Come comprendere la povertà entrando in dialogo con le famiglie povere? Come cercare soluzioni che non siano soltanto "emergenziali"? In questo volume si parla di genitori e bambini poveri che esprimono potenziale positivo e generativo mentre ricevono aiuto. Il loro esempio dimostra che la lotta alla povertà è possibile non solo domandandosi "che cosa serve" e "a chi serve", ma "cosa aiuta" e "come". Non è un problema di quantità di risorse ma di combinazione di capacità, professionali e non professionali, per meglio finalizzare gli aiuti a disposizione. Il prestazionismo mortifica i talenti, non li valorizza e può umiliare le persone che quotidianamente lottano contro la povertà. Mentre la dignità di ogni persona, anche se povera, è valore umano fondamentale da riconoscere e valorizzare. Aver bisogno non significa essere più deboli e meno capaci: significa essere chiamati ad affrontare situazioni molto difficili, al limite della sopravvivenza, e poterne uscire. È il messaggio del titolo "Io non mi arrendo", che va inteso come un segnale di libertà e di speranza da parte di chi, pur vivendo in povertà, sa di poter offrire alla comunità qualcosa di importante.
Io non mi arrendo. Bambini e famiglie in lotta contro la povertà
| Titolo | Io non mi arrendo. Bambini e famiglie in lotta contro la povertà |
| Curatori | Fondazione E. Zancan (cur.), Fondazione L'Albero della Vita (cur.) |
| Collana | Sistemi di welfare |
| Editore | Il Mulino |
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| Pagine | 169 |
| Pubblicazione | 01/2016 |
| ISBN | 9788815260338 |

