Il volume, curato da Giuseppe Sani e Francesco Serafini ci introduce con dovizia di documenti e foto alle conseguenze che sul piano sociale ed economico si verificarono ad Abbadia San Salvatore dopo l'attentato a Palmiro Togliatti. Si tratta di un aspetto inedito finora scarsamente indagato dai tanti libri e saggi dedicati all'argomento, che le lettere e le suppliche dei minatori licenziati dalla Società Monte Amiata riportano oggi alla nostra attenzione. L'azienda mercurifera approfittò della repressione scatenata dal ministro dell'Interno Mario Scelba per attuare un pesante e discriminatorio progetto di ristrutturazione industriale. Dalle lettere dei minatori e dei loro familiari emerge, assieme ad uno spaccato sociale di acuta indigenza, anche la tenacia e la dignità di una categoria, i minatori dell'Amiata appunto, che non si vollero rassegnare all'iniquo licenziamento perché nel faticoso e rischioso lavoro in miniera vedevano in ogni caso la loro vita e "crescere il loro pane".
In miniera cresceva il pane. Lettere dei minatori licenziati dalla Società Monte Amiata dopo l'attentato a Togliatti
Titolo | In miniera cresceva il pane. Lettere dei minatori licenziati dalla Società Monte Amiata dopo l'attentato a Togliatti |
Curatori | G. Sani, F. Serafini |
Collana | Archivi riemersi, 61 |
Editore | C&P Adver Effigi |
Formato |
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Pagine | 262 |
Pubblicazione | 11/2018 |
ISBN | 9788864338996 |