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La filosofia futura. Volume Vol. 22

La filosofia futura. Volume Vol. 22
Titolo La filosofia futura. Volume Vol. 22
Volume Vol. 22 - Vattimo, il pensiero debole e la filosofia contemporanea
Curatori , , , , , , ,
Argomento Scienze umane Filosofia
Editore Mimesis
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 80
Pubblicazione 03/2025
ISBN 9791222318851
 
10,00

 
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presso Libreria L'ippogrifo (Piazza Europa, 3)
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presso L' Ippogrifo Bookstore (C.so Nizza, 1)
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Il primo numero del 2024 di Filosofia Futura è dedicato a Gianni Vattimo, pensatore di rilievo internazionale nonché membro del Comitato Scientifico di questa Rivista dalla sua fondazione. Il Volume, che raccoglie i contributi e i ricordi di alcuni Allievi e Studiosi del suo pensiero, si rivolge alla riflessione di Vattimo con particolare riferimento a quella corrente filosofica che lui stesso aveva definito “pensiero debole”. Qui non si può non ricordare il volume antologico del 1983, intitolato Il pensiero debole, curato dallo stesso Vattimo con Pier Aldo Rovatti. Il pensiero di Vattimo ha certamente sollevato o contribuito a sollevare tematiche eterogenee, che possono essere ricondotte a macrotemi di natura teoretica, pratica ed etica. Proprio in coerenza con tale tendenza di fondo, Vattimo ha anche posto la questione del legame tra filosofia teoretica e filosofia pratica, invitando a riflettere sulla loro indisgiungibilità. Prendendo spunto dalla sua interpretazione della sentenza nietzschiana “Dio è morto”, ci si può chiedere se il pensiero debole sia riconducibile – ed eventualmente in che misura - alla tendenza di fondo della filosofia contemporanea, la quale, a partire dall’immediato pensiero post-hegeliano, ha negato l’esistenza di una verità ultima e definitiva. Vi è tuttavia un interrogativo che Vattimo ha considerato risolto ab origine, ma che Filosofia Futura – per sua vocazione teoretica – deve porre: la debolezza del pensiero che Vattimo sostiene è affermazione aperta, cioè solo possibile, della debolezza del pensiero oppure intende essere affermazione perentoria, indiscutibile, escludente in modo assoluto la non-debolezza del pensiero?
 
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