5 Continents Editions: Oggetti rari e preziosi al MANN
Satiro ebbro
Valeria Sampaolo
Libro: Copertina rigida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2018
pagine: 80
Il Satiro ebbro è uno dei gioielli delle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La singolarità di questa scultura in bronzo, scoperta nella Villa dei Papiri di Ercolano, è nel non essere un unicum, come altre opere che decoravano quella ricca abitazione, ma la replica di un tipo ben noto sin dal II secolo a.C., realizzato più volte per decorazioni di giardini e peristili. In questa opera, un satiro di età matura è steso su di una roccia coperta da una pelle leonina e si appoggia all'otre dal quale ha abbondantemente attinto la bevanda di Dioniso fino ad esserne soggiogato come mostra il volto contratto nel riso inebetito e provocatorio proprio degli ubriachi.
Sette sapienti
Valeria Sampaolo
Libro: Copertina rigida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2018
pagine: 80
Sette sapienti ci fa scoprire nel dettaglio un mosaico, appartenente alle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dallo stato di conservazione eccezionalmente buono. Scoperto il 14 luglio 1897 a Pompei durante gli scavi della villa individuata 130 metri a nord di Porta Vesuvio, nella proprietà Masucci d'Aquino, è stato naturalmente oggetto di numerose interpretazioni. Opulente ghirlande di foglie di alloro, di vite, di quercia, di corbezzolo, di melo, con i frutti dell'autunno, avvolte da nastri bianchi o rossi bordati di grigio e intervallate da maschere del teatro, incorniciano un quadro con la scena di un consesso di sette saggi in un'area sacra. Agli angoli tre giovani satiri e un anziano sileno, al centro dei lati due maschere dello schiavo dalla bocca aperta si alternano a quelle del giovane dalle sopracciglia sottili e dall'aspetto di intellettuale e della pseudokore dalla carnagione pallida e dai capelli ripartiti in due bande e raccolti dietro la nuca. Il rigore della discettazione filosofica e della riflessione scientifica sono qui accomunati ai simboli del mondo di Dioniso con il loro sottinteso di vitale esuberanza espressa attraverso la tragedia e, con pari intensità, attraverso la commedia e il dramma satiresco.
Zefiro e clori
Valeria Sampaolo
Libro: Copertina rigida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2018
pagine: 80
Zefiro e Clori è dedicato a un bellissimo affresco proveniente da Pompei e ora nelle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il grande affresco, che misura 198 cm in altezza e 258 in lunghezza, fu realizzato in età neroniana, cioè negli anni 50-60 del I secolo dopo Cristo e rinvenuto nella Casa del Naviglio, scoperta a Pompei già agli inizi del 1826, ma liberata completamente dalle terre di seppellimento solo alla fine dello stesso anno. Già gli scavatori dell'epoca che si ritrovarono davanti agli occhi l'affresco di Zefiro e Clori capirono di trovarsi di fronte a una delle più belle pitture di Pompei. Agli abitanti della casa in cui era stato realizzato questo grande dipinto probabilmente erano familiari le storie raccontate da Ovidio, non solo quelle di dei e di mortali che si trasformavano per amare o per sfuggire a una passione non condivisa, ma anche le storie che spiegavano l'origine delle feste del calendario romano, da ricordare in ciascun mese, e tra quelle del mese di maggio c'era la storia di Zefiro e Clori. Il dipinto pompeiano, per il soggetto rappresentato, fino a ora non ha confronti, anche se le singole figure o i gruppi derivano da modelli ampiamente sfruttati che si possono osservare in altre case di Pompei. Valeria Sampaolo ci guida passo a passo nella lettura dell'affresco, grazie alle splendide e inedite fotografie di Luigi Spina. Scopriamo con loro le figure, i simboli e i rimandi mitologici di quest'opera meravigliosa.
Amazzonomachia
Valeria Sampaolo, Luigi Spina
Libro: Libro rilegato
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2017
pagine: 80
La collana “Oggetti rari e preziosi” del Museo Archeologico di Napoli si arricchisce di un nuovo capolavoro. Il cratere a volute (inv. 81672) con la scena di combattimento tra Greci e Amazzoni, scoperto a Ruvo da un canonico e un farmacista, collezionisti di antichità, giunse al Museo di Napoli nel 1838, e attualmente, come la maggior parte della collezione vascolare, è nei depositi, in attesa del prossimo riallestimento della sezione Magno Greca. Si distingue, tra i tanti vasi decorati a figure rosse, per le grandi dimensioni dei personaggi che combattendo in concitati duelli si dispongono sull’intera superficie in una sequenza che sembra derivare dai fregi o dai frontoni in pietra dei templi. Autore della decorazione è il Pittore dei Niobidi, una delle figure più rappresentative della ceramografia attica del secondo quarto del V secolo a.C., che certamente si ispirava alla grande pittura di Mikon o di Polignoto, per noi del tutto perduta e della quale possiamo avere un’idea proprio attraverso le sue opere nelle quali anche la posa e le espressioni dei personaggi contribuiscono a dare drammatica vitalità alle scene. La varietà dei particolari dell’abbigliamento e delle armature delle Amazzoni e dei Greci, dei loro volti e dei loro corpi, viene messa in primo piano dagli scatti di Luigi Spina attraverso i quali si notano dettagli che sfuggono alla visione diretta dell’opera.
Centauri
Luigi Spina, Valeria Sampaolo
Libro: Copertina rigida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2017
pagine: 80
La collana "Oggetti rari e preziosi" del Museo Archeologico di Napoli prosegue con altri capolavori, casualmente accomunati dall'anno di ritrovamento, il 1835, e dall'essere, per ragioni diverse, non esposti. La coppia di schiphi d'argento (inv. 25376, 25377) fu scoperta a Pompei, assieme ad altri dodici oggetti dello stesso metallo, nella casa VI 7,23 che sarebbe stata chiamata "dell'argenteria" e sono gli esemplari meglio conservati tra i recipienti lavorati nella stessa tecnica a sbalzo custoditi nel Museo. Le scenette con Centauri, Centauresse e Amorini, in un ambiente dionisiaco evocato dai platani e dalla stessa statua del Dio, hanno un carattere puramente decorativo; ogni minimo particolare è eseguito con una cura assoluta che l'ingrandimento fotografico fa apprezzare più di quanto non sia possibile ad una visione diretta. Per la loro fragilità - la lamina d'argento è sensibile anche alle variazioni di temperatura tra il giorno e la notte - sono custoditi in ambiente climatizzato per cui questo volume è un modo di mostrarli al pubblico, fino a quando non ci saranno espositori idonei ad assicurarne le migliori condizioni di conservazione.
Memorie del vaso blu
Luigi Spina, Valeria Sampaolo
Libro: Copertina rigida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2016
pagine: 80
Il Vaso blu è un "piccolo" capolavoro conservato tra i tanti tesori del Museo Nazionale Archeologico di Napoli. Scoperto nel 1837 a Pompei in una nicchia della piccola tomba a camera prospiciente la Villa delle Colonne a mosaico, ha solo due colori: il cupo cobalto di fondo sul quale l'incisione dello strato vetroso bianco sovrapposto - realizzata proprio come se si fosse trattato di scalfire gli strati di agata o di conchiglia per ottenere un cammeo - disegna fitti tralci di vite sotto i quali dei bambini vendemmiano grappoli. Le azioni e i gesti dei protagonisti sono quelli consueti di una vendemmia, l'importante momento della vita dei campi raffigurato più volte nel corso dei secoli dagli antichi artigiani sulla ceramica, in affreschi, in mosaici o nel marmo. Ma se nella maggior parte delle rappresentazioni di vendemmia è presente il senso della fatica, qui c'è invece un'atmosfera giocosa, i piccoli personaggi sembrano divertirsi nel suonare i vari strumenti e sembrano muoversi con leggeri passi di danza. Oltre ad essi e, ovviamente, ai tralci di vite, ecco maschere su foglie d'acanto, rami di quercia, ghirlande d'edera, uccelli, spighe di grano, capsule di papaveri, mele cotogne, rami di alloro, melograni e tanti altri frutti dell'estate e dell'autunno, contrapposti e mescolati nell'evocazione di una natura feconda e generosa. La scelta delle essenze vegetali non è casuale: ognuna di esse è carica di significati religiosi e simbolici.