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«Andai a, San Paolo come verso il santuario di Lourdes. Lo stadio era pieno, arrivò coi pantaloni di tuta, una maglietta e le scarpette da ginnastica, giocava sul prato come il Gesù Bambino della Madonna del Cardellino di Raffaello, in cui il cardellino simboleggia non a caso la passione. Gli dettero un microfono inutile perché, un Messia lo senti anche se non parla. Non importa conoscere le tre parole che disse, conta che dopo averle dette gli diedero un pallone, lui lo carezzò col sinistro e lo tirò in alto, sempre più in alto, tutti alzammo le teste ed il cielo sembrò abbassarsi verso di noi, fui folgorato tra Fuorigrotta e l'Argentina, qualcosa mi era successo.» (da "Il Madonna del Cardellino")

"Le scritte sui muri sono tutte romantiche? A leggere quelle raccolte in questo volume pare proprio di no, anzi... E cosa accadrebbe se i proverbi non fossero in realtà così come li conosciamo? Ancora, se si provasse a rivisitare i versi di una canzone, il successo ottenuto sarebbe lo stesso? Scopriamolo in questo libro a cura di Carlo Giordano, dove possiamo trovare anche l'alternativa al noto dizionario Zingarelli e tantissime freddure, barzellette, domande senza risposta, annunci imprevedibili. Prefazione di Luca Sepe.

La storia di Salvatore Carmando, indissolubilmente legata a quella del Calcio Napoli, è fatta di un alternarsi di grandi eventi sportivi e di unici momenti di condivisione con i personaggi che ha incontrato nel corso della sua carriera. Dalla vittoria dei Mondiali con la Nazionale argentina in Messico nel 1986 agli scudetti e i trofei vinti con il Napoli, l'episodio della monetina a Bergamo che lo vide protagonista insieme ad Alemao, la trasferta di Mosca nel 1990, gli anni vissuti con la Nazionale italiana, la squalifica di Maradona ai Mondiali USA '94, fino a giungere alla gestione di Aurelio De Laurentiis, dalla ricostruzione in serie C al suo traumatico pensionamento nel 2009. Dal racconto emergono i ritratti di grandissimi personaggi del mondo del calcio che hanno intrecciato con Carmando rapporti di amicizia più o meno stretti: il fuoriclasse Diego Armando Maradona, i presidenti Ferlaino e De Laurentiis, grandi campioni quali Peppe Bruscolotti, Bruno Giordano, Beppe Savoldi, Ruud Krol, Antonio Careca, Ricardo Alemao, Ciro Ferrara, i fratelli Cannavaro, e tanti altri. E, ovviamente, grandi allenatori come Vinicio, Pesaola, Bianchi, Ranieri, Lippi, Boskov, Zeman e Reja.

"Si può, anzi si deve ricominciare dai bambini. Il cambiamento è possibile se non ci sono muri a separare bambini di serie A da bambini di serie B ed è questo il messaggio di don Luigi Merola, quello che la fondazione "'A voce d''e creature" intende dare. La città sta cambiando, ed è questo il momento di Agire, di Fare.

Una vita da Subrettina. Lisa Fusco, attraverso il personaggio che l'ha resa famosa, ci svela aneddoti ed episodi legati alla sua vita professionale e privata. Da bambina appassionata di canto e musica al grande schermo, dalla nascita del personaggio all'esperienza vissuta in Honduras per "L'Isola dei Famosi", dove il tempo è un concetto relativo e le amicizie vere diventano un punto fermo che aiuta ad affrontare le difficoltà. Tutto quello che non avete mai osato chiedere, in una sorta di diario segreto, scritto con ironia e personalità.

Soltanto una donna sa quanto è difficile vivere appieno i propri sentimenti, assecondarli, lasciarsi guidare, e talvolta contrastarli. Soltanto una donna conosce quali sono le difficoltà nell'avere il coraggio di evolversi. Giulia, la protagonista di questo romanzo, mette le emozioni in prima linea e si lascia trasportare dall'amore in tutte le sue forme, con le sue euforie e soprattutto le sue cadute. Ha sentimenti contrastanti che condizionano la sua vita e mettono in discussione ogni cosa. Tra dipendenze affettive, insicurezze e delusioni che si accumulano nel tempo, discese e risalite, arriverà a liberarsi dalle sue paure e a trovare un nuovo equilibrio. "Accettare una sconfitta non vuol dire arrendersi ai sentimenti; un cuore non può raffreddarsi per una disfatta, e neanche per dieci o cento."

Nando Gentile è la storia del nostro basket ed è soprattutto lo specchio di Caserta, città che ha portato con altri validissimi concittadini (allenatore e compagni, Enzino Esposito e Sergio Donadoni tra gli altri) alla vittoria dello scudetto nella stagione 1990-91, mettendo così fine allo strapotere delle società del Nord. La vita di Nando è come un romanzo, e come tale merita di essere narrata e letta, scoprendo a ogni pagina un angolo d'ironia, di commozione, di partecipazione sincera, di confessione e di orgoglio. Perché l'orma che Gentile ha impresso nel basket e nello sport italiani è stata così importante e significativa da meravigliare, semmai, che finora nessun altro scrittore avesse pensato a fissarla sulla carta.

Accade tutto trent'anni fa. Due amici giocano una schedina al totocalcio, in società; una cosa alla buona, come si faceva una volta, per il gusto di stare insieme la domenica davanti alla radio ascoltando i risultati del campionato di calcio. Mai avrebbero creduto di poter indovinare tredici risultati tutti di fila sulla stessa colonna. Tant'è che uno dei due amici non regge all'emozione: colto da infarto, ci rimane sul colpo. L'occasione fa l'uomo ladro, si dice; così il superstite incassa l'intera vincita per una somma esorbitante che lo iscrive a pieno titolo nel club dei miliardari, precipitandolo senza scampo nel girone dei dannati a vita. Dopo trent'anni, in preda alla disperazione, il miliardario (oggi milionario), decide di restituire la somma sottratta. In cambio dell'ammontare di un milione di euro, all'unico erede dell'amico tragicamente scomparso, non chiede altro che il perdono. Si potrebbe anche fare, se non ci fossero una serie di colpi di scena che complicano la storia.

Maggio 2011, il Napoli raggiunge un traguardo storico: la qualificazione in Champions League, dopo una cavalcata lunga dieci mesi. - Scusaci Champions League se per 21 anni non ci hai avuto - Sono queste le parole con le quali Raffaele Auriemma saluta la conquista dell'Europa che conta, di quel traguardo che mancava da 21 anni, da quando l'erba del San Paolo veniva calpestata da Diego Armando Maradona e che invece oggi è tornato ad essere realtà.