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Marsilio: Testi e studi leopardiani

Il celeste confine. Leopardi e il mito moderno dell’infinito

Il celeste confine. Leopardi e il mito moderno dell’infinito

Alberto Folin

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2019

pagine: 192

Per tutta la sua breve ma intensissima vita, Leopardi non smise mai di pensare al mito, concependolo non soltanto come un modo di manifestarsi della sapienza antica, appartenente all'infanzia del mondo e innervante il procedere epocale della storia umana (come pensava ad esempio Gian Battista Vico), né solo come una semplice espressione della soggettività volta a esorcizzare il terribile della natura, ma piuttosto come una modalità ontologica di darsi delle cose stesse, potendo sopravvivere solo in un paesaggio in penombra, non abbagliato da alcuna illuminazione diretta. Dopo aver tracciato per linee essenziali il dibattito su mito e mitologia nell'Europa del XVIII secolo, l'autore avanza una nuova lettura dell'"Infinito", collocando questo capolavoro assoluto della letteratura universale all'interno di un duplice contesto: quello della formazione poetica e filosofica di Leopardi e quello dell'epoca romantica italiana ed europea in cui il poeta visse. Se nella modernità i fenomeni sono diventati oggetto di studio delle scienze della natura, perdendo così la loro vitalità irriducibile al concetto, il sentire persuaso degli antichi non potrà più essere riproposto per evocare l'apparire delle cose nella forma di figure mitologiche non più credibili, come i fauni o le ninfe, Dafne o Procne ecc. Mentre nel corso del XIX secolo sta avviandosi al tramonto la grande stagione del sublime riesumata dalla tarda antichità, Leopardi – attingendo alle radici più profonde dell'Umanesimo italiano – pensa la sopravvivenza del mito nella rappresentazione di quella sottile linea impalpabile, ma intensamente viva – «il celeste confine» divenuto poi «l'ultimo orizzonte» – che separa e unisce il visibile e l'invisibile, per evocare l'irrappresentabile proprio dell'arte e del pensiero moderni.
19,00

Le avventure della luna. Leopardi, Calvino e il fantastico italiano

Le avventure della luna. Leopardi, Calvino e il fantastico italiano

Giuseppe Sandrini

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2015

pagine: 224

Il fantastico italiano ha un padre imprevisto: Giacomo Leopardi. Lo sosteneva Italo Calvino, indicando "in quel frammento poetico che descrive un sogno in cui la luna si stacca dal cielo" un seme destinato a germogliare soltanto nel Novecento, quando la nostra letteratura si riconosce finalmente nell'"eredità di Leopardi", cioè in una "limpidezza di sguardo disincantata, amara, ironica". Nella prima parte di questo libro le idee e le opere di Calvino, in particolare alcune delle "Cosmicomiche", sono indagate in un serrato confronto col modello leopardiano e con un reticolo di letture dove si intrecciano le favole di Ovidio e la scienza moderna, la teoria del mito del maestro einaudiano Cesare Pavese e le invenzioni surreali della scena letteraria francese. Dopo un intermezzo dedicato a due "Canti" emblematici del rapporto con il mondo animato degli antichi (la canzone Alla Primavera e, appunto, il frammento Odi, Melisso), la seconda parte prova a seguire, alle spalle di Calvino, altri momenti di una linea leopardiana della narrativa italiana del Novecento. Tenendo sempre di mira i miti lunari (innanzitutto l'immagine della luna staccata dal cielo, il cui influsso arriva fino all'ultimo film di Federico Fellini), l'indagine attraversa l'opera e la riflessione di Tommaso Landolfi per chiudersi sulle pagine di Antonio Delfini, autore di quel "Ricordo della Basca" che, come La pietra lunare di Landolfi, sembra voler rendere omaggio a Leopardi.
23,00

Volgarizzamenti in prosa 1822-1827

Volgarizzamenti in prosa 1822-1827

Giacomo Leopardi

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2012

pagine: 516

Sono pubblicati qui per la prima volta con un ricco commento, in una nuova edizione critica (dopo quella uscita nel 1931 per cura di Francesco Moroncini), tutti i volgarizzamenti in prosa dal greco del Leopardi maturo (1822-1827), completi dei discorsi critici che precedevano alcuni di essi. Si tratta di testi che vanno dalla Atene del quinto secolo a. C. alla prima cristianità, alla cultura umanistico-bizantina: epoche e temperie culturali diverse che hanno come denominatore comune la lingua greca e una forte impronta morale. I volgarizzamenti inediti (e alcuni altri di cui ci rimane solo l'idea o il titolo: Platone, Eschine, Marco Aurelio, Stobeo ecc.) nelle intenzioni di Leopardi avrebbero dovuto formare una piccola collana di 'Moralisti greci', mai realizzata, da pubblicare presso l'editore Stella a Milano. Seguendo il progetto originario, sono ricostituiti nella loro integrità i due primi volumetti di tale collana, al secondo dei quali viene restituita come sua sede destinata e più propria la "Comparazione delle sentenze di Bruto minore e di Teofrasto vicini a morte", una sorta di imitazione "d'autore" della maniera antica. Un'ampia introduzione, distinta in sette saggi, fa emergere l'intera vicenda del Leopardi volgarizzatore in prosa negli anni cruciali dal 1822 al 1827, e ricostruisce l'intero disegno sotteso sia ai progetti realizzati sia a quelli rimasti incompiuti o abbozzati.
40,00

Leopardi nel 1828. Saggi sui «Canti»

Leopardi nel 1828. Saggi sui «Canti»

Antonio Girardi

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2012

pagine: 144

"Leopardi nel 1828" esamina le novità linguistiche e metriche, che fanno dei "Canti "il primo moderno libro di poesia; con quelli così differenti di Pascoli, un punto di ripartenza anche per il nuovo millennio. Nascita e trasformazioni in liriche di età lontane - dalle elegie giovanili alle "sepolcrali", ossia dalle prime alle ultime illusioni d'amore - ne lasciano intravedere l'inedita logica interna, prefigurata dalla canzone libera: la "non forma" leopardiana per eccellenza crea identità ben singolari persino dentro ai dittici come "La quiete" e "Il sabato" (la prima incarnando la vitalità risorgente, il secondo il fervore dell'aspettativa). Il tutto sulla strada intrapresa nell'aprile del 1828 quando, uno dietro l'altro, vedono la luce "Il risorgimento" e "A Silvia".
15,00

I titoli dei «Canti» e altri studi leopardiani

I titoli dei «Canti» e altri studi leopardiani

Luigi Blasucci

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2011

pagine: 264

Nella varietà dei modi dell'approccio critico (ricostruzione genetica, analisi lessicale, lettura del testo ecc.) permangono identiche in questa raccolta le linee direttive che caratterizzano i saggi leopardiani di Blasucci: l'attenzione alla concreta organizzazione tematico-linguistica dei testi; l'individuazione del nucleo conoscitivo che è al fondo di ciascuno di essi. Quest'ultimo assunto, evidente nell'esame dei testi satirici ("Tra ideologia e satira" è il titolo della seconda sezione di questo volume), è non meno presente, anche se meno isolabile dall'analisi poetica, nell'esame dei testi più propriamente lirici ("Dalla parte dei Canti"), per i quali l'autore preferisce parlare appunto di una "carica conoscitiva", più che, convenzionalmente, di un "contenuto di pensiero".
24,00

Il «gener frale»

Il «gener frale»

Novella Bellucci

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2010

pagine: 190

La poesia e il pensiero sull'amore attraversano integralmente l'opera di Giacomo Leopardi, intrecciandosi con i motivi centrali del suo universo concettuale, in particolare con la complessità dei temi legati alla rappresentazione lirica della figura femminile. Dire l'amore e dire la donna significa confrontarsi con l'immensa tradizione della filosofia e della poesia che fa capo a Platone e a Petrarca; significa dunque esperire la contraddizione di codici culturali e letterari secolarmente consolidati e messi alla prova di una modernità che li interroga da nuove prospettive, percorrendoli in profondità fino a superarli con forme radicalmente innovative. Se, come Leopardi fa dire a Tristano, il corpo è tutto, nel corpo della donna transitano i segni essenziali della vita e della morte e si condensa il senso della universale fragilità.
18,00

L'immagine della voce. Leopardi, Platone e il libro morale

L'immagine della voce. Leopardi, Platone e il libro morale

Franco D'Intino

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2009

pagine: 264

Oggetto di questi studi non sono tanto le "Operette morali" (cui pure si torna di continuo), bensì ciò che sta a monte: il progetto - maturato da Leopardi dopo l'incontro con Platone e la temporanea rinuncia alla lirica (1823) - di un libro morale in un mondo moderno disincantato e incapace di ascolto. Un progetto inattuale che testimonia e raffigura l'impossibilità di restaurare i tre principali generi morali orali dell'antichità: l'oratoria, il dramma, l'epos, o enciclopedia etica. Nonché, più in generale, l'impossibilità di arrestare il declino antropologico di un uomo che tanto più si corrompe quanto più si alfabetizza. Ecco l'importanza emblematica, al centro delle "Operette" - sul palinsesto del "Fedro" platonico - dell'"Elogio degli uccelli" e del suo silenzioso protagonista-scrittore: un saggio socratico o un oratore ammutolito alla scuola della dialettica, o forse, come Platone, un poeta che ha rinnegato, anche se non del tutto, il canto. Il libro morale moderno, così, non può essere altro che una mercé ben confezionata, un effimero instant-book. Ma la grandezza delle "Operette morali" è nel raffigurare in modo complesso e profondo, al tempo stesso negandola, questa condizione. Il moderno Mefistofele si può forse sconfiggere solo se si accetta la sua sfida.
23,00

Una vita più vitale. Stile e pensiero in Leopardi

Una vita più vitale. Stile e pensiero in Leopardi

Emilio Bigi

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2012

pagine: 188

La definizione leopardiana di "vita vitale" corrisponde a quella "poetica della vitalità e dell'energia" che intensamente percorre gli studi qui raccolti, apparsi in varie sedi tra il 1990 e il 2002. Il percorso di lettura ripropone idealmente il processo di caratterizzazione dell'opera letteraria che è alla base del metodo critico di Emilio Bigi: dalla ricostruzione del contesto storico e delle esperienze concrete dell'autore all'indagine sul pensiero filosofico e sulla poetica, e da qui all'analisi delle strutture tematiche e dei procedimenti formali. Aprono il volume le penetranti e puntuali pagine introduttive di Luigi Blasucci.
22,00

Il sogno di un'ombra. Leopardi e la verità delle illusioni

Il sogno di un'ombra. Leopardi e la verità delle illusioni

Lorenzo Polato

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2007

pagine: 126

"Sogno di un'ombra è l'uomo". Il verso dell'ottava "Pitica" di Pindaro, citato da Leopardi nello Zibaldone è la prova del nulla dell'uomo. Condizione antica e moderna: di sempre. Ma i versi che seguono la famosa sentenza pindarica ci parlano di una luce che, a volte, scende dal cielo e fa dolce la vita. Paradossalmente Leopardi, che tace su questi versi, quando guarda al mondo antico lo vede illuminato da una luce non dissimile: la prossimità degli uomini agli dei, la poesia "tutta vestita a festa", e condivisa dal popolo, in un tempo in cui la parola del poeta era detentrice della verità, il "falso" era unito al "vero", il mito alla ragione. Con disincanto Leopardi si chiede quale sia il compito del poeta moderno: farsi filosofo per testimoniare la nuda verità? O mettersi in ascolto di una voce che - nonostante tutto continua a riecheggiare dalla "prima condizione", riaprendo così alla possibilità dell'illusione e della bellezza, pur nel disinganno? Benché l'ineludibile dominio della ragione gli imponga di seguire la prima via, egli non si preclude la seconda purché il "cuore" sia disposto ad accoglierla. Ma che questa eco lontana possa farsi udire dipende da un inatteso momento di grazia, come per quel raggio che, per Pindaro, "rende più dolce la vita". Così Leopardi tiene miracolosamente insieme mito e ragione che l'illuminismo e, in modo rovesciato, il romanticismo, avevano separato.
14,00

L'Olimpo abbandonato. Leopardi tra «favole antiche» e «disperati affetti»

L'Olimpo abbandonato. Leopardi tra «favole antiche» e «disperati affetti»

Lucio Felici

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2006

pagine: 231

Perché l'essere? Perché il male? Perché il nulla? E ancora: di fronte all'irrompere dilagante dell'ottimismo razionalista, che ne è della poesia? Quali le sue possibilità in un mondo, come quello moderno, incapace di narrare ancora "favole", ma che, nella "disperazione" dell'affetto, non può tuttavia rinunciare alla memoria? Distante sia dai classicisti sia dai romantici, Leopardi reinterpreta i miti in termini antropologici e ontologici, chiamandoli con pregnanza vichiana "favole antiche" e inserendosi nel grande dibattito europeo sulla morte o resurrezione degli dèi. Nella sua visione, il tramonto dei miti coincide con la perdita della fantasia creatrice, la quale si alimentava della facoltà di ascoltare la natura e di parlare con essa.
18,00

L'oro di Omero. L'«Iliade», Saffo: antichissimi di Leopardi

L'oro di Omero. L'«Iliade», Saffo: antichissimi di Leopardi

Gilberto Lonardi

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2005

pagine: 232

Come ritrova e fa suoi, Leopardi, soprattutto il Leopardi poeta, accenti, forme, figure dell'antico: Achille e Priamo e Ettore e Andromaca dell'Iliade, o Penelope, o Circe virgiliana, o la Saffo di alcuni aurei frammenti e di Ovidio? Come ha interrogato certe prime icone (Democrito, Eraclito) della sapienza occidentale? In cerca di quali virtù e dignità delle "anime grandi" che la modernità, nemica del Sublime, ha ucciso? Questo libro, che unisce la discorsività al rigore, mira a una lettura totalmente nuova, e sempre partendo dal testo poetico, della memoria leopardiana dell'arché: di quell'inizio cui Leopardi ha guardato con una nostalgia della pienezza e della gioia che rispunta di continuo nei Canti.
17,00

Lectura leopardiana. I quarantuno «Canti» e «I nuovi credenti»

Lectura leopardiana. I quarantuno «Canti» e «I nuovi credenti»

Libro: Copertina morbida

editore: Marsilio

anno edizione: 2004

pagine: 805

In questo volume, quaranta studiosi italiani e stranieri, leopardisti affermati e critici più giovani, presentano, con ampia libertà metodologica, ognuno un canto di Leopardi in modo da offrire una lettura "integrale" dei "Canti" leopardiani (con l'aggiunta della satira napoletana "I nuovi credenti"). Armando Maglione, italianista e sociologo della letteratura, si è occupato prevalentemente di letteratura italiana dell'Otto-Novecento, con particolare riferimento alla letteratura meridionale e dialettale. Ha in preparazione una mostra documentaria multimediale e un volume su Villa delle Ginestre.
48,00

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