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66thand2nd: Vite inattese

Pantani era un dio

Pantani era un dio

Marco Pastonesi

Libro: Libro in brossura

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2014

pagine: 245

In quasi dieci anni di professionismo Marco Pantani ha vinto poco più di una trentina di corse, un bottino modesto se paragonato a quelli di Coppi o Merckx, Moser o Cipollini. Eppure il Pirata ha conquistato la storia e il popolo del ciclismo come da tempo nessuno riusciva a fare. Perché era uno scalatore che veniva dal mare. Perché è decollato sul Mortirolo e sul Galibier ma è precipitato nella cocaina e nella depressione. Perché inseguiva l'amore ma finiva a puttane. Perché era un uomo solo. Nel decennale della scomparsa, Marco Pastonesi ricostruisce la carriera di Pantani raccogliendo le testimonianze inedite di chi lo ha frequentato da vicino: i suoi gregari, i dirigenti sportivi, gli amici delle piadinerie. Una polifonia di voci inattese che restituiscono la Romagna da cui non si è mai separato, le montagne che lo hanno consacrato a mito, gli scalatori del passato di cui è stato erede, e le debolezze dell'uomo: il doping, qui raccontato da una prospettiva che scardina i luoghi comuni sul fenomeno, e la droga. "Se Pantani era un solista, e un solitario," scrive l'autore nell'introduzione "questo libro è il coro delle tragedie greche, è la banda che accompagna un feretro nei funerali di New Orleans, è cento cantastorie che raccontano le gesta di un guerriero, di un bandito, di un pirata, ed è anche una cartina geografica. Qui non c'è giudizio, non c'è sentenza, non c'è verdetto, non c'è ordine di arrivo né classifica generale. Ognuno ha la sua versione".
16,00

Terribile splendore. La più bella partita di tennis di tutti i tempi

Terribile splendore. La più bella partita di tennis di tutti i tempi

Marshall J. Fisher

Libro: Libro in brossura

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2013

pagine: 376

20 luglio 1937, centrale di Wimbledon, finale interzone di Coppa Davis. Davanti a quattordicimila spettatori, il barone von Cramm affronta Donald Budge in una partita che segnerà la storia di questo sport. La Seconda guerra mondiale è ormai alle porte, l'arroganza nazista miete le prime vittime e molti percepiscono che quello che sta per giocarsi non è solo un incontro di tennis: è Stati Uniti contro Germania, libertà contro regime, il bene contro il male. Budge, giovane e arrembante, "guance rosa confetto", gioca per il suo paese e per la gloria sportiva, von Cramm - il "sofisticato aristocratico", l'elegantissimo atleta-eroe, il modello per la gioventù tedesca - intimidito dalla Gestapo e da una telefonata di Hitler pochi minuti prima dell'inizio del match gioca per sé stesso, per la sua vita. "Era Hitler, voleva augurarmi buona fortuna" dirà a Budge e al cerimoniere. A guardarli c'è Bill Tilden, il più famoso e chiacchierato tennista del tempo, l'americano amico dei divi, l'"intellettuale" che più o meno segretamente allena la squadra tedesca. Von Cramm appare teso, il volto è meno luminoso del solito. Eppure il suo inizio è fulminante. Dopo poco più di un'ora conduce per due set a zero. La rimonta di Budge però non si fa attendere, fino all'estenuante quinto set. Raccontare lo sport è raccontare gli uomini, ed eventi come questa partita perdurano, dando l'impressione che la storia è sempre lì in attesa di manifestarsi in tutto il suo terribile splendore.
18,00

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