A due anni di distanza dall'11 settembre 2001, gli effetti dell'attentato ancora incombono sulla vita di tanti americani, impegnati a tentare di immaginare un futuro di guarigione e ritrovata serenità. Questo sforzo, individuale e collettivo insieme, ha bisogno di un simbolo, di un faro, di qualcosa che renda tangibile ciò che solo le parole - e a volte neppure quelle - riescono a evocare. Il monumento che dovrà assolvere il compito sarà un luogo di pace, un documento storico, una nuova partenza. Viene così indetto un concorso anonimo e aperto a tutti per scegliere il progetto che meglio rappresenterà questa voglia di memoria e rinascita. Ma per quello che sembra in tutto e per tutto uno scherzo del destino, il progetto prescelto - il Giardino - risulta essere opera di un bravissimo architetto, referenziato e stimato. E musulmano. Per un attimo sembra che quel nome, Mohammad Khan, arrivato in modo cosi inatteso al tavolo della giuria, sia una sorta di déjà-vu: una nuova esplosione, un altro attacco kamikaze, quasi un nuovo attentato alla società americana. Le reazioni dell'opinione pubblica alla notizia sono prevedibilmente di shock e incredulità. L'architetto vincitore si vedrà costretto a ripensare il suo modo di essere americano e musulmano, di essere figlio e compagno, e finirà con l'abbandonare la battaglia per rivendicare quegli stessi diritti che gli hanno permesso di diventare ciò che è, un onesto e produttivo cittadino americano.
Nei confini di un giardino
| Titolo | Nei confini di un giardino |
| Autore | Amy Waldman |
| Traduttore | C. Mennella |
| Collana | Supercoralli |
| Editore | Einaudi |
| Formato |
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| Pagine | 387 |
| Pubblicazione | 09/2012 |
| ISBN | 9788806197575 |

