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Medusa Edizioni: Le api

La legione straniera

La legione straniera

Pierre Mac Orlan

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 170

Il 26 marzo 1863 un reggimento della Legione era sbarcato a Vera Cruz, in Messico. Un mese dopo, il 30 aprile, presso il villaggio di Camarón de Tejeda, i legionari, comandati dal capitano Jean Danjou, vennero attaccati e decimati dai nativi messicani guidati dal colonnello Francisco de Paula Milàn. Quella data e il luogo, Camerone, rappresentano il vero mito di fondazione della Legione straniera francese. Ogni anno a Aubagne, nell'entroterra della Costa Azzurra, dove ha sede il comando generale dei legionari e dove avvengono ancora oggi gli arruolamenti, si celebra quella data "sacrificale" e un simulacro in legno che raffigura la mano del capitano Danjou viene mostrato come una reliquia che fonda nel sangue la gloria dell'arma. Molto controversa è la storia della Legione fin dalla sua nascita nel 1831 per decreto di Luigi Filippo; ai quattro angoli del pianeta ha versato sangue proprio e dei suoi nemici, senza risparmiarsi crudeltà e gesti eroici. È un corpo speciale che raduna i "dannati della terra": delusi dalle rivoluzioni, gente in fuga dalla giustizia e altri alla ricerca di un lavoro per vivere in modo non troppo diverso dai mercenari. Uomini che non hanno origini comuni e valori patriottici da difendere, ai quali si attaglia molto bene il "vincere o morire". Ma è il loro riconoscersi come corpo e la mistica della guerra a mantenerli uniti e fedeli l'uno all'altro. Sono, a ben vedere, una espressione militare, forse la più singolare in Europa, dell'epoca coloniale. In questo breve saggio "storico" del 1933 uno dei più intriganti scrittori francesi, Pierre Mac Orlan, "avventuriero" della parola, ce ne restituisce un'immagine ancora "romantica", senza nascondersi i lati meno edificanti della Legione.
15,00

Pasternak

Pasternak

Thomas Merton

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 92

Come lo stesso Merton osserva nell'ultima parte di questo libro, il segno principale da cui si riconosce il cristianesimo di Pasternak nella sua opera creativa è la libertà, che è anche una diversa concezione della storia rispetto alla visione sovietica che, già nel momento in cui Pasternak scrive "Il dottor Zivago", mostrava le prime crepe. Che per Pasternak sia una «idea della libertà personale e della vita come sacrificio», è soltanto una piena declinazione della verità, che molti suoi contemporanei nell'Urss hanno sperimentato e pagato di persona. Lungi dall'essere un'apologia cristiana di Pasternak, questo saggio del monaco Merton continua a sorprendere per la sua capacità di lettura trasversale fra le ragioni dell'arte e della letteratura e il grado di testimonianza che esse rendono al proprio tempo. Le qualità - estetiche del "Dottor Zivago" non sono una sovrastruttura borghese, come non lo è il senso religioso che vi spira dalla prima all'ultima pagina, ma una trasparente e fedele resa artistica della vita e della possibilità di far comprendere all'uomo quanto sia necessaria per allontanare dal nostro orizzonte le ombre di quella che già allora Merton definiva «l'alba fumosa di un'era apocalittica». Un monito anche per l'Occidente di oggi.
12,00

L'illusione del giocatore di scacchi. Saggio di algebra lineare

L'illusione del giocatore di scacchi. Saggio di algebra lineare

Victor Cornetz

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2018

pagine: 125

«Il giocatore è sempre tentato di attribuirsi un valore superiore al suo valore reale. Questa è la tesi che espone il curioso studio, in parte psicologico e in parte algebrico, di un ingegnere algerino, Victor Cornetz. Il desiderio di vincere, il ricordo dei passati successi, la fiducia in se stesso fan sì che il giocatore, a un certo punto, si creda inevitabilmente più forte di quanto in realtà non sia. Ragion per cui se vince non ne resta sorpreso; ma se perde ripete fra sé "avrei potuto fare di meglio, non ci ho messo tutto il mio valore, tutta la mia attenzione". Perché questa considerazione possa dirsi corretta, il giocatore dovrebbe basare l'idea della sua forza non solo sulla media delle precedenti vittorie ma anche su quella delle sconfitte. Ebbene, l'amor proprio impedisce alla mente di rivivere le brutte partite abbastanza fedelmente da controbilanciare il ricordo delle partite vincenti. Il giocatore dunque finisce per sovrastimarsi costantemente, e in perfetta buona fede... Cornetz si occupa soprattutto del giocatore di scacchi, ma le sue osservazioni valgono per tutti i giochi che non sono puramente d'azzardo, per la lotta, gli scontri di scherma e, si potrebbe aggiungere, per le battaglie militari, persino le più importanti. Guidare una battaglia significa giocare una partita. La psicologia del giocatore è anche quella del generale. Quante battaglie perse perché il generale si attribuiva un valore superiore a quello reale! Quanti governi caduti per essersi abbandonati all'illusione del loro amor proprio.» (Remy de Gourmont)
14,00

Revenants (a volte ritornano). Racconti d'incubi e fantasmi

Revenants (a volte ritornano). Racconti d'incubi e fantasmi

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2018

pagine: 113

«Nella loro reazione al positivismo imperante e al perbenismo borghese, gli autori qui raccolti (da Jean Lorrain a L'Isle-Adam, a un Remy de Gourmont sotto pseudonimo e in chiaro) insistono particolarmente sul lato erotico dell'incontro con l'Altro. L'incubo (maschile) è quello che ti si siede sopra, il succubo (femminile) quello che ti sta sotto: a buon intenditor poche parole. Non c'è misterioso incubo o inquietante fantasma che non sia di bellezza irresistibile, con tutti i tratti del topos decadente o preraffaellita (esilità, pallore, capelli neri o rossi, labbra rosse) o, in alternativa, capace di donare gioie carnali ineffabili, come il demone Péhor — che altro non è che l'incarnazione della mania sessuale dell'infelice protagonista del racconto, di estrazione contadina, senza salotti in cui cercare prede né oppio in cui affogare i suoi turbamenti... Frutti di una mente che gira su se stessa, nell'incapacità di relazionarsi con il resto del mondo, anche i demoni e fantasmi dei simbolisti ci parlano del disagio psichico molto più di quanto ci parlino di arte, sesso, arredamento d'interni o stili poetico-musicali. E a volte ritornano: i vampiri sono tornati di moda da qualche decennio; oggi, in particolare, in tutto un filone di racconti per ragazzi e giovani adulti che nuovamente gioca sul filo sottile tra mistero ed eros, in una società che sembrava non avere più tabù e invece si scopre insospettabilmente vittoriana.» (Luana Salvarani)
12,00

Antichi, moderni e primitivi. Alle radici della ribellione nell'arte

Antichi, moderni e primitivi. Alle radici della ribellione nell'arte

Ernst H. Gombrich

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2018

pagine: 106

Tra i due testi di Ernst Gombrich raccolti in questo volume passano quasi vent'anni. Il primo, "The Debate on Primitivism in Ancient Rhetoric", risale al 1966. Il secondo, invece, è il testo di una lectio magistralis che il grande studioso tenne a Napoli nel 1984, sul "gusto dei primitivi". Al centro di entrambi è la riflessione sull'idea - che Gombrich dimostra essere ciclica nella storia dell'arte perché propria della storia del pensiero, mentre quella di "progresso" è relativamente recente - per cui le opere più antiche e meno sofisticate siano in qualche modo superiori moralmente ed esteticamente a quelle successive, molli e decadenti. Da qui l'esigenza di continue riforme (tipiche per esempio delle religioni e delle forme a esse collegate, da quelle liturgiche a quelle artistiche) che ritrovino la forza vitale delle origini. Una questione tutt'altro che "accademica" perché riguarda il nostro tempo più di quanto non si pensi. L'arte di oggi ha ancora il senso genuino, primitivo, delle grandi epoche di rinnovamento del linguaggio artistico oppure sta vivendo una "ciclica" fase di decadenza? La risposta si trova in queste pagine. Prefazione di Alessandro Beltrami.
13,50

Il processo Brodskij. Leningrado 1964

Il processo Brodskij. Leningrado 1964

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2021

pagine: 86

«Il processo, la prigione, l'esilio sono avvenuti così tanto tempo fa che li considero quasi parte di una mia precedente incarnazione. Mi sono sempre considerato soltanto una persona che vive all'estero, in una sorta di prolungata vacanza che mi è stata regalata dall'imbecillità dei governanti russi... Quando si parla di esilio o di dissidenza, per esempio, emerge un elemento melodrammatico che è falso e fastidioso. L'esilio è considerato a volte come ragione in sé sufficiente d'eroismo, mentre spesso si traduce in una vita più semplice e agiata». Queste parole, tratte da un'intervista del 1990, documentano il complesso rapporto di Brodskij con la vicenda "politica". Vessato a più riprese dalle autorità sovietiche, il poeta venne arrestato alla fine del 1963 e sottoposto, pochi mesi dopo, nella sua città natale, San Pietroburgo (Leningrado) a un processo-farsa con l'accusa di "parassitismo sociale". Gli atti di questo processo, trascritti in segreto dall'amica Frida Vigdorova e qui tradotti, si conclusero con la condanna a cinque anni di lavori forzati che il poeta trascorse solo in parte nella località di Archangel'sk. L'opinione pubblica internazionale infatti si mobilitò per la sua liberazione. coinvolgendo, tra l'altro, intellettuali come Sartre e costrinse le autorità sovietiche a liberare, dopo 18 mesi, futuro autore di "Fermata nel deserto".
11,00

Immagini negative. Le nuvole nella tradizione mistica e nella modernità

Immagini negative. Le nuvole nella tradizione mistica e nella modernità

Victoria Cirlot

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2021

pagine: 100

Ripercorrendo le modalità di rappresentazione di questo tema sin dai testi biblici, in questo studio storico e iconografico Victoria Cirlot studia il grande fascino e il potere evocativo delle nuvole di velare e al contempo ispirare all'intelletto umano nuovi orizzonti di conoscenza. Queste suggestive pagine che attraversano i secoli, passando dalla mistica medievale fino alla sensibilità moderna di autori come Baudelaire, fanno sì che la nube diventi una proiezione del nostro universo interiore. Come osserva Enrico Lodi nell'Introduzione, la stessa scrittura di Victoria Cirlot si avvale di uno «stile correlativo» avvincente, che cattura l'attenzione del lettore in un percorso ricco di svolte e legami simbolici e culturali inattesi. A "Immagini negative", il testo che dà il nome al volume - nato da una conferenza tenuta nel 2016 a Santiago del Cile - Victoria Cirlot accosta in questa edizione italiana anche un saggio totalmente inedito, "La stella e la nuvola", che ne continua il percorso e, pur tenendolo saldamente ancorato all'eredità simbolica della cultura cristiana, lo porta fino alle forme in cui la contemporaneità più vicina a noi ha preso ispirazione, nell'arte e nel pensiero, dalle nuvole.
13,00

Dante, Beatrice e l'ideale femminile. Scritti sulla poesia amorosa

Dante, Beatrice e l'ideale femminile. Scritti sulla poesia amorosa

Rémy de Gourmont

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2021

pagine: 136

Remy de Gourmont, definito da Apollinaire "Herpes Trismegisto" a causa di un lupus che lo aveva sfigurato costringendolo a un isolamento forzato, è una di quelle figure atipiche di cui è costellato il firmamento letterario francese a cavallo tra Ottocento e Novecento. Amico di Mallarmé, Huysmans, Mirbeau, Jarry, con il quale condivise l'esperienza della rivista "L'Ymagier", fondò con Alfred Vallette il "Mercure de France"”. Nel primo dei tre testi qui presentati, Dante, Beatrice e la poesia amorosa, uscito nel 1908, Gourmont passa in rassegna alcune espressioni della lirica medievale, soffermandosi in particolare sul rapporto tra l'autore della Commedia e Beatrice. Quest'ultima non viene considerata una donna in carne e ossa ma rappresenta l'archetipo della donna angelicata, con tratti che ne fanno una «statua aureolata», a cui idealmente viene contrapposta l'immagine di Francesca che, nonostante si trovi come ombra che vaga «per l'aere maligno» con il suo Paolo, ancora rimpiange «il tempo de' dolci sospiri». Viene qui raccolto in volume anche il saggio Dante, Beatrice e Platone del 1883, dove si possono cogliere sottili differenze interpretative rispetto al primo scritto. Il libro si chiude con Le donne e il linguaggio del 1902 in cui Gourmont, senza rinunciare ad alcuni tipici pregiudizi dell'epoca, riconosce alla donna un ruolo primario nello sviluppo linguistico umano.
15,00

Raffaello. Deposizione. Saggio sulla Pala Baglioni

Raffaello. Deposizione. Saggio sulla Pala Baglioni

Marco Rosci

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2020

pagine: 124

«Non contento dei cento dipinti che aveva fatto sequestrare nello studio del Cavalier d’Arpino – fra i quali anche alcune opere giovanili di Caravaggio – e di altri “acquisti” che resero la sua collezione una delle più straordinarie della Roma secentesca, il cardinale Scipione Borghese inviò i suoi uomini a Perugia dove nella notte fra il 18 e il 19 marzo del 1608 prelevarono dal Convento di San Francesco a Prato la Deposizione Baglioni di Raffaello e fece in modo che papa Paolo V la dichiarasse «cosa privata del cardinale», così che ancora oggi la si può ammirare alla Galleria Borghese a Roma. A questa opera ricca di pathos e dove Raffaello trasfigura il dramma delle vicende della famiglia Baglioni, Marco Rosci dedicò nel 1991 questo saggio, ripercorrendone la storia fin dalla commissione nel clima agitato che dominava la Perugia d’inizio Cinquecento, passando in rassegna la ricca documentazione di studio, rileggendo la precoce fortuna critica dell’opera – già Vasari la definì “divinissima” – e seguendone le tracce fino all’Ottocento quando l’opera veniva considerata un modello di classicismo superlativo. Ma il secolo scorso ha gettato sulla Pala Baglioni una luce meno infatuata indagando i retroscena storici e politici che portarono alla commissione dell’opera. Ed è in queste indagini più recenti che il saggio di Rosci, ancora oggi attuale a tre decenni dalla sua prima uscita, si addentra per far luce su un mito che, come dimostra il Cinquecentenario in corso, resta intramontabile».
12,00

I pericoli della corte. Novella

I pericoli della corte. Novella

Eugène Delacroix

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2020

pagine: 118

Il giovanissimo Eugène Delacroix, ben prima di Norbert Elias, si applica ad osservare e persino a criticare i meccanismi e la condotta della società di corte. Lo fa severamente con questo "I pericoli della corte", col candido sdegno di un adolescente "nato bonapartista, cresciuto in piena epopea napoleonica", di fronte al singolare scenario della monarchia in un periodo, appena successivo al Congresso di Vienna, dove si tentò di ripristinare le prerogative regali. Studente del Lycée Impérial Delacroix non si impegnò certo in un'approfondita analisi, e neppure con un trattato, per il quale non poteva ancora avere gli adeguati strumenti. La sua presentazione dei vizi e dei torti di quella società assume invece la forma di una narrazione edificante. Per esporre le nequizie della corte reale, luogo di fatue parvenze e oscure bassezze, racconta l'esperienza di un giovane svizzero, protagonista della novella (mai tradotta in italiano), figlio unico di un pastore protestante di un villaggio della Svizzera. Delacroix, da una prospettiva repubblicana, descrive l'iniziale fascinazione del ragazzo per quell'ambiente tanto lontano dalla sua condizione abituale, fatta di sensate letture e di salutari escursioni montane, e il successivo disgusto per la frequentazione di quel milieu così estraneo. Il soggiorno tra i cortigiani servirà a maturarlo facendogli apprezzare una vita di riserbo e di studio di sé. Bisognerà seguire l'esempio del giovane?
13,00

Duchamp e gli altri. Scritti sui pittori

Duchamp e gli altri. Scritti sui pittori

Robert Desnos

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 153

L'Italia ha fino a oggi poco approfondito l'apporto che Robert Desnos ha dato alla poesia e alla critica, pur essendo egli un talento poliedrico che ha indagato molteplici ambiti dell'espressione creativa, da quella letteraria a quella visiva, dal cinema alla musica. La sua fede surrealista, fondata sulla sintesi di amore e libertà (analoga a quella di René Crevel) si esalta nell'esperienza del sogno praticata attraverso l'ipnosi: più che un superlativo, quando dice di aver fatto «atto di surrealismo assoluto» intende proprio questa proiezione interiore verso il confine dove la realtà si rivela altro da sé. La fedeltà realista al surreale ispira ogni tentativo di Desnos, poiché egli altro non vuole che essere il "medium" del mai visto. A questa particolare sintesi di immagine e parola come forma del rebus (vedi Duchamp) si rifà la sua idea di pittura "medianica": apparizione del segno come frase misteriosa travestita da figure. Il calembour verbo-visivo è un gioco in cui scrittura e immagine si alleano e ne deriva «il significato segreto che l'immagine esibisce». La sua polemica contro il gusto nasce dalla certezza che ciò che può emergere spontaneamente dalla psiche in piena libertà è più importante dei canoni artistici. La firma dell'artista su un foglio bianco - ancora Duchamp - è già opera d'arte. Occorre liberare l'iniziativa individuale. Dopo Duchamp e Breton, Desnos alla fine però abbraccia il combattimento "contro la morte" di Picasso. Una conferma dell'eterna lotta fra apollineo e dionisiaco.
16,00

Lo scrittore e lo specchio. Moralismo e letteratura

Lo scrittore e lo specchio. Moralismo e letteratura

Jacques Rivière

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 116

Rivière è un maestro che occorre oggi riprendere in mano, perché le sue idee e il suo stile conservano quella "informalità" che lo rende autore al tempo stesso classico e moderno. Come direttore della "Nouvelle Revue Française" cercò di mantenere sempre questo equilibrio, che lo portava a cogliere il nuovo senza negare ciò che lo precedeva, come invece accade in certe avanguardie. Grande cultore della musica, della poesia e delle arti visive, resta traccia di questi suoi molteplici interessi critici il libro Études dove sono raccolti i saggi su Baudelaire, Gide e Claudel, ma anche su musicisti come Rameau, Bach, Franck, Wagner, Moussorgski, Debussy e su pittori come Ingres, Cézanne, Gauguin. Rivière ha intuito presto l'importanza di poeti come Baudelaire e Rimbaud, ha sostenuto autori come Alain-Fournier (di cui sposò la sorella Isabelle), Mauriac, Aragon, Valèry, Artaud. Forse oggi si fatica a comprendere che cosa fosse in quell'epoca l'esercizio quasi quotidiano della corrispondenza fra autori e amici, ma i carteggi di Rivière con Alain-Fournier, Proust e Claudel sono vere e proprie occasioni di riflessione sui destini e sull'importanza della letteratura, e si possono leggere anche come palinsesti di saggi da scrivere. I due testi di Rivière qui raccolti sono frutto di conferenze che l'autore tenne in dialogo con Ramón Fernàndez. In esse si dipana compiutamente la poetica critica di Rivière.
15,00

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