"...Stratificare, ricomporre il segno / in questa forma umana avuta in pegno": è questo l'"attacco" del percorso di Lucia Diomede in Forme di suoni. Un artigianato poetico che spesso riflette su se stesso, sui suoi attrezzi e sulla sua materia prima - i suoni, le parole, i simboli grafici che li rappresentano -, sulla loro efficacia o impotenza, sulla loro capacità di permanere o perdersi per sempre, sui rapporti di forza che essi instaurano ("la ferita di senso"). Un percorso che è anche tentativo di condivisione di senso, di riconduzione a unità dell'atto della scrittura e della lettura ("è una lettura di senso, la mia, / riscritta dal tuo leggere, cruciale / è dunque la comune inclinazione / ad officiare questa liturgia / del segno perché il senso si scateni). Ma il percorso è anche quella ricerca stessa di senso, "di quel che è sé, di quel che è da sé altro"; è insieme interrogazione e contemplazione dell'umano ("dove si forma / l'ansia di conoscere / sconvolgere domare / la sostanza stessa / che prende e che dà forma") che trova in "forma" una delle sue parole-chiavi.
Forme di suoni
| Titolo | Forme di suoni |
| Autore | Lucia Diomede |
| Collana | I fiori, 60 |
| Editore | Prospettiva Editrice |
| Formato |
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| Pagine | 75 |
| Pubblicazione | 01/2015 |
| ISBN | 9788874188765 |

