Società Editrice Fiorentina: Fuori collana
Versacci in quarantena. Con i ritratti del Romito della Pievina
Bozzone
Libro: Copertina morbida
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2020
pagine: 88
Al tempo di Covid: 8 marzo-25 aprile 2020. In 43 sonetti, il diario più divertente e dissacrante della quarantena.
Obiettivo B2. Guida all'esame CILS livello B2
Monica Ciuffi
Libro: Copertina morbida
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2020
pagine: 116
Guida all'esame CILS livello B2 per studenti cinesi.
Meditazioni sul Vangelo di Matteo. Capitoli 1-7
Divo Barsotti
Libro: Copertina morbida
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2018
pagine: 310
«Le meditazioni bibliche di Barsotti recano sempre l'impronta dell'impatto col Mistero di Dio e conducono sempre "in alto" - come la parola "anagogia" suggerisce - perché portano a Dio: l'esegesi di p. Barsotti è sempre un'esegesi spirituale, una parola indirizzata all'anima che cerca Dio. Nelle meditazioni sul Vangelo di Matteo di Barsotti non è possibile non avvertire dunque l'eco della sua predicazione viva e appassionata con cui cerca di trasmettere ai suoi figli spirituali non un insegnamento astratto ma in qualche modo tutto il vissuto della propria esperienza interiore. La legge del N.T. è una legge sui generis! La perfezione della legge che Gesù richiede va ben oltre le esigenze della Legge mosaica. È la legge dei figli di Dio, la legge dell'amore che rompe ogni legge, una legge intesa non come un insieme di norme che devono regolare i rapporti tra gli uomini, ma come una legge che dà all'uomo come ideale la vita stessa di Dio: ut sitis filii Patris vestri». (Dalla prefazione di Martino Massa)
I millenni per l'oggi. L'archeologia contro la guerra: Urkesh di ieri nella Siria di oggi
Giorgio Buccellati, Stefania Ermidoro, Yasmine Mahmoud
Libro: Copertina morbida
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2018
pagine: 111
Il libro, come la mostra a cui si accompagna, presenta la sorte del tutto particolare di un sito archeologico in Siria durante i recenti sette anni di guerra. L'antica città di Urkesh, oggi Tell Mozan, nella Siria nord orientale, è diventata un focolaio di attività che sviluppano, attorno al sito archeologico, una forte e inaspettata sinergia fra una varietà di comunità e gruppi sociali. In forte contrasto con la violenza distruttrice della guerra e di intenzionali e perversi movimenti iconoclastici, Urkesh è emerso come una fonte di speranza e un motivo di orgoglio per le popolazioni che vi gravitano attorno. In questa prospettiva, il progetto è anche diventato un modello di quella nuova sensibilità che l'archeologia come disciplina sta sviluppando - la sensibilità, cioè, per il valore del territorio come elemento portante in comune fra gli antichi e chi oggi vi abita.
La misura della perdita
Carlo Villa
Libro: Copertina morbida
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2017
pagine: 313
Partendo dallo sconfortante esergo posto ad apertura di questa "Misura della perdita", quattordicesima puntata d'un Giornale alla Eluard, da Carlo Villa intrapreso decenni or sono nell'illusione di farne un repertorio d'incoraggiamento per quanti, sfiduciati da ciò che incontrando ormai in libreria, ancora ambissero leggere qualcosa d'ironicamente volterriano, siano d'accredito incoraggiante i ben sette titoli editi dall'autore per la sola Einaudi d'altri tempi e gli almeno altrettanti per la Feltrinelli, Guanda, Editori Riuniti e Scheiwiller; a garanzia d'una disciplina che sconfigga ogni disattenta pigrizia linguistica, nel frattempo diffusasi fino all'atonia vaneggiante. Villa rifugge con un linguaggio tagliente dai compiacimenti futili dello scrivere, scrollandoseli di dosso come l'acqua sul cigno fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso: almeno per Claudio Magris, il suo modo di narrare procedendo "in crescendo", com'è stato per il settecentesco scrittore prussiano Theodor Hippel; mentre per Angelo Guglielmi, suo estimatore fin dal laboratorio del Gruppo 63, la sua presenza espressiva si ricarica di continuo in ebbre, inusitate associazioni mentali che assimilano ogni volta forma e sostanza linguistica in un nuragico festino lessicale imbandito con imprevedibili innesti espressionisti, cogliendone i frutti sempre dal di dentro della società analizzata con vetrini combinatori. Il libro riassume in una fittissima trama verbale la nostra contemporaneità, passandone in rassegna fatti e personaggi, come agissero in un romanzo dell'orrore, avvalendosi d'una narrazione d'altissimo potenziale poetico, ogni paragrafo carico di molteplici micce per lo scoppio urticante d'una mente, che sia disposta ad affrontarne la sensibilità madornale che penetra con autoptico bisturi nell'umano torpore da rompighiaccio implacabile. Vi si affollano ricordi primari ed affetti mai secondari con un metodo e un disciplinare di lavoro gravido di letture; mentre sono indimenticabili le allusioni provenienti dalle pellicole, generalmente d'altri tempi, utilizzate per rivivere dolenze sempre nuove, traendone forsennate insoddisfazioni d'un solenne sarcasmo: memorabile il distacco dell'autore quando affronta il suo stesso increscioso percorso medico-sanitario con lucida sensibilità corticale, mista a uno stupore per un destino non dilazionabile. C'è da augurarsi che almeno stavolta un viatico critico sia all'altezza d'una scrittura tanto vivificante, quanto prossima a scomparire del tutto per agnizione anagrafica, quanto ascrivibile a una critica nient'affatto militante su ciò che dovrebbe considerare prioritario, rispetto alla committenza commerciale. Da sottolineare, in caso contrario, che proprio com'è la vita, anche la scrittura, quando sia essenziale, diventa insopportabile.
Edmondo De Amicis a Imperia. Catalogo dell'archivio
Libro: Copertina morbida
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2017
pagine: 216
Considerata dalla ricerca archivistica contemporanea come uno strumento indispensabile per approfondire la conoscenza della personalità degli scrittori d'ogni tempo, l'analisi di una biblioteca d'autore consente agli studiosi di immergersi in un mare magnum librario costituito da testi unici o rari, esemplari annotati, dediche autografe, capace di illuminare il profilo intellettuale - gusti letterari, modalità di lavoro, relazioni intrattenute - del collezionista che le ha dato forma. La biblioteca di Edmondo De Amicis, con i suoi 2.567 titoli qui registrati e descritti al termine di un meditato lavoro di selezione compiuto all'interno della Biblioteca Civica «Leonardo Lagorio» di Imperia ove i volumi sono conservati, rientra a pieno titolo in quest'ambito proponendosi come «una tra le capitali biblioteche d'autore dell'Ottocento» (così Franco Contorbia). Sulle tracce delle schede bibliografiche disposte secondo l'ordine alfabetico degli autori si delineano innumerevoli itinerari di lettura lungo i quali scoprire via via interessi culturali, passioni politiche, infatuazioni poetiche, suggestioni odeporiche, curiosità linguistiche perfettamente sovrapponibili e complementari alle stagioni artistiche di uno scrittore che, nella sua quarantennale carriera, ha saputo cimentarsi in una grande varietà di generi letterari.
Opere d'arte della collezione della Banca Federico Del Vecchio
Rossella Campana
Libro: Copertina morbida
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2016
pagine: 160
"Un tratto distintivo della Banca Del Vecchio nelle sue sedi principali fiorentine, quella storica in via de' Banchi e il Centro direzionale in viale Gramsci, è certamente la vocazione ad accogliere: e non solo grazie all'affidabilità professionale, per quanto essa sia requisito fondamentale di una banca, ma anche con l'atmosfera di quieta e sobria eleganza creata dagli arredi in legno e cristallo dalle lustre finiture in ottone, su cui spiccano, come sigle araldiche portatrici di una forte identità, i tulipani opalescenti delle lumiere e delle appliques. A questi ambienti, così come agli uffici, la collezione di quadri, di grafica e di oggetti d'arte della banca conferisce un'impronta unica, di dimora borghese di antica e solida formazione, che ha conosciuto progressive fortune dal periodo patriottico e risorgimentale del XIX secolo fin ben addentro al XX. All'Ottocento toscano risale infatti il nucleo principale dei dipinti, nella sua composizione ampia e variegata che spazia dai Macchiaioli ai loro successori, costieri e non soltanto. Ma non mancano, quasi reliquie illustri d'un passato più remoto, effigi che rimandano alle dinastie preunitarie, dal misterioso ritratto del Cardinal Giulio de' Medici (il futuro Clemente VII) estratto in copia dal celebre quadro di Raffaello con Leone X alla Galleria degli Uffizi, ma tramutato dall'inscrizione antica in un dugentesco vescovo pisano, agli Asburgo in rutilanti uniformi settecentesche. Oltre al ritratto aristocratico ufficiale, altri 'generi' pittorici sono toccati con esempi di pregio. Tra i soggetti sacri, si segnala la scena tardocinquecentesca dedicata alla rara iconografia del Ritorno della Sacra famiglia dalla fuga in Egitto, secondo la composizione inventata da Giovanni Battista Paggi, pittore gentiluomo genovese esule a Firenze, più volte replicata e copiata: una scena d'amabile soavità, nella quale il divino e il terreno si uniscono in un'atmosfera di naturalezza familiare." (dall'introduzione)