È la storia del direttore ottocentesco del Museo di Antichità dell’Università di Cagliari, Gaetano Cara, invischiato in accuse di traffici illegali di reperti archeologici, scavati con il danaro del Regno di Sardegna, e di falsificazione di circa 330 idoli sardo-fenici spartiti tra il Museo cagliaritano e la collezione privata del re Carlo Alberto. Il curatore dell’opera è riuscito a trovare una miriade di documenti (autentici) in archivi italiani sulle storie straordinarie di questo personaggio della Cagliari del XIX secolo e tali documenti costituiscono il solido apparato critico del manoscritto "Vita d’un direttore di museo scritta da lui medesimo". I 330 idoli sardo-fenici sono presentati ora nell’Antiquarium Arborense di Oristano e nel Museo archeologico di Torino nel quadro della mostra “Carlo Alberto archeologo in Sardegna” a cura della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari e del Comune di Oristano e dei Musei Reali di Torino.
Vita d’un direttore di museo scritta da lui medesimo
| Titolo | Vita d’un direttore di museo scritta da lui medesimo |
| Curatore | Raimondo Zucca |
| Collana | Antiqvarivm arborense, 1 |
| Editore | All'Insegna del Giglio |
| Formato |
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| Pagine | 284 |
| Pubblicazione | 04/2018 |
| ISBN | 9788878148451 |

