CERM: Studi
Storia di Colle di Val d'Elsa nel Medioevo. Volume Vol. 3/1
Paolo Cammarosano
Libro: Libro in brossura
editore: CERM
anno edizione: 2024
pagine: 384
Il terzo volume della storia di Colle di Val d'Elsa nel medioevo si apre con questa Prima Parte che abbraccia un periodo breve, la spanna della generazione che vide il proseguire di un conflitto guelfo ghibellino drammatizzato adesso dalle vicende della maggiore città di Toscana, Firenze, lacerata da due successive ondate di divisioni interne, e da un quadro italiano ed europeo mutante e spesso imprevedibile: la sede papale traslata in terra di Francia, il conflitto per la corona di Sicilia, gli orientamenti cangianti della politica dei papi nelle loro relazioni con i sovrani e con l'impero tedesco, l'avvento di Enrico VII e la sua discesa in Italia, suscitatrice di grandi passioni che sopravvissero alla sua morte a Buonconvento nel 1313. Entro questo scenario la comunità di Colle, ancora in fase di ascesa economica, urbanistica e culturale e di consolidamento del dominio sul territorio rurale, continuò a perseguire la politica di alleanza guelfa e di solidarietà con Firenze che era stata impostata nella seconda metà del Duecento.
Bernardo di Rizzardo di Brazzacco Inferiore. Un notaio di San Daniele del Friuli tra Patriarcato di Aquileia e Repubblica di Venezia
Paola Saltini
Libro: Libro in brossura
editore: CERM
anno edizione: 2020
pagine: 366
Il volume raccoglie gli atti prodotti dal notaio Bernardo del fu Rizzardo di Brazzacco inferiore a San Daniele nei primi vent'anni del Quattrocento, periodo che vide la fine del Patriarcato di Aquileia e la conquista veneta del Friuli. Bernardo non fu un illustre copista, così come i colleghi sandanielesi Odorico Pilosio e Nicolò Pitiani, non fu un memorialista, come il notaio udinese suo contemporaneo Odorico Quirino detto Merlico, non fu interessato alla politica quanto il notaio Andrea Pitiani, né fu notaio di potenti consorterie. Bernardo, nel momento della sua maturità professionale, fu un notaio di campagna che lavorò in una piccola comunità rurale, svolgendo sia la professione privata, che operando al servizio del Comune. La sua non fu una vicenda straordinaria, ma può essere ugualmente assunta a modello di una condizione sociale tipica dell'epoca.
La società castellana nella patria del Friuli: il dominium dei di Castello (1322-1532)
Michele Zacchigna
Libro: Libro in brossura
editore: CERM
anno edizione: 2018
pagine: 257
Attraverso l'analisi di un contesto specifico – lo spazio sociale raccolto intorno al dominium tarcentino dei signori di Castello – il volume ripercorre alcuni fondamentali passaggi del basso medioevo friulano, scandendo i tempi e i percorsi di una vicenda in cui i temi classici della storia delle campagne la fisionomia dell'ambiente agrario, il profilo della condizione contadina, le forme del credito rurale, le dinamiche di affermazione sociale si intrecciano continuamente con la sfera del potere. La scena è soprattutto occupata dai rapporti fra le diverse componenti sociali: il dominus loci, il notabilato locale, il sostrato artigiano, la realtà dei massari, ma nello specchio della società castellana si rifrangono tensioni e movimenti che chiamano in causa la perentoria comparsa del centralismo udinese, il portato distruttivo degli scontri militari, la dissoluzione dello stato patriarchino, le conseguenze della conquista veneziana.
Storia di Colle di Val d'Elsa nel Medioevo. Volume 1
Paolo Cammarosano
Libro: Copertina morbida
editore: CERM
anno edizione: 2018
pagine: 181
Il primo volume della storia di Colle di Val d'Elsa nel Medioevo ne rintraccia la formazione all'interno dell'articolata costellazione di castelli e villaggi, chiese pievane e monasteri che dal secolo X al XII fecero della Val d'Elsa una delle zone più insediate e più strategiche della Toscana, nella fascia confinaria tra i vescovati e le circoscrizioni pubbliche di Volterra, Fiesole-Firenze e Siena. Nella seconda metà del secolo XII Colle emerse come uno dei centri maggiori in quest'area, anche grazie alla sua posizione di raccordo fra due percorsi della via Francigena, e i suoi residenti espressero un organismo collettivo, un Comune, in parte in antagonismo con antichi signori, i conti Aldobrandeschi e l'abbazia di Spugna, e poi in equilibrio sempre più difficile fra l'impero e i grandi Comuni di Siena e di Firenze. Inquadrata nelle vicende generali delle relazioni fra poteri ecclesiastici e laici, del conflitto per le investiture, dell'evoluzione dei rapporti signorili nelle campagne e delle formazioni comunali, delle tensioni e delle solidarietà tra milites e residenti non nobili, tra enti religiosi e organismi politici laici, questa prima narrazione storica si arresta al 1224, quando dopo un tumultuoso episodio ereticale la cittadina conobbe un momento di pacificazione al suo interno e nel clima di una temporanea armonia tra il papato e l'autorità imperiale di Federico II.
Italia medievale epigrafica. L'alto medioevo attraverso le scritture incise (secc. IX-XI)
Marialuisa Bottazzi
Libro: Libro in brossura
editore: CERM
anno edizione: 2018
pagine: 500
Per delineare il percorso culturale di una società della comunicazione come la nostra, un recupero delle tracce dell'impiego scritto e scolpito in funzione di una memoria storica non può che risultare importante specialmente in Italia dove in alcune città tra le quali ricordiamo Milano, Brescia, Verona e Aquileia, la grande tradizione epigrafica monumentale romana si è tramandata in modo continuativo, seppure circoscritto, lungo tutto il medioevo. Anello di collegamento di quella linearità risultata evidente dal tardo impero all'età paleocristiana, secondo studi recenti, fu, nell'impiego oramai cristiano, l'epigrafia funeraria; ma è alla durevole presenza nelle diverse città di una cattedra episcopale e nel territorio loro circostante delle grandi abbazie, come quelle di Fruttuaria e di Pomposa, che dobbiamo invece il persistente, seppur attenuato, impiego epigrafico altomedievale lungo i secoli IX, X e XI, generalmente definiti dalla storiografia specialistica "di vuoto epigrafico". Certamente l'epigrafia di quel periodo fu quasi interamente appannaggio delle committenze ecclesiastiche o monastiche, anche se non mancarono figure laiche eminenti, sia maschili sia femminili. Attorno, dunque, a quelle figure-chiave che furono i vescovi e i grandi abati, come a poche altre personalità non sempre celebri del laicato vissute nei periodi post-carolingio, ottoniano e della riforma ecclesiastica del secolo XI, e per le quali furono prodotte scritture monumentali di tipologie diverse, ancora in situ o perdute, ma trasmesse per tradizione indiretta, si è dispiegata una raccolta delle epigrafi più emblematiche divenuta poi la fonte primaria per un'analisi storica e sociale sull'uso della scrittura epigrafica durante tutto l'alto medioevo correlata ai diversi eventi coevi e supportata, in appendice, da una larga raccolta fotografica delle epigrafi impiegate a corredo.
Scultura e pittura del medioevo a Treviso. Volume Vol. 1
Guido Tigler
Libro: Libro in brossura
editore: CERM
anno edizione: 2018
pagine: 353
Il volume sulle arti figurative del Medioevo a Treviso esamina la negletta scultura architettonica, formata prevalentemente da frammenti erratici di arredi liturgici, ponendosi come limiti cronologici i tempi del vescovo Felice, che nel 569 risparmiò alla città sul Sile la distruzione da parte dei Longobardi, e la conclusione del cantiere romanico del Duomo, attestata dall'iscrizione con la data 1141 del mosaico pavimentale in gran parte perduto. Malgrado le tracce artistiche di questi secoli bui siano innegabilmente scarse, di ardua lettura e forse, di per sé, di non eccezionale importanza, una loro attenta analisi può dare indizi significativi agli storici, se condotta - come qui si è tentato di fare - contestualmente a un riesame di tutte le testimonianze documentarie, dalle fonti scritte alle leggende agiografiche sui martiri e alle incerte notizie sulle loro reliquie, dai controversi dati archeologici alle parlanti emergenze architettonico-urbanistiche. Pur non essendo mai stata un vero centro di produzione di sculture, Treviso costituisce un punto di osservazione privilegiato per lo studio dell'irradiamento dalle sponde adriatiche all'Italia del Nord-Est delle opere e degli influssi prima di Costantinopoli e Ravenna, poi di Venezia, ma anche per la difficile ricostruzione del ruolo avuto da Parenzo durante lo scisma tricapitolino, di Grado nell'età esarcale, di Cividale del Friuli e Cittanova Eracleia nell'VIII secolo. Includendo nel campo d'indagine città morte come Altino, Torcello, Oderzo e Concordia, ma anche Ceneda, fiorente in età longobarda, il libro offre una panoramica ad ampio raggio, in cui spicca la precoce affermazione della scuola lagunare già fra la seconda metà dell'VIII e l'inizio del IX secolo (anzi, in un excursus sull'origine di Venezia si arriva a sostenere che proprio l'abbondante produzione scultorea, specie di sarcofagi e vere da pozzo, del Dogado venetico in quest'epoca aiuti a dimostrare che la zona si è intensamente popolata ed ha avuto rilevanza economica solo da allora). Analogamente per l'XI secolo la ricostruzione del Duomo di Treviso del vescovo Rotario getta luce sui cantieri delle cattedrali di Aquileia e Torcello e dell'abbaziale di Pomposa, così come il cantiere del Duomo del 1141 è connesso con quelli "contariniani" della stessa Pomposa, di Padova e Murano.
I monaci bianchi in Galizia. Le reti cistercensi (1142-1250)
Francesco Renzi
Libro: Libro in brossura
editore: CERM
anno edizione: 2018
pagine: 320
È esistito un modello cistercense? La domanda posta dall'autore nelle conclusioni può essere considerata come il vero e proprio filo conduttore di questo libro incentrato sullo studio della presenza cistercense in Galizia a cavallo tra XII e XIII secolo. Attraverso l'analisi dettagliata delle fonti edite e inedite di otto monasteri cistercensi galiziani e avvalendosi della storiografia internazionale più recente, l'autore esplora l'esperienza dei monaci bianchi nel nord-ovest della penisola iberica, un'area che spesso appare periferica agli occhi dell'osservatore contemporaneo ma che in realtà fu al centro dei cambiamenti politici che interessarono la penisola iberica settentrionale nei secoli centrali del Medioevo e fu caratterizzata dall'altissima concorrenza tra i poteri: dai re di León-Castiglia e di León a quelli del Portogallo, dagli arcivescovi di Compostela a quelli di Braga, dalle grandi e piccole famiglie aristocratiche alle città. Dallo studio delle relazioni dei cistercensi con questi "attori" del territorio, emerge un quadro frammentato, variegato e per certi aspetti inedito rispetto alla visione "unitaria" dell'Ordine cistercense avanzata in molti casi dalla storiografia e dagli stessi monaci bianchi nei loro testi normativi e letterari a partire dal XII secolo.
La Tuscia pontificia nel Medioevo. Ricerche di storia
Alfio Cortonesi, Angela Lanconelli
Libro: Libro in brossura
editore: CERM
anno edizione: 2018
pagine: 435
I saggi raccolti dagli autori in questo volume interessano la storia medievale della Tuscia pontificia, espressione con cui si ha riferimento in questa sede ai territori dell'alto Lazio sottoposti alla dominazione temporale dei papi ed organizzati, con altri, a partire dal Duecento, nella provincia pontificia del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia. Il libro è articolato in due distinte sezioni. Nella prima, dedicata a "Politica, amministrazione e territorio", si affronta la questione dei rapporti fra autorità papale e forme di governo locale fra Due e Quattrocento, con speciale attenzione per la genesi della città di Viterbo, le sue istituzioni comunali, l'assetto finanziario delle comunità. La seconda sezione verte su "Agricoltura, paesaggi e lavoro" e ospita una serie di saggi dedicati ai settori di maggiore evidenza dell'economia agro-pastorale della Tuscia (cerealicoltura, viticoltura, allevamento), alle risorse del territorio e all'organizzazione del lavoro. Soprattutto i contributi riuniti in questa seconda parte sono frutto della nuova temperie storiografica che, a muovere dagli anni '70 del secolo scorso, intervenne a caratterizzare per larga parte gli studi medievistici nel nostro Paese, introducendo nel campo d'osservazione dello storico settori di indagine in precedenza poco frequentati.
Notai, cancellieri e ceto politico nell’Italia nord-orientale fra Due e Quattrocento
Michele Zacchigna
Libro: Libro in brossura
editore: CERM
anno edizione: 2018
pagine: 191
Il volume raccoglie integralmente il libro che quindici anni or sono Michele Zacchigna, dedicò a un notaio udinese del primo Quattrocento. La particolarità di questa figura di estrazione artigiana, cioè popolare, consiste nel fatto di avere accompagnato la propria attività professionale di notaio con una scrittura di carattere autobiografico e familiare, intersecata con ricordi e giudizi intorno alle drammatiche vicende udinesi nella fase di passaggio dalla sovranità dei patriarchi aquileiesi al dominio della Repubblica di Venezia. Michele Zacchigna estese la vicenda del notaio Quirino a quella del figlio e del nipote, quest'ultimo ingloriosamente condannato come falsario. Anche attraverso questo non lieto fine Zacchigna ricostruiva elementi importanti della tecnica notarile, raccordandoli a tutta una serie di situazioni professionali e sociali del Friuli tardomedievale. Accanto allo studio sul notaio Quirino, ai suoi successori e al suo ambiente sono riproposti qui altri due lavori, più brevi, di ambito triestino. I protagonisti sono i cancellieri del Comune: élite politica, culturale e sociale della quale Zacchigna ricostruisce la formazione e l'evoluzione su un lungo arco di tempo. I tre lavori costituiscono nel loro insieme tutta una pagina di storia culturale e sociale del tardo medioevo. Presentazione di Paolo Cammarosano.
Le raffigurazioni della sirena. Simbolismo e naturalismo nell'arte romanica italiana, secoli XI-XIII
Tiziana Polo
Libro: Copertina morbida
editore: CERM
anno edizione: 2018
pagine: 189
L'immagine della sirena, simbolo di tentazione peccaminosa e al tempo stesso emblema fantastico della femminilità, è tra le più frequenti nell'arte dell'età romanica, in particolare nella scultura. Il libro espone in maniera esaustiva le testimonianze italiane e offre così uno screening largo e prezioso delle presenze dell'arte romanica del nostro paese.
Lombardi in Friuli. Per la storia delle migrazioni interne nell'Italia del Trecento
Miriam Davide
Libro: Libro in brossura
editore: CERM
anno edizione: 2018
pagine: 471
Nel dicembre del 1273 un milanese, Raimondo della Torre, divenne patriarca di Aquileia. Era esponente di una delle maggiori dinastie aristocratiche di Milano, in lotta per il potere signorile contro la parte politica dominata dalla dinastia dei Visconti. Dopo una serie di sconfitte, i Torriani emigrarono nel Veneto, in Istria ma soprattutto in Friuli, dove sarebbero saliti a più riprese sul soglio patriarchino. Inizialmente speranzosi di un rientro a Milano, accettarono poi sempre più decisamente il loro allontanamento e l'inserimento nella nuova patria. L'ampio clan familiare dei Torriani e il vasto seguito di persone che li avevano seguiti da Milano, da Cremona, da Brescia e da altre città lombarde ebbero uffici nei diversi livelli dell'amministrazione patriarchina e delle città friulane; alcuni furono presenti nel clero, altri sposarono donne friulane, molti, uomini e donne, si impegnarono in attività creditizie, e attorno a tutti si consolidò una presenza lombarda estesa anche alla milizia armata, alle attività manifatturiere, alla gestione dei beni fondiari. Una larga rassegna di fonti in gran parte inedite ha consentito una analisi della presenza lombarda che, proprio per la sua capillarità e la sua non specializzazione, risulta anche in una visione complessiva delle dinamiche politiche, economiche, familiari e sociali del Friuli trecentesco.
Storia di Colle di Val d'Elsa nel Medioevo. Volume Vol. 3/2
Paolo Cammarosano
Libro: Libro in brossura
editore: CERM
anno edizione: 2015
pagine: 549
Il terzo volume della storia di Colle di Val d'Elsa nel medioevo prosegue con questa Seconda Parte, imperniata sul governo signorile esercitato dall'arciprete Albizzo Tancredi dal 1322, anno in cui egli divenne Capitano del Popolo, al 1331, anno nel quale venne rovesciato e assassinato. Il libro offre così un contributo al problema storico delle esperienze "tiranniche" nei Comuni italiani, che oggi suscita grande interesse e dibattito.

