Ombre Corte: Culture
Chi decide? Critica della ragione eccezionalista
Massimiliano Guareschi, Federico Rahola
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2011
pagine: 201
Guantanamo, il Patriot act, le extraordinary rendition, ma anche i centri di detenzione per migranti, l'abuso della decretazione d'urgenza, lo strapotere della protezione civile, per non parlare delle global wars o del conflitto israeliano-palestinese: se il presente si definisce intorno agli imperativi dell'emergenza e della sicurezza, l'eccezione sembra costituirne la chiave di lettura privilegiata. Ma davvero viviamo in uno stato di eccezione permanente e generalizzato? Parlare di eccezione chiama in causa un atto che sospende temporaneamente un dato ordinamento, identificando un soggetto sovrano che decide. Di tutto ciò è difficile trovare traccia nella crisi in cui precipita oggi ogni possibile distinzione fra interno/esterno, guerra/pace, militare/civile, pubblico/privato. Nasce da qui la necessità di una critica che, attraverso una lettura innovativa di Carl Schmitt e Walter Benjamin e l'analisi degli strappi allo stato di diritto che caratterizzano gli ultimi decenni, incrina l'apparente unanimità con cui ci si appella alla ragione eccezionalista per dar conto delle anomalie del presente. Chiedersi "chi decide?", infatti, significa intraprendere un esercizio di immaginazione geografica, un percorso tra le cartografie sovrapposte e le sovranità multiple che definiscono la governance globale, per scoprire una trama complessa di attori, norme e procedure che si rivela irriducibile a ogni racconto fondato sullo stato di eccezione.
I corpi di mezzo. Biopolitica, differenza tra i sessi e governo della specie
Angela Putino
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2011
pagine: 148
Il pensiero femminista muove dai corpi, che coniuga al plurale senza cercarne una sintesi. E su questa acquisizione che si innestano le riflessioni che Angela Putino ha dedicato al biopotere e alla biopolitica, intervenedo con una posizione originale nel dibattito che vede coinvolti i maggiori filosofi e teorici della politica italiani. Nella prospettiva dell'autrice, i corpi non sono dunque un mero e indistinto dato biologico, né quell'essere comune sul quale si fonda la politica: i corpi, infatti, "sono sessuati oltre la biologia perché toccati dal senso, in lotta con dispositivi, resistenti alle distribuzioni normalizzanti, o anche presi al laccio di determinazioni di identità e di ruolo. I corpi sono sessuati perché sentono tutti questi contatti e sono sessuati perché dicono l'esistenza nel loro aver luogo. Non c'è un oltre; non c'è un corpo globale che quale essenza li raccolga. I corpi sono eternamente sessuati". Questo il punto di rottura del femminismo: aver proposto una politica dei corpi nell'epoca in cui la vera posta in gioco del potere è la governamentalità del vivente. Se la biopolitica stabilisce che cos'è il vivente e a quali procedure normative e di cura sottoporlo, Putino ne individua - incrociando l'ultimo Foucault e il femminismo - il punto di resistenza in un "partire da sé", in un divenire "parrhesiastes" di se stessi, cioè soggetti in grado di dire la verità su di sé.
La vita che verrà. Biopolitica per Homo sapiens
Felice Cimatti
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2011
pagine: 158
La vita che verrà è quella che, finalmente, di nuovo possiamo immaginare oltre quella che stiamo vivendo. Una vita che in molti hanno provato a farci credere fosse non solo l'unica possibile ma anche la migliore. Ma oggi sappiamo che questo non è vero, che altre vite sono possibili, che così come - ad esempio non moriamo più per il virus del vaiolo (che sopravvive ibernato solo nei frigoriferi di due laboratori scientifici), possiamo anche vivere senza e oltre il capitalismo. Non è certo la prima volta che una vita diversa viene immaginata, e non sarà certamente nemmeno l'ultima. L'idea di questo libro è che per provare a immaginare la vita che verrà sia necessario partire dalla natura umana. Siamo animali fatti di immaginazione, e quindi di desiderio, quello stesso desiderio di cui il filosofo Gilles Deleuze diceva che "non ce n'è mai abbastanza". E siamo questa capacità di immaginare perché la nostra natura biologica coincide, di fatto, con la facoltà di linguaggio. Forse allora è la biolinguistica, la scienza che studia il linguaggio come fenomeno biologico, che ci serve per capire come può essere una vita umana adatta alla nostra natura.
Prospettiva Deleuze. Filosofia, arte o politica?
Antonello Giuliano
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2011
pagine: 196
Per un testo che vuole essere introduttivo non è certo facile dare conto di un pensiero che, come quello di Deleuze, ha attraversato i campi e affrontato i problemi più diversi e apparentemente lontani. L'autore sceglie di misurarsi solo con alcuni dei molti temi di una trama di ricerche e di creazione di concetti tra le più ricche e straordinarie della filosofia contemporanea. L'intento espressamente dichiarato è quello di tracciare una mappa e fornire una "prospettiva" attraverso le quali cogliere l'originalità e la complessità del percorso di pensiero di Deleuze. Ciò lo porta inevitabilmente a rinunciare a molte delle tematiche affrontate dal filosofo francese. Ma grazie a questa rinuncia viene tenuta a freno ogni semplificazione di un mondo filosofico tanto generoso e potente quanto "modesto" e implacabile. Così, queste inevitabili lacune, come l'insieme del libro, valgono da pressante invito alla lettura diretta delle opere di Deleuze, di questo straordinario filosofo che è tanto più sovversivo quanto più è, come egli stesso orgogliosamente rivendicava, un "filosofo molto classico". E lo è, un "classico", proprio perché, come nessun altro, ha scompaginato, nella nostra epoca, e con la gioia di una gaia scienza atea e minoritaria, tanto la distribuzione degli esseri e dei concetti, quanto le prospettive etiche e politiche, facendoci vedere e sentire, con i suoi concetti, la miseria della forza del potere e quella della stupidità violenta del "pensiero" maggioritario.
Senza asilo. Saggi sulla violenza politica
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2011
pagine: 317
Il volume propone alcune riflessioni sulla scena nascosta della politica, quella in cui la violenza gioca un ruolo fondamentale tanto nell'ordinamento quanto nella disgregazione dei collettivi umani. Da diverse prospettive disciplinari, il tema della violenza politica è affrontato cercando di sottrarlo ai luoghi comuni che ne accompagnano l'osservazione contemporanea, in particolare quelli che vorrebbero limitarlo alla guerra e al terrorismo. L'attenzione è dunque rivolta a quelle dimensioni della violenza collettiva di cui è sempre più difficile comprendere il carattere politico. Le ricerche partono da una duplice constatazione: da un lato, che la violenza, quando interpretata politicamente, stenta ad assumere un "valore eticamente" univoco, tale da determinarne la condanna di ogni sua espressione (l'esempio tipico è quello delle professioni di non-violenza), dall'altro, che è sempre più problematico configurare un punto di raccolta (istituzionale, organizzativo, ideale) in cui le violenze collettive siano considerate legittime (come, ad esempio, accadeva nel passato nel cono d'ombra delle "rivoluzioni"). Le ragioni di questa problematicità dipendono sostanzialmente dalle trasformazioni di cui la violenza politica è stata protagonista nella storia recente, e i saggi qui proposti cercano innanzitutto di rendere osservabili alcune di esse.
Filosofia di Berlusconi. L'essere e il nulla nell'Italia de Cavaliere
Carlo Chiurco
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2010
pagine: 206
La filosofia, diceva Hegel, è come la nottola di Minerva, che "spicca il volo sul far della sera", ossia inizia a prendere la parola sugli eventi solo quando sono compiuti e si avviano verso il declino. Lo scenario da basso impero del crepuscolo del berlusconismo è quindi il momento giusto per fare i conti con un fenomeno che è stato la cifra dominante dell'ultimo ventennio di storia italiana, ma la cui rilevanza va ben oltre il ristretto panorama delle vicende nostrane. Per comprendere ciò che all'apparenza risulta incomprensibile non bastano le analisi di tipo sociologico, semiologico o politologico, che pure in queste anni non sono mancate, ma sono necessari altri strumenti per individuare la logica, la narrativa, la fisica e la metafisica che hanno reso possibile la drammatica trasformazione della nostra quotidianità in un perverso intreccio di menzogne, barzellette, millanterie e volgarità, sullo sfondo di una sistematica, sprezzante opera di demolizione e privatizzazione delle istituzioni.
Critica del cielo, critica della terra. Saggi su marxismo, religione e teologia
Roland Boer
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2010
pagine: 207
Fredric Jameson definisce l'opera di Roland Boer "uno straordinario tour de force" alla scoperta delle riflessioni che numerosi intellettuali marxisti hanno dedicato alla religione e alla teologia. Prendendo le mosse da pensatori classici quali Walter Benjamin, Antonio Gramsci e Louis Althusser, fino ad arrivare ad alcuni autori al centro del dibattito contemporaneo - Alain Badiou, Slavoj Zizek, Giorgio Agamben e Antonio Negri -, il progetto critico di Boer mira innazitutto a sviluppare categorie utili al rinnovamento del dibattito sul rapporto tra marxismo e religione. A guidarlo in questo lavoro è la convinzione, seguendo Marx, che la religione sia quella "coscienza capovolta del mondo" che il mestiere della critica deve ribaltare, riportare con i piedi per terra, rivelandone le forme e le funzioni ideologiche ma anche i complessi legami che essa intrattiene con i bisogni e i desideri dell'animo umano. Boer non intende riproporre un'analisi dei fenomeni religiosi come mere espressioni della "miseria reale", né proporre una riedizione di temi già esplorati dalla teologia della liberazione. E neppure si deve leggere il suo lavoro come una corrente marxologica interna a quella costellazione affatto disomogenea che è la teologia politica. La sua originalità e la sua forza stanno soprattutto nella capacità di portare alla luce l'inconscio religioso di tanta parte del marxismo occidentale. Con una postfazione di Antonio Negri.
Politiche della verità. Michel Foucault e il neoliberalismo
Martina Tazzioli
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2010
pagine: 174
Si può parlare di una funzione critica del liberalismo inteso come "stile governamentale" e non (solo) come tecnologia di potere? Fino a che punto, tuttavia, è possibile mantenere quest'attitudine critica dal momento che il liberalismo contemporaneo si struttura in un "regime di veridizione"? In una prospettiva foucaultiana, la posta in gioco consiste precisamente nell'individuare "la verità nei suoi effetti di potere e il potere nei suoi effetti di verità". Intorno a questi due interrogativi si sviluppa l'indagine di Foucault in "Nascita della biopolitica", vero e proprio work in progress di un'ontologia storica del presente che dà luogo a un compito etico-politico che si esprime in un "giornalismo filosofico" da intendersi come atteggiamento critico nei confronti del proprio presente e indirizzato a far emergere la configurazione attuale dei rapporti di forza, al fine di mettere in luce sia la sua contingenza storica, sia le linee di fragilità del potere su cui è possibile agire. Foucault individua nella governamentalità neoliberale uno scarto essenziale rispetto al liberalismo classico: con il neoliberalismo è in gioco una tecnologia governamentale che ridefinisce completamente il potere di normazione, che investe non tanto l'individuo come soggetto psicologico ma la razionalità contemporanea. Prefazione di Judith Revel.
Dalla diaspora, voci in contrappunto. Hannah Arendt ed Edward W. Said nel conflitto sionista-palestinese
Eugenia Parise
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2010
pagine: 151
Attraverso le vicende biografiche, intellettuali e politiche di Hannah Arendt, un'ebrea tedesco-americana, e Edward Said, un palestinese americano, l'autrice ripercorre alcuni momenti significativi del conflitto che, fin dagli anni Venti del Novecento, ha contrapposto le aspirazioni sioniste (che porteranno nel 1948 alla nascita dello Stato di Israele in Palestina) alle reazioni del popolo palestinese alla espropriazione della propria terra. Con voci diverse, Arendt e Said hanno raccontato la storia di quel conflitto e la sua genesi, tragicamente intrecciata alle vicende europee di fine Ottocento (segnate da imperialismo, nazionalismo e antisemitismo) e della prima metà del Novecento (primo conflitto mondiale e nazismo). Alle profetiche previsioni di Arendt, che sin dagli anni Quaranta temette un esito catastrofico dell'avventura sionista, si affianca, in contrappunto, la voce di Said che, pur denunciando l'originaria ingiustizia storica subita dal popolo palestinese - che ancora attende almeno un risarcimento morale -, ritiene sia possibile arginare la catastrofe che abita in quel disgraziato lembo di terra mediorientale, purché la pace sia coniugata con la giustizia, al di là delle truffaldine formule degli accordi di Oslo che, costruite dagli israeliani e dagli americani, hanno fatto sì che il conflitto si incancrenisse e la tragedia del popolo palestinese si aggravasse. Un ammonimento per l'oggi?
Così lontano, così vicino. Tattiche mediatiche per abitare lo spazio
Tiziano Bonini
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2010
pagine: 157
"La maggior parte di chi viaggia, viaggia per tornare indietro", ha scritto Michael de Montaigne. Anche chi scappa, chi fugge deliberatamente, chi se ne va in cerca di una nuova vita, porta con sé il calore della casa che lo ha cresciuto, dei luoghi, degli oggetti, degli odori, dei suoni familiari. Ricominciare in un altro luogo richiede un lungo processo di "colonizzazione" dello spazio ospite, di addomesticamento del nuovo. Una volta abbandonato il proprio spazio domestico, però, è facile sentirsi stranieri, fuori posto, senza casa. Quando siamo in cammino, dispersi dalle guerre, dalla politica o dal desiderio di una vita migliore, come facciamo a sentirci "a casa"? Possiamo, attraverso i media, ricreare almeno un po' del calore di casa: la radiolina, il telefono, il giornale, la videocassetta, il dvd, l'ipod, l'antenna satellitare, Internet. Questo libro prova a definire il nuovo concetto di "casa" (intesa come home/heimat) prodotto dal mix di globalizzazione e nuovi media e indaga gli usi, le tattiche, le storie di coloro (migranti, turisti, rifugiati) che per qualche motivo - temporaneamente o per sempre - sono costretti a vivere lontano dal proprio paese, dalla propria famiglia, dal proprio universo culturale e fanno di tutto per tornare a casa con ogni mezzo (di comunicazione) possibile.
L'ebbrezza del potere. Vittime e persecutori
Sara Marino
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2009
pagine: 222
L'oggetto che qui si tenta di conoscere non è affatto lieto: è l'enormità della capacità umana di distruggere l'uomo, la pervasività della violenza e il rischio del suo trionfo grazie all'impiego di una tecnologia che al perfezionamento dei mezzi di distruzione di massa dedica da secoli ingenti risorse economiche e intellettuali. Uccidere ed elaborare sempre nuovi strumenti per farlo in grande stile è, e non da oggi, una delle cose che suscitano nella nostra specie il più appassionato interesse. Procedendo nello sforzo di decifrare questa sorta di mistero supremo dell'umanità l'attrazione irresistibile esercitata dai comportamenti distruttivi e autodistruttivi -, Sara Marino parte dall'autore che forse più di ogni altro ha messo a tema il rapporto del genere umano con la violenza, René Girard, per poi attraversare la critica del potere di Elias Canetti, probabilmente tra le più radicali, essendo per lui il potere interamente definito dal fare della morte il rimedio contro la morte, scaricando su altri la propria insopportabile mortalità mediante l'uccidere. E qui il discorso manifesta pienamente la propria attualità, aprendo la strada a un tentativo di decifrazione di quel potere estremo, pienamente disvelato nei suoi meccanismi intimi, che è il totalitarismo, visto proprio come macchina tecnico-politica volta a produrre null'altro che lo sterminio.
Causa sui. Saggio sul capitale e il virtuale
Margherita Pascucci
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2009
pagine: 233
Povertà come potenza perché vera sostanza: ecco la tesi rivoluzionaria sostenuta da Margherita Pascucci in questo saggio, che invita a rivedere, sulle tracce del pensiero spinoziano e marxiano, il tema della virtualità, in quanto virtù, tempo della vita e cuore del plusvalore. "Causa sui" propone quindi un percorso per pensare nuovamente la "sostanza" e contrapporla al "capitale". Ciò che interessa è la povertà come espropriazione della vita e delle sue capacità, del suo tempo. Spinoza e Marx ci hanno mostrato, anche grazie alla lettura che di essi ne hanno dato Deleuze e Negri, che esiste un modo adeguato dei rapporti che serve la vita e si pone radicalmente contro ogni suo abuso. Se la povertà oggi è il luogo più estremo che indica l'errore del denaro, del valore, l'errore del capitale, in questo saggio si esplorano le modalità della conoscenza vera e della produzione di una nuova soggettività.

