Il lavoro artistico di Adrian Piper obbliga gli spettatori a prendere coscienza della loro complicità con un ordine sociale iniquo, razzista e sessista. A monte di questo lavoro c'è un metodo basato sull'analisi autoriflessiva, che travalica il piano dell'estetica pura per risalire alle ragioni dell'artista in quanto essere sociale. Questo sguardo politicamente consapevole è "meta-arte". Considerate le condizioni materiali di esistenza dell'arte, fatalmente legate ai giochi speculativi di mercato e critica, Piper sollecita l'artista a interrogarsi sui limiti e i presupposti del proprio agire, per controbattere i meccanismi di controllo del sistema. «Ho coniato il temine "meta-arte" nel 1972, per descrivere il tipo di scrittura che l'artista dovrebbe compiere sul proprio lavoro, analizzandone i processi e chiarendo in un'ottica soggettiva il contesto sociopolitico e le premesse concettuali». Uscito nel 1973 come articolo su «Artforum», “Meta-arte” è la dichiarazione d'intenti di un'artista che non si riconosce come eccezione bensì come paradigma della società.
Meta-arte
| Titolo | Meta-arte |
| Autore | Adrian Piper |
| Traduttore | Paolo Martore |
| Collana | Irruzioni |
| Editore | Castelvecchi |
| Formato |
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| Pagine | 48 |
| Pubblicazione | 05/2017 |
| ISBN | 9788869447853 |

