Cela un lato irrazionale il tema dell'immortalità: è la paura della morte alle origini dei culti primitivi, nonché delle religioni classiche e dei monoteismi - ebraismo, cristianesimo, islamismo. Tuttavia è la ragione che ha tradotto quella stessa speranza d'immortalità nel rigore delle categorie filosofiche: a partire da Platone, che nella fine di Socrate elogia l'esercizio filosofico della morte, il tema dell'immortalità è stato diversamente declinato nei grandi sistemi metafisici, cercandone i segni, trovandone le prove. Il filosofo ebreo-tedesco Moses Mendelssohn nella sua opera Il Fedone, qui proposta in prima edizione italiana a cura di Francesco Tomasoni, riprende le argomentazioni platoniche nutrendole delle riflessioni filosofiche successive per renderle più efficaci, riscrivendo il Fedone in tre dialoghi fra Socrate e i suoi amici affermando l'immaterialità dell'anima. Lo spirito illuministico che risuona in queste pagine - il tentativo di elevare la figura di Socrate a universale o l'idea di Dio a concetto comune a tutte le culture e le confessioni religiose - destina loro una posterità: non a caso Kant le cita nella Critica della ragion pura. Su un tema tanto scandagliato, questi dialoghi rimangono un classico per la scommessa sulla ragione che vi traluce.
Fedone. Sull'immortalità dell'anima
| Titolo | Fedone. Sull'immortalità dell'anima |
| Autore | Moses Mendelssohn |
| Collana | Il pellicano rosso. Nuova serie |
| Editore | Morcelliana |
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| Pagine | 224 |
| Pubblicazione | 12/2021 |
| Numero edizione | 3 |
| ISBN | 9788837236038 |

