in scena senza pudore un capitolo della sua vita privata, è una resa dei conti della figlia nei suoi confronti, una spietata denuncia pubblica della sua misoginia e del suo essersi sempre sottratto ai compiti propri di un padre.

