UTET: Biblioteca Utet
Streghe. Storie di donne indomabili dai roghi medievali a oggi
Mona Chollet
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 256
Nel 1487 si diffonde in Europa il Malleus Maleficarum, scritto da due frati domenicani, Jakob Sprenger e Henricus Institoris. Legittimato da una bolla di papa Innocenzo vii, il volume spiega come identificare e perseguitare le ""malefiche"" creature che «uccidono il bambino nel ventre della madre, così come i feti delle mandrie e dei greggi, tolgono la fertilità ai campi, mandano a male l'uva delle vigne e la frutta degli alberi; stregano uomini, donne, animali; fanno soffrire, soffocare e morire vigne e piantagioni; inoltre perseguitano e torturano uomini e donne attraverso spaventose e terribili sofferenze e dolorose malattie interne ed esterne; e impediscono a quegli uomini di procreare, e alle donne di concepire». In mancanza di queste flagranti colpe, per essere dichiarate streghe basta il sospetto: alcune vengono bruciate sul rogo per i loro costumi ritenuti troppo liberi, per aver rifiutato un corteggiamento o per essersi opposte a delle molestie, per la loro sapienza nelle scienze mediche o per condurre una vita appartata... Per tutto il Rinascimento, migliaia di donne vengono perseguitate, torturate e uccise. Attraverso un'analisi precisa e originale, Mona Chollet rintraccia in questa oscura tragedia l'origine della condizione femminile attuale. Perché l'accusa di stregoneria, di essere le lussuriose amanti del diavolo, divenne presto un'arma di sottomissione. È da quel momento che la donna ha lentamente cominciato a chiudersi in un ristretto spazio domestico, a rinunciare alle proprie ambizioni, a sopprimere i propri desideri, ma non solo. È qui che nascono molti dei nostri pregiudizi: verso le donne anziane, simili all'iconografia tipica del sabba, verso le zitelle, le libertine, le ribelli... A distanza di secoli, le streghe sembrano essere nuovamente dappertutto: che vendano grimori su Etsy o si travestano su Instagram, che si uniscano per lanciare incantesimi contro Donald Trump o marcino in piazza al grido di: «Siamo le figlie di quelle che non siete riusciti a uccidere». In tempi di manifestazioni femministe e rivendicazioni salariali, di femminicidi e #MeToo, le streghe sono definitivamente uscite dai libri di storia, perché oggi, come ci ricorda Mona Chollet, «incarnano la donna libera da ogni limitazione, sono un ideale verso cui tendere. Le streghe ci indicano il cammino».
Cosa serve ai nostri ragazzi. I nuovi adolescenti spiegati ai genitori, agli insegnanti, agli adulti
Matteo Lancini
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 128
Narcisisti schivi e rinchiusi in se stessi, spiriti fragili e spavaldi, apatici e indisciplinati, ragazzi iperconnessi eppure soli. Sono molti i paradossi che sembrano contraddistinguere questa nuova generazione di adolescenti, di fronte ai quali gli adulti si trovano spesso impreparati. Capita così che genitori e insegnanti nascondano le proprie carenze di educatori dietro inutili gesti autoritari o inveiscano contro il potere ormai fuori controllo di tecnologie mobili ed ecosistemi digitali, di cui, nella maggior parte dei casi, sono loro stessi assidui frequentatori. Gli adolescenti della generazione z, usciti da un’infanzia ovattata e ricca di privilegi, non utilizzano più il conflitto e la trasgressione per affermare se stessi. Sono, invece, ostaggio di ideali presto disillusi e aspettative smisurate e scontano la mancanza di figure autorevoli capaci di guidarli nel loro percorso evolutivo. Il cyberbullismo, il ritiro sociale, l’autolesionismo, la bulimia e l’anoressia sono solo alcuni dei modi in cui si manifesta una sofferenza nascosta e trascurata. Psicoterapeuta con anni di esperienza clinica, Matteo Lancini ci spiega con semplicità come e perché gli adolescenti di oggi sono così diversi da quelli di ieri, confutando miti affettivi e stereotipi infantilizzanti, e ci invita ad aprirci all’ascolto per capire cosa serve davvero ai nostri ragazzi.
Around the clock. Una breve storia della popular music
Franco Fabbri
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 256
Nella storia della musica, tra Otto e Novecento si registra una frattura destinata a rivoluzionare l’intero panorama: fino a quel momento si contrapponevano musica colta e musica popolare, ma il sorgere di una società industrializzata e urbana ha permesso la nascita e il rapido sviluppo di un insieme di generi “nuovi”, né colti né popolari in senso stretto. Quell’aggregato di generi, variegati e in continua evoluzione, in seguito raccolti sotto l’etichetta di “popular music”. Come spiega Franco Fabbri in Around the Clock, però, l’etichetta è solo in apparenza di comodo: se nella seconda metà del Novecento la popular music di maggior diffusione è stata certo quella di origine afroamericana e angloamericana, esaminando più da vicino lo stesso rock’n’roll, il funky, il rhythm & blues e gli altri generi che hanno dominato il mercato discografico, scopriamo un intreccio sorprendente di influenze, materiali comuni, coincidenze nei contesti socioculturali, tecnologici, industriali. Per capire la popular music di oggi occorre quindi fare un passo indietro, ripercorrendo tutti i generi che si sono avvicendati e differenziati dall’Ottocento in poi: dal fado e dal cabaret francese alla canzone napoletana, dal flamenco al rebetico, dalla canzone americana di Tin Pan Alley agli chansonniers, dal rock’n’roll alla bossa nova, dai cantautori al rock psichedelico, dal reggae al rap, dalla world music alla techno. Nelle pagine del libro la storia della musica incontra spesso la storia tout court, la sociologia e la massmediologia. Per raccontare la popular music è infatti inevitabile misurare il ruolo che ha avuto di volta in volta nelle vicissitudini storiche e sociali di questi secoli, così come è necessario seguire gli sviluppi delle tecnologie e dei media, i vari supporti e i canali diversi attraverso cui la musica si è diffusa e commercializzata. Una “breve storia” che rende conto del contributo di popoli, storie e culture diverse alla popular music che abbiamo ascoltato e ascoltiamo, in attesa di quella che ascolteremo.
Churchill. La biografia
Andrew Roberts
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 1408
Si racconta che nel 1889 un giovane Winston Churchill, corrispondente del “Daily Mail” durante la seconda guerra boera, abbia incoraggiato un uomo appena ferito di striscio al grido di «Nervi saldi, ragazzo! Nessuno viene colpito due volte lo stesso giorno». È solo uno degli infiniti aneddoti sul suo conto, ma mette in luce lo strano mix di ironia e cinismo, decisione e combattività che lo portò a essere uno degli uomini più importanti del Novecento. Sono talmente celebri le sue battute, la sua risolutezza, il suo acume, da far venire il dubbio che in qualche modo Churchill abbia sfruttato le sue doti narrative per costruire in vita un monumento a se stesso: è pur sempre l’unico statista ad aver vinto un premio Nobel per la letteratura. Ma è stato davvero l’uomo del destino, che l’Occidente liberale ha contrapposto ai più bui totalitarismi? Andrew Roberts ha attinto a una sterminata documentazione (fra cui i diari inediti di re Giorgio vi) per scrivere la sua biografia definitiva. Ne rievoca l’infanzia aristocratica e l’apprendistato militare in India, lo segue attraverso i primi incarichi politici e durante la prima guerra mondiale. Qui Churchill impara a risollevarsi dalle sconfitte, facendo tesoro dei suoi stessi errori: come stratega militare fallisce la campagna di Gallipoli, e all’indomani del conflitto mondiale si trova progressivamente estraniato dal cuore della politica inglese. Eppure, con l’acume e la verve del polemista, è fra i primi a scorgere il pericolo dei totalitarismi. Così, quando il Regno Unito chiama, è pronto a rispondere: torna alla ribalta durante la seconda guerra mondiale, dimostrando di saper trattare alla pari con Unione Sovietica e Stati Uniti, e nell’ora più buia diviene la voce della nazione, l’uomo risoluto ma fiducioso nel futuro della democrazia attorno a cui si stringe un intero popolo e forse l’intero continente. Lontano dall’agiografia ma non immune al fascino del personaggio, Churchill, la biografia restituisce tutte le luci dell’intelligenza e le ombre del carattere (tra sospetti di alcolismo, cronica umoralità e crolli depressivi) di un uomo che non fu un predestinato, ma un fabbro del proprio, e del nostro, destino.
LSD. Da Albert Hofmann a Steve Jobs, da Timothy Leary a Robin Carhart-Harris: storia di una sostanza stupefacente
Agnese Codignola
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 272
19 aprile 1943. Albert Hofmann, chimico in forze all’azienda farmaceutica Sandoz di Basilea, inforca la bicicletta e si avvia verso casa. Sembra un giorno come un altro, se non fosse che ha appena assunto 250 microgrammi di dietilammide-25 dell’acido lisergico, un composto da lui stesso sintetizzato nella ricerca di uno stimolante della circolazione sanguigna. Ciò che accade durante il tragitto sconvolge la sua nozione del reale: visioni meravigliose e mostruose, percezioni di realtà parallele, terrori, euforie. È nato l’Lsd. Hofmann coglie subito le potenzialità della sostanza, in grado di squassare l’assetto delle sinapsi e portare a una Ego dissolution, una tabula rasa dell’io che potrebbe sciogliere traumi, depressioni, emicranie, dipendenze. Per vent’anni sperimenta e contribuisce a diffondere l’Lsd nel chiuso dei circoli scientifici ma anche fuori, nel mondo che sta lentamente uscendo dall’incubo nero della guerra e che si interessa alle possibilità di questo colorato universo lisergico: non solo Aldous Huxley e le sue Porte della percezione, ma persino Cary Grant sponsorizza l’Lsd come panacea della stressante vita moderna. Poi, forse inevitabilmente, l’Lsd si trasforma: da farmaco diventa droga simbolo della controcultura, ponte verso la trascendenza orientale, tra l’India dei Beatles e la follia psichedelica di Syd Barrett. E così nel 1971 addirittura l’Onu ne mette al bando la sperimentazione e l’uso. Ma non sarà la fine: sfruttando tutti i possibili cavilli legali, alcuni ricercatori sparsi per il globo continuano sotterraneamente a lavorarci, mentre le energie creative dell’Lsd influenzano Steve Jobs e gli altri moghul della Silicon Valley. Tra psicanalisti visionari e contesse inglesi dedite alla trapanazione del cranio, ragni drogati e neuroscienziati che parlano coi delfini, Agnese Codignola ripercorre la stupefacente storia dell’Lsd, dalle origini fino al rinascimento psichedelico di questi anni, in cui il rivoluzionario uso dei microdosaggi e le ultime scoperte sulle connessioni neurali attivate dall’Lsd hanno riaperto la strada della sperimentazione ufficiale per il “bambino difficile” di Hofmann.
La nazione napoletana. Controstorie borboniche e identità «suddista»
Gigi Di Fiore
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 352
Fino alla firma della resa all’esercito piemontese il 13 febbraio del 1861, per più di quattro generazioni la dinastia dei Borbone aveva regnato nell’Italia meridionale, Stato autonomo e indipendente che fu per sette secoli la “Nazione napoletana”. Un Paese con una propria economia, una propria industria, un proprio esercito, un proprio inno nazionale; un Paese con valori riconoscibili, condivisi dai suoi abitanti. Per molti di loro, l’unità d’Italia rappresentò la fine del mondo che avevano conosciuto e nel quale si identificavano. In molti reagirono all’occupazione. Eppure, mentre di Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele II si sa quasi tutto, pochissimi sono i libri che raccontano le storie degli ufficiali e dei soldati che scelsero di rimanere fedeli al Regno delle Due Sicilie e si opposero ai piemontesi. Uomini che dopo la sconfitta dovettero affrontare umiliazioni, processi e prigionie. Non erano tutti aristocratici o assolutisti: in tanti erano liberali, alcuni avevano combattuto nella Prima guerra d’indipendenza nel 1848 e condividevano il sogno d un’Italia federale; ma quasi tutti furono bollati come retrogradi, reazionari, sbandati, e cancellati dalla memoria comune. Gigi Di Fiore racconta un Risorgimento “al contrario”, visto e vissuto dalla parte degli sconfitti: storie di eroismo e coraggio, come quella di Francesco Traversa, morto sotto i bombardamenti durante il lungo assedio di Gaeta; storie di fede e determinazione, come quella del magistrato Pietro Calà Ulloa, l’ultimo capo del governo borbonico; storie di ribellione, come quella dei lavoratori dello stabilimento di Pietrarsa, che dettero vita alla prima rivolta operaia dell’Italia unita. E ritorna sui nodi non sciolti di quello che è stato il Risorgimento al Sud, alla scoperta di che cosa significa oggi richiamarsi a un’identità “suddista”, termine che l’autore libera da ogni connotazione negativa, rivalutando le radici culturali e storiche del Meridione. Per comprendere, una volta per tutte, che cosa è andato perduto con la nascita del Regno d’Italia.
Nome in codice: Renata. Storia di Paola Del Din, combattente della Resistenza e agente segreto
Alessandro Carlini
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 240
Fino all’8 settembre del 1943, Paola Del Din era solo una studentessa di Lettere. Cresciuta in una famiglia di militari, amava leggere e tirare di scherma. Sarebbe diventata insegnante, un giorno. Ma dopo l’armistizio, la Storia pretende una scelta di campo: o con il re, o con Mussolini. Il padre Prospero è già lontano, prigioniero di guerra, allora sta al figlio Renato prendere le armi con la brigata Osoppo, e resistere ai nazifascisti nelle terre insidiose del Friuli. Paola collabora, fa la staffetta, aiuta come può. Ma tutto sta di nuovo per cambiare. Nella notte tra il 24 e il 25 aprile del 1944, esattamente un anno prima della Liberazione, Renato viene ucciso durante un assalto a una caserma repubblichina. A quel punto, Paola non ha scelta: deve raccogliere l’eredità di Renato, e combattere finalmente in prima linea. Ma lo farà a suo modo. Accetta una missione ad alto rischio per la Osoppo e i servizi segreti britannici: attraversare l’Italia per consegnare un plico top secret ai comandanti alleati. In mezzo ai documenti che porta nascosti tra i vestiti, preziosissima, c’è la richiesta di una medaglia al valore per la memoria di Renato. Ed è in onore del fratello che sceglie il suo nome in codice ufficiale: Renata. La sua è una discesa agli inferi di un paese devastato, immerso nella notte cupa dell’occupazione nazifascista, rischiarata solo dai lampi crudeli dei mortai e degli spari. Alla fine Paola Del Din, combattente e patriota della brigata Osoppo-Friuli, agente pro tempore dello Special Operations Executive (soe) britannico, si guadagnerà una medaglia d’oro al valor militare della Repubblica italiana, arrivando persino a paracadutarsi, dopo un addestramento di pochissimi giorni, nel Nordest sconvolto dalla guerra. Agenti segreti dandy e questurini doppiogiochisti, preti coraggiosi, sortite audaci e feroci rappresaglie, ma anche i duri contrasti fra osovani e garibaldini che portarono all’eccidio di Porzûs: Alessandro Carlini ricostruisce per la prima volta la storia completa di Paola Del Din, alternando la viva voce della donna, oggi sulla soglia dei cento anni, e i molti documenti consultati, tra cui i file riservati del servizio segreto britannico.
Le sorelle di Mozart. Storie di interpreti dimenticate, compositrici geniali e musiciste ribelli
Beatrice Venezi
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 176
Ad alcune fu impedito di suonare, altre non poterono firmare le composizioni frutto del loro lavoro, mentre le porte dei conservatori erano aperte solo per gli uomini, la Chiesa proibì a loro di cantare, la società le relegò a un ruolo ancillare, subordinato al volere maschile... La storiografia ufficiale della musica per secoli ha escluso le donne dalle sue pagine, ignorando compositrici rivoluzionarie, musiciste innovative e giovani talentuose. Dimenticando, o tralasciando, esperienze e intuizioni destinate a cambiare il corso della musica classica. In questo libro Beatrice Venezi ci restituisce le loro storie sorprendenti e piene di significato. Scopriamo così la vita di Ildegarda, monaca geniale che usava il canto per comunicare con Dio; quella delle grandi compositrici del Barocco ritratte dai Gentileschi; quella delle donne del Sette-Ottocento, confinate in casa e definite solo in funzione degli uomini, come la sorella di Mozart, o la moglie di Schumann; fino ad arrivare alle musiciste ribelli del secolo scorso e dei nostri giorni, a Maria Callas, per esempio, a Nadia Boulanger, Martha Argerich, Björk, donne che, nonostante le difficoltà, hanno forzato i confini dello spazio che veniva loro concesso nel mondo della musica, combattendo per se stesse e per le generazioni future. Questa è una storia di talento e determinazione, di intraprendenza e tecnica: un percorso tutto al femminile che dal Medioevo arriva ai giorni nostri, mettendo in luce gli errori del passato e quelli in cui tutt’ora perseveriamo. Sedici esempi di coraggio e determinazione per tutte le donne che, ancora oggi, sono costrette ad abbandonare la loro passione, a rinunciare a un sogno, solo perché qualcuno crede che quel lavoro non sia adatto a una ragazza.
Atlante delle emozioni umane. 156 emozioni che hai provato, che non sai di aver provato, che non proverai mai
Tiffany Watt Smith
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 384
Siamo tutti in grado di riconoscere la differenza tra rabbia e paura, tra desiderio e invidia. Sappiamo distinguere l’affetto dall’amore, il rimpianto dal rimorso, l’euforia dalla felicità. Ma lo spettro delle emozioni umane è ancora più sfumato di così: esistono sensazioni che tutti noi abbiamo provato, stati d’animo molto precisi e inconfondibili, e a cui però spesso non abbiamo saputo dare un nome. Eppure in qualche angolo del mondo, in qualche lingua a noi ignota, esiste una parola che li definisce: per esempio, gli inuit chiamano iktsuarpok il miscuglio di ansia, nervosismo, eccitazione e felicità che prova chi aspetta l’arrivo di ospiti a casa, o la risposta a una mail importante; per i finlandesi, kaukokaipuu è l’inspiegabile nostalgia per un posto dove non siamo mai stati: gli spagnoli chiamano vergüenza ajena l’imbarazzo empatico di chi assiste alle figuracce altrui. Tiffany Watt Smith attraversa storia, antropologia, scienza, arte, letteratura e musica in cerca delle espressioni con cui le culture di tutto il mondo hanno imparato a definire le proprie emozioni, e nel frattempo ci rivela come siano complesse e sorprendenti anche quelle che credevamo di conoscere bene. Di parola in parola veniamo risucchiati nel caleidoscopio di questo libro divertente, colto e curioso, metà enciclopedia e metà atlante, che mentre mappa le differenze affettive tra i popoli ci ricorda che proprio nell’universalità di ciò che proviamo ci scopriamo uguali.
Il tempo dei lupi. Storia e luoghi di un animale favoloso
Riccardo Rao
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 288
I lupi stanno tornando. Negli ultimi anni la loro popolazione in tutta Europa è aumentata in modo esponenziale. In Italia è più che decuplicata superando i duemila esemplari. Sempre più spesso vengono avvistati intorno ai centri abitati, nei pascoli, al limitare del bosco. Insieme alle tracce riemergono paure antiche, mai placate del tutto. Nemico da perseguitare, incarnazione del male, pericolo per raccolti e greggi: man mano che avanzava l’urbanizzazione e le foreste lasciavano spazio ai campi, i lupi sono stati cacciati, dagli eserciti o dagli stessi contadini, spesso dietro compenso delle istituzioni pubbliche. Si conta che solo in Francia nel 1797 furono uccisi oltre cinquemila lupi. Massacri simili furono perpetrati in Germania, Inghilterra, Italia… Una strage alimentata da un timore ancestrale che dal Medioevo giunge fino al presente. Dalla donna delle Asturie capace di comandare branchi di lupi nel Seicento, al ragazzo tedesco allevato dai lupi nel Trecento, fino alla celebre storia della bambina con il cappuccetto rosso che attorno all’anno Mille viene ghermita da un lupo e condotta nel cuore della foresta, Riccardo Rao ci guida attraverso documenti storici e leggende fino ai giorni nostri, ai macabri ritrovamenti di lupi impiccati nei boschi italiani. In un percorso fra storia, letteratura, psicologia e biologia, Rao ricostruisce come la superstizione popolare, la cultura dotta degli uomini di chiesa, ma anche le grandi trasformazioni dell’ambiente abbiano creato il mito del lupo europeo. Un mito mai così attuale.
Italia selvatica. Storie di orsi, lupi, gatti selvatici, cinghiali, lontre, sciacalli dorati, linci e un castoro
Daniele Zovi
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2024
pagine: 256
Su una spiaggia del Tirreno, a pochi chilometri da Pisa, impresse nella sabbia, compaiono le tracce inequivocabili di un lupo, uscito dal folto dei boschi in cerca di cibo. A Roma famiglie di cinghiali si aggirano tra i sacchetti della spazzatura lasciati vicino ai cassonetti ricolmi. Un’orsa e i suoi cuccioli, passeggiando per i vicoli di un borgo abruzzese, mangiano dagli alberi da frutto. Dopo secoli di declino, caccia indiscriminata, distruzione dei loro habitat, oggi gli animali selvatici stanno riprendendo a popolare la penisola, superando e aggirando le barriere che dovevano tenerli lontani, i muri e i recinti con cui l’uomo ha cercato di escludere la natura dalla società. Specie che rischiavano l’estinzione, come l’orso o il lupo, hanno ritrovato posto tra i nostri boschi, le lontre sono tornate a popolare i ruscelli, lo sciacallo dorato, fino a poco fa totalmente sconosciuto, ha superato il confine sloveno e, per la prima volta dopo cinquecento anni, finalmente è stato visto un castoro in territorio italiano. Daniele Zovi, esperto forestale e raffinato narratore, attraverso la storia di otto animali disegna la cartina di un’Italia selvatica misteriosa e incantevole, che resiste alla corsa allo sviluppo e allo sfruttamento delle risorse. E guadagna terreno, ricordandoci che il mondo della natura selvaggia è anche il nostro mondo e parlando di nuovo ai nostri cuori di libertà e bellezza, emozione e rispetto.
Cinema Italia. I film che hanno fatto gli italiani
Giovanni De Luna
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2023
pagine: 336
«Nel 1914 esce Cabiria, forse il più grande kolossal della storia del cinema italiano. La trama, in teoria, dovrebbe ricostruire l’epico scontro tra Roma e Cartagine, ma l’estetica orientaleggiante e liberty dell’epoca, con tanto di Gabriele D’Annunzio alla sceneggiatura, racconta facilmente in controluce il presente di quell’Italia desiderosa di guadagnare visibilità e credibilità internazionale. Di fronte a Cabiria, spiega Giovanni De Luna, lo storico finisce per «aggirarsi tra quelle immense scenografie, fiutando non l’aria del III secolo a.C. ma quella carica di odori e di miasmi pestiferi del primo Novecento, di quella incredibile e paradossale stagione in cui stava finendo l’Ottocento e fragorosamente e maledettamente stava nascendo il terrificante XX secolo». Parte da qui il percorso affascinante di uno storico che utilizza i film come documenti del periodo in cui venivano realizzati, in un’inedita lettura del modo in cui il cinema, specchio di un presente in procinto di farsi storia, ha contribuito a “fare gli italiani”: l’immediato dopoguerra di Ladri di biciclette, i primi venti del boom di Un americano a Roma, la lotta sociale di La classe operaia va in paradiso, ma anche l’edonismo pre Mani pulite di Yuppies o Vacanze di Natale. Ma non solo, perché in molti casi proprio il cinema, arte nobile e popolare insieme, ha voluto farsi a sua volta strumento di indagine storica, che fosse propaganda di stato o contestazione intellettuale: per ogni Cabiria ci sono stati moltissimi La grande guerra, Una giornata particolare, La notte di San Lorenzo, La meglio gioventù… Mescolando alto e basso senza timore, e con qualche sortita nel cinema straniero, Giovanni De Luna ricostruisce la storia del nostro paese per come l’abbiamo vista, o meglio, voluta vedere al cinema noi italiani, che fossimo di volta in volta sceneggiatori, registi o solo semplici ma appassionati spettatori.