Mondadori: Strade blu
Terra chiama Luna. Un viaggio folle e sincero con un padre di nome Frank Zappa
Moon Unit Zappa
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 420
Come si può trascorrere un'infanzia ordinaria quando si è figli di uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi? È normale chiamare i propri genitori Frank e Gail invece che papà e mamma? Vederli gironzolare per casa nudi a discutere di sesso e tradimenti, in un clima di assoluta libertà e anarchia creativa? Per Moon Unit, figlia del visionario artista Frank Zappa e della sua "manager" Gail, dare un senso a una vita così stravagante, scandita dai capricci del genio, dalle tendenze della cultura pop e dalle dinamiche della celebrità è stato un percorso a tratti doloroso, a tratti chiarificatore, ma soprattutto profondamente destabilizzante. In "Terra chiama Luna", Moon Unit Zappa racconta con brutale autoironia cosa significhi crescere nella Los Angeles degli anni Settanta in una famiglia del tutto anticonvenzionale, benedetta e maledetta dal successo; diventare adulta tra le colline di Hollywood negli anni Ottanta nei panni della "Valley Girl" e ritrovarsi per caso su una nuova rete chiamata MTV; cercare la propria strada come attrice, artista, moglie e madre, e infine riconnettersi con sé stessa dopo la perdita dei genitori, quando tutti i suoi legami più stretti sono stati messi alla prova. Spassoso e pieno di aneddoti esclusivi sulla famiglia Zappa, questo memoir celebra il viaggio tortuoso verso la piena realizzazione di sé, il confronto con i fantasmi del passato e due genitori che, presi dalla loro ossessione artistica, hanno causato ferite profonde nella figlia. Ma è anche un ritratto intimo e mai visto di uno dei più grandi talenti musicali di sempre, e di una generazione cresciuta all'insegna degli ideali del libero amore sulla West Coast americana degli anni Settanta.
La Cina è un'aragosta. Come sta cambiando il gigante asiatico
Giada Messetti
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 228
«Cinquant'anni fa sarebbe stato impossibile immaginare la Cina di oggi» sostiene Giada Messetti. E questo perché, come afferma un suo amico cinese, «la Cina è un'aragosta». L'immagine è particolarmente azzeccata perché come l'aragosta, che crescendo è costretta ad abbandonare il vecchio carapace e ad aspettare, vulnerabile, che se ne formi uno nuovo, anche la Cina di oggi sta vivendo una fase di muta faticosa e complessa. Dopo aver raccontato nei suoi saggi precedenti l'attualità e le dinamiche culturali del Celeste Impero, in questo nuovo libro Giada Messetti si concentra sulla società cinese. Durante i suoi ultimi viaggi, avvenuti dopo la riapertura delle frontiere, ha incontrato molte persone di diversa provenienza ed estrazione sociale. Ha così potuto appurare sul campo quante cose siano cambiate nella vita quotidiana dei cinesi: dall'atteggiamento dei giovani verso il lavoro e il loro futuro, alla nuova consapevolezza delle donne riguardo la famiglia e il loro ruolo tradizionale, fino alla voglia degli anziani di godersi gli anni della pensione. Ma non solo, statistiche alla mano, ha fotografato l'evoluzione di abitudini e stili di vita e ha potuto constatare quanto sia ormai generale l'attenzione all'ambiente: il cielo sopra Pechino è finalmente azzurro, segno di una vera svolta green. Una testimonianza di prima mano, non ideologica e quindi preziosa, proprio quella che serve per contrastare gli stereotipi ancora troppo diffusi in Occidente. Perché il Dragone, benché al momento soffra di seri problemi interni, come l'invecchiamento della popolazione, il rallentamento della crescita, la disoccupazione giovanile e la crisi immobiliare, è ancora in ascesa e capace di ridefinire le dinamiche economiche e geopolitiche del mondo. Perciò tentare di comprenderne le contraddizioni e le sfumature, in questo momento storico di grandi cambiamenti, è davvero cruciale.
Un amore di contrabbando. Gigi Riva, una vita in rovesciata
Nicola Muscas
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 252
Quando è morto Gigi Riva se n’è andato l’ultimo dei ribelli, un irregolare per sottrazione. “Quel gol in rovesciata? Ma no, niente: ho visto il pallone arrivare, ci ho provato, mi è andata bene.” Leonardo Carboni, giornalista e scrittore con l’anima in riserva, partecipa al funerale in una Cagliari avvolta da un silenzio irreale, perso in mezzo ad altre trentamila persone. Gli occhi intorno a lui brillano di commozione, ma presto a risplendere è la limpidezza dei ricordi che genera un misterioso senso di comunità. In tanti sentono l’urgenza di raccontare il loro Gigi Riva, chi lo ha visto giocare, chi lo ha conosciuto, chi lo ha solo immaginato. Dietro quei racconti Leonardo vede pulsare vite piene di emozioni. Cosa è stato, per loro, Gigi Riva? E cosa scopriamo, di noi stessi, tra le pieghe delle vite degli altri? Sono queste domande a fargli prendere una decisione improvvisa: inseguire il fantasma di Riva per rimettersi in gioco, dando vita a un romanzo che è fatto di incontri, viaggi, speranze, sorprese, amori, consigli e bugie. Tappa dopo tappa – tra Leggiuno e Milano, tra Cagliari e Torino, tra Carloforte e Roma – emerge il profilo di un uomo votato al tragico, che da eroe ci ha mostrato come si diventa mito, e cioè alla sua maniera, l’unica possibile: scomparendo. Questa è la storia dei suoi tiri mancini e dei suoi no così ostinati, del suo dolore così profondo, così pieno di pudore, così scintillante di dignità. La storia di Rombo di Tuono e dell’Hombre Vertical, un calciatore che era un’iradiddio, un uomo che non somigliava a nessuno. “Se non avessi giocato a calcio? Avrei fatto il contrabbandiere.”
Il futuro è già qui. Cosa può fare davvero l'intelligenza artificiale
Barbara Gallavotti
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 252
Non passa giorno senza che stampa o televisione parlino dei più recenti e strepitosi progressi dovuti all'Intelligenza Artificiale. In ogni ambito, dall'ingegneria aerospaziale alla medicina, dall'arte alla quotidianità domestica, vengono sviluppati programmi capaci di alleviarci da compiti ripetitivi, noiosi o che semplicemente non riusciremmo a fare, portandoli a termine con precisione, pazienza e meticolosità decisamente sovraumane. È rivoluzionario poter avere macchine che eseguono in pochi secondi calcoli assai complessi, oppure un frigorifero che ci avvisa quando il latte sta per scadere. Ma cosa accade quando questa tecnologia sembra diventare troppo pervasiva e pare appropriarsi di capacità che abbiamo sempre pensato fossero esclusivamente «nostre»? Per riannodare i fili e comprendere cos'è l'Intelligenza Artificiale e di conseguenza quali promesse può mantenere o minacce rappresentare, Barbara Gallavotti ripercorre la storia dei visionari che nei secoli hanno sognato di creare macchine intelligenti quanto esseri umani e messo le basi della IA di oggi. Ma soprattutto mette in luce le profonde differenze fra il modo di funzionare del nostro cervello e quello degli strumenti che abbiamo inventato. Solo cogliendo queste diversità, infatti, è possibile spiegare perché l'Intelligenza Artificiale ci supera tanto agevolmente in certi compiti mentre altri sembrano destinati a restare fuori dalla sua portata ancora a lungo, se non per sempre. Argomenti complessi, che l'autrice riesce però ad affrontare con grande chiarezza, mettendoci così in grado di partecipare attivamente alla discussione su quali strade vogliamo intraprendere. Davanti a questa svolta epocale, destinata a modificare la traiettoria dello sviluppo umano, la scelta sul ruolo da destinare alla nuova tecnologia nelle nostre vite appartiene a noi, come singoli e come collettività. Sta a noi far sì che quella in cui entriamo sia soprattutto l'era dell'Intelligenza Naturale: l'era nella quale più che mai sapremo trarre vantaggio da ciò che abbiamo inventato.
2100. Come sarà l'Asia, come saremo noi
Simone Pieranni
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 192
Carne coltivata e cocktail di meduse, Big Data e intelligenza artificiale, aziende milionarie e sorveglianza, chirurgia da remoto e chip neurali, leggi anti fake news e deepfake. L’Asia è ormai una potenza demografica, economica, culturale e militare, che cresce a un ritmo serrato e dove ciò che accade spesso è soltanto un’anticipazione di quel che accadrà nelle nostre società occidentali. D’altronde, osserva Simone Pieranni, oggi in Asia si stanno discutendo, affrontando, e in alcuni casi risolvendo, temi e problemi di cui da tempo si dibatte anche da noi. Cosa mangeremo in futuro? Come garantiremo sostenibilità e vivibilità alle nostre città? In che modo si evolvono i diritti e le idee sulla famiglia, o in che modo quei diritti svaniscono, vacillano o vengono eliminati? E ancora: in che direzione si muovono il lavoro, l’informazione, l’intelligenza artificiale? Sullo sfondo, poi, la questione del cambiamento climatico, all’ordine del giorno a livello mondiale ma che in Asia, in particolare, è una priorità. Non è detto che il futuro asiatico debba essere il nostro, anzi. Ma superare quella «visione ferma nel tempo» che l’Occidente ha nei confronti dell’Asia, e che spesso distingue poco tra paese e paese, è un passo necessario. Spaziando dall’ordinata Singapore al Myanmar dei militari e alla Malaysia, dal Vietnam in pieno boom alla Cambogia, dalla Cina all’India al Giappone, e ancora, tra gli altri paesi, alle Filippine, a Taiwan e alle due Coree, Pieranni offre dunque uno sguardo approfondito su un continente che, tra conflitti sociali, novità tecnologiche e tendenze culturali, ci aiuta a immaginare il futuro che ci aspetta. Per trarne esempi, spunti, soluzioni. O semplicemente evitare di ripeterne gli errori.
La cattiva abitudine
Alana S. Portero
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 192
Non è facile abitare il corpo sbagliato. Nascere maschio e sentirsi femmina. Soprattutto se sei nata e cresciuta negli anni Ottanta, nel quartiere operaio di San Blas, alla periferia di Madrid: un luogo devastato da eroina, miseria e violenza. La protagonista di questo romanzo capisce fin da piccola che l'universo degli uomini non le appartiene: spinta dalla società verso i loro codici e comportamenti, da cui si sente ogni volta più estranea, è invece attratta irrimediabilmente dal mondo delle donne e alla loro comunità sogna segretamente di appartenere, mentre, chiusa nel bagno, prova di nascosto trucchi e vestiti, schiacciata dalla paura e dall'incapacità di accettarsi. Per lei, ragazza trans in un mondo che non sembra nemmeno capace di immaginare altri modi di vivere la propria identità, l'unico rifugio diventano una serie di personaggi sghembi ed emarginati, soli come lei, ma disperatamente veri. C'è María la Parrucca, dai capelli sintetici e il trucco irregolare, che tutti temono come fosse una strega ma che, a sorpresa, la avvicina e, con calma severa, le insegna a non balbettare; Margarita, la prima donna trans in cui si riconosce, vestaglia rosa, pantofole e il volto devastato dal silicone; Eugenia la Moretta, un groviglio di tenerezza e cicatrici al posto del cuore, che lavora come prostituta indossando stivali rattoppati qua e là con il nastro adesivo. E, sullo sfondo, Madrid: le strade da percorrere al buio, nella notte, e i bar di Chueca, dove incontrare chi non ha paura della propria diversità. Accompagnata da queste donne fuori dal comune, che la affiancano nella sua personale odissea, si mette in viaggio alla ricerca della propria identità, per combattere la paura e la violenza che la minacciano a ogni passo e imparare a esistere seguendo i propri desideri, a testa alta. Un esordio dalle atmosfere almodovariane, un romanzo di formazione crudo e feroce, ma anche poetico, dove gli estremi si incontrano per mostrarci come sopravvivere a una società che non accetta il diverso; una voce trasportata dalla bellezza e dalla rabbia, che insegna a guardare il mondo con occhi nuovi.
Prendetevi la luna. Un dialogo tra generazioni
Paolo Crepet
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 204
«Prendetevi la luna» non è un consiglio, ma una suggestione. Non vale solo nei momenti difficili, ma anche in quelli di gioia, o quando si tende più alla rassegnazione che all'esaltazione. La luna è lì apposta, scompare e ricompare proprio perché se ci fosse sempre sarebbe banale. Funziona come il desiderio, che implica il cercar le stelle proprio quando non ci sono o si teme siano nascoste da qualche parte dell'universo. Oggi più che mai siamo catturati dal presente e ce lo siamo fatti bastare, forse atterriti per ciò che potrebbe essere alle porte o per sazietà di quanto possediamo. La famiglia fatica nella propria funzione autorevole, la scuola è inzuppata di burocrazia e impermeabile al cambiamento, l'attenzione per l'ambiente, tentando di garantire un futuro benefico, rischia di colpire la bellezza, mentre le tecnologie disegnano un mondo di relazioni mute e asservite a nuovi ordini categorici. È come se il futuro proponesse messaggi controversi invece che rassicuranti. Eppure, non sono gli eventi che ci stanno cambiando, ma noi che cambiamo gli eventi. Inseguire un orizzonte, non conquistarlo, questo è il senso di pensare e di scrivere. E oggi c'è proprio bisogno di cercare qualcosa di nuovo. Non tutti ci provano, né sentono quest'obbligo. Si combattono guerre terribili, eppure è più preoccupante ciò che non fa rumore e che si annida in tante anime persuadendole ad arroccarsi, a difendersi chiudendo l'uscio di casa. Girano spacciatori di comodità, allettano i pensieri di molta gente. In questo libro, Paolo Crepet torna sui temi a lui più cari, l'educazione, la scuola, la famiglia, con un intento chiaro: fornire uno strumento per orientarsi oltre la coltre di nubi che oscurano la luna, ovvero la speranza. Per questo dice ai giovani e anche a chi non lo è più: prendetevi la luna. Ognuno la sua, ovviamente.
Testa alta, e avanti. In cerca di giustizia, storia della mia famiglia
Gaia Tortora
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 144
Roma, 17 giugno 1983. Gaia, quattordici anni, esce di casa di primo mattino con lo zaino in spalla. È il giorno del suo esame di terza media. Procede spedita verso la scuola e non sa che, poche ore prima, le forze dell'ordine hanno fatto irruzione in una camera dell'Hotel Plaza e arrestato suo padre per associazione camorristica e traffico di droga. Quando la televisione lo ritrae all'uscita del commissariato, stretto tra due carabinieri, le manette bene in vista, Gaia smette di parlare. Le immagini, invece, non si fermano: fanno il giro di tutte le prime pagine e dei telegiornali. Perché suo padre è Enzo Tortora, uno dei più famosi presentatori della televisione italiana, noto per i modi eleganti, la vasta cultura, un'integrità intellettuale esemplare. In poche ore (e per mesi) Tortora diventa l'oggetto di una violenta gogna mediatica: il coro di intellettuali e giornalisti è quasi unanime, grida «colpevole». Inizia così uno dei più clamorosi casi di malagiustizia del nostro paese, ma anche un calvario umano che durerà anni, deviando il corso delle vite di tutte le persone coinvolte. In questo libro Gaia Tortora racconta la sua storia, nella consapevolezza che non sia solo sua: ogni giorno tre innocenti finiscono in carcere per errore, più di mille cittadini l'anno. E i media continuano a comportarsi come fecero con suo padre: titoloni per additare i presunti colpevoli e, quando va bene, trafiletti seppelliti nelle ultime pagine a segnalare l'assoluzione, il proscioglimento, l'errore giudiziario. Condividere il proprio intimo dolore, allora, diventa un modo per combattere contro l'ingiustizia, per impedire che tutto ciò si possa ripetere. E andare avanti, come le diceva suo padre, a testa alta.
Il lungo inverno. False apocalissi, vere crisi ma non ci salverà lo Stato
Federico Rampini
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 240
Guerra e shock energetico. Cambiamento climatico. Squilibri demografici e pressioni migratorie. Ricatti alimentari. Non è facile distinguere fra crisi vere e false Apocalissi annunciate da profeti interessati a gettarci nel terrore. Siamo entrati in un'era segnata dalla scarsità. Ci sentiamo assediati da ogni sorta di penuria. Mancano l'energia e spesso anche l'acqua. Alimenti essenziali costano più cari. Troppe aziende lamentano di non trovare lavoratori. Sullo sfondo c'è la decrescita della popolazione, che non risparmia la Cina. Con l'inflazione e il rialzo dei tassi diventa più rara e costosa la moneta. Quanto è reale, quanto è «fisica», oggettiva e palpabile, la scarsità in ciascuno di questi aspetti? Quanto è invece fabbricata, artefatta, il risultato di comportamenti e scelte politiche sbagliati? È irreversibile? O invece è un fenomeno temporaneo da cui usciremo come guarimmo da altre crisi? Il trauma, cominciato con la pandemia e aggravato dalla guerra in Ucraina, sarà solo l'inizio di una fase storica segnata da ristrettezze, sacrifici, razionamenti e tagli su tutto? Dalla profezia errata sulla fine dello sviluppo che fu l'ossessione degli anni Settanta, dovrebbe essersi insinuato fra noi un dubbio: che vedere dietro l'angolo l'Apocalisse imminente sia un tratto di civiltà decadenti. In Europa diverse opinioni pubbliche chiedono sempre più Stato. Gli aiuti erogati durante la pandemia sono un antipasto rispetto a tutto quel che viene richiesto ai governi per proteggerci dalle avversità. Uno Stato-mamma troppo invadente addormenta i riflessi vitali e non è efficiente, sono state proprio le scelte dei governi negli anni passati ad aver fabbricato questo disastro. L'Italia è il paese occidentale più vulnerabile alla tentazione statalista, per il suo debito pubblico già eccessivo; perché ha una burocrazia invadente e inetta; perché una parte della sua popolazione ha introiettato l'assistenzialismo come orizzonte di vita. I passaggi d'epoca, le grandi rotture storiche, si capiscono guardando a un triangolo fondamentale: energia, moneta, tecnologia (che include le armi). L'America domina ancora quel triangolo strategico. L'Europa arranca in ritardo. Ha le idee confuse, invischiate in dogmi e tabù. Ha più velleità che ambizioni. Ha il disarmo facile. E con il disarmo arriva la sottomissione. Il lungo inverno all'insegna di tante scarsità è anche inverno della ragione. Lo supereremo se attingiamo alle qualità del nostro modello, non se ammiriamo chi ci odia. Il lungo inverno può preludere a una stagione di creatività, in cui troveremo risposte innovative ai nostri problemi energetici ed economici.
La vita accade. Una storia che fa luce sulle emozioni maschili
Alberto Pellai
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 204
Questa è una storia che parla di uomini. «Uomini che non sanno dare parola alle proprie emozioni e quindi le trasformano in silenzi, oppure in azioni disfunzionali.» Paolo sta per diventare padre. Sua moglie Chiara lo sveglia in piena notte per dirgli che è giunto il momento. Quando salgono in macchina e partono alla volta dell'ospedale, Paolo sa che quel viaggio gli cambierà la vita. E mentre viene travolto da un turbine di emozioni e ricordi, non può fare a meno di ripercorrere la sua storia, abitata da figure maschili che gli hanno lasciato ferite profonde, alcune ancora aperte. Un passato dove sofferenza e disagio hanno agito senza tregua, trasformando in sopravvivenza ciò che avrebbe dovuto essere esistenza. Ripensa quindi al padre biologico Bruno, al padre «di fatto» Oreste e al padre affidatario Giancarlo, a come le loro emozioni, represse e mal gestite, siano diventate delle pericolose micce, capaci di scatenare incendi devastanti. La fatica di questi padri nel gestire la propria sfera emotiva ha plasmato la crescita di Paolo, che trascina la sua vita in un ininterrotto «qui e ora» in cui il lavoro diventa un alibi per fingere di vivere, rimanendo un eterno migrante alla ricerca di un approdo. Ma se da una parte sente di aver ereditato le loro difficoltà, dall'altra coltiva anche la speranza dell'uomo che può diventare grazie all'incontro con Chiara e al potere trasformante della nascita del figlio Tommaso. Ecco allora che a fronte di relazioni pericolose e tossiche, che distruggono, nascono anche relazioni costruttive e accudenti, che salvano. Con una prosa attenta e profonda, che coniuga la conoscenza dello psicoterapeuta con l'abilità del narratore, Alberto Pellai mette in scena il mondo interiore degli uomini, trasformando la loro solitudine e il loro silenzio in una vicenda universale. E racconta, in queste pagine cariche di sentimento, la storia di un uomo che li rappresenta tutti, che mostra come solo facendo pace con il proprio passato si può diventare persone risolte, compagni e padri migliori.
Turno di notte. Storia tragicomica di un infermiere che avrebbe voluto fare altro
Giacomo Poretti
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2021
pagine: 156
Com'è che, dopo un'infanzia passata a sognare di diventare calciatore, astronauta o magari avvocato o filosofo, uno si ritrova a fare l'infermiere nella corsia di un ospedale? Sandrino – detto Saetta perché nessuno è veloce come lui ad accorrere al letto dei ricoverati – se lo chiede ancora oggi, dopo tanti anni trascorsi a galoppare su e giù per i corridoi dei vari reparti, richiamato dal suono insistente dei campanelli con cui i pazienti esigono le sue attenzioni, giorno e notte. Già, la notte... le ore che tutti attendono per abbandonarsi al riposo sono per l'infermiere, esattamente come per il navigatore solitario, il momento più difficile: quello in cui si percepisce tutta la solitudine e la responsabilità di non poter lasciare la barca ingovernata. Ma per Sandrino sono anche l'occasione per far spazio ai ricordi più esilaranti, drammatici o commoventi che hanno costellato la sua carriera, iniziata come ausiliario delle pulizie – parola d'ordine: «Saetta, vada a cambiare il 23!!» – e coronata dal diploma di infermiere, il vero passaporto per entrare nel mondo della medicina. Nel divertente racconto di Sandrino – che ha una inspiegabile quanto fortissima somiglianza con Giacomo Poretti – sfilano personaggi d'ogni tipo, dal medico di turno restio a farsi svegliare nel cuore della notte, e quindi soprannominato «Brandina», al paziente che si attacca al campanello perché gli si è informicolata una gamba oppure perché si sente solo e vorrebbe fare una partita a briscola. Ma in queste pagine c'è posto anche per la tenerezza verso chi soffre e spesso ha paura, e soprattutto per la riflessione sulla condizione umana che ci espone alla malattia e al dolore, riflessione che induce Sandrino a incalzare l'Amministratore Delegato dell'Universo (o chi per lui) con mille domande e dubbi su tanta ingiustizia. "Turno di notte" è un romanzo fatto di mille personaggi meravigliosi – suore, infermieri, pazienti, dottori – alle prese con tutte quelle piccole cose e quelle questioni enormi che sono il sale delle nostre giornate. Con la leggerezza profonda che lo contraddistingue, Giacomo non solo ci racconta una storia, fatta di tante storie che ci fanno ridere e piangere, ma riesce, senza dare troppo nell'occhio, a farci pensare. Alla malattia, alla cura, alla paura e alla speranza: insomma, a quella cosa esaltante, spaventosa e inesplicabile che chiamiamo vita.
Il posto degli uomini. Dante in Purgatorio dove andremo tutti
Aldo Cazzullo
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2021
pagine: 288
«I nostri nemici finiranno all'Inferno; le nostre mamme in Paradiso; ma a noi un po' di Purgatorio non lo leva nessuno. Per questo il Purgatorio è il posto degli uomini, dove andremo tutti. Meglio sapere per tempo quel che ci aspetta. Dante stesso pensava di finirvi da morto, nel girone dei superbi...». Aldo Cazzullo prosegue il viaggio sulle orme del «poeta che inventò l'Italia». Il romanzo della Divina Commedia, dopo l'Inferno, racconta ora il Purgatorio: il luogo del «quasi», dell'attesa della felicità; che è in sé una forma di felicità. Un mondo di nostalgia ma anche di consolazione, dove il tempo che passa non avvicina alla morte ma alla salvezza. Una terra di frontiera tra l'uomo e Dio, con il fascino di una città di confine. La tecnica narrativa è la stessa di "A riveder le stelle". La ricostruzione del viaggio nell'Aldilà viene arricchita dai riferimenti alla storia, alla letteratura, al presente. Il Purgatorio è il luogo degli artisti: il musico Casella, il poeta Guinizzelli, il miniaturista Oderisi che cita l'amico di Dante, Giotto. Ci sono i condottieri pentiti nell'ultima ora: Manfredi con il ciglio «diviso» da un colpo, Bonconte delle cui spoglie il diavolo ha fatto strazio, Provenzano Salvani che si umiliò a chiedere l'elemosina per un amico in piazza del Campo a Siena. E ci sono le donne: gli occhi cuciti dell'invidiosa Sapìa, le lacrime disperate della vedova Nella e la splendida apparizione di Pia de' Tolomei, l'unico personaggio a preoccuparsi per la fatica di Dante, «Deh, quando tu sarai tornato al mondo/ e riposato della lunga via...». Nel Purgatorio, oltre a descrivere il Bel Paese, il poeta pronuncia la sua terribile invettiva civile: «Ahi serva Italia, di dolore ostello...». E in cima alla montagna, entrato nell'Eden, ritrova Beatrice, più bella ancora di come la ricordava. Dante trema per l'emozione, piange, perde Virgilio, e si prepara a volare con la donna amata in Paradiso. E ognuno di noi, dopo due anni di pandemia, ha capito quello che il Purgatorio vuole significare. Può così sentirsi come Dante: «Puro e disposto a salire a le stelle».