Aesthetica
Fiat lux. Una filosofia del sublime
Baldine Saint Girons
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 250
Konrad Fiedler (1841-95) è il primo studioso che si pone in senso specialistico come teorico dell'arte figurativa. L'intento che domina ogni suo scritto è infatti quello di sviluppare un'analisi rigorosa dell'arte autonoma da ogni altro sapere affine, anche dall'estetica e dalla storia dell'arte. Per questo il suo contributo, prima ancora di arrivare agli studiosi, conquistò l'attenzione degli artisti, presso i quali si diffuse con rapidità e in profondità, divenendo uno dei maggiori ispiratori delle poetiche artistiche di primo Novecento. Del resto la riflessione di Fiedler fu strettamente legata al lavoro degli artisti, sia avvalendosi dell'osservazione ravvicinata del loro operare (un'amicizia fortissima lo legò al pittore Hans von Marées e allo scultore Adolf von Hildebrand, e strettissima fu la vicinanza a molti altri artisti), sia nell'ambizioso obiettivo di una riflessione sull'arte che avesse come scopo principale la risoluzione di problemi legati alla loro esperienza. La presente edizione raccoglie tre saggi particolarmente significativi del pensiero fiedleriano: Sulla valutazione delle opere d'arte figurativa (1876), il suo saggio d'esordio, e Sull'origine dell'attività artistica (1887), il saggio più noto e più importante, presentati in una nuova traduzione integrale; nonché Tre frammenti su realtà e arte, uno scritto incompleto che fu probabilmente il suo ultimo lavoro, per la prima volta tradotto in italiano. Toccano tutti in modo illuminante problemi essenziali della riflessione estetica: il giudizio, la creazione artistica, la relazione tra occhio e mano, e il rapporto tra arte figurativa, linguaggio, pensiero e realtà. I testi, finemente curati da Andrea Pinotti e Fabrizio Scrivano, sono corredati da un'accurata rassegna critica e bibliografica che illustra la penetrazione del pensiero di Fiedler nella cultura artistica e filosofica; e una particolare attenzione è dedicata alla sua ricezione italiana. Affiancandosi a Il problema della Forma nell'arte figurativa di Hildebrand, con gli Scritti di Fiedler sono ora presentati in questa collana i testi fondamentali dei teorici della "pura visibilità".
Scritti sull'arte figurativa
Konrad Fiedler
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 420
Elaborata dalla retorica classica, in quel trattato Peri hypsous di Longino che segna la più stretta convergenza tra l'estetica antica e l'estetica moderna, l'idea del sublime attinge la sua piena legittimazione filosofica nel secolo XVIII, quando Burke e Kant dimostrano, per diversa via, la fecondità di una nozione che, mentre si contrappone alla visione serenatrice di un bello classicamente atteggiato, lascia emergere quelle inquietudini della soggettività che contribuiscono alla genesi dell'estetica romantica e che, attraverso il decadentismo, giungono fino ai dibattiti tardonovecenteschi della cosiddetta cultura postmoderna.. Pubblicato in Francia nel 1993, il libro di Baldine Saint Girons è riuscito nell'impresa, ardua e ambiziosa, di procurare una presentazione sistematica di una categoria resistente a ogni sistemazione definitiva. Traendo il titolo da quel Fiat lux biblico in cui Longino aveva additato una grandiosa e concentrata conflagrazione del pensiero e della parola, la ricerca dell'Autrice indaga i molteplici effetti del sublime in quanto esperienza di una folgorazione che provoca una perdita del controllo razionale dell'io sul mondo. Le conseguenze di questa perdita sono descritte nelle due ampie sezioni del volume, che declinano tutto il lessico del sublime (la grandezza, la bruttezza, l'oscurità, la semplicità, l'entusiasmo, il potere, la passione, la virtù) entro la tipologia dei rischî cui il sublime, sul piano teorico e sul piano pratico, espone il soggetto smarrito.. Insignito nel 2002 del "Premio Guido Morpurgo-Tagliabue" dalla Società Italiana d'Estetica, il volume di Baldine Saint Girons, spaziando dalla letteratura alla storia dell'arte, dalla religione al pensiero politico, dalla musica alla psicanalisi, costituisce la più completa indagine disponibile sulla filosofia del sublime, e viene ora a trovare la sua sede naturale nella collana che, da Longino a Demetrio, da Dennis a Burke a Vischer, ha già fatto conoscere al pubblico italiano i grandi classici antichi e moderni del sublime. La presente edizione italiana, condotta secondo criteri rigorosi, si avvale della consulenza scientifica di Giovanni Lombardo.
Emilio Garroni. Un nuovo sguardo-attraverso
Libro: Libro in brossura
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 288
«La riflessione di Emilio Garroni (1925-2005) ha lasciato un segno profondo nell'estetica italiana del secondo Novecento e, in particolare, in quella vasta e variegata cerchia di studenti, colleghi e allievi che dal 1964 — anno in cui Garroni ottiene la libera docenza di Estetica presso l'Università La Sapienza di Roma — hanno avuto la fortuna di poterne apprezzare le doti di docente e di riconoscere nel suo rigore etico e nel suo modo di fare filosofia le caratteristiche del Maestro. Figura di intellettuale complessa e sfaccettata, nel corso della sua lunga attività di studio e ricerca Garroni si è occupato di arti (e della loro crisi), di cinema, di letteratura, di architettura, di musica, di psicoanalisi. Ma soprattutto, si è occupato di semiotica, di cui in Italia è stato uno dei protagonisti e uno dei critici più lucidi; e poi, in modo ancora più approfondito e originale, di estetica, secondo una prospettiva fortemente segnata dal pensiero di Kant, di cui egli è stato anche traduttore. È infatti proprio a partire dal profondo ripensamento della filosofia critica kantiana — e in particolare della Critica della facoltà di giudizio —, iniziato nel 1976 con il saggio Estetica ed epistemologia, che Garroni è andato via via elaborando e chiarendo la sua tesi più nota e impegnativa: l'estetica non è — e non è mai stata — una speciale disciplina filosofica, in grado di ritagliare un ambito specifico per poter dire qualcosa su oggetti precisi (l'arte o il bello), ma è piuttosto una filosofia "non speciale", volta a indagare le condizioni di possibilità dell'esperienza. Il terreno della riflessione estetica diventa così quello del problema del senso dell'esperienza in genere, colto necessariamente nel suo legame paradossale con le contingenze determinate, artistiche e non; e l'estetica si configura dunque come la forma eminente di un modo critico di pensare emerso nel XVIII secolo e giunto a compimento proprio con la riflessione estetica kantiana...» (Dall'Introduzione di Andrea D'Ammando, Tommaso Morawski)
Scritti sul piacere
Aristotele
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 230
Aristotele dedica al piacere una ricerca costante che spazia, senza soste, dalle prime opere "essoteriche" alle ultime. Attraverso un costante affinamento problematico, e approfondendo la tematica con estremo rigore, finì con l'inventariarne scientificamente ogni manifestazione. Nulla sfugge a questa straordinaria enciclopedia: il piacere della vita sociale e quello della politica, il piacere del possesso dei beni materiali, il piacere come orizzonte etico e come aspirazione al divino, il piacere fisico e corporale, e quello più alto determinato dalla vita spirituale, e naturalmente il piacere erotico (e sessuale: maschile e femminile, etero ed omosessuale) e il piacere estetico. Insomma, la più completa antropologia del piacere elaborata dal mondo occidentale, che ha esercitato un potente influsso nel grandioso tentativo aristotelico di dare un senso alle cose, all'uomo, a Dio. Modello insuperato, col quale tutte le epoche successive hanno dovuto confrontarsi.
Il disegno infantile. Storia, teoria, pratiche
Lucia Pizzo Russo
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 294
È arte il disegno infantile, come sostiene Read, oppure no, come ha argomentato Cesare Brandi? Il bambino disegna ciò che sa e non ciò che vede? E che significa sapere e vedere? Il disegno è simbolo o segno? Perché il bambino smette di disegnare? È conseguenza dello sviluppo psichico o frutto del nostro sistema educativo? Sono alcune delle tante domande che animano il presente volume: un approccio globale a tutti gli aspetti investiti dal classico tema del disegno infantile. Del quale vengono indagate le complesse radici storicoculturali, chiariti i motivi per cui esso coinvolge tanti fronti scientifici e disciplinari, analizzate a fondo le più accreditate teorizzazioni, e infine viene proposta una originale interpretazione complessiva.
Il senso del gusto. Cibo e filosofia
Carolyn Korsmeyer
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 316
Pubblicato dalla Cornell University Press nel 1999 e insignito nel 2014 del "Premio Internazionale d'Estetica" conferito dalla Società Italiana d'Estetica, il volume di Carolyn Korsmeyer Il senso del gusto. Cibo e filosofia costituisce un "classico" dell'estetica del cibo. Opera inaugurale, questo libro è divenuto un imprescindibile termine di riferimento, sia per gli specialisti del tema sia per coloro che intendono avvicinare per la prima volta questa nuova area di studi estetologici. La Korsmeyer, da un lato, descrive criticamente le vicende del gusto del palato, analizzando il paradigma largamente prevalente nella tradizione filosofica occidentale che ha portato alla sua esclusione o marginalizzazione dal dominio dell'estetica; dall'altro, elabora una proposta alternativa nella quale il gusto del cibo acquista invece un senso specifico e positivo. Se, in una lunga linea di continuità da Platone a Hegel, il cibo come fonte di piacere ed espressione di varietà e qualità è stato rimosso da ogni formulazione del pensiero - per ragioni al tempo stesso estetiche, epistemologiche ed etiche, come viene brillantemente mostrato nei primi capitoli del volume - la Korsmeyer argomenta come oggi al contrario sia possibile, anche grazie all'apporto delle scienze sociali e delle scienze dure divenute strategiche alleate del discorso filosofico, percorrere una via diversa, in cui il valore culturale e sociale del mangiare e del bere vengono riconosciuti degni di essere formulati in chiave estetica. Per dimostrare la piena legittimità estetica del senso del gusto la Korsmeyer insiste infatti proprio sul valore cognitivo e rappresentativo, e non soltanto sensibile e piacevole del cibo, superando così una delle classiche e più insidiose obiezioni. Attraverso una ricca serie di esempi, emerge nel testo la capacità del cibo di rappresentare, esprimere ed esemplificare; propiziando quindi l'inevitabile conclusione che il gusto permette di convogliare esperienze estetiche come ogni altro senso. Conclude il volume la rappresentazione del gusto e del cibo nell'arte figurativa e nella narrativa, attraverso l'indagine di casi esemplari che permettono di aprire la filosofia del cibo anche verso regioni canoniche dell'estetica quali la critica e la narratologia. La presente edizione, puntualmente curata da Nicola Perullo, condotta secondo criteri rigorosi, colma un vuoto culturale offrendo per la prima volta all'estetica italiana un testo fondamentale per affrontare una tematica che sempre più si va rivelando feconda e ricca di stimoli.
Co-operative aesthetics. A quasi-manifesto for the 21th Century
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 186
L'arte
Clive Bell
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 178
Pubblicato a Londra nel 1914, "L'arte" di Clive Bell è un testo singolare: manifesto di critica militante, è ancor di più la codifica di una nuova prospettiva estetica a partire dal radicale sovvertimento avvenuto nella contemporaneità di secolari convinzioni della teoria e della pratica artistica. Il cardine su cui ruota è l'idea che il fine dell'arte non sia la bellezza bensì il suscitare un'emozione del tutto peculiare, l'"emozione estetica", che può essere attivata solo se l'opera possiede una "forma significante", cioè una specifica combinazione di linee, forme, colori e valori tridimensionali, che è massimamente efficace nelle opere dei "primitivi" e prende a scemare nelle epoche successive in cui nell'arte prevalgono caratteri descrittivi, narrativi e illusionistici. Alla convergenza fra il dettato critico di Roger Fry e i "Principia Ethica" di George Edward Moore, "L'Arte" di Clive Bell è dunque un testo capitale per comprendere alcuni passaggi decisivi dell'estetica e delle pratiche artistiche del XX secolo.
I piaceri dell'immaginazione
Joseph Addison
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 95
I piaceri dell'Immaginazione Pubblicati nel 1712 sui nn. 411-421 dello "Spectator", il famoso periodico culturale e di costume diretto da Joseph Addison e Richard Steele, gli undici saggi intitolati I piaceri dell'Immaginazione costituiscono, insieme a quello sul "gusto" che li introduce (n. 409), il primo trattato di Estetica modernamente intesa. Scritti con tono discorsivo e rivolti ai "lettori comuni" - secondo il programma addisoniano di trasferire la filosofia dagli studi e dalle biblioteche ai club e alle coffee-houses - essi fissano le coordinate lungo le quali si muoverà l'intera riflessione settecentesca intorno all'esperienza del bello naturale e artistico. Erede di Locke, Addison affronta il problema estetico non più in chiave retorica ma in chiave psicologica (cioè dal versante della fruizione anziché da quello della produzione), e in tal modo avvia una fenomenologia dell'esperienza estetica a cui tutti gli autori che verranno dopo di lui, fino a Kant incluso, saranno in qualche misura debitori. Definizione del gusto, statuto dell'immaginazione (e suoi rapporti col giudizio), individuazione di specifiche categorie estetiche (fra cui particolarmente innovativa quella del "sublime"), abbozzo di un "sistema delle arti": questi alcuni dei più rilevanti temi proposti dai Piaceri dell'Immaginazione. E attorno ad essi una molteplicità di osservazioni e di spunti - sull'architettu ra, i giardini, il linguaggio della poesia, ecc. - che saranno ripresi e sviluppati nel corso del xviii secolo da filosofi, critici e artisti assicurando all'operetta addisoniana una fortuna europea che ha pochi paragoni nel suo tempo. La presente traduzione italiana, eseguita da Goffredo Miglietta, è la prima dopo quella di Mario Manlio Rossi apparsa nel 1944 e da tempo esaurita. Corredano il testo una limpida presentazione, un ampio appaiato di note e una ricca bibliografia a cura di Giuseppe Sertoli.
Forme e metamorfosi dell'estetica
Libro: Libro in brossura
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 234
Aesthetica Preprint è il periodico quadrimestrale open access della Società Italiana di Estetica (SIE). La rivista mira a dar conto della ricerca estetologica realizzata in Italia, ma è aperta anche a contributi rilevanti di studiosi stranieri. Presenta numeri miscellanei composti da saggi di vari autori, singole ricerche di respiro più ampio, documenti di lavoro, edizioni di piccoli classici, ed eccezionalmente atti di convegni e seminari. I saggi, tutti sottoposti a peer review, redatti in lingua italiana o in lingua inglese, sono corredati di abstract in inglese. Introduzione di Elisabetta di Stefano e Salvatore Tedesco
Arte, critica e storia. Saggi di estetica analitica
Jerrold Levinson
Libro: Copertina morbida
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 272
Con questo volume, insignito nel 2010 del "Premio Internazionale d'Estetica" conferitogli dalla Società Italiana d'Estetica, si offre per la prima volta al lettore italiano un panorama significativo della produzione saggistica di Jerrold Levinson, senza dubbio una delle voci più vivaci e rappresentative dell'estetica americana contemporanea. Come la maggior parte dei filosofi appartenenti alla tradizione analitica, Levinson affida la sua ricerca alla forma del saggio, spesso destinato ad alimentare un dibattito o a intervenire in esso, piuttosto che alla monografia. Raccogliendo strategicamente articoli pubblicati tra il 1987 e il 2006 e provenienti da volumi diversi dell'autore, il presente libro assume quindi il carattere di un vero e proprio inedito. Nelle tre parti che lo articolano sono espresse le tre direzioni principali della riflessione estetologica di Levinson, vale a dire: la definizione dell'arte, la questione delle proprietà estetiche, il rapporto tra il valore intrinseco delle opere d'arte e la nostra vita. In ognuna di queste direzioni problematiche e nei saggi che, in questo volume, le esemplificano, l'autore propone soluzioni originali e, insieme, rispettose della posta teorica di volta in volta in gioco. Questo vale per la definizione "storico-intenzionale" dell'arte proposta da Levinson, capace di gettare un ponte tra lo storicismo tipico di buona parte della tradizione continentale e l'avversione tipicamente analitica per un approccio puramente speculativo alle questioni estetico-artistiche. Così come vale per la sua idea di connettere la trattazione delle proprietà estetiche alla tematica della "sopravvenienza", capace di lasciarsi alle spalle l'alternativa tra oggettivismo e soggettivismo. Rinnovando una tradizione iniziata con Georges Santayana e John Dewey e proseguita con filosofi come Monroe Beardsley, Levinson dà infine prova, nella terza parte del volume, di avere a cuore l'intimo nesso che lega l'esperienza umana alle opere d'arte. Un nesso, gravido di conseguenze etiche, che si annuncia nella forma specifica e inconfondibile del piacere estetico. La presente edizione italiana, corredata da una prefazione appositamente scritta dall'autore e da una puntuale presentazione dei curatori Fabrizio Desideri e Filippo Focosi, condotta secondo criteri rigorosi, è corredata di esaustivi apparati critici e bibliografici.
Estetica pragmatista
Richard Shusterman
Libro
editore: Aesthetica
anno edizione: 2022
pagine: 272
Libro estremamente fortunato e tradotto in numerose lingue, "Estetica pragmatista" di Richard Shusterman (uscito in prima edizione nel 1992) segna un punto di snodo importante nel dibattito sull'estetica che si è svolto negli ultimi decenni nell'area anglosassone. Attraverso una lettura non scolastica di Dewey, sviluppando il pragmatismo come orizzonte progettuale in cui i risultati conseguiti dalle tradizioni "analitiche" e "continentali" mostrano i propri limiti e insieme acquisiscono nuovo vigore, esso individua strumenti concettuali utili a comprendere fenomeni estetici e artistici della contemporaneità solitamente trascurati dalle principali filosofie dell'arte del Novecento. Questo dialogo critico tra autori di diversa latitudine teorica avviene alla luce della concreta realtà del mondo estetico, liberato dalla divisione schematica tra "arti basse" e "arti elevate". Perno della riflessione di Shusterman è infatti la rivalutazione dell'esperienza estetica nel suo complesso, con il suo investire la dimensione del piacere sensoriale e del corpo. Diventano così argomento originale di analisi forme artistiche popolari come l'hip hop e il rap, che condividono l'esigenza di una nuova elaborazione dell'arte di vivere che non sia, però, cedimento edonistico ai principi dogmatici del post-modernismo. Da qui la proposta di Shusterman di far convergere teorie e pratiche dell'esteticità nell'alveo della somaestetica, disciplina che dovrebbe riprendere la concezione ampia dell'estetica che ha mosso lo stesso fondatore di questo sapere filosofico moderno, Baumgarten, e al tempo stesso elevare la dimensione corporea a campo privilegiato di indagine filosofica. La presente edizione italiana, corredata da una prefazione appositamente scritta dall'autore e da una puntuale presentazione del curatore, riprende la versione più agile del volume che Shusterman ha approntato per molte edizioni straniere, rendendo il libro ancor più accattivante anche per il largo pubblico interessato alle forme contemporanee dell'esteticità.